Day mamme

cuore

Day mamme! Un giorno in cui il pensiero di solito avvolto dal calore di due braccia solide fugge lontano. Fino alle stelle dove il cuore inizia a battere all’unisono con un altro e gli occhi si riempono di quella lucente tenerezza che solo l’amore senza riserve fa rifulgere in un volto. Volto di una madre. Volto di una mamma. La tua. Ma anche quello di milioni di altre madri. Madri che ancor ci sono e a cui ogni figlio può manifestare gioia e affetto e madri che materialmente non ci sono ma ogni figlio sa che c’è. C’è perché l’amore mai stacca l’uno dall’altro. Cambia solo apparenza,giammai la sostanza. Quest’anno, ancor più il pensiero vola oltre, vola fino alle stelle, in quelle stelle lucenti che alzando lo sguardo ti riempono gli occhi di energia illimitata, l’anima di chiarore vitale che sorregge il coraggio e ristora ogni umana sofferenza. Quest’anno sono tante, tantissime le stelle che dall’infinito brillano sui volti di figli e figlie. Troppe le stelle che dal cielo scintillano per asciugare lacrime, sollevare dal dolore immenso che squarcia i petti di tanti cuori. Cuori di figli a cui quelle stelle specchiano volti di madri. Mamme strappate al loro affetto violentemente,crudelmente, inaspettatamente da un invisibile “mostro”. Un infinitesimo “mostro” di nome covid-19 venuto chissà da dove chissà per quale motivo a rapire con virulenza inaudita tante mamme ai loro partoriti. Figli che nemmeno hanno potuto difenderle, fargli un gesto , una carezza,fissare il pensiero grato con lo sguardo, oggi possono solo guardare in alto, laddove son quelle stelle-mamme, per collegarsi almeno per un attimo e dire sommessamente ad ognuna:mamma t’amo tanto, sei la mia luminosa stella che mai nessuno rapirà dal cuore.

Nulla può consolare un così grande e sconvolgente dolore mai. Seppoi consumato nella brutale impassibilità delle istituzioni che quel “microbo mostro” agiva all’improvviso si ma rapiva, quasi esclusivamente, anime vecchie, madri out, cenci col piede nella fossa, con sfilata inesorabile di camion con su ammassate bare come fossero vuote, prive d’ogni riferimento individuale, di vite vissute, lotte, forza morale, affetti dedizione sociale,storie belle e meno, beh …giammai nessuna lacrima potrà lavare lo struggimento di un cuore filiale. Ma neppure potrà farle scomparire da mente e cuore di quella parte di collettività che sa andare oltre un imbalsamato conteggio, oltre un dato anagrafico, sa vedere oltre l’età un essere umano. In specie un essere che proprio per gli anni accumulati su questa terra ha dato tanto in braccia e cuore per ricostruire una nazione disorientata dalla guerra,creare un futuro libero e migliore per se, la famiglia la comunità, lasciare un esempio costruttivo a tutte le generazioni. Malgrado ciò, laddove brillano le stelle-mamme, per mediazione dell”inaccessibile mistero Divino brilla anche una enorme stella-mamma piena di sfolgorante Grazia consolatrice. Una Mamma senza tempo che son sicura che almeno Lei,eletta Madre Celeste, priva di cinismo selvaggio, diatribe quanto mai zoticone che deprivano di valore un essere in base agli anni terrestri, ha accolto con tutti gli onori le mamme vittime del “mostro”, e ha accarezzato con illimitata dolce tenerezza ogni ruga, ogni cuore arrivato su, su su fra le stelle in grandissimo abbandono affettivo da farlo risplendere intensamente da poter continuare a far luce al cammino di ogni amato, da così pian piano lenire lo sconforto e togliere da mente e vista il crudele drammatico distacco, dovuto al “mostro”covid-19” e in parte anche delle miserrime stime dei bollettini, nonché cretinismo di una logica ripetitiva rassicurante l’opinione comune instillando l’idea che solo avere tanti anni è sinonimo di aggressione fatale dell’invisibile mostriciattolo covid, per il resto della popolazione basta star in casa a ballare, cantare, fare un po’ di ginnastica e tutto procede al solito. Gente che come Maria, la Madre celeste che ama ed ha considerazione e rispetto di ogni essere che popola questo pianeta. Grazie MADRE divina di aver ridato dignità alle tantissime mamme arrivate su, in luoghi di bellezza amena e armonia di spirito. Grazie mamma per avermi insegnato ad andare oltre il supporre che se il fato si porta via una mamma anziana, il dramma è quasi inesistente o vale meno di un altro.

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Un saluto a tutte le mamme del mondo e un abbraccio a tutti i figli che hanno una mamma-stella!

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E’ STATO DIVERSO…

 La primavera è una stagione di risveglio e rinascita che di solito mi predispone a pensieri leggeri e gioiosi, eccita la mia volontà, stimola la mia voglia di fare, mi toglie la pesantezza e il grigiore dell’inverno, ridona a sguardo e sorriso un qualcosa di fanciullesco.

Quest’anno è stato diverso. Un mattino spalancando le finestre per far entrare luce e colore, guardare la forsythia, l’albicocco in fiore, le primule e le viole con l’animo di salutare il giorno e la stagione con un bel sorriso, non ho provato il solito entusiasmo, niente mi appariva invitante, fiori e cose mi sembravano sbiaditi, spenti, come se mancasse loro la solita “anima” Non so se l’impressione d’una visione così scialba è stata per il silenzio che aleggiava intorno o per non aver visto il solito uccellino beccare nel prato e la farfalla azzurrina, che da qualche giorno si posava tra le violette appena mi affacciavo, o ero impredisposta a vedere le cose con la consueta briosa meraviglia. Sta di fatto che invece d’una sensazione radiosa mi ha percorso un brivido, per un attimo mi son sentita così smarrita e incredula che un attacco di panico ha attraversato la mente creandomi un disagio fastidioso. Ho reagito subito parlando dal balcone ai fiorellini, lo faccio sempre, recepiscono pensieri e parole e crescono meglio se sentono l’umano che non li tratta con indifferenza, forse perché hanno in loro la ipersensibilità dei bambini, ma: o ero poco convinta o non abbastanza coinvolgente mi è sembrato che fossero quasi infastiditi, che fiori e foglioline avessero un peso che impediva loro di mostrarsi in tutta la loro fresca bellezza di una mattina tiepida e assolata di primavera. Un tantino perplessa sono scesa a farmi un caffè, dicendomi che forse il mio umore era in ribasso e con l’occhio assonnato travisavo la realtà. Mi serviva una carica di energia positiva per ridare un senso realistico a quello che guardavo e sicuramente poi tutto mi sarebbe apparso bello come al solito, anzi ancor più splendente. Così per aumentare il buonumore ho messo nel caffè un po’ di cannella, l’ho sorseggiato lentamente, ho mangiato 5 cioccolatini, ho sfogliato i giornali, senza però leggere nulla che potesse togliermi la serenità e poi sono scesa in giardino straconvinta che mi bastava accarezzare i fiori, camminare a piedi nudi nel prato, stare un po’ a contatto con il colore e la luce per far sparire le sensazioni di disagio e riacquistare la solita vivacità. Invece…Invece stare a contatto con tutto quello splendore di rigoglio è stato come ricevere una zaffata di vapori velenosi che mi hanno penetrano l’anima e annientato all’istante la volontà di combattere, di credere, di agire, di andare oltre, sempre e comunque. Involontariamente un pensiero mi si è accavallato a un volto, a un affetto importante, mi ha estrapolato una comparazione e son rimasta annichilita, direi ibernata considerato il tempo che è passato. Ciò che mi circondava spietatamente mi metteva sotto gli occhi quello che disperatamente nell’intimo cercavo, volevo con tutte le mie forze, per meglio dire con tutto il mio cuore di madre desideravo e non era. Ora? Ora l’albicocco è verde e ha piccoli frutti, violette e primule sono sfiorite e han fatto posto a gerani e petunie, la pasqua è scivolata via insieme ai giorni come se e io fossi su un altro pianeta, domani è la festa della mamma e sarà un’altro giorno di metà  primavera. Faticosamente sto tentando di scrollarmi di dosso l’apatia che da quella mattina mi si è appiccicata come una sanguisuga vampira. Per farla breve ancor tento di uscire da una quarantena forzata per riprendere in mano la vita reagendo a un dolore intenso e quanto mai macerante perché dovuto alla dura condizione umana che tutto può ottenere con la volontà, eccetto modificare uno stato di fatto, cioè trasformare un grigio inverno in una primavera di luce feconda a chi si ama. Mi è difficile in questo momento andare oltre con le parole anche se in cuore e nel pensiero ne ho molte. Credo che ormai sapete che detesto affliggere gli altri, ho questo terribile difetto,  mi piace essere portatrice di aura energica e positiva , ancor più a chi mi è caro e voi lo siete tutti. Non nascondo che alcuni li porto nel cuore con un sentimento di spirituale fratellanza, così  profondo che valica tempo e spazio e sono gemme preziose per me, in questo momento più che mai. Ma son qua per dire a loro e voi grazie. Grazie infinite dell’affetto, l’amicizia o le parole di stima e di incitamento a dare un guizzo. Non è retorica o formalismo relazionale seppur virtuale. E’ un grazie sentito che scaturisce dal profondo del mio essere madre che  sa percepire oltre le barriere e  riconosce la sincerità  di una parola anche se come donna sono  un pochetto squinternata. 

Un bacione grandissimo a tutti e buon week end di gioia

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Abbraccio tutte le mamme

 in particolare quelle che soffrono o sono in ansia per i loro “cuccioli”