Giornata felicità!…?

 

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L’ONU, su suggerimento del Bhutan che a  quanto pare misura  il suo prodotto interno lordo con il FIL cioè il prodotto della felicità dei suoi abitanti, ha stabilito che a partire  da oggi  il 20 marzo sarà  la giornata mondiale della felicità. Come dire: in tutto il mondo il 20 marzo di ogni anno è vietato essere infelici per far crescere il PIL! Tutto è possibile a questo mondo  ma… a naso non ci credo. Comunque  tra le tante giornate istituite questa mi sembra ottima come idea seppur mi resta difficile credere a una felicità collettiva a comando, tanto più in  questo momento particolare, almeno io, di gente felice in giro  ne vedo poca, ovunque ho la sensazione che nelle tasche la gente ha più lacrime che sorrisi, più incertezza che ottimismo, più rabbia di spaccare tutto che motivi di autofelicitarsi. E che dire poi dei paesi in cui c’è la guerra, la dittatura, la fame? Non credo proprio abbiano almeno un motivo per mostrare una faccia felice.  Malgrado ciò  appurato che il pessimismo oltre che non produrre niente di buono mi  rovina la salute ho deciso che  è meglio  una iniezione placebo di felicità. Si, oggi mi sono imposta di essere felice a ogni costo! Mi son detta,  non aumenterò il pil dell’Italia ma  il mio si. Di sicuro risolleverò il morale, e non è poco. Poi,  forse con la sinergia euforica prodotta riuscirò a scacciare gli spauracchi di una crisi istituzionale-economica che da un po’  mi da un fastidioso prurito giornaliero che mi rende assai, assai  agitarella e mi fa sprecare un sacco di euretti in inutili camomille che  mi rallentano solo i riflessi e mettono a rischio la mia efficienza  produttiva domestica, in più  mi istiga a tirare qualche piatto che immancabilmente invece che in faccia a chi dico io finisce a terra. Beh a sera riconosco che ne valeva la pena, non ho pensato neppure per un istante a ciò che succedeva in giro e a tutta l’incertezza che vi regna sovrana, mi sono concentrata  a pensare positivo e ho scoperto che almeno un motivo lo avevo per essere felice, quello di avere tanti a cui voglio bene e non posso affliggerli con la malinconia o accoglierli con una faccia mesta. Li renderei infelici e non migliorerei il mio fil.

un grandissimo sorriso

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