Festa dell’albero

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Era bello partire tutti in fila da ogni scuola per ritrovarci in piazza. Non che da parte nostra non ci fosse l’incoscienza e un pizzico di malizia di vivere la giornata dedicata all’albero, lontana dalle aule e dalle facce, spesso seriose dei prof allegramente, con schiamazzi e occhi scrutatori verso i gruppi studenteschi per adocchiare l’amica del cuore o il filarino per farsi segni e fissare appuntamenti. Ma c’era rispetto sentito e dovuto verso tutte le varie pianticelle rappresentative del nostro territorio addobbate con nastrini colorati e che una volta benedette dal vescovo sarebbero andate ad arricchire il nostro patrimonio boschivo. C’era la consapevolezza che quei piccoli pini, abeti, ginepri, olivi…erano indispensabili alla nostra sopravvivenza, erano i tutori dei nostri pendii, delle piagge, delle scoscese montane che in estate ci accoglievano e ci ristoravano nelle lunghe passeggiate o nelle scorribande facete. C’era rispetto per l’oratore che ci spiegava il perché era importante la giornata dell’albero, lo stavamo a sentire in silenzio immagazzinando i pregi civici di quel rito ossequioso, soprattutto involontariamente recepivamo quanto era importante piantarli, amarli e rispettarli. Ancora oggi se guardo un albero o passeggio in una qualsiasi pineta mi risuonano quelle parole e non posso fare a meno di provare un sentimento di gratitudine verso la natura che ci fornisce tanta bellezza e tanti strumenti per aiutarci a vivere al meglio. Certo, l’uomo a un certo punto per cretineria, egoismo, faciloneria e ignoranza civica e ambientale un bel giorno ha smesso di considerare gli alberi guardiani del futuro delle nostre terre per cui ha abolito di trasmettere ai giovani la cultura boschiva ma basta vedere quanto avviene un po’ ovunque per rendersi conto di quanto male ha fatto a se stesso. Di quanto è responsabile di disastri che portano via vite e risorse, distruggono famiglie e economia. L’anno scorso un po’ in sordina l’ha ripristinata. Doveva invece urlarla per farla entrare nelle teste e nei cuori. Un buon insegnamento non si dimentica mai, neppure si sacrifica per denaro facile. C’è un proverbio polinesiano che dice: c’è un tempo per fare l’albero e un tempo per fare la piroga. Oggi è tempo di fare l’albero e smettere d’essere piroga. Le sue radici ci sono indispensabili.

Felice giornata

by dif