L’isola dei f …

A volte capita che anche a guardare un reality ci ricavi un “insegnamento” utile alla convivenza nel mondo reale! È proprio il caso, per quanto successo nella puntata di lunedì, a #l’isola dei famosi. Famosi? Mi pare troppo!!! A parte Simona Ventura di autentico famoso sull’isola non c’è proprio nessun altro. Semmai c’è qualche notarello di provenienza variegata, tipo programmi soapinciucianti, schooltalentuosi, cuor intronettanti, quizzisti giocherelli, o per nomea genitoriale ma nessuno ha una notorietà paragonabile a quella della Ventura. È SuperSimo la punta di diamante illustre nel reality isolano ecuadoregno! Tutti gli altri sono una composito di anonimi sbracciatori di tettinchie, lati b, pencoli inguinali, muscolitartarugati, lingueviperaie e ovvietà paracule in cerca di visibilità. Ma, proprio per questa sua indiscussa celebrità, conquistata sul campo in 30 anni di carriera che la rende regina dei partecipanti, la Simo è finita nel mirino della misconosciuta frotta spiaggiata sull’ isola di fetenzia . Così la definisco. Mi pare più appropiato a una fetenzia palese e occulta che già dalla prima puntata ha mirato ad assestargli un colpo mortale. Che tutti, a parte qualche eccezione, mirassero a far fuori la Simo era prevedibile, che  pure la conduttrice, col suo modo furbastro dell’infiorettare e dell’incensare al contrario, talpeggiasse per togliersela dai piedi… non lo era affatto.  Malgrado i sorrisini, gli incitamenti, gli aggettivi superlativi, le paroline caramellose di convenienza, si percepisce chiaramente un non so che di artificioso, un costruito ad hoc da far apparire Simona dittatrice, dominatrice e manipolatora in modo da aizzare e scatenare contro di lei un putiferio di reazioni, alcune veramente abominevoli. Tanto accanimento forse è una strategia della produzione per alzare lo share? Si sa che in questi tempi complicati le liti furibonde e le strappalacrime attizzano l’ascolto più dei conviviali paciosi.  Tuttavia, dai mari isolani spunta un ciarlare che puzza più d’un pesce morto. C’è un qualcosa di gonfiato denigratorio che boccaccia la resistenza della Ventura agli assalti, pericolandole un imparziale percorso di partecipante nel reality. Ovvio che in tale programma ci sta che i concorrenti ricorrano anche a mezzucci poco edificanti per eliminare i rivali forti, che spropositi e sproloqui balzino fuori dai carnet per la gioia di fans intrighini, che ognuno usi e abusi di lacrimucce, ipocrisie e telecamere per accattivarsi simpatie pro pietosi televoti, per arrivare all’impallinamento dei competitors. Quello che non è per nulla ovvio e non ci sta è l’occulto menzognero. Anzi è inammissibile. In questo e in ogni altro programma televisivo, che si arrivi ad attaccare una partecipante per offendere in modo grave la persona, si giunga a dire velenosità mascherate da un pour parler interrogativo per sobillare al dubbio, per indirizzare il pubblico a dubitare della sincerità, dell’onestà di una persona..beh…è …. Soprattutto è indegno che qualcuno si erga a giudice soggettivo di una personaproclamando verdetti insinuanti comportamenti scorretti nella sua vita, specialmente senza avere una minimissima oggettività provante e  sia rivale per la vittoria. E, guarda il caso… è proprio la Ventura a subire una sentenza pesante senza che a chi la pronuncia sia sollecitata almeno un formale: scusa Simona.  Difatti, a nessuno è sfuggita l’affermazione gravissima di una concorrente, giovane di età, ma vecchia per malignità di lingua: “Non sono certa che la Ventura sia una brava persona nella vita reale”. Asserzione gratuita e quanto mai spregevole su qualunque bocca ma fuoruscita da quella di una giovane ragazzotta, riconoscibile solo per interposta notorietà, è veramente sconcertante. Come le è spuntata dal cervello una simile frase? C’è proprio da domandarsi se è scaturita da un modo di pensare insito, un metro valutativo per vissuto personale, da mire atte a scalfire l’onorabilità della Ventura per boicottarla e farla cacciare dall’isola, per incoscienza o per malaccorta strategia di farsi notare, perché, se è frutto di sue deduzioni allora….  è veramente grave! E lei, è una brava persona nella vita reale? Può dimostrare concretamente di poter dire una roba simile perché è migliore, più onesta e perbene della Simona ? Mi guardo bene dal dare una risposta ai miei interrogativi. Non conosco la ragazza. Bensì, da quello che è venuto fuori dai vari spezzoni messi in onda… una idea.. ce l’ho. Mi pare proprio che l’incoscienza giovanile centri poco, invece c’entra molto una scelta. Sebbene non so quanto strategica e spontanea, quanto dovuta a un astio viperino covato con molti stratagemmi, una antipatia generazionale, un malanimo verso Simona, esagerato e fuori luogo anche in un reality,  è una scelta intenzionale  finalizzata  a  metterla in cattiva luce per sbarazzarsene a tutti i costi.  Da ciò che ho appreso nei daytime  l’accusanda di falsità e complotti della Ventura mi pare che è la vera falsa e complottista dell’isola fetenzia. Che è una celata manipolista antiSimona, che con succubi aspiranti alla fama al seguito, ha fatto e fa di tutto per apparire sua vittima. L’ascoltare mi è stato esplicativo di come senza un minimo ritegno sa intrappolare i vari concorrenti dell’isola di fetenzia nella sua campagna antiSimona! Tant’è che pure una bonacciona, quanto imbarazzata, fanciulla dell’isola ha dovuto precisare che le era amica fedele, ma non voleva più parlare con lei di Simona. Insomma gira che tirigira i detti e i fatti isolani, fra sorrisini, strattagemmi e verità manipolate, lunedì scorso, alla SuperSimo è stata data una stoccata mortale che con “gracia” l’ha mandata nel tritatoio della nomination. Il fatto di per se sarebbe normale se non fosse per il suggerimento che ho colto, dato al leader settimanale, di mandarla all’altro mondo e l’appaiamento, a un televoto, con un ragazzotto insignificante d’aspetto quanto ignoto ma che pare, in virtù d’un “segreto” goda di chissà quali poteri da far defungere la vera famosa ingaggiata dal biscione, lasciando nell’isola campo libero a una frottiglia di smortaccini infamosi. Una fetenzia. Una grande fetenzia! Però ci ho ricavato un insegnamento utile: “mai pensare che ciò che ti sei conquistata con fatica e onore ti renda invulnerabile all’invidia, alla cattiveria, alla insulsaggine mentale, a una mortifera macchinazione velata da sorrisi trasbordanti e parolone di elogio al coraggio. Ci ho ricavato che il mettersi in gioco con la propria faccia e il proprio glorioso curriculum è da evitare perchè è un trabocchetto per farti cadere nel pozzo nero. Mentre il mettersi in gioco con una maschera e un curriculum straccivendolo è una pedana per farti orbitare senza un merito comprensibile. Seppoi perdi l’orbita e finisci spiaccicato chissenefrega, l’audience è salvo e fino alla prossima puntata a playa Uva dell’#isola fetenzia il caos falsino procede. Naturalmente quasi tutto volto a svalutare La SuperSimo! Perché è ingombrante e oscura l’altrui visibilità, perché è se stessa e non si nasconde dietro il paravento dell’accattivante autocommiserazione, o perché è star di classe e si ha paura ? Credo perché è super! Infatti anche se è rimasta assai colpita dai veleni sputatogli addosso ha dimostrato di saperli incastonare nella sua corona con una aplomb invidiabile! Altri avrebbero cercato di farne un boomerang da rispedire ai mittenti e magari intenerire il pubblico più ingenuo.

Riusciranno gli “abitanti” di  fetenzia a buttare giù dalla vetta scogliera  la vera gagliarda the Quinn dell’isola ecuadoregna? Spero di no sennò sarà noia soporifera!

In ogni caso, molti dei spiaggiati di fetenzie sono e resteranno meteore. Mentre La Simona è, resta, e resterà l’intrepida lady popular. La sua è una notorietà da albo d’oro delle stelle televisive. Altro che passeggero reality…infestato da viperette, pinelle e strane compiacenze. 

isola-dei-famosia

Forza Simo,

meriti di restare fino all’ultimo solo per il coraggio di andare sull’isola, che per anni hai magnificamente condotto e portato alla ribalta,  da concorrente!

by dif

Recepire oltre

 

4 - 2014-11-04 18.11.54

Razionalmente non riesco a comprendere ne a spiegarmi il perché il mio occhio a volte capta immagini immateriali. Eppure succede. Succede in tanti modi, a volte attraverso uno schermo, altre attraverso pietre, altre ancora attraverso flash visivi su ciò che sto osservando tipo un cielo, un albero ecc. Quando succede da un lato mi stupisco e prendo la cosa come fosse una rifrazione della luce, un gioco di specchi che mi fa sorridere, dall’altro la registro mentalmente e poi l’accantono, tranne se è legata a “presenze incorporee”, in tal caso infastidita la rifiuto a priori. Ultimamente, il ripetersi troppo spesso di un fenomeno diciamo “visionale?” mi ha posto qualche interrogativo a livello emotivo e anche ragionativo. A livello emotivo perché l’intromissione ottica capita nei momenti in cui sono lontanissima da qualsiasi sensazione comunicativa di transfert. Quindi mi chiedo: è forse un modo del mio inconscio di scombussolare le mie certezze del reale per farmi approfondire volente o nolente tematiche spirituali che considero distrattamente? È una proiezione involontaria di un mio disagio intimo? O, è una manifestazione subconscia di un desiderio di contatto con qualcuno o qualcosa che non so esplicitare ma che tuttavia cerco? A livello ragionativo, invece prima mi dico: è da matti allucinati o poco ci manca credere possibile reale e concreto vedere ciò che non esiste. Dopo mi dico: eppure lo vedo, perché? Poi, ma lo vedo veramente o per qualche strano gioco della fantasia me lo immagino? Cerco di convincermi con un no, no, non lo vedo, è impossibile una cosa del genere. Ma ..allora.. com’è che li, davanti ai miei occhi lo vedo… e, se non sono rintronata o folle, come avviene e perché avviene? Infine non sapendo dare risposte certe ai miei interrogativi penso: almeno una cosa posso farla per accertarmi se è un “miraggio” visivo o li, sullo schermo del TV durante il rosario in diretta da Lourdes, c’è o non c’è tangibilmente ciò che vedo, posso scattare una foto col cellulare. Se c’è compare, se è un invenzione no. Come potete constatare, nelle due foto, eccome se c’è impresso qualcosa che non ci dovrebbe essere. Debbo dire che ormai, ogni volta che mi collego, per seguire il santo rosario, se intercetto un anomalia, anche se è difficile cogliere l’attimo attraverso uno schermo, scatto una foto. Mi serve a rassicurare la razionalità perché, se è vero che mi è sempre successo di captare cose insolite e ricevere messaggi anticipatori è altrettanto vero che un continuum così non è mai capitato. So che c’è sempre un valido motivo anche quando non lo afferro all’istante, anzi a dire sincero stavolta lo afferro, il messaggio è chiarissimo ma vigliaccamente lo accantono. Una carissima amica, l’unica alla quale fino ad ora ho mostrato tutte le foto, mi ha detto che è venuto il momento di affrontare la mia realtà sensitiva del vedere oltre, di tuffarmici dentro e ascoltare anche chi non voglio. Ha ragione, questo ripetersi non posso ignorarlo, devo assolvere il mio compito di ricetrasmittente. Il messaggio è un avvertimento che devo divulgare. Al momento non riesco a soffocare la ragione materialista, sto lottando aspramente con me stessa per riuscirci. Devo far presto, il tempo stringe. Perché? Beh…in una foto, a fianco della grotta dell’Immacolata c’è impressa una sigla rossa che dire terrorizzante è poco.

4 - 2014-11-04 18.10.18

by dif

Due gocce d’acqua!

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Santoro e Berlusconi? Due gocce d’acqua!

Fisicamente all’occhio risultano talmente dissomiglianti che escludono dal pensiero qualsiasi possibilità di correlazione genetica ma sul palcoscenico talmente convergenti che rendono impossibile al pensiero non associarli a due masserelle genetiche monocoriali. Entrambi hanno un prepotente DNA da big oratori. Due ineguagliabili artisti della comunicazione che azzuffano, provocano, uniscono, rianimano e da veri megalomani incollano il pubblico come nessun’altro riesce a fare. Tanti li imitano, tanti li copiano ma nessuno li scalza dal loro trono. Tanto diversi nelle sembianze del pensiero ideologico quanto identici nell’estrinsecare con caparbia presunzione i loro credi. Hanno in se l’inflessibilità monolitica del monarca e la complicità dei gladiatori che ancor prima di scendere nell’arena per affrontarsi a muso duro, surriscaldano al massimo grado le opposte fazioni, pro vita pro morte, trasformando gli spalti dell’anfiteatro mediatico in trincee con assalti e contrassalti all’ultima parola provocando inevitabilmente un finale da “migliaia di morti” nei due schieramenti e nessunissima possibilità di decretare un vincitore tra i due lottatori. Ieri sera da veri genotipi estrosi e martellanti del verbo prima hanno polverizzato il duello scenico per uscirne illesi poi da insaziabili recordman dell’ego share hanno trasformato il duello in un oceano di phainein scatenando una marea ormonale genotipica di parlantine monotematiche sui canali divulgativi. Ovviamente niente a che vedere con la genialità dei due, molto da spartire con l’invidia e la mediocrità. Ma si sa solo due molecole di natura differente poste a contatto aderiscono e trasformano l’attrazione in un insieme fenomenale!!!

 Un saluto a tutti e un grandissimo augurio per un week end in allegro relax!

dif

S’MARCHIONNATA

 

Il metal s ‘marchionnato

con il camice sfilato

il maglione cash integrato

senza un euro nel taschino

gironzola sconsolato

nel parchetto di torino

poveretto poverino

s’è perso un lingottino

s’marchionnando ogni mattino 

pomigliano e cassino

li tiene nel taschino

da operaio amministrino

il canolo siciliano

l’ha girato e cassamangiato

con tre sorelle smaritate

poveretto poverino

senza un euro nel buchino

lo s’marchionno cannibalino

a melfi s’è scosciolato

un accordo ha firmato

spappolando il sindacato

poveretto poverino

disperato e sgrassatino

salario e produzioni

ha fermato a mirafiori

invocando una colletta

ha s’mobilitato l’italietta

per comprarsi una carretta

poveretto poverino

il metal s’canadino

senza un euro nel taschino

s’marcionando il vizietto

del metal furbetto

è approdato da fazietto

per vedere la littizzetto

ma s’è mal posizionato

sul mercato globalizzato

una s’marcionnata ha sparato

poveretto poverino

in arretrato di quattrino

ha perso il bussolino

sfilato il  maglioncino

del meccanico perbenino

con la faccia da mastino

ha sputato nel cestino l’italietta

del fazietto temporino

annichilito il populino

senza il becco di un quattrino

s ‘FIATtato e indebitato

s’è proprio s’marccionnato

del metal blu smemorato

poveretto poverino

sul palchetto di torino

col culetto scuterato

l’ha pesato e s’marcchionnato

sul piatto c’ha svotato

 

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 facciamoci una risata e  in barba a una s’marcchionnata

 godiamoci questa ultima settimana ottobrina

dif

 

IPOCRISIA MEDIATICA

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Nell’ascoltare, ieri sera su la 7, l’infedele condotto da Gad Lerner le solite  analisi sull’utilizzo della donna come merce di scambio in politica, negli affari, in una certa società legata al malaffare o in talune trasmissioni televisive, mi si è rivoltato lo stomaco. Di quali donne  parlavano? Quelle che conosco io non vendono il loro corpo per qualche favorino, lottano con unghie e denti per farsi rispettare. Non  mostrano tette e culi per fare carriera, studiano, si informano, si specializzano, fanno faticosamente carriera per merito. Non nego che ci sono donne che cercano scorciatoie ma sono una minoranza. Perché mettere tutte nello stesso calderone. Perché far passare  le escort per vittime e non dire che hanno scelto liberamente di  vendere  il proprio corpo a caro prezzo piuttosto che impegnarsi in settori meno renumerativi e di maggiore responsabilità. Ovviamente non parlo delle migliaia di ragazze obbligate dalla criminalità a prostituirsi.  Perché ridurre il mondo femminile solo materia da utilizzare a scopi sessuali. Dove lo mettiamo il cervello delle donne, di tutte quelle scienziate ricercatrici ecc. che si fanno onore nel mondo. Mica provengono da un altro pianeta o sono mostri che debbono starsene in antri bui. Al solito strumentalizzazione politica per dire altro. Sono stanca di sentire la stessa manfrina sulle veline per ricamarci su sermoni di falso puritanesimo. Chi vi aspira è giusto lo faccia, se poi per arrivare prima all’obiettivo concede le sue beltà saranno cavoli suoi. Perché non si rispetta chi fa un lavoro dove conta anche il corpo e si presenta come una volgarità. Fare la velina, la soubrette, la ragazza immagine o quant’altro di simile non è mica sommatoria di due più due per dire uguale scarsa etica o  mignotta.  Perché non parlare di tutte quelle giovani ragazze belle, intelligenti e professionalmente preparate che fanno scelte diverse, ragazze che hanno sogni ed obiettivi meno eclatanti, lontani dall’apparire in un contenitore vuoto o su qualche copertina. Forse perché non producono scandalo, forse perché per farsi apprezzare devono lavorare il doppio degli uomini. Forse perché preferiscono conservare la loro dignità e non usano il loro corpo per scambi immorali. Forse perché non si lasciano corrompere dal miraggio di arrivare in vetta senza guardare dove mettono i piedi, preferiscono salire osservando bene gradino dopo gradino dove li poggiano. Ragazze che sanno distinguere il bene dal male, non temono il sacrificio, non hanno fretta perché sanno che il successo si conquista progressivamente, preferiscono assaporarlo lotta dopo lotta, impegnandosi con   determinazione, volontà e costanza per arrivare vittoriose al traguardo, e poi continuare, senza adagiarsi sugli allori, un nulla può far franare il risultato  conquistato in anni di sforzi. Donne che  preferiscono realizzarsi in settori meno provocanti, quelli  imprenditoriali, artigianali, professionali, quelle che sognano di fare il medico, le educatrici, le mamme a tempo pieno o le bariste, le fioraie, le stiliste, le coltivatrici. Vi sono  milioni di donne che fanno altre professioni,  differenti da quelle di veline,  escort o starlet, si impegnano onestamente nel lavoro, nella società, nel volontariato, nell’assistenza, in famiglia e non se ne parla mai, solo in casi di disgrazie, di cronaca nera o per motivi commiserativi. Perché? Perché queste donne non alzano gli ascolti, non producono pruriti ai cervelli ottusi e faziosi, non suscitano clamore per ore di trasmissioni televisive, non sono stuzzicanti per gossip salottieri e rivistaioli, non richiamano titoloni di mesi e mesi sui quotidiani.  Ancor più ributtante  è stato  ascoltare il modo riduttivo di trattare la donna come un oggetto ad uso e consumo del mondo mediatico, come se non avesse un’anima, una sensibilità, una qualsiasi reazione e ribellione a lasciarsi adoperare dal primo imbecille che apre la bocca o gli promette soldi, potere, visibilità, carriera  in virtù del corpo.   Perché ridurre il mondo femminile solo pettegolezzo facendolo passare per analisi della realtà, informazione, divulgazione sociologica, diritto di presentare la verità. Perché fare tante trasmissioni per deprecare l’uso del corpo femminile e usarlo nel modo peggiore ? Soprattutto non dire esplicitamente che ci sono donne che acconsentono liberamente di usare quanto madre natura le ha fornito per facilitarsi la carriera e altre che invece neanche obbligate lo fanno e spesso ci rimettono tutto anche la pelle. E gli uomini che usano il corpo e altri mezzucci allo stesso scopo dove li mettiamo, nel paradiso perché sono maschi.

Ipocrisia mediatica. Per grazia Deus era l’ultima puntata.

Pappagallo o libertà?

 

Son proprio stanca di “illuminati” impomatati e ceronati che gironzolano, 24 ore su 24, per stanze e stanzette dotate di riflettori, telecamere e microfoni per darmi dell’imbecille. Sono così stufa di ascoltare i loro sproloqui che ho deciso di chiudere i “rubinetti” che gli offrono l’opportunità di offendermi. Pontificano ossessivamente che sono un “italiana imbecille” senza un briciolo di capacità critica se la penso diversamente dai loro blateri. A parer loro decido, penso, mangio e prolifico come l’allocca incantata, o come figlia della coniglia cretina, solo le loro abluzioni quotidiane possono farmi diventare una “italiana purificata” Omologata ai loro standard non solo divengo “abile consapevole”  ma italiana bonificata degna di entrare nell’olimpo dei “più”  veri, corretti, giusti…ossia una “illuminata libera”   Libera di ragionare come mi pare o libera come il  pappagallo sul trampolo? Hanno una superbia e una tracotanza ributtante. Credono di avere la verità assoluta in tasca, il diritto di irridere chiunque esprima una idea diversa persuasi che scaturisca da una mono  turlupinatura ipnotizzante dei “ media”

Ma  se i “ media” sono vocal solisti come mai questi “illuminati del verbo” li  trovo piazzati negli scranni a fare i vocal coristi e sulle predelle a dirigere orchestre?  Sono “cantori” di x factor capitati lì per sbaglio, santerelli votati al patimento di salmodiare notte e giorno per salvarmi dai pericoli “concupiscenti” dell’ impostore camuffato, o sono  un mistero italico?….

Questi precettori filantropi garantiscono che  mi “informano” per schiodarmi dalla categoria degli imbecilli, aspirano solo a  disintossicarmi dalla “droga” inoculata dal “ media  solista” che mi ha scimunito  per elevarmi al  rango di “rischiarata” In sostanza  attraverso l’assimilazione della  loro “informazione corretta” da acritica imbevuta di cognizioni fasulle e settarie  divento un  soggetto pensante, indipendente e neutrale? Veramente la campana  mi suona male. Il batacchio rimuove  cognizioni dalla mia testa  mentre batte e ribatte  per rimpinzarla con altre cognizioni!!! Di certo la teoria è strana. Forse è mirata a rendermi una anatrella muta, una di quelle  in attesa di finire sulla tavola, come assaggio gastronomico, di qualche gazebo a feste e sagre  o una   “pigotta”   che infoltisce la polverosa collezione nei loro scaffali di pezza. Mah Tutto il loro altruismo mi pare una trappola ipocrita come la manifestazione sulla libertà di stampa.  Sono andata convinta di difendere il diritto di esprimere le idee con civile e democratica  libertà Ho scoperto che tutta la solfa sul “bavaglio dalla stampa”…. non era altro che una mistificatrice manifestazione contro il governo. Perchè non dirlo chiaro e tondo?

Aveva ragione  mio padre “ascolta tutti ma ragiona sempre con la tua testa se non vuoi essere un pappagallo parlante ingabbiato” Se mi fossi ricordata avrei risparmiato un viaggio faticoso e la vista di certi ipocriti che erano, a sentir loro, a difendere la libertà di stampa con in tasca una collezione di querele contro la stampa. Un controsenso farsesco, da sbellicarsi di risate se non fosse sfacciato e offensivo.  Il solito mistero italico: invoca obiettività con una mano e con l’altra ravana nell’acqua  torbida. Meglio essere imbecille libera che pappagallo. O…no….?

 

 

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