Germinazione

germ

Canta il mio cuore

Nella solitudine

Dell’ignoto domani.

Canta

La gioia schiusa

Di palpiti frementi.

Canta

Euforico di germinare

Senza domande

al Foresto destino

Un seme vitale

Canta

l’Esaltante germoglio

guizzante in grembo

Prepotente e vivo

Canta

lo scorrere del tempo

il martellio di una vita fetale

la simbiosi di un cuoricino

Canta

Affascinato dal battito

sfrighettante

Come acqua di torrente alpino.

la gaiezza d’ un cinguettio

Vagito

Di sole infocato

Gemma

Di amore appassionato.

E’

Bello

Sentirlo cantare

alla nuova vita

cuore

e.r. 1971

A max: il mio cuore canta ancora felice di averti vicino!

SANT’ANNA

 

anna e gioacchino.jpg

Oggi è S. Anna, una santa che fin dall’infanzia senza un perchè preciso mi è entrata nel cuore e ho considerato mia protettrice. In particolare credo, anzi ne sono certa, mi ha e mi sostiene costantemente nel mio percorso di mamma dandomi quella forza e quel coraggio necessari per superare indenne i momenti gravosi dell’esistenza.

Senza il suo sostegno spirituale non avrei superato prima le difficoltà di quattro maternità ravvicinate e un lavoro da portare avanti, successivamente aiutato a crescere e educare i miei “pargoletti” amati senza subire l’angoscia devastante di una situazione familiare complicata dalla fatalità.

Quando sento di mamme che cadono in depressione post partum, e oggi accade spessissimo, o leggo notizie di gesti estremi e tragici commessi da mamme, mi si stringe il cuore di tristezza e dolore. Penso a quanto sono stata fortunata ad avere la protezione di questa “mamma” che mi ha aiutato a mantenermi salda, a non perdere gioia e ragione. Sono fermamente convinta che se queste mamme si fossero rivolte a sant’Anna non avrebbero perso la speranza, visto talmente nero da togliersi o togliere la vita alle creature che avevano partorito, nella migliore delle ipotesi a lasciarsi andare trascurando se stesse e i propri figli, nella peggiore a cadere in gorghi depressivi senza ritorno.

Comprendo che chi non ha fede attribuisce le cause della prostrazione totale all’indifferenza o alla sottovalutazione familiare della condizione psicologica che vive la donna alla nascita di un figlio, ai mali sociali che non supportano il ruolo della donna diventata madre e spessissimo la costringono a mutare vita quotidiana, progetti professionali, di carriera e relazioni sociali facendole subire traumi psicologici profondi che poi come un tarlo minano l’autostima e conduno a gesti insani.

A volte è vero ma non sempre e non in modo da giustificare i troppi casi che si sanno e i tanti che non vengono alla luce. Penso che le tragedie sono frutto di un decadimento dei valori della comunità che carica la donna di troppe responsabilità, trasmette modelli femminili di successo sfrenato, di forma fisica perfetta, di coppia senza problemi, di famiglie corrispondenti a prototipi inesistenti nella realtà che in momenti delicati si mescolano nella psiche e influiscono negativamente sul percorso del cambiamento che indubbiamente la nascita di un figlio provoca nella vita di una donna e nel suo rapporto col compagno.

Non mi importa se qualcuno riderà pensando che è un utopia credere che basta rivolgersi a sant’Anna per non finire in cose simili e svolgere un ruolo di mamma senza patemi emotivi. Dico che a forza di scardinare i valori spirituali, privilegendo quelli materiali, senza fornire supporti giusti o valide alternative in momenti difficili e delicati della vita, tutti perdono facilmente il controllo emotivo e di conseguenza la stima in se e negli altri che conduce poi a non credere di avere una possibilità, qualcuno che ti comprende e aiuta a tirarti fuori dalla situazione, distorce la volontà e la capacità di reagire positivamente a eventi traumatici.

Comunque sia chi elegge un santo a protettore si affida a lui e coltiva in se la certezza di ricevere aiuto, nel frattempo non si perde d’animo e continua a lottare adeguandosi ai cambiamenti e supera le sue difficoltà.

Ho deviato un po’ il discorso su sant’ Anna, ma credo veramente che l’essermi affidata a lei che è la mamma della Sacra Vergine, Mamma delle Mamme, colei che ha portato in grembo il Cristo Salvatore, delegata a essere intermediaria degli uomini tra i valori terreni e celesti, mi abbia aiutato. Probabilmente ad aggrapparmi all’impossibile per ottenere il possibile, forse a non mollare, forse a non cedere alle tentazioni negative dello sconforto, forse ce l’avrei fatta ugualmente perchè sono cocciuta, per ora non so la risposta ma non mi interessa, mi preme mantenere in me la certezza che Lei mi è stata accanto e spero continuerà.

Non per niente il suo nome in ebraico Hannah significa “grazia” ed è la santa patrona delle famiglie, delle partorienti, delle madri specie delle donne madri, per essere diventata madre in modo insolito; degli orefici, falegnami ebanisti e carpentieri per le sue qualità di pazienza.

E’ una santa veneratissima e tantissimi ospedali, paesi, strade e chiese portano il suo nome anche se il suo nome non è riportato nei testi biblici consueti ma appare insieme a quello del marito Gioacchino nei testi apocrifi.

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BUON ONOMASTICO A TUTTE LE DONNE CHE SI CHIAMANO  ANNA

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l’immagine si riferisce all’incontro di S. Anna col marito Gioacchino affrescato da Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova.

La leggenda narra che questo bacio suggelli il giorno della fecondazione di Anna, annunciata in sogno a lei e suo marito da un angelo in quanto lui era sterile.

MADRI RIBELLATEVI

Le polemiche sorte intorno alla canzone di Povia “Luca era gay”  hanno spinto la mia curiosità e la naturale  disposizione a non soffermarmi al sentito dire a leggere attentamente  il testo della canzone. Dire che sono rimasta esterrefatta dal contenuto è dire  poco, non per i passaggi sulla transizione che porta ad amare  prima un uomo e poi una donna, o viceversa, succede a tanti, ma dalle accuse verso la figura materna. Il messaggio della canzone di fatto è  rivolto ad un comportamento scorretto e fagocitario di una madre verso il figlio. Una madre egoista e instabile riversa sul figlio le sue frustrazioni di coppia, confonde l’identità, impedisce la crescita equilibrata, condiziona le scelte delle amicizie specie al femminile, distorce gli istinti sessuali del figlio al punto da spingerlo a pensare che è naturale essere attratto  ad amare un uomo, piuttosto che una donna, vergognandosi di se stesso e pieno di paura che gli altri scoprano questa sua tendenza. Quindi una esplicita accusa alla madre di aver manipolato la crescita e la libera espressione, d’averlo reso succube al suo volere trasformandolo in gay. Poi, nel momento che una donna prende l’iniziativa comprende di non essere gay, ma lo era diventato per colpa della madre, del suo modo di sobillare  le scelte, quindi d’esser vittima dell’amore esagerato, possessivo e ossessivo d’una madre irrealizzata con matrimonio finito male.

Francamente da madre  mi sento profondamente offesa dal messaggio che  la canzone volontariamente o non trasmette, è un attacco frontale alla donna madre e per di più in difficoltà, la dipinge come un’incapace a crescere un figlio maschio, a dargli una solida identità di ruolo sociale, soprattutto a renderlo consapevole e libero nella scelta di amare chi vuole e come vuole, una madre che travia, manipola e influenza nel modo più abietto il figlio al punto da farlo sentire diverso. Mi meraviglio che si sia fatta tanta fiera per l’orgoglio gay e non si sia sollevata una mosca a difesa delle madri che di certo sono ben altra cosa rispetto ai concetti espressi da Povia. Non capisco lo scalpore per uno che ha cambiato indirizzo sessuale, sempre sia vero e non una fola mediatica,  neanche il minimo sdegno ad un attacco frontale e duro verso le  madri. Non sono gli omosessuali il bersaglio di Povia sono le madri e il loro modo sbagliato di amare e allevare i figli, sono le madri le uniche responsabili delle scelte sessuali dei figli, vale a dire che solo le  madri influiscono nella psiche del figlio alterandone l’attrazione che lo rende etero o omo. Una vera corbelleria e una faciloneria scriteriata scaricare sulle madri quello che si è o non si è come se le madri fossero onniscienti e non semplici esseri umani soggetti a sbagli, ma di certo lontane mille miglia da quelle di Povia. Ma sua madre cosa pensa, non si ribella? Ho allevato da sola due maschi e due femmine, ho superato un sacco di difficoltà ma niente mi ha ferito come le parole di Povia, certo non dimentico che è una canzonetta ma il putiferio che si è scatenato intorno se non è di origine polico-commerciale è ignobile, significa una voluta disattenzione verso le donne specie le madri che non hanno un appoggio, la solita distorsione a dare contenuti secondo un criterio di scalpore piuttosto che di verità. Non mi meraviglierei se domani qualcuno paventasse che le  scelte sessuali sono solo il risultato di una educazione materna invece che di una scelta personale. Madri ribellatevi al messaggio di Povia, una canzonetta può far male più d’uno schiaffo. Mi aspetto di sentire qualche voce, se così non sarà vorrà dire che  le  donne madri valgono meno d’un gay o non fanno notizia degna di nota. In fondo se Luca prima era gay e poi etero vuol dire che ha cambiato idea o ha trovato l’alchimia dell’amore in una donna, una madre resta una madre e segue sempre un figlio, non cambia idea o figlio lo ama per quello che è, etero o omo che  differenza fa per una vera madre, niente. Non so se la canzone avrà successo o meno so solo che il contenuto è altamente dispregiativo per le madri.