Il giostraio di mulinella

Mulinella è una cara amica ma tanto squinternata che quando mi racconta un avvenimento non so mai se l’ha sognato, vissuto o inventato. Ieri l’ho incontrata al mercatino del paese, come m’ha visto è piombata come un falco sulla preda ignara e m’ha bombardato di ciarle. Per tre ore m’ha inchiodato sotto un sole cocente che m’ha pure abbrustolito il naso per dirmi pensate un po’ – i sto paese con quel che è successo a un certo tizio se san protasio e san gervasio non se daranno da fa a mettece prestissimo na toppa ce sarà no cataclisma che manco con l’intercessione del supremo ce salveremo – A suo parere – c’è stata na guerra a personam confabulata da una certa cricchia che pe’ passà inosservata s’è messa de palandrani da becchino e s’è riunita in certe stanzette inaccessibili a li poveri cristi ma non al su occhio vegliarino per daie che te ridaie incastrà uno che glie stava antipatico-. A dire de mulinella lo sventurato è caduto nelle loro grinfie solo – pe esse tanto bravo a comunicà da engraziarsi un sacco de gente – Ho tentato de dirottà le su ciarle per non aumentare il tasso de calura che me faceva colà il sudore pure ne posti freschi, niente da fa. Era così infervorata per non dire stralunata che ha continuato con –tanto han detto, tanto han fatto, tanto han speso de li nostri soldi li becchini pel gusto de vedello arrostì su le pubbliche piazze come li pollastri de la giocondina e per fa esultà li loro bengiamini, i draculini che nun se fanno mai vedè e mai sentì ma te succhiattàno li colli fino a fatte seppellì– Pensa dif- sti ridotti appadulati se so ideati sistemi esotichicchi de potere che manco il leguleio più scaltrito ce capa na traccia. Se svocifera che alcuni becchini refrattari ai cricchiacoli vorrebbero cavaie il piedistacolo ma so debolucci e han tanta fifina de rimanè spiaccichigliati che se nun trovano un nerboruto quelli, a chi non gli scogliona, lo mandano ai cipressetti e se poco poco te rimostri te sigillano la bocca che so free lance e niuno po’ condizionà i loro reportage o toccaie na virgola de quanto oracolano senza finì nel tritatoio pe uscinne granatina –Non avevo capito una mazza di chi o di che cosa cincischiava ma alla paroletta granatina scattò l’istinto di sopravvivenza. Hai detto granatina mulinella? dai andiamo da salvatore a faccene una, offro io. Mentre ci gustavamo le  favolose granatine all’anguria di salvatore mi so azzardata a chiedergli chi era il tizio incastrato dai strani becchini. Sgranando gli occhi e agitando la cannuccia della granatina me strillò – ma è lu giostraio del paese che ce faceva tanto divertì! Tanti vaneggi per un giostraio? Ero liquefatta. Stava per ricomincià a dimme chissà che ma scoccò il mezzogiorno, la mulinellla con un –ohie mi marito, devo corre a faie il pranzo – finalmente me mollò rintronata e sudaticcia.

Da 24 ore il su ronzio gossipparo mi tuona nelle orecchie come se c’avessi una grancassa al posto dei soliti pendenti de mi nonna. Um..ho n’impressione… mi sa che la mulinella scambia la mia pazienza per un cassonetto…ogni volta me riempe de cose strane….tornerò al mercato solo quando nevica…

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 un saluto a tutti e ..

gustatevi una granatina che ho appena fatto per refrigerarmi un po’ da un’afa tremenda

dif

 

Il giostraio di mulinellaultima modifica: 2013-08-07T02:00:00+02:00da difda4
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