25 Aprile: giorno della libertà. Ma

Milite-Ignoto

25 Aprile:giorno della libertà. Ma da dove viene? Viene, viene dalla…

Resistenza che non è una leggenda, un aneddoto, un vecchio fatterello di cronaca, un giorno festaiolo di sbandierata piazzaiola, un itinerario folcloristico o una cerimonia sfilareccia per vecchi nostalgici. Tantomeno ha un colore definito che può essere accaparramento di questa o quell’altra ideologia partitica, un esclusiva di memoria o di rivendicazione di valori a senso unico. È un realizzato libertario concreto di storia del nostro paese. Storia di lotta di uomini e donne che da nord a sud hanno combattuto con ogni mezzo per riprendersi dignità e libertà. La resistenza è rivelazione di ciò che donne e uomini possono fare quando non si sottomettono alla tirannide; quando non si arrendono alle difficoltà; quando rischiano il tutto per tutto, quando si espongono con idee e fatti; quando combattano per il bene comune senza distinguo; quando non temono per il loro oggi ma per il domani dei loro cari, per il futuro delle generazioni. È quando donne e uomini uniti prendono in mano il destino del loro paese. È un patrimonio di reazione alla paura e alla acquiescenza dispotica da tenere in bella vista ogni giorno per evitare che la “storia” si ripeta. Si dice sempre che la storia insegna. Attualmente però ne dubito. A quanto leggo o sento in giro per certe memorie corte o troppo impegnate a lustrarsi gli scarpini con la vita altrui non è poi così. Mi scappa da dire che non son certo memorie degne di cerimoniare quei tantissimi morti sui monti, nelle campagne, sulle rive di torrenti gelidi, ovunque c’era da opporsi e ricusare un sistema insopportabile, quei donne e uomini, che miravano al resistere e resistere non per incensarsi in sfilate ma “per vivere da uomini o da uomini morire”.

A 72 anni dall’anniversario della Liberazione c’è necessità di una memoria impellente condivisa da consegnare ai giovani, per scongiurare il ripetersi di un periodo disgraziato. Non di diatribe politiche o partigianerie sterili o, come ho appena ascoltato, discorsi retorici e stracarichi di parole che s’appendono alle bandierine senza lasciare traccia di insegnamento. Perché guerra non sempre è bomba. Angheria non sempre è ingerenza nemica. Conflitto non sempre è sparare con un fucile. Soprattutto Resistenza non è sinonimo di eterna pace, giustizia, libertà. É conseguimento di valori a prezzo di donazione straordinaria della vita di eroici uomini e donne da alimentare con tenacia tutti i giorni. Il 25 aprile è quindi una memoria di altruismo plurale, di volontà corale di uscire da una logica di indifferenza, di ingabbiamento drammatico, di buio e paura per ridar luce e produttività a una esistenza libera. È coraggio, immolazione, amore, aggregazione, identità, giustizia, educazione alla autonomia mentale, repulsa alla guerra, alla ghettizzazione, all’abominio. Trasformarlo in palcoscenico politico, divisioni, menzogne, rinfacci, polemiche e quant’altro la bassezza umana riesce a trovare per far emergere ragioni settarie è riammazzare quei coraggiosi donne e uomini che hanno determinato la libertà. Soprattutto è tradire lo spirito originario, quel sussulto spontaneo che ha unito aldilà di criteri egoisti per liberarsi da gioghi dittatoriali e guadagnare l’indipendenza. I diritti sanciti dalla Costituzione non provengono dal nulla ma dal sangue, da una cultura di solidarietà, di entusiasmo comunitario, di costruzione al dialogo, di partecipazione stimolante, di difesa quotidiana delle proprie radici! E, oggi più’ che mai ci sarebbe da riflettere per reagire a uno stato di fatto che giornata dopo giornata ci tiene prigionieri di paure, di angosce terroristiche.  Ci rende sempre più apatici spettatori di manovre e contromanovre in ragione di assurdi diktat, indiscutibilmente autoritari, impositivi e interessati a un profit individuale.

Per concludere, a rigor di logica il 25 Aprile, giorno commemorativo della Liberazione, dovrebbe essere la festa Nazionale che unisce tutti gli italiani. Invece..invece ha contorni strumentali indecorosi che disonorano proprio la Memoria di un giorno fondamentale della storia d’Italia. Un vero errore. Basterebbe aver chiaro che la Resistenza è una formula di Liberazione da ogni tipo di oppressione, valida per ieri, l’oggi e il domani, da memorizzare e tramandare senza se e senza ma. E son sicura che magicamente il giorno della Liberazione, prodotto generoso della Resistenza, finirebbe di essere il ricordino da tirar fuori dal baule per dargli una areata annuale  a rintuzzo di polemiche rivendicative. Anche perché è doveroso non scordar che : La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

mano mano

Buona serata di felice libertà!

bydif

 

70 anni di LIBERTÀ’

25 aprile

Fiumi di parole sono state dette, scritte, rievocate, da noti e meno noti, pro e contro la resistenza, in questi 70 anni, perciò non starò ad aggiungerne altre. Ciò che invece mi sembra opportuno e doveroso è avere MEMORIA. Quella MEMORIA che con tanto amore mi è stata inculcata e con tanta accuratezza morale tramandata, per evitare che figli, nipoti e pronipoti commettano gli stessi errori di padri, nonni, trisavoli. Oggi, in cui tutto va veloce, tutto si consuma e tutto si disperde in una frazione di secondo, tutto è globalizzato e tutto è socialsovraesposto, la MEMORIA può sembrare superflua ma non è così. No, non lo è e non può esserlo se MEMORIA È LIBERTÀ. Perché la memoria-libertà è un bene che non piove dal cielo, non è un self  e non si acquista con un clic sul PC. La libertà è come una nuvola bianca, come il vento, come il mare, come una melodia, come un sorriso, come l’amore, come il respiro, come il pensiero, come la poesia, come la perfezione, come la luce, come un fiore profumato sbocciato su una pietra che trovi, ammiri, annusi, vivi la sua bellezza se cammini veloce e non perdi mai di vista il sentiero maestro. Se lo perdi ti perdi e in un baleno potresti perdere la vita. Avere MEMORIA è importante nella vita di tutti i giorni, non se ne può fare a meno, se si perde, si perde l’autonomia, l’indipendenza, la libertà di scegliere e di agire, si è in balia degli altri, per questo si cerca di conservarla e preservarla con ogni mezzo. Ma se è indispensabile avere memoria per rimanere efficienti, e continuare la propria esistenza, ancor più indispensabile è avere MEMORIA-LIBERTÀ. Chi la sotterra, la ignora, o per incoscienza  la  butta nei rifiuti non sa che si sbarazza di un eredità preziosa di vite, lacrime, sangue, coraggio, stoicismo, sofferenza, umanità, paure, sospiri, fede, ideali, soprattutto significa che getta irreversibilmente la speranza. Quella speranza libera capace di salvare vite, futuri, sogni di uomini, donne, bambini in ogni parte del mondo. 70 anni di libertà sono un eredità inestimabile. Qualcuno ha scritto che “ la libertà è il virus più contagioso che l’umanità abbia mai conosciuto” Non conviene giocarsela con un antibiotico!

 tulipani

buon  anniversario 

by dif

 

 

La Tu’ Bella Libertà

Passando in piazza mi ha colpito lo sventolio allegro delle bandiere Italiane  messe per le celebrazioni del 25 Aprile. Era uno spettacolo così bello e invitante che tornata a casa non ho potuto fare a meno di ” ricamarci ” qualche pensiero. Quel sventolio libero inevitabilmente mi  ha portato alla memoria quanto sia costato  e anche quanto ancora persistano stupide diatribe

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Sei Bella O Mia Bandiera

Quando All’alba T’alzi Fiera Per Salutà L’aurora

Sembri ‘Na Regale Matrona Pronta A Fasse Rimirà

Dal Fornaio All’angolo

Che In Fregola Sbircia Da Sotto Er Castagno

Se Te Po’ Vede’ Nu Poco De Grasso

Da Mettese Nel Panino Dabbasso

Imbellettata Come Un Boccio De Rosa

Te Sporgi Dal Balcone Con La Grazia D’una Sposa

Che Prima De Fasse Impalmà Saluta Tutta La Comunità

Sei Bella O Mia Bandiera

Con La Veste Fresca De Lavanda Me Fai Pensa A Mamma

Quando Me Teneva Sulle Zinne E Me Cantava ‘na Dolce Ninna Nanna

Mentre Aspettava De Fasse Sfrigolà Pe’ Damme Da Magnà

E Papà Pe’ Ridatte La Sovranità

Da Combattero Partigiano Su Le Alpi Se Faceva Ammazzà

Sei Bella O Mia Bandiera

Sull’altare Della Patria Te Muovi Con La Malizia

D’una Fanciulla Sincera Che Sta Pe Immortalà

All’amato Bene La Su’ Leale Verginità

E La Fierezza D’una Nobil Signora Che Se Ventola Briosa

Pe Acquattà A L’occhi De Giovin Gagliardi La Su’ Veneranda Età

Nun Te Fa Impressionà Se Oggi In Su Le Piazze Nun Senti Cantà

Na Romanza Univoca E Orà Lodi Pastorizzate

È Una Data Che Niuno Po’ Scordà

Garbata E Dignitosa Come Sei

Te Basta Un Dondolio Pe’ sgomitolà Na Nazione

Ammatassata In Diaspore Sparti Onore

E Rimette Ne Le Zucche Che La Tu’ Bella Libertà

Nun È ‘Na Questione Di Chi E Di Come Te Sbandiera

Di Chi E Di Come S’accaparra La Ragione De Cacciata D’invasore

Di Chi E Di Come Avoca Rispetto E Considerazione E T’inzossa Pe’ Fazione

È Na Questione De Fede E Determinazione De Donne E Omini Generosi

Che Su Colli Strade Campi E Città Pe’ Vedette Inschiavata Danzà

Furon Pronti A Fasse Trucidà Senza Stasse A Domandà

Chi Era De Qua E Chi De La

Im

lieta giornata a tutti

dif

DI CHI E’ IL 25 APRILE?

Basta, è ora di farla finita!  Il 25 Aprile non è un giorno di vacanza per alcuni e di impegno per altri!

Tutti gli anni, intorno al 25 Aprile, si assiste ad una diatriba  di”memoria storica” sulla resistenza che fa rivoltare nella tomba chi con coraggio e determinazione combattè per liberare la sua terra da una oppressione interna ed esterna. Si rivoltano nella tomba tutti quegli uomini, donne, bambini, ragazzi, sacerdoti, medici, giornalisti, operai, che hanno dato spontaneamente la loro vita ribellandosi all’ingiustizia, alla persecuzione, allo stupro degli ideali di libertà e  di eguaglianza, trucidati da conterranei e invasori. Si rivoltano  nella tomba tutte le Marie, le Nine, le Terese, i Giovanni, gli Antonio, i Giuseppe, quel “popolo di ITALIANI “sconosciuto”  ai libri di storia ed ai politici che non prese la via delle armi per combattere  il nazi-fascismo, non perchè non avesse il coraggio ma perchè preferì agire sommessamente, aiutare la lotta di liberazione senza aggiungere violenza alla violenza, preferì con enorme sacrifici e anche paura di non farcela  salvare tante vite umane nascondendole, sfamandole, curandole, nei campanili, nei fienili e nelle soffitte, si inventò ogni sorta di nascondiglio per soccorrere chi era “ricercato” senza domandarsi se  era partigiano, staffetta, ebreo, inglese, soldato scappato dal suo esercito, dissidente, preferì combattere  la distinzione di  razza e credo politico armata dai valori di libertà, democrazia, amore verso un suo simile. Oggi chi si  arroga il diritto di sfilare per le vie delle città con fanfare e gonfaloni tronfio di essere il depositario dei valori della resistenza, è un accaparratore falso d’una nobile memoria di medaglie d’oro o semplici anonimi, un violentatore di sacrari e cimiteri dimenticati nei quali riposano tanti giovani, uomini, donne, morti senza avere in tasca una tessera politica ma solo la foto di una fidanzata, una moglie, una madre, un figlio, morti per onor patrio, per una causa umanitaria, di giustizia, una fede espressiva, un desiderio di pace e democrazia, ambizione d’ un futuro diverso. Chi si accaparra il diritto di sbandierare queste vite sacrificate come trofei di vittoria per sentirsi migliore inganna se stesso e tutti gli italiani che non dimenticano nel cuore anche se non vanno in piazza a farsi belli, che non hanno bisogno di finire sui giornali o circolare in tanti teatrini mattinieri e serali  per non dimenticare. Coltivano la memoria di chi ha “avversato” con ogni mezzo la sopraffazione e il sopruso tramandando gli ideali contro la guerra, l’ingiustizia, ogni fede politica discriminatoria di razza e idea, racconta l’olocausto, l’eroismo di vite umane che hanno saputo unirsi simbolicamente, valicato i ciechi recinti  per conquistare la libertà, senza cercare una rivendicazione di merito,  hanno agito in base ai loro criteri di persone ribelli ad ogni forma di violazione oppressiva e iniqua. Stop ai monopolizzatori!   Il 25 aprile è degli Italiani, di tutti gli italiani, dal nord al sud, da destra e sinistra basta!! Non vogliamo tramandare ai nostri figli, ai nostri nipoti che certi “combattenti” erano migliori di altri, che certe morti sono migliori di altre! Vogliamo inculcargli il rispetto delle idee, radicare principi contrari ad ogni forma di guerra, ogni forma di ostracismo etnico e politico, malversazione di pensiero, vogliamo toglierli dal disorientamento di voci rivendicative e negazioniste. E’ ora di dire grazie senza etichette di colori e simboli a Norma Barbolini, a Don Pasquino Borghi, A Umberto Ricci,  a Oriana Fallaci, a Giovanni Bidoli, ai martiri della repubblica di Montefiorino, a Ines Bedeschi,  alle Fiamme Verdi, a Nuto Revelli, alle Brigate Partigiane, ai sacerdoti di Partina, a Gina Borellini alla lista infinita di morti eterogenei per credo, cultura, nazionalità,  ai giovani studenti ed a tutti coloro che hanno offerto la loro vita in cambio della nostra libertà, che ci hanno donato con tanta sofferenza il nostro 25 aprile.

  Sono grata ai miei nonni,  ai miei genitori e in un certo qual modo ai miei insegnanti che hanno saputo tramandarmi tanta verità senza condizionarmi, senza ostilità verso chi ha idee diverse, va o non va in piazza, hanno preferito inculcarmi il rispetto umano, i principi d’autonomia espressiva, il concetto di conquista sociale onesta e inviolenta, scartando le loro convinzioni per non influenzarmi con modelli unilaterali, preconcetti assurdi che impediscono d’apprezzare e riconoscere “le vittime” di ide sballate ” dire grazie a chi non ha potuto festeggiare nessun 25 Aprile.