il je suis…? Non basta.

terrorismo

È comprensibile se il mondo è sotto choc, i leader mondiali sgomenti, i francesi sconvolti per il trucidamento a sangue freddo, di più di cento connazionali e ogni individuo normale porta in se quel minimo di inquietudine e turbamento orrido che per reazione tramuta in un: je suis Paris. Comprensibile si, bensì infruttuoso! Vi ricordate qualche mese fa? Vi sembra che il ” je suis Charlie Hebdo” evocato in ogni dove è servito? Se è risuccesso decuplicando i morti….!!! Evidentemente alla reazione emotiva serviva altro per trasformarsi in un efficace propellente demolitore di stragi selvagge. Serviva uscire subito dai propri recinti, unire le intellighenzie, i servizi segreti, i competenti di guerriglia e atti terroristici, i diplomatici, tutti gli uomini e le donne senza distinguo, senza i soliti paletti. Da venerdì 13 tutti i Charlie chiamano i leader, stazionati nei propri orticelli a studiare difese egoistiche, limitandosi a fare comunicati di condanna circostanziali, a uscire dalla propria ortaglia. Li chiamano uno a uno a radunarsi nel grande campo mondiale comunitario per sezionare le reazioni e le decisioni del passato onde evitare di ripetere i danni che han prodotto. Chiamano gli strateghi a autoanalizzare le risposte belligeranti precedenti per capire le voragini prodotte a medio e lungo termine e trovare alternative alla guerra armata. Chiamano al coordinamento politico-decisivo globale per correggere e schivare tutte le storture prodotte da conclusioni individualistiche soggettive. Li chiamano perché il terrore è l’arma letale del fanatismo ma la paura è la sua miccia. Quindi è necessario reagire, creare un fronte forte, una barricata mondiale di uomini e donne che non si lasciano paralizzare dal panico seminato dai terroristi. Quelli lo creano apposta. Ormai conoscono tutte le pecche, le contraddizioni, le divisioni ideologiche e territoriali. Quelli che manovrano le capocce indottrinate fanaticamente prima hanno studiato e hanno imparato, convivendoci per anni, come dividere, far discutere, scomporre, intimidire per far approdare a niente. Soprattutto hanno compreso la limitatezza deliberativa comune delle super potenze per quisquilie egocentriche e l’incapacità determinante di sottopotenze, la balbuzie politica di alcuni leader, la cecità di altri, l’ambiguità di altri ancora. I satanassi ideatori e seminatori di panico e terrore conoscono a fondo i vizi dei governi e dei governanti da poterli vendere a tutti quei cercatori di sangue, di eccitamento violento spietato e gelido. 132 morti e più di 300 feriti sono una bazzecola se non si fa qualcosa di diverso dalla rituale chiacchiera e non si smette di liquidarli con i soliti slogan di esseri infami, incivili, e..e..ecc! I divulgatori di morte hanno ormai campi vasti di erbe malefiche cresciute a dismisura per sottovalutazione, pigrizia di status quo e, purtroppo anche di doppiezza, per cui urge una vera emergenza autocritica senza se e senza ma, di tutti quelli che veramente vogliono evitare una catastrofe mondiale, per rasarle. Quanto accaduto venerdì costringe tutti a azzerare le dissertazioni del passato. Un fenomeno complicato e viscido obbliga a una consapevolezza: che il je suise…diventi proficuo. Se c’è coscienza collettiva a ogni livello che il credo pianificato e inculcato è colpire, colpire, non importa chi purché produca, paura, rabbia, risposte spicciolate, reazioni scomposte, ovvio che l’isteria collettiva che fa il giochino dei massacratori si evita e il je suise un… pinco pallino, potente o qualunque, muta. Nessuno arretra e si piega alla paura, resta acritico e isolato zappatore del proprio sicuro orticello. Ogni je suis esce dal suo egoistico recinto, si unisce, congiuntamente ragiona, vanga e spezza la catena subdola del proselitismo invasato, isola i massi organizzati della guerriglia sfiancante, fende il reclutamento e il manipolamento di teste attraverso i social, estirpa i modelli distorti del terrore fanatico, le mine vaganti, gratta scava e denuda l’inquietudine esplosiva, affossa manovre e manovratori di violenza indiscriminata d’origine jihadista. Soprattutto comprende, chi sottobanco procura denari, mezzi, armi, ai fomentatori di odio per mattanze di esseri umani inermi.

 by dif

valeri

 insieme a tanti altri a cui va il mio pensiero