DEVE ESSERE L’AUTUNNO

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Deve essere il cielo grigio, le foglie che mulinellano e poi cadono a terra come ali di farfalle trasformando il mio giardino in un quadro impressionistico a farmi recepire in modo curioso e impertinente certe notiziole.

Si, devess’essere l’atmosfera autunnale che mi impedisce di comprendere come, in un grande paese dalla millenaria cultura, a qualcuno venga in mente di definire la scelta di un comitato di assegnare per il 2010 a Liu Xiaobo il nobel per la pace “scandalosa provocazione paranoica “

Devono essere le foglie che si staccano dai rami a confondermi se credo che qualcuno in quel grande paese si è adoperato ossessivamente per non far trapelare sul territorio la notizia dell’affronto, ha oscurato tutti i mezzi di informazione, invece che plaudire con orgoglio ha messo agli arresti domiciliari la moglie. E’ proprio buffa sta cosa, un premio nobel mica lo prendono tutti, in tanti lo sognano ma pochi lo ottengono e qualunque paese dovrebbe esultare se un proprio “figliolo” viene insignito di tale prestigio.

Si, deve essere il turbinio delle foglie se mi prude il naso e mi par che in quel paese ci sia una grande muraglia che impedisce alle idee di circolare con libertà e misconosce i più elementari diritti umani. Forse con l’autunno ho una digestione lenta se mi pare che c’è una cecità a tempo: vede la potenza economica in espansione di quel paese e non vede la brutale e disumana repressione di qualunque libertà che esercita.

Devo prendere la citrosodina.

Eh si, mi ci vuole proprio sennò l’acidità mi offusca la comprensione e mi par di vedere gente, compresa me, che urla :“ no pena di morte a Sakineh”e il giorno dopo muta come una triglia se in altri “civilissimi” stati altre donne e uomini vengono giustiziati.

Mea culpa, mea culpa, da sempre sostenitrice che nessun uomo o stato ha il diritto di punire un reo tirandogli pietre, mettendogli una corda al colla, facendogli una puntutrina, sparandogli un colpo alla testa o …. mi è stato facile cadere nel trappolone di una fanfara mediatica e credere che il dissenso contro la pena di morte era universale e non circoscritto a un “turismo per caso”.

Deve essere anche la prima nebbiolina delle valli padane ha rendermi stomachevole il continuo turbinio delle notiziole su un certo “orco” in arene, su due più due meno due, sul cinque o alle diciassette.

Stavolta però non mi indigno e non mi irrito, evito il trappolone mediatico che mi farebbe dire:

“ cervelloni, disquisitori, psicocriminologi, sministrelli informatori, sfogatoi di buchi neri, branditori di certezze, investigaintenzioni, certificatori del perchè, per come per quando è inutile che sviscerate le budella dell’orco per mostrare l’orrore del misfatto, una settimana prima avevate sezionato indecorosamente proprio quella creatura innocente che volete cavare dal pancione. Il vostro parlottio salottiero più che informazione mi sembra orrida ostentazione”

Eh no, non cado nel trappolone!

Per digerire l’orrore delle notiziole autunnali che mulinellano più numerose delle foglie, sono più grigie del cielo come quella di quattro bare coperte da una bandiera, sbarcate stamani all’aeroporto fra lacrime, sofferenza, visi affranti e visi di circostanza, orrore di una missione di pace che ha fatto saltare in aria altri quattro giovani, non basta la citrosodina, mi serve altro.

Qualcosa che mi faccia scaricare a terra rabbia e dolore e mi tolga la nausea autunnale.

Devo muovermi, camminare.

Ho trovato, vado alla cantina a prendere un po’ di mosto per fare i “sughi”

Fuori le foglie mulinellano, gli alberi si spogliano, il cielo è grigionero, ma con la tv spenta tutto mi sembra una delizia mentre mi sbafo una coppetta del mio budino di uva.

Provare per credere, è semplice prepararlo, vi lascio la ricetta:

Procuratevi un quarto di succo d’uva ( mosto) nero o bianco è indifferente; mettetelo in un pentolino con 2 cucchiai di farina e 2 cucchiai di zucchero; mescolate bene per evitare grumi; ponete sul fornello e mescolando portate a ebollizione; tre quattro minuti di cottura e poi togliete dal fuoco; lasciate raffreddare 10 minuti poi versate in una o due coppette e ponete in frigo, se vi piace freddo. Un’oretta ed è pronto da gustare.

Il budino d’uva, o sughi oltre che delizioso è un’ottimo ricostituente e si conserva benissimo in frigo. Potete farne una quantità diversa moltiplicando le dosi.

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 Avete assaggiato? Non è una delizia per togliersi l’amaro in bocca?

gradevole settimana a tutti

dif