Un giorno in cui è doveroso riflettere e far riflettere

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In questo 25 Aprile, festa Nazionale della Liberazione dal giogo di una belligeranza cruenta, sterminatrice e dolorosa per milioni di esseri umani, mi auguro che ovunque sia un anniversario apartitico, di memoria condivisa di un periodo disgraziato della nostra storia, superato con lacrime e sangue e non il solito sfoggio enfatico di questo o quel oratore o peggio strumento di opinioni, parole strumentali all’accaparramento che si incollano alle bandierine senza lasciare traccia di insegnamento che educa a scongiurare il ripetersi di una siffatta temporalità. Soprattutto, alla luce di quanto sta accadendo, mi auspico che si sottolinei con fermezza che # la libertà è un valore da non perdere di vista mai. È un patrimonio incommensurabile che va difeso ogni giorno da tutti, perché ogni giorno può essere insidiata e in un lampo rubata. E se la libertà viene rubata di conseguenza a tutti viene rubato il futuro e la storia insegna che non è facile ricomprarlo, qualunque sia il “ladro” il prezzo da pagare in sacrifici, lotte, fame, vite è abnorme. Questo è un giorno in cui è doveroso riflettere e far riflettere il #valore immane che ha vivere in libertà. Particolarmente memorizzare e tramandare che se oggi ne godiamo, ci permette di decidere, fare, scegliere, questo valore non proviene dal nulla bensì dal sangue di uomini e donne generosi, consapevoli, partecipativi di una cultura di solidarietà, entusiasmo comunitario, costruzione al dialogo, complicità stimolante, difesa quotidiana delle proprie radici e della dignità nazionale.

Nell’augurare a tutti un momento di festa di memoria e libertà serena per l’oggi e il domani, auguro anche ad ognuno di tener sempre presente a se e gli altri che:

la libertà è il virus più contagioso che l’umanità abbia mai conosciuto”

ancor più che:

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by Dif

L’Ottavario

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L’ “Ottavario, cioè” l’ottavo giorno dalla Resurrezione di Gesù, per la liturgia è la “domenica in Albis” a cui, dal 30 aprile 2000, papa giovanni paolo II, ha legato la celebrazione alla festa della “ Divina Misericordia. Per quale motivo? In ragione di quanto espresso da Gesù a suor Faustina Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia.  A che fine? Il fine, in primis istituire una festa  del suo sacrificio di redenzione in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto. Di seguito per rinnovare d’esser la fonte amorevole oltrechè di salvezza di soccorso riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia ma anche benefici terreni, sia alle singole persone sia ad intere comunità”. Eppoi, per ricordare d’essersi immolato per un progetto divino di redenzione : Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre”. In ultimo, tuttavia essenziale, far presente a tutti, devoti o no, di affidarsi al generoso mistero cristologico: Chi confida nella Mia Misericordia non perirà, poiché tutti i suoi problemi sono Miei ed i nemici s’infrangeranno ai piedi del Mio sgabello”.

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Detto ciò, un tempo, per la gente comune questa domenica era semplicemente l’Ottavario. Il che voleva dire far festa alla grande. Abitualmente si celebrava , rinnovando alcune ritualità della Pasqua, talune devozionali al Cristo Risorto molto sentite e partecipate collettivamente, altre più prosaiche, volte a mantenere usi e tradizioni. A tutt’oggi, entrambe sono vive nella mia memoria e le rispetto sia come tramando di fede al nucleo familiare, ma anche come memoria di un giorno di gioia celebrativa coinvolgente amici, parenti vicini.

Buona serata.

ByDif

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Domenica di Passion Domine o delle Palme

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Oggi, è la Domenica “de Passione Domine” o ” Domenica delle Palme”. Nella liturgia Cristologica è importantissima poiché   giunge quasi a conclusione il periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie ha preparato, con riflessioni sui fatti dolorosi subiti, da Gesù, il Salvatore del mondo. nell’ultima settimana passata su questa terra..  Riflessioni e meditazioni però sempre improntate a speranza e certezza della Risurrezione di Cristo e della vittoria della vita sulla morte. Quindi è una festività essenziale per i credenti cattolici ma anche per ortodossi e protestanti. Storicamente, nella Domenica di “Passione Domine” con solenne celebrazione, si ricorda l’ arrivo trionfale, in sella a un asinello, di Gesù a Gerusalemme, accolto da una folla osannante che stende mantelli, agita rami di palme e olivo, loda e onora come Re. il Re Messia redentore tanto atteso e profetizzato da Isaia. La stessa folla che pochi giorni dopo, tradito per 30 vili denari da Giuda, lo rinnega e a gran voce reclama venga crocifisso. Curioso no! Prima esaltazione e gloria e poi … il ripudio e condanna a morte ma…Ma si sa, per Gesù. così doveva essere. Doveva essere dacché secondo le scritture era l’”agnello sacrificale ” mandato dal Padre per la riconciliazione e salvezza umana. Tuttavia, quando ci rifletto, questo episodio della vita di Cristo mi solleva interiormente tristezza e tantissimo sdegno. Perché? Beh.. perché è veramente amaro rendersi conto come rispecchia una realtà largamente praticata, in cui in un attimo tutti pronti a ossequiarti e lodare e un attimo dopo per dabbenaggine, invidia, assurdità pretestuose tutti pronti a spellarti! Pertanto, Cristo insegna che è inutile meravigliarsi se, oggi come ieri, l’amore, il sacrificio totale, la dedizione verso il prossimo, la misericordia e la comprensione, spesso per non dire sempre, viene ricambiato con la falsità, l’odio, l’ingordigia egoista, l’esclusione, la derisione, l’indifferenza, finanche alla tortura e eliminazione. Vero è che l’umano è imperfetto ma pure vero è che gli torna comodo rimanerlo per auto assolversi da ogni malefatta. Malgrado ciò, nel cuore della gente, di ogni razza e condizione, c’è sempre una ricerca di pace e salvezza dai guai terreni. Tant’è che anche quando si fa la guerra, ogni essere umano parte dal presupposto che la fa per conquistare l’ armonia e la tranquillità e non per altro. Per questo, nella contraddizione umana, la Domenica delle Palme è una festività molto sentita ed è raro che un credente non si rechi in chiesa, magari ci va solo per portarsi a casa un piccolo rametto di olivo benedetto, da tenere in casa convinto che vi porti serenità, e in modo o nell’altro, nel suo profondo oltre un desiderio speranzoso di concordia e salvezza da accidenti. manifesta un affezione radicata alla tradizione. C’è da dire che in questa festività di avvio alla Settimana Santa in cui la liturgia rivive il dramma evangelico della passione, morte e risurrezione del Signore, e insegna che anche quando tutto sembra perduto, anche quando gli amici ti rinnegano e il mondo sembra crollarti addosso sulla croce Gesù ha perdonato, tantissimi i riti celebrativi degli eventi drammatici con processioni, benedizione di rametti di olivo,  palme intrecciate e ricostruzioni storiche del simbolismo messianico in essa contenuto.

Nel mio intimo, questa domenica occupa un posto essenziale, sia come devozione di fede indiscussa in Cristo che abitudine all’iter che ripercorre passo, dopo passo, le vicissitudini terrene di Gesù, sia in quanto fondamentale per rinnovare in me quello spirito di comunione e partecipazione attiva al mistero sacrale della morte e resurrezione del figlio di Dio. Oltre ciò debbo riconoscere che mi è anche cara come tradizione di tutta una serie di preparativi relativi la Santa Pasqua, dal sapore un po’ più laico bensì nella mia famiglia, hanno e continuano ad avere, con profondo rispetto del sacro, un significato di gestualità partecipativa a usanze che, nel loro gusto feticcio profano, simbolicamente preparano ad accogliere con tutti gli onori, la gioia e la convinzione di fede, il Cristo Risorto.

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Buona Domenica a tuti nella luce e grazia divina.

bay dif

Le Ceneri

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Oggi sono le ceneri e inizia il periodo quaresimale, il che significa per ogni buon cristiano un tempo di 40 giorni di preghiera e riflessione. Meditazione sul confine della propria esistenza evidenziata in tanti passi biblici come: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai” così da focalizzare quanto è frangibile e provvisoria  la condizione del cammino umano per sprecarla in inutili ammassi di potere, denaro, fama o altri sovrappiù materiali. Preghiera per mantenersi a contatto con la propria fede, bensì accogliendo l’invito liturgico di oggi “convertitevi e credete al Vangelo” dimodochè sia preghiera per interrogarsi sulla propria realtà, da comprendere quanto sia in condivisione evangelica o falsata, da un pensare e agire come fossimo eterni sulla terra nel mentre un granello di sabbia insegna che dura millenni e millenni di più,  mutare cammino. Al dunque far di questi 40 giorni quaresimali un tempo di approfondita preparazione spirituale in modo da cambiare mentalità, “ convertirsi” dal più avere al più dare, dall’avido possedere alla gioia del donare, comanche dal seminare gioia e solidarietà piuttosto che dal riempire il proprio granaio con indifferenza e prevaricazione. Soprattutto un tempo di preghiera e riflessione per addentrarsi nella passione, morte e Resurrezione in comunione col figlio di Dio, da rendere il passaggio esistenziale veramente aderente alla autentica convinzione dell’amore misericordioso, soprattutto della bellezza del mistero cristologico fonte della eterna salvezza. O un tempo di “conversione” alla speranza, poiché come ha detto papa Francesco I° : “Questa speranza è la grande luce che Cristo risorto porta nel mondo”.
E in questo mercoledì delle ceneri, con tutto quello che sta avvenendo di atroce nel mondo di speranza ne serve tanta, ma proprio tanta, specialmente di quella che illumini le teste di certi in modo che si “convertano” e i loro piedi camminino nella luce della pace e non in quella tracciata dai bagliori accecanti delle armi .
Bydif

Prima vennero…

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Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.”

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Chi ignora la storia prima o poi è obbligato a riviverla…

BYDIF

…”prima vennero” gli ebrei è stata scritta da Martin Niemoeller
Pastore evangelico deportato a Dachau…

Solennità della ” Tutta Bella”

Preghiera di Papa Francesco alIa ” Tutta Bella”, Maria,  l’Immacolata Vergine:

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Vergine Santa e Immacolata,
a Te, che sei l’onore del nostro popolo
e la custode premurosa della nostra città,
ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
Il peccato non è in Te.
Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:
nella nostra parola rifulga lo splendore della verità,
nelle nostre opere risuoni il canto della carità,
nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità,
nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:
il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,
la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti,
la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano,
ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:
la luce gentile della fede illumini i nostri giorni,
la forza consolante della speranza orienti i nostri passi,
il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,
gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:
sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,
sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero.

Amen

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Un augurio di una giornata lieta in compagnia della luce Santa di Maria!

bydi

….La  Solennità della “Tutta Bella”  celebra l’Immacolata  concezione di Maria,  unica donna  senza la macchia del peccato originale.

Il tempo del tempo non tempo

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Il tempo del tempo non tempo ? Un tempo magico di immemore memoria in cui non esiste frontiera e le essenze, corporee e incorporee, possono uscire dalla propria dimensione e liberamente “transumare” gli uni agli altri ! Ovvero? Ovvero, un crono tempo annuale che non appartiene a nessuno! E poiché non appartiene a nessuno è millenaria convinzione che le barriere che separano i vari mondi dell’universo sono temporaneamente rimosse e le entità, di qualunque natura, sono libere di “ viaggiare” senza trasgredire le norme che regolano l’equilibrio cosmico.

Vale a dire? Un tempo cosmico sospeso da vincoli divisivi, nel quale tutte le entità, in spirito o materia, che dimorano in regni separati hanno libero accesso nel reame del mistero universale! facoltà di spostarsi. Al che, questa facoltà, secondo la secolare narrazione, rende a tutto e a tutti tutto possibile, anche varcare il limite tra il mondo dei vivi e quello dei morti e, all’uno e all’altro che ne fa parte reso fattibile mescolarsi, incontrarsi , comunicare. Per tradizione, in questo tempo del tempo non tempo, gli esseri extracorporei possono materializzarsi e diventare visibili a quelli del mondo fisico, acciò la motivazione è per rendere tangibile l’esistenza nell’oltre, comunicare una “vicinanza”, offrire una possibilità di chiarire un dubbio animico, ma soprattutto per affrancare la loro memoria a percorrere il temporale secolare agganciato alla dimensione successiva, in quanto inconfutabile catarsi per evitare il buio e inoltrarsi nella luce pura della beatitudine. Viceversa, chi è nel mondo terreno ha l’opportunità di smaterializzarsi, per entrare in contatto con entità spirituali semplicemente per un esperienza extramateria o reincontrare qualcuno per dire quello che non gli si era avuto il coraggio di dire, esprimere un rammarico affettivo o riparare a un torto, tuttavia la motivazione specifica di ciò è quella di incontrare i propri avi, in specie quelli ancora in purificazione dimodochè cogliere ed esaudire le loro necessità e finalmente farli uscire dalle tenebre.

Questo tempo universale di indivisione cielo-terra, nonché spirito-materia, nell’immaginario tribale corrispondeva a quello degli elfi bianchi e neri che personificavano il bene e il male. Pertanto equivaleva alla transumanza degli esseri di luce, positivi e benefici, e degli esseri negativi e malvagi . Ovviamente, gli elfi neri erano sinonimo di spaventevoli esseri infernali, premonitori di pericoli imminenti ed eventi negativi per lo più collegati ai raccolti, mentre gli elfi bianchi quello di esseri buoni, messaggeri di eventi favorevoli e copiosi raccolti. Implicito da ciò lo scatenarsi della fantasia collettiva a trovare ogni sorta di modi per attirare e ingraziarsi il più possibile le “creature bianche” e lo scervellarsi a escogitare una varietà infinita di espedienti per sfuggire alle grinfie delle “creature nere” . Per i primi fu tutto un fiorire di formule, preghiere, rituali, offerte, luci e segni ad hoc nei campi e in prossimità dei villaggi per accoglierli. Per i secondi tutto un proliferare di esorcismi con enormi fuochi, danze suoni e segni strani, fracassi e lancio di oggetti, danze, suoni e segni strani, fracassi e lancio di oggetti, maschere e mascheramenti ingannevoli, quest’ultimi oggi come oggi, ancora molto in voga e da raggiungere proporzioni macabre squilibrate, in certi casi parossistiche, torbide e sgradevoli.

Indirettamente, gli elfi chiari e scuri sono evocativi di demoni e santi, di angeli e diavoli. Per cui, relativamente l’uomo, fin dai suoi albori ha sempre avuto l’incoscia consapevolezza di forze contrapposte, benefiche e malefiche. Pertanto, prodigarsi in svariate maniere per attirare le potenze angeliche e allontanare il più possibile quelle diaboliche rimarca un bisogno naturale.

Da allora, questo tempo di transumanza, intra- extra corporeo, chiaramente ha determinato il nascer di molteplici narrazioni con sfondi più o meno accentuati su fantasmi, scheletri, demoni, creature orripilanti e maligne ecc. fino ad arrivare a generare paure terrificanti come l’essere posseduti da spiriti diabolici, o rimanere vittime di sventure e nefandi sortilegi. Per contrasto suggerito in ogni epoca e civiltà di ricorrere a una infinità di esorcismi e “trucchi” per ingannarli.

In senso traslato, invero questo tempo aperto a 360° a qualsiasi entità dell’universo, in cui è possibilissimo uscire dalla propria dimensione, entrare in contatto con “anime erranti” comunicare e vivere esperienze straordinarie , è uno spazio –tempo carico di eccezionale energia offerto per riequilibrare il rapporto tra basso e alto, tra materia e spirito. É quindi un tempo dato per entrare in contatto con il se, sfrondare incongruenze, paure, distorsioni, sovrastrutture e condizionamenti , sopratutto per armonizzare reale e astratto, se si vuole sintonizzare i piedi con la terra la testa con il cielo.

In definitiva, il tempo del tempo non tempo, non è uno crono-spazio che da campo libero a zombie, vampiri , streghe, spettri , distorte fantasie horror sul soprannaturale. Essenzialmente è l’ occasione per estirpare paure ataviche e tramandi negativi dello sconosciuto, riconciliare il rapporto uomo, natura e forze interstellari a quando era diretto, leale e privo di orpelli negativi frutto di soggettività interpretativa del mistero, superstizione, o perpetuata credenza folkloristica, nonché di volute tattiche di umanoidi senza scrupoli per assoggettare i simili ai propri speculativi fini.

Comunque sia è un tempo che stigmatizza l’attenzione tanto laica che di fede su chi ancora c’è e chi non c’è più. Però non v’è motivo di averne paura ed esorcizzarlo con feste, mascheramenti e ammennicoli per attrarre o respingere una entità spirituale, perché se è vero che gli spiriti hanno libertà di “viaggiare” materializzarsi e apparire ai vivi, è altrettanto vero da vox populi consolidata che a nessuno spirito, ne buono ne cattivo, conviene farlo . Perché? Mah semplice, come asseriva mia nonna,perde il posto e si frega da solo “ tradotto, se va in terra un’altro gli ruba il posto “ per meglio dire per apparire rinuncia allo status acquisito e finisce nel nulla”. Perciò … se chi fu è in un posto di sofferenza forse rischia ma se è in quello paradisiaco… beh solo se gli fosse comandato dal Supremo lo farebbe. ”! Per cui tranquilli …incontrare un fantasma è rarissimo. Ed è pure rarissimo che uno spirito incontri chi ancora ha uno status fisico poiché oltre che avere un motivo sublime per smaterializzarsi deve aver raggiunto un livello spirituale di grazia, come dire essere più santo che peccatore, il che anche in tale caso è difficilissimo . Inoltre questi incontri “ravvicinati” se avvengono per lo più avvengono in forma subcosciente, in sogno, qualora nella vita reale la corporeità assunta dallo spirito annullerebbe l’effetto di plasma

Concludendo, il tempo, del tempo non tempo è anche accreditata credenza che sia una specie di capodanno delle anime. Cioè, per le anime eteree riparte l’iter purificativo che le avvicina sempre più alla perfetta beatitudine, mentre per le anime fisiche quello del cammino sulla strada del perfettibile. personalmente sono molto in sintonia con questa popolar ipotesi la trovo maggiormente corrispondente alla verità sul mistero della vita e della morte.
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ops…Qual’è questo crono tempo di sconfino , che si può definire di sospensione di appartenenza   all’ E’ o al Fu  ?  Ovvio è il tempo spartiacque chiaro-scuro- luce-buio che va da samhain ai morti , da mezzanotte del 31 ottobre a mezzanotte del 2 novembre!

 

 

World’s Teacher Day

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Il World’s Teacher Day, istituito dall’UNESCO nel 1994. è il giorno dedicato a chi si occupa di istruzione e crescita formativa dei ragazzi con l’obiettivo fondamentale dei diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale, nonchè suscitare riflessioni sulle sfide didattico-pedagociche che quotidianamente affrontano. Sfide veramente ostiche a cui, oggi come oggi, per vincerle ai docenti non basta passione, metodo e ottima preparazione nella materia di competenza, esigono tutto un complesso organizzativo e di conoscenze accessorie e talvolta, doti di abnegazione stoica. Ebbene si. Perchè se insegnare non è mai stato un “mestiere” facile, attualmente, per svariati motivi, è complicatissimo e, per non capitolare e condurre in porto il progetto formativo ed ottenere i risultati prefissi al singolo e al collettivo, ogni insegnante deve munirsi di una determinazione ferrea e una resistenza certosina. Quindi, ben venga una giornata celebrativa che accentra l’attenzione di studenti, genitori e società civile sugli insegnanti purchè non resti sterile come tante altre ma serva a sottolineare il delicato ruolo professionale che svolgono, l’importanza che rivestono sulla crescita dei giovani e il futuro generazionale di tutta la comunità. Il meno che nel World’s Teacher Day, si possa auspicare per questi operatori che sia un giorno efficace a farli ritornare protagonisti dei saperi e dell’educazione. Soprattutto a far comprendere che per agire al meglio in ambito educativo necessitano di solidarietà, stima, interazione, dialogo strutture e risorse adeguate ai fini e ai tempi, eliminare la precarietà e gli ammassi che non permettono una attenzione personalizzata ai discenti. Nondimeno di dignità. Ne hanno una necesssità vitale. Troppe viene oltraggiata in aula e fuori, troppe volte debbono subire attacchi assurdi e ricorrere al coraggio e al senso della responsabilità per continuare a svolgere la “missione di capitani” formativi della futura società.

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Un grandissimo augurio di malleabilità umana, sensibilità didattica e

veloce adattamento ai cambiamenti sociali a tutti gli insegnanti!

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scuola

per la cronaca:
La Festa delle insegnanti in Italia , Azerbaigian, Bulgaria, Camerun, Germania, Lituania, Paesi Bassi, Russia, Romania, Serbia e Regno Unito si festeggia il 5 ottobre.
Negli altri paesi ?
In Polonia il 14 ottobre. Brasile il 15 ottobre. L’Australia l’ultimo giovedì di ottobre. In Cina il 10 settembre a Taiwan il 28 settembre per commemorare la nascita di Confucio. In Argentina l’11 settembre, giorno della morte del grande propugnatore dell’istruzione pubblica Domingo Faustino Sarmiento. In India il 5 settembre, giorno di nascita di Sarvepalli Radhakrishnan. Repubblica Ceca e Slovacchia il 28 marzo, giorno della nascita di Jan Ámos Komenský , o Comenio considerato il padre dell’educazione moderna. Colombia, Corea del Sud e Messico il 15 maggio . Spagna il 29 gennaio. l’Albania il 7 marzo perché il 7 del 1887 nacque la prima scuola.

Natività della Piena di grazia

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In tutto il mondo l’8 Settembre e in particolare a Gerusalemme, si celebra la venuta al mondo della  Bambina piena di ogni grazia. Chi é? È Maria la santissima Vergine senza macchia originale, destinata a portare in grembo Gesù, il figlio di Dio oltreché personificare la donna del riscatto che  schiaccerà il capo al serpente, promessa all’umanità all’inizio dei tempi. Ovvio dire che la Sua venuta nella scena dell’uman viaggio terreno segna l’ istante in cui prende forma il grembo dell’incarnazione del Verbo, di Colui che da crocifisso delinea la “via nuova” della storia degli uomini, e, in sincrono vagisce la donna “ vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle“.

Eh si la bambina di cui la chiesa cattolica e quella ortodossa oggi celebrano la venuta al mondo è la madre del Cristo salvifico nonché la donna dell’apocalisse. Dunque La Maria della stirpe di Davide, nata per volere dell’Onnipotente dall’anziana e sterile Anna e dal devoto Gioacchino per realizzare il progetto di Dio e che pura e sacrale, fin dal primo istante di vita, corrispose con candida dedizione a tutti i benefici ultraterreni ed usò con umiltà le qualità che le erano state elargite. Perché Maria è nata pura e sacrale? Beh, era basilare alla dignità eccelsa a cui Dio l’aveva destinata! Quindi, a ben ragione che Dio, per assurgerLa ad astro nascente dell’infinità procellosa del mondo, preservasse la sua integrità, l’adornasse di virtù preziose e doti superiori a quelle delle altre creature. Tanto più che Maria, in quanto madre dell’Unigenito Figlio, oltre che essere la riparatrice dell’umanità prescelta ed eletta dal Padre era anche la designata avvocata di tutte le grazie elargite al mondo e la mediatrice di pace tra gli uomini e Dio.

Perché Dio scelse Maria, come madre di Suo figlio e donna del riscatto? Beh..il perché è e rimarrà sempre un mistero!

In conclusione la bambina di cui già dal IV sec. in specie in oriente, oggi si rammenta la nascita è anche l’immagine della nuova umanità che segue la Via del suo Figlio Divino in cui verità, amore, fede, e perdono sono pietre miliari del cammino. Ma …Ma come si sa ogni umano è libero di scegliere… in conseguenza infiniti sono i sentieri da imbroccare e facile per ognun smarrir la Via cardine .

bydif

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Per la cronaca:

La festa liturgica della nascita della Beata Vergine Maria, ufficialmente fu introdotta dal papa Sergio I.

Insieme a Gesù e Giovanni battista è l’unica di cui si celebra nascita e morte.

Non sono i Vangeli canonici ma è il Protovangelo di Giacomo che racconta la nascita di Maria.

L’infiorata

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L’ infiorata, è una visione magica di solarità, bellezza, estro e splendore di infinite sfumature policromiche che te la porti dentro tutta la vita. Te la porti dentro perché è la gioia creativa conviviale e multicolore che sparge, riempe e tappezza strade e piazze di petali di rose, giglio, lillà, papaveri, fiordalisi ginestra, sambuco, margherite, calendula, orchidea selvatica, e di qualsiasi elemento naturale reperibile nel circostante che ispira e stuzzica la fantasia decorativa di improvvisati artisti o serve a provetti maestri dell’arte infiorante a dare un tocco di raffinata originalità alle composizioni o a sottolineare la propria capacità immaginativa. Perché è un insieme stupefacente di sacrale glorificazione popolare, di rito animico collettivo che con fiori del territorio, foglie, cortecce, terre, semi aromatiche e quant’altro suggerisce l’ispirazione crea “quadri” compone storie, raffigura, esprime, narra, trasmette. Perché è condivisione di ideali, testimonianza di fede, partecipazione, convinzione dai gesti semplici, variopinti e dai profumi intensi che ti penetrano fin nell’animo e non ti lasciano più. E si, l’infiorata è una visione sorprendente di capolavori floreali che non ti lascia e non ti abbandona e ogni anno, in questo periodo, si rinnova con tutta la sua forza . Si rinnova e ritporta in mente ogni dettaglio, ogni emozione vissuta prima partecipando al tappezio infiorante di strade e vicoletti del tuo paese, poi girando per piazze, strade e stradine dei paesi infiorati per ammirare l’inventiva policroma, scoprire tradizioni, gustare la festosità, lasciarsi invadere dal fascino espressivo di una comunità.

Perché si rinnova? Perché di solito nella prima metà di giugno cade la celebrazione del Santissimo Sacramento, o festa del Corpus Domini.

Che centra? Centra perché l’infiorata è il suggestivo scenario realizzato per fede popolare laudativa al passaggio dell’Ostensorio, contenente il Corpo di Cristo, nelle strade del paese. Cioè è un tappeto floreale di accoglienza e popolare glorificazione di Cristo, lungo quanto il percorso della processione. Per meglio dire,  simbolicamente è  un atto di fede festosa in onore di Cristo,  a “quel Cristo “eroe” che da divino si è fatto uomo e ha sconfitto la morte e che  cammina” per le strade della vita degli uomini” e come un eroe vincitore tutto il paese  onora il passaggio con sventolio di drappi ricamati e infiorando strade, finestre balconi.

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Purtroppo, negli ultimi due anni non ho potuto godere dal vivo di questo meraviglioso evento, spero nell’anno prossimo…intanto lo rivivo con la forza impressa  in occhi e cuore  dal tempo.

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Per la cronaca:

L’usanza di creare quadri per mezzo di fiori si pensa risalgono al il 29 giugno 1625 allorquando il responsabile della Floreria vaticana Benedetto Drei e suo figlio Pietro pensarono di usare fiori frondati e minuzzati per creare un opera simile ai mosaici per la festa dei santi patroni di Roma. Ma alcuni raccontano che durante il trasporto delle reliquie di Pietro da Praga da Bolsena a Orvieto, gli abitanti dei paesi in cui passava la processione gettassero petali di fiori sulle strade in segno di omaggio e da li l’usanza di infiorare le vie del paese in cui passava la processione del Corpus Domini. Per altri invece la tradizione dell’infiorata sembra derivi dagli abitanti di Genzano allorchè nel 1782 coprirono, a mo di tappeto, la via in cui passava la processione dell’ostensorio con quadri floreali . Tuttavia l’ infiorata di Spello, uno dei tanti bellissimi borghi collinari dell’umbria , è testimoniata fin dal 1602. Detto ciò, un dato certo della tradizione dell’infiorata è che col passare dei secoli, la gente dei paesi, non si è limitata a cospargere il tragitto della processione di petali e corolle, l’ha trasformata in una carrellata tappezzante ogni angolo, via, piazza, borgo o paese di quadri colorati a tematica variegata, religiosa e non, sempre più artisticamente pregevoli, sempre più originali e raffinati nell’esecuzione ma imperiosamente utilizzando sostanze naturali da renderli un tripudio di luce, colori e calore attrattivo indimenticabile.

A conclusione, l’infiorata famosissima in tutto il mondo, non è altro che una forma di inclusiva devozione popolare, dai profumi inebrianti, i colori avvolgenti, fortemente  intrisa di folclore e infinite sfumature iconiche, organizzata da centinaia di anni soprattutto nelle regioni dell’italia centrale. 

…..sopra Particolare di una scena dell’infiorata di Spello