Nel giorno dei “morti” mi…

…mi piace pensare alla vita perchè come rima Nazim Hikmet ne “Alla vita”…

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La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

come fa lo scoiattolo, ad esempio,

senza aspettarti nulla

dal di fuori o nell’aldilà.

Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

ma sul serio a tal punto

che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate

o dentro un laboratorio

col camice bianco e grandi occhiali,

tu muoia affinché vivano gli altri uomini

gli uomini di cui non conoscerai la faccia,

e morrai sapendo

che nulla è più bello, più povero della vita.

Prendila sul serio

ma sul serio a tal punto

che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi

non perché restino ai tuoi figli

ma perché non crederai alla morte,

pur temendola,

e la vita peserà di più sulla bilancia.

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mi piace pensare alla vita perchè,  come scrive Cesare Pavese. tanto …

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Così li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.

graig cow

mi piace pensare alla vita perchè come poeta Alda Merini nello

elogio alla morte ” se…

Se la morte fosse un vivere quieto,

un bel lasciarsi andare,

un’acqua purissima e delicata

o deliberazione di un ventre,

io mi sarei già uccisa.

Ma poiché la morte è muraglia,

dolore, ostinazione violenta,

io magicamente resisto.

Che tu mi copra di insulti,

di pedate, di baci, di abbandoni,

che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché

o senza variare di senso

nel largo delle mie ginocchia,

a me non importa perché tu mi fai vivere,

perché mi ripari da quel gorgo

di inaudita dolcezza,

da quel miele tumefatto e impreciso

che è la morte di ogni poeta.

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eppoi mi piace pensare alla vita perchè come dice Fernando Pessoa

” La morte è la curva della strada”

La morte è la curva della strada,

morire è solo non essere visto.

Se ascolto, sento i tuoi passi

esistere come io esisto.

La terra è fatta di cielo.

Non ha nido la menzogna.

Mai nessuno s’è smarrito.

Tutto è verità e passaggio.

Nel giorno dei “morti” mi piace pensare alla vita perchè

credo che non finirà ma.. muterà aspetto

Buona vita a tutti!

bay dif

……..

….le immagini le ho scaricate dal web

..

L’aspra dignità

mani

Diamoci la mano compagni.

….

Avanzando nella notte velata

Da luma d’orror offuscata

arriviamo alla sagoma nera

Intravisa tra schiuma franta

aspetta a vista consunta

di stivar l’agognate libertà

Diamoci la mano compagni

Reticolando muti e felini

Stringendo i nostri fagotti

di vita radunata in fretta

zompiamo sulla carretta

straboccante di storia maledetta

Filieremo da realtà bislacca

Madri sventrate da guerriglia

Sudori martellati da ferraglia

Lamenti torcigliati d’una terra

Diamoci la mano compagni

uniti eviteremo di cadere

nella fossa nera nera

scavata dal business neguziero

Sparire in groppa al destriero

Che acquattato aspetta goloso

D’azzannar la nostra carcassa

Ingozzarsi di carne fresca

Diamoci la mano compagni

Formiamo una catena

Una catena c’arrivi alla cresta

D’un lembo di terra foresta

che aspetta e non rigetta

Vomitando nel regno di Nettuno

Uno spiedo di carne secca

Diamoci la mano compagni

Sfidando la furia della natura

Intrecciamo un nastro spinato

Lungo quanto il creato

Un nastro di gente avvezza

A ramazza e cavezza

Decisa a porre fine a tedio vessato

infraterno caduco radicato

Diamoci la mano compagni

Armati di coraggio e sudore

Con i nostri cartocci millenari

Urtichiamo la verità negletta

duellando con l’ira maledetta

che prima spella e poi rifocilla

in un lembo di terra foresta

Incasseremo l’aspra dignità

1

 bydif

 

Più amico di così…

Il 13 agosto pony boys alias cavallino pazzo, alias musicaio, alias baffer, alias doctor helterskelter alias nano maefico alias………..blogger storico che tanto ha animato questa piattaforma virtuale è volato in cielo lasciando nel mio cuore un grande e triste vuoto.

E’ strano? No se il blogger è diventato un amico, ancor meno se all’amicizia si da un valore. che esula l’ordinario. Credo che ciò che ha scritto lui stesso sull’amicizia di meglio non ci sia che chiarisca quello che intendo : “se l’amicizia è vista come una relazione normale tra due persone, si perde di vista la sua essenza, ossia la sua eccezionalità. Nell’amicizia, vi è una dimensione di sacralità. E’ una relazione che scandisce un tempo sacro. Dire un segreto nell’orecchio di un amico significa deporlo in una custodia sacra, dalla quale sarebbe sacrilego l’atto di estrarlo e dirlo ad estranei. Gesù diceva «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici »Generoso e altruista come era penso che lui avrebbe dato la vita per un amico. Perciò se perdere un amico è sempre triste, perderne uno con tali sentimenti è tristissimo, se poi l’amico ti rallegrava le giornate con le sue trovate creative e ti pungolava con i suoi modi scatenati lo è ancor di più e seppoi sapeva cogliere l’attimo per donarti quella parola gentile o brusca che ti ci voleva per rimetterti in carreggiata la sua mancanza diventa un vuoto incolmabile. Si potrebbe pensare che esagero considerato che i blogger difficilmente hanno contatti reali, invece no, perchè si stabilisce un legame, come ha detto pony sacrale, ossia di pura energia che non ha bisogno di fisicità in quanto viaggia su una lunghezza d’onda inusuale tanto che posso affermare che ho percepito l’attimo in cui lasciava questo suolo per trasferirirsi in quello più vasto. Veramente quando ho avuto conferma che non era un ghiribizzo della mia mente o una strampalata sensazione dovuta all’afa che qui è sempre impietosa sono rimasta sconvolta, anche se non avrei dovuto. Certe “trasmissioni ultrasensoriali” potrei dire che sono il mio pane quotidiano. Razionalmente le rifiuto sempre questa però mi ha fatto riflettere assai, mi è parsa come un saluto spirituale dell’amico e al contempo un esplicito messaggio. Perchè? Perchè la nostra grande amicizia è iniziata proprio su una questione di tale tipo e in privato mi aveva suggerito di non scartare quello che a rigor di logica reputo impossibile o come direbbe uno scienziato incomprovabile poiché, nella vastità cosmica, esiste l’ inspiegabile all’umana conoscenza. In più perchè questo blog è nato sotto la spinta di trovare risposte e, come ho già detto un di, ancor prima trovare il coraggio di mettere nero su bianco per averle. Ancora non so quanto coraggio troverò e fin dove mi spingerò a raccontare. Di certo so che la comunicazione psicosinergica è stata un atto d’amore di un amico nell’attimo estremo per fornirmi almeno una risposta utile a farmi comprendere che devo accettare quella parte di me che per codardia o testardaggine evito o riduco a una mera bizzarria del mio cervello. Far finta di niente sarebbe un po’ come tradire la nostra amicizia. Come lui ha scritto: il tradimento dell’amicizia può prendere varie forme. La forma più grave e meschina è nuocere intenzionalmente e con premeditazione all’amico dopo che, tra i due amici, si è stabilito un grado di confidenza tale da instaurare una totale apertura e una completa fiducia. Poco meno grave è il caso dell’amicizia improvvisamente respinta per motivi più vari con l’amico che di noi si fida.”

Ti sei fidato a tal punto di me da trasmetterm iil tuo ultimo alito? Veeeeeeeeeeeeeee più amico di così non potevi essere pony boys, alias…alias…alias… per me musicaio magico!

Ciao

la tua amica

dif o sdiffies

 ***

amicizia,perdita,medianità,contatti

Alcuni sanno il suo nome reale, per rispetto ho preferito mantenere  quelli usati da blogger però tanto per mantenermi in linea col suo  modo eccentrico di presentarsi e di interagire nel mondo virtuale vi lascio  un suo salutino…

 

 

 

 

 

 

 

 

NEL GIORNO DELLA MEMORIA POTREI

nel giorno della memoria potrei….

con le lacrime

dei vagoni della morte

 far scorrere un fiume all’infinito

con i sorrisi

ingoiati e i denti rosicchiati per fame

eruttare

 secoli e secoli di cenere e lapilli

con le parole

appese nei fili spinati dei lager 

scrivere una enciclopedia interminabile

con i pensieri

 viaggianti delle camere a gas

formare un arcobaleno fosforescente di sogni

con il sole

degli occhi vuoti dei bimbi

illuminare la terra accecando l’odio razziale

con i cuori

raccolti fra le rotaie dei treni

inondare il mondo di amore

con la rabbia

impotente di 10 milioni di innocenti

abbattere ogni pregiudizio infame e folle

con l’orrore

aspirato nei campi del massacro

alzare un grattacielo altissimo di angeli umani

potrei

piantare alberi in ogni angolo

di giustizia, diritto, libertà e onore

senza esitare 

potrei

imputridire

 te

caverna piena di vermi

che non hai memoria e neghi la shoah

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Oggi è il giorno della shoah, memoria dello sterminio di milioni di persone, dovuto alla follia umana racchiusa in una ideologia distorta, turpe, criminale, antirazziale, antireligiosa, antietnica, di una  ferocia indegna al genere umano.Nessun uomo saggio, giusto, onesto, può dimenticare, nessuno deve dimenticare

IO NON DIMENTICO E VOI?

 SONO CERTA DI NO

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NON ASPETTARE DOMANI

Ci sono attimi in cui all’improvviso avverti una prepotente impressione che non ci sia del tempo da perdere.Ti invade una sorta di suggerimento animistico che dovresti correre o almeno far subito una telefonata a una determinata persona. Non importa cosa dirai, importa fargli arrivare la voce, ascoltarlo perchè non ci sarà una prossima volta. Respingi le  sensazioni credendo che ciò che ti frulla in testa è la proiezione del tuo immaginario. Ti convinci che è da irrazionali  dar  credito alle sensazioni di pericolo, devi scartare l’ipotesi che realmente sia urgente andare o telefonare. Così,   ricacci con forza il suggerimento in un angolino e pensi: c’è sempre tempo per farlo, magari in un momento libero mi tolgo lo sfizio.  Poi scopri che era urgentissimo. Forse non era determinante a modificare la scelta del fato, sicuramente sarebbe stato un piccolissimo gesto che poteva mettergli il dubbio, perlomeno esaudire un ultimo desiderio. Con dura amarezza ho compreso che devo ascoltare le percezioni sensoriali anche se mi sembrano frutto di fantasie o stupide divagazioni dell’inconscio non devo aspettare. Seguire l’impulso dell’attimo, mi eviterà  di scoprire che attendere la certezza, per  rispondere a una  chiamata spirituale,  è solo egoismo dovuto a timore di apparire illogica, a me e agli altri, che lascia spazio a decisioni irreversibili.

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Non aspettare domani

Per dire una parola gentile

Domani potresti non trovarla

Saresti costretta a cercarla

Nel mezzo d’una notte nera

Annichilito da una scena

Al canto triste d’una sirena

Non rimandare a domani

Uno slancio del cuore

Lascia che il gesto vada

Dove il cuore vola

Non piangere domani

Le persone che ami

Domani

 Potresti non vedere

Nascere il  sole

Di chi

Ragionando aspettava

Un gesto che scaldava

Non essere egoista

Ripiegato in un cantuccio

Esci vai in mezzo ai lupi

Lasciati sbranare piuttosto che

L ’indomani dover dire

 Perché

Non sono andato immediato

A scostare

Dalla mente e dalla mano

il gesto insano

Uno squillo di telefono bastava

A romper la monotonia

Farlo restar ancor in questa via

Almeno lasciarlo andare

Senza forzare la mano al pianto

Per un silenzio affranto

Non rimandare a domani

Un segno di conforto

Potresti dire perché l’hai fatto

C’ero io lungo la tua via

Domani

 O.. forse dopo

Ti avrei soccorso

Scaldato la noia maledetta

Di bimbo vecchio abbandonato

In cerca di parola di carezza

Piangi

 frughi nella voce la risposta

Canta solitaria la merla alla finestra

Il tuo rimpianto

Al gelo di gennaio resta

dif

Ehilà Sandrina..te l’ho fatta!!!!

“Ehilà, Sandrina…te l’ho fatta!!!!!”

 Ho immaginato che il grandissimo Raimondo Vianello ha salutato la sua compagna con una battuta, quindi non voglio essere irriverente al dolore né al grande maestro comico.

La sua scomparsa addolora tutti colro che hanno apprezzato la sua umanità, spesso espressa in battute ironiche e autoironiche, sempre con eleganza, mai volgare, offensivo  e inopportuno. Immagino la sofferenza della sua amatissima compagna Sandra Mondaini, con la quale ha condiviso vita e professionalità. A lei dedico queste parole che vogliono essere un omaggio alla bravura irripetibile di Raimondo e un ringraziamento ai tanti momenti solari che ha portato nel mio  cuore e  di tanti italiani rallegrando serate grigie e spesso appesantite dai problemi esistenziali, oltrechè un saluto nel momento che ci ha lasciato.

 

Al sole mattutino

il cuor si dilata

alla  sorpresa

gli occhi si empiono

di  bellezza

splendono  adamantini

gioia  e emozione

singhiozzano pentiti

coccolano

sull’ali magnetiche

sogno 

                          e fantasia                           

respirano

ai frizzi di primavera

reminiscenza vestale

guizza nel pensiero

un  tuffo d ’energia

lo sguardo amabile

sprofonda negli abissi

scioglie 

la burrasca  in agguato

al nostro appuntamento

agognato

carezza  schiuma

violenta la passione

al sole mattutino

s’oscura da distanza

 la vista fino a sera

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la foto l’ho scaricata dal webb

ALITO DI BREZZA

 

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Madre,

non ti ricordo tanto bianca e silenziosa

eppur su quel letto d’ospedale, sparso tra monti

Il tuo volto incorniciato da ovatta spumeggiante

 come raggi lunari che scivolan serpentini mi  rifrange

sull’acque calme del nostro lago sciabordoso

ombreggiato da riflesse colline e argentei filari d’olivo.

Non ricordo madre di averti visto supina

stesa a riposare senza quel faccendio di mani,

quel riso cristallino e  dirompente che m’invade

al risveglio, fugando nel chiarore del mattino

le ombre portate da deliri  onirici molesti.

Madre,

non vedo lo sguardo malizioso  migrar tra le pareti

cercare aloni  di volti amati e passati dolorosi,

né il tuo petto ansima nella fretta

di districar gli affanni della vita,

non sento il ticchettio de’ passi andanti

di figlia in figlia per allievar crucci fumigosi   

e il ritmo del tuo canto stornellato perdersi nella via.

Madre,

sento il battito dell’orologio

 rintocca dal campanile della tua chiesa

mi sembra un canto accorato che svolazza

tra un olezzo di fiori sparsi e grani di  litanie

recitate da un coro di voci  frastornato

una brezza all’improvviso ti carezza

passa tra cuori affranti di stupore

sfiora ginocchia piegate e mani inquiete,

ti solleva, ti porta via come piuma leggera

si perde tra le nubi di occhi lacrimosi.

Madre,

 così bianca e indifesa mi sembri

una bimba spersa tra  braccia vigorose

con  lento dondolio la cullan amorose

sul ritmo d’una nenia a batter  d’ umido ciglio

chiude a finestre spalancate sul mondo

 squarcia  orizzonti discosti fra  luci e stelle

e suoni misteriosi come ali di colombi

Madre,

non ti ricordo tanto bianca e silenziosa,

ti ricordo allegra e maliziosa, con l’occhio luminoso

spalancato sull’alito di brezza della vita

nel giorno che ci sei entrata. 

 

 

 

 

 la foto l’ho scattata  sul monte crizna

PRESENZA

 

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C’è moltissima letizia

Nel  mio oggi

So..che cammini al mio fianco

I tuoi passi sono impercettibili

La mancanza di materia

Non annulla la presenza

La parte migliore resta

 

C’è moltissima gioia

Nel  mio oggi

So..che

Il  tuo pensiero mi segue

La distanza dei corpi è solo

Un fatto marginale

Una..convenzione

Impossibilità di vederti

Correre e affannarti

Stringere corpi amati

Sfamarti  di tenerezze

 

C’è moltissima serenità

 Nel  mio oggi

La tua voce mi giunge

Placa la costrizione

Dell’impossibilità di toccarti

Parlare e scongiurare

Non partire, non andare

 

C’è moltissima fiducia

Nel  mio oggi

Seguo il vento

Vivo  nell’attesa

Di reincontrarti

Fuori  dal tempo.

 

 

 

A  te che da quel dodici marzo  sei volato oltreilrecinto