Canto alle stelle

Notte di San lorenzo, notte magica delle stelle cadenti dei desideri e sospiri che trovano grazia nei misteri galattici con il “canto alle stelle! 

cielo stellato

Stella Che Passi

Su La Via Celeste

Dammi Speranza

Stella Che Vaghi

Sulla Nuvola Ribelle

Dammi Fortezza

Stella Che Cavalchi

I Pensieri Della Perfezione

Dammi Decisione

Stella Che Cammini

Nei Vicoli Del Silenzio

Dammi Fede

Stella Che Solchi

L’acqueo Sconfinato

Dammi Trasparenza

Stella Che Migri

Su Galassie Polverose

Dammi Luce

Stella Che Sosti

Sul Soffio Del Vento

Dammi Prudenza

Stella Che Illumini

I Giardini Dell’infinito

Dammi Passione

Stella Che Sciami

Su Picchi Eterei

Dammi Fervore

Stella Che Brilli

Sulle Ali Del Tempo

Dammi Amore

Stella Che Lacrimi

San Lorenzo Martire

Dammi La Fiamma

Per Riscaldare

L’umanità Intera

***

by dif

Nel mio paese, nella notte di san Lorenzo, è antica tradizione cantare o recitare la filastrocca con gli occhi rivolti al cielo, in quanto è credenza che cantandola si“parla” con le stelle ed esse rispondono facendosi vedere più copiose e splendendo di più, ci donano tante virtù, leggono nel pensiero e esaudiscono anche i desideri più bizzarri che ci frullano in testa. Funziona ! Anche se si aggiunge altro che ci sta a cuore purchè si “parla” con sincerità. Provare per credere non costa nulla quindi…

Notte stellare a tutti!

 

Filiastrocca de Sagno Martinjo

Simone_Martini basilica inferiore

Tre iorni e un pezzettino iè l’estate de’ San Martinjo
Lo primo, stua la botte e saggia lo vino
‘mazza lo porco e spartisci co’ io vijino
coci lo pane e lo dolcino piccia el lume e lo camino
‘loggia e sfama lu poverino poia la zucca sol cuscino
dormi e sogna e no’ pensà el demane ci’è sarà
Lu secondo, ‘sloca l’oio da’ mulino solca lu campo co’ vijno
da semenza a ugellino poia lu mosto ne’ io bottino
copri moie e bambino diidi pane co’io  miserino
scruta lu monte se ha cappeio e lu fosco lu pianello
piccia foco e lumino pe’ vede lu cammino
Mangna e bei a cor felice ballotta e spagnotta
Spranga l’uscio alu diavolaccio ricoera lu poieraccio
Poia la zucca sol ganciale dormi e sogna el demane
Lu terzo, mungni vacca spraia l’aia pilja ascia e canestra
va a macchia a fa’ la frasca la fastella a fascina
mucchia grano e sfarina aggrega mogjie e vijina
marita fija zitellina scampana donna biricchina
tira lo vijino pe’ fondello pe’ scampà da l’onferno
piccia foco ne’io camino metti tizzo no’ scaldino
cuccia lo caldaro pe’ faiolo mesta e rimesta co’ ramaiolo
brustola pane salsiccia e costacina sgreppia fino a mattina
lu pezzetto chie rimmane te serve pe’ demane
tizza carbone carica schioppo va’ a salà lu maiale
rimpinza la pansa e sona campane no scordà lo salame
ringrazia San Martinjo chie l’inverno iè vicino

Non conosco l’autore di questa canzoncina dialettale che  da ragazzini insieme ai grandi si cantava correndo a cerchio intorno ai  falò accesi in onore di San Martino mentre qualcuno suonava l’armonica a bocca e qualcun altro cuoceva le castagne. Quello che ricordo come fosse oggi è l’allegria, l’aria festosa che lo stare tutti  insieme crea, il profumo delle caldarroste che ti penetra nelle narici e ti rimane per giorni, le grandi bicchierate di vino rosso  dei grandi e il un gran ridere collettivo per qualche strafalcione, le guance arrossate dalle fiammate dei falò, l’aria pungente che ti frizza in viso come  l’alcaselser,  gli sguardi timidi  delle ragazze puntati sui giovanotti in ghingheri e le  occhiate furbesche  delle donne sposate, le barzellette non proprio per ragazzini, talvolta tanto osè da subbugliare mamme e nonne ma per il gran ciarlare da noi neppure ben comprese. Oggi  la baraccata è sparita. Fra  vicini è già tanto se si scambia una parola. Al massimo, in queste zone per San Martino si va al ristorante, però separati,  le donne con le amiche,  gli uomini con gli amici, i bambini coi nonni, ma i più  soli in casa con gli occhi fissi su smartphone,  pc ….Non rimpiango quei tempi, sarebbe come disprezzare il progresso, le conquiste, le esperienze, le sfide  la vita,  tuttavia non posso fare a meno di pensare a quanto la società sia cambiata e nel suo frenetico cambiare abbia triturato, messo al bando, escluso la bellezza, la gioia, il valore dello stare veramente tutti insieme con semplicità ma tanta voglia di trovarsi per condividere un momento aggregativo scacciapensieri  e non per farsi un social selfie tanto per….

Beh, si sa, ogni tempo ha le sue magagne però  festeggio alla vecchia maniera, con vino novello, castagne, falò e tanta, tanta allegria in compagnia!

san martino

Buon San Martino e …occhio al novello vino!

bydif

…l’immagine in alto di San Martino col povero con cui sparte il mantello è  un affresco opera di S. Martini.

NOTTI DI STELLE, DESIDERI, SOSPIRI

--8)

In queste notti di calura e di afa è facile soffrire di insonnia e andare in cerca di un po’ di refrigerio rifugiandosi in luoghi e posti in cui arriva la brezzolina per cui è altrettanto facile, passeggiando in piena notte, di scorgere sagome avvinghiate, solitarie o in compagnia all’aria aperta. Quasi tutte silenziose e col naso all’insù. Eh si tutte fissano la volta celeste in cerca di qualcosa di unico. Si sa, oltre la calura, agosto regala il mito delle Perseidi. Notti di scie e fiaccole che illuminano e solcano il cielo stuzzicando la fantasia di innamorati e cuori in cerca di emozioni. Ma cosa sono? Sono le notti delle stelle cadenti dei desideri e sospiri che trovano grazia nei misteri galattici! Popolarmente, da tempo immemore in ogni stella c’è la magia, un che di mistico e fatato che concede all’uomo quel che non può ottenere con la volontà, il lavoro, la fatica ma che spera ardentemente di realizzare. Per questo, leggendariamente si è diffusa la credenza che esprimendo un desiderio mentre la stella cade, il desiderio più stravagante o impossibile si avvera entro l’anno. Oltre a ciò, la tradizione, da sempre associa le scie luminose che attraversano il cielo notturno alle lacrime versate da San Lorenzo in punto di morte o allo sfavillio dei carboni che ardevano sotto la sua graticola, tramandando l’ipotesi che se le vedi e rivolgi una preghiera, formuli un pensiero di grazia o di un qualcosa che vuoi con animo puro da egoismo, di sicuro puoi sperare di ottenerlo. Leggende a parte gli sciami di meteore che infiammano e fanno sognare milioni di persone in ogni parte del mondo sono meteore. Ovvero un insieme di piccoli frammenti di roccia, che hanno origine dalla cometa Swift-Tuttle, che entrano nell’atmosfera. Questi frammenti nel passaggio ad alta velocità all’interno dell’atmosfera si infiammano e prima di poter raggiungere il suolo bruciano offrendo uno spettacolo luminoso  ineguagliabile. Tale fenomeno ,noto a tutti come stelle cadenti, per convenzione popolare ha il picco dosservazione nella notte del 10 agosto ma in realtà la massima intensità della pioggia stellare avviene nelle notti del 12 e del 13 agosto. Quest’anno le condizioni sono ottimali per godersi lo spettacolo, perciò stanotte nel buio dell’assoluto mi godrò la rappresentazione naturale e se vedrò una stella precipitare sarò lesta a esprimere il mio desiderio. Sono certa che esso vivrà della sua luce o, nel mito di Perseo, almeno un sospiro approderà al punto radiante di qualche costellazione e ricadrà a terra in un luogo lontanissimo per far felice la mia gemella cosmica.

A proposito di stelle, vi lascio una filastrocca. Secondo i miei antenati recitata con lo sguardo verso le stelle dona un sacco di virtù e magicamente tramuta ogni speranza in certezza. Non ci credete? Male!  Al cielo tutto è possibile...

bye bye dif

Filastrocca delle stelle

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Stella Che Passi

Su La Via Celeste

Dammi Speranza

Stella Che Vaghi

Sulla Nuvola Ribelle

Dammi Fortezza

Stella Che Cavalchi

I Pensieri Della Perfezione

Dammi Decisione

Stella Che Cammini

Nei Vicoli Del Silenzio

Dammi Fede

Stella Che Solchi

L’acqueo Sconfinato

Dammi Trasparenza

Stella Che Migri

SGalassie Polverose

Dammi Luce

Stella Che Sosti

Sul Soffio Del Vento

Dammi Prudenza

Stella Che Illumini

I GiardinDell’Infinito

Dammi Passione

Stella Che Sciami

Su Picchi Eterei

Dammi Fervore

Stella Che Brilli

Sulle Ali Del Tempo

Dammi Amore

Stella Che Lacrimi

San Lorenzo Martire

Dammi La Fiamma

Per Riscaldare L’umanità

images (31)

 bye bye dif

ops…stavo dimenticando che stanotte è la notte per eccellenza del mito di Perseo, per cui si possono vedere una quantità enorme di stelle cadenti, vivere lo sciame fascinoso e magico che anima l’etere in tutta la sua brillantezza.. comunque se avete altro da fare… fino al 26 agosto si possono vedere

 

 

MA… fateme campà!!!!

no bavag..pngno bavag..pngno bavag..png

Legalità legalità legalità

ma quale legalità

bla bla bla

quella dei miei stivali

me so costati no occhio

de a testa da franchetta

li trovo a quattro lire

da na cinese

su na banchetta

bla bla bla

garantismo nu è legalità

legalità nu è faziosità

sopra le parti chi ce sta?

la luna le stelle i pianeti

che se ne possono fregà

tanto nu hanno da magnà

legalità legalità legalità

gracida la rana nel pantano

cra cra cra

da sto ramo nun me smovo

gli è responde lo furetto

se ribella lu grillo zighettino

gliene sona co lo vecchio

sviolino

tip tup tiptà

la cicala canterina

se sbraguglia la peppina

cic ci cic cia

il rospino ciuffolino

se sgranata il cuculino

bip bep bip ba

la civetta ribaltina

se sbrocchina la forcina

zigulì zigulà

lu pipistrello me vo fregà

lo mi futuro se vo ingoià

legalità legalità legalità

ma quale legalità

sbla sbla sbla

spaperacci e spaperocci

cantan notte e di

e nun me fan più durmì

legalità ligalitè ligalitù

bla bla blablu

34 24 17 chi sei tu?

so lu magico numeretto

che sbataccio zuccherino

a figlietto du cecchino

legalità ligalitì legalitù

si nu grandina o tira broglio

so boni pe lu lotto

va diciendo lo gigetto

nu bel terno mo te sbrocco

lega li lega là lega su

li ciancini me viengon iù

ora te schiatto e te matasso

li sonni te sciabatto

illibaraio sbarbascio

legalità ligalitì ligalitù

sblu sblu sblufufu

nu me po’ fregà de certo tu

la pultrona se sbullona

e te vien ghiù da sola

patapum patapam

legalità nu sta pe lealtà

lealtà nun fa legalità

sfarfuglia sfarfaglia

lu consenso lo ammetto

mi ce l’ho grande allocco

in quattruequattruotto

lo sgambetto te trombazzo

legalità legalità legalità

ma ndo sta sta legalità?

Ma fateme campà

sto tormentone ma proprio scuccià!

 

><

 

UN FELICE E SERENO  WEEK END  A TUTTI

di legale riposo !!!!

per chi è in partenza buonissimeissime vacanzeeeeeeeeeeeeeee

dif

><

 

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VINO, CASTAGNE E COMPAGNIA

Anche quest’anno è andata, come si suol dire  abbiamo fatto il nostro San Martino. Ci siamo radunati una trentina,  fra parenti e amici, a casa mia concordando una serata informale, da passare in allegria, senza tanti fronzoli,  intorno al camino a smangiucchiare,  cuocere castagne, brindare col novellino, scherzare, raccontare un po’ di fatterelli e anche  sbracare su questo e quello. Ognuno ha portato qualcosa da sgranocchiare e da bere. Alla fine ne è rimasto tanto che per tre giorni farò a meno di cucinare! E’ stata una serata rilassante, festosa e piena di sana letizia, i ragazzini si sono divertiti un sacco ad ascoltare i racconti rievocativi dei grandi, hanno voluto sapere un sacco di cose, così gli abbiamo raccontato la leggenda di San Martino, perché si chiama estate e si festeggia. Debbo dire che il racconto è stato un po’ pasticciato dai ricordi diversi che ognuno di noi si era fissato nella mente da bambino, ascoltando i racconti dei propri nonni o genitori, dalle risate e gli sfottò reciproci, perciò  non so quanto abbiano capito. Comunque i racconti hanno creato  un’atmosfera viva e familiare, un po’ retrò e con  qualche sfumatura  d’ antiche  situazioni vissute in passato, tuttavia senza eccessive nostalgie che facessero languire la serata, anzi tutto s’è concluso felicemente con cantilene  e filastrocche legate alle nostre diverse radici che andando nel solito ristorante o pizzeria sarebbero rimaste nei cassetti della memoria. Riporto una canzoncina  della mia terra, non per snobbare le altre, perché non le so:

 

Tre iorni e un pezzettino  iè l’estate de’ San Martijo

Lo primo, stua la botte e saggia lo vino

‘mazza lo porco e spartisci co’ io vicino

coci lo pane e lo dolcino  piccia el lume e lo camino

‘loggia e sfama lu poverino poia la zucca sol cuscino

dormi e sogna e  no’ pensà el demane ci’è sarà

Lu  secondo, ‘sloca l’oio da’ mulino solca lu campo co’ vijno

da semenza a ugellino poia lu mosto ne’ io bottino

copri moie e bambino diidi pane co’io  miserino

scruta lu monte se ha cappeio e lu fosco lu pianello

piccia foco e lumino pe’ vede lu cammino

Mangna e bei  a cor felice  ballotta e  spagnotta

Spranga l’uscio lu diavolaccio ricoera lu poieraccio

Poia la zucca sol ganciale dormi e sogna el demane

Lu  terzo,  mungni vacca spraia l’aia pilja ascia e canestra

va  a macchia a fa’ la frasca  la fastella a fascina

mucchia grano e sfarina aggrega moglie e vicina 

marita figlia zitellina scampana donna birichina

tira lo vicino pe’ fondello pe’ scampà da l’onferno

piccia foco ne’io camino metti tizzo no’ scaldino

cuccia  lo caldaro pe’ faiolo mesta e rimesta  co’ ramaiolo

brustola pane salsiccia e  costacina sgreppia fino a mattina

lu pezzetto chie rimane te serve pe’ demane

tizza carbone carica schioppo va’ a salà lu maiale

rimpinza la pansa e sona campane no scordà lo salame

ringrazia San Martijo chie l’inverno iè vicino

Non conosco l’autore.Da ragazzini si cantava la sera correndo a cerchio intorno ai  falò che si accendevano  in onore di San Martino, c’era sempre qualcuno che ci accompagnava suonando l’armonica a bocca.

Per la cronaca: San Martino era di Pannoia, un paese dell’attuale Ungheria, è il patrono dei poveri e dei mendicanti (dal significato simbolico della spartizione del mantello) dell’esercito e della fanteria (dal significato del suo nome che deriva da Ares, Marte, dio della guerra) da noi anche del fuoco, dell’amore non corrisposto, degli imprevisti nei viaggi. Le forme dei simboli associate al Santo sono: la palla di fuoco rotolante e il bastone pastorale. Il colore  rosso. I numeri 11 e  4, quest’anno anche il 33.

 

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