La “monoprintvagina”

-vagina_painting In una società sempre più spersonalizzante e privativa di contenuti intimi di certo non può mancare l’esibizionismo sfrenato del proprio corpo. Basta dare un occhiata in giro per trovare “offerte” di nudi maschili e femminili in tutte le salse. A volte gustose. Altre indigeste. Non tanto per una questione di pudicizia o moralità, quanto per la vacuità dell’offerta, volta all’accaparramento di un “social obolo”. Un mostrare “come mamma m’ha fatto” (i più dopo interventini estetici con bisturi, palestre, photoritocchi..) per incettare: quel like che pavoneggia l’umore se piove a catinelle ma anche lo sotterra se resta secco; quella follower stalker cortigianeria che più ti tampina e più voli sui sentieri..(sic) dell’autostima; quell’ipocrita consenso che alza l’ attenzione e mette i culetti, weee.. ben vestiti, in poltroncine di media talk che tutti definiscono trash ma chissà perché in tantissimi ci rovistano come se fossero cassonetti  d’aromatica immondizia beatizzante le moltitudini.

E l’arte? L’arte sempre un passo avanti nella società che fa? L’arte che nel corso storiografico ha magnificato il nudo sta alla porta o?…Assolutamente no. Neanche per delirio collettivo l’arte rimane al palo! Non può screditare se stessa, deve mantenere la sua nomea avanguardista. Infatti, daje qua cerca la,, dopo i nudi classici, quelli eterei, smembrati, cubettati, moltiplicati, la merda, il piscio, la macchina fabbrica stronzi, la “plogegg”- l’uovodonnagallina-, la “mirror box” -masturbeperformance-, i fotonudisessomassa, gli scrittovestiti, Shit and die,, tanto per esiguo  rinfreschio mnemonico, che te escogita il mondo artistico? Che te elucubra per surclassare l’inflanzioname socialnudo? ..Ovvio come il sole che sorge, l’uso delle parti intime! Sarebbe ??? …Sarebbe il corpopennello! Boooh non afferro…afferra afferra… È semplice, afferra capelli, falli, tette, capezzoli e…intingili nel colore poi spennella chi, dove e come ti pare e..e..voilà un bel colorcorpopaints hai al mondo  da sfoggià! Dici?. Dico e funziona a… dollaroni ! L’australiano “penepaints” pare che per ogni ritrattino ci becca minimo un millino di $. Anzi la sai l’ultima? Tanto per non fasse mancà nulla e per aggiustà la parità  pene-vulva il contemporaneo giardino artistico sfoggia nelle sue recinte aiuole un nuovo esemplare: la “paintsvagina”! Sgunz, vuoi di’ la “passerinacolorata”? Yes! Sgunz arcisgunz…col pene capisco ma, perbaccolina me pare impossibile creare un opera “d’arte” con la vulvetta. Niente affatto. Prendi un bel pennellone, meglio se di pelo di visone sennò te urtichi, lo intingi in un bel colore, che so vermiglio, te spennelli ben bene l’inguine e l’intorno, il dentro e fuori de la tua dolce femminilità, te sdrai a pancino in giù su una tela colorata, che so di nero per aumentà l’effetto, te strusci e te ristrusci, te giri a cerchiello o te manovelli in alto e in basso, sempre premendo ben bene neh, e te stampi la tu bandierina genitale  ovvero te realizzi un “monoprintsvaginale”. Sgunz! Puoi ben dirlo Sgunz si, ma lontano più della galassia ancor da scoprire da quella vagina “origine del mondo” di un certo G. Courbet. Anzi non te meraviglià se quella era una passera  che mirava all’alto, te apriva “un mondo” di spiritualità e te faceva pensà a un miliardo de cose nobili e questa invece che mira alla materia, al basso te fa solo domandà: ma sta monovaginaprints che te vol significà che è arte, voglia de usarla e fattela usà, mostrà al mondo la propria pisellina quant’è bella, escogitamento per esorcizzà il proprio strumento riproduttivo, un modo per asessuà l’erotismo, esaltare l’appartenenza a un genere o vattelapesca. Struscia, struscia, stampa e ristampa, a parte il colore, la monostampaspasserina, – monostampa che niente a che spartì con quelle di Dùrer, Rembrandt e Goya molto con la sindrome de Courbet- non so a te, a me fa venì na noia mentale che se ho voglia di usarla me passa. Oh, manco un pizzico de perfida sessualità me suscita! Al massimo me fa sgranà gli occhi. Vero che la creatività è infinita e in arte non è ammesso il pregiudizio e nulla vi è di così astruso da respingere a priori tuttavia la paroletta creatività non me risulta che è sinonimo di arte. Almeno non a me. Per altri può essere ma.. me dissocio, anche perchè “l’eccitazione collettiva” in qualunque forma me fa scattà la paintsreticenzaestemporanea con brufoli gratterecci.. Non voglio però  spartì sentenze affrettate ma.. o so così matusa nel pensiero che non so vedè l’arte dove c’è, o l’arte è così miserrima di talenti da pescare nelle fogne per tirarne fuori uno, o è tanto stufa dell’estetica che ha delegato all’estrabiliamento guardone la sua nobiltà espressiva per non dire la sua mestria tecnica Tuttavia…tuttavia non mi stupisce l’artista, – artista? si fa per dire -, porina, ce ricava e ce  magna, semmai mi stupisce chi l’ascrive tale e classifica le monotele con su stampata una casuale passerottina opera d’arte. L’è pur vero che  in una società mostraiola di un bello rifatto, ritoccato e taroccato, incline al culto litania massifico del tutto è bellezza se lo metto in vetrina, bensì ciò che offre nelle sue “vetrine” il più delle volte tutto è o può essere tranne che bellezza  perché le manca quel connubio di raffinata armonia tra materia e spirito, quella virtù di elegante purezza estetica e quel senso proprio di visibile unicità dell’essere per essere che penetra nell’anima, che pure un fallo o un vagina paints può trovar ragione espositiva. Però, però è assiomatico non basta un corpo, un genitale per elevar lo spirito del bello, quello che te malia e fa salire alle stelle l’emozione, trascina nel fantastico mondo dell’arte immortale. Te po’ incuriosì, fa’ tappà gli occhi e a volte pure il naso, solleticà la pruderie  ma non te fa mai esclamà con gaudio che arte, che artista!

paint vagina

bydif

le immagini le ho prese dal web: in alto una “monovagina paintg”, in basso un “artista” in fase realizzativa della sua intimamonoopera.