Se ne è andato. Chissà cosa avrà trovato dietro l’angolo.

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Già, anche Maurizio Costanzo, in un baleno ha voltato l’angolo estremo della vita secolare e se ne è andato in quel regno ignoto dell’ultra. Una malinconia constatarlo. Perché? Beh, perché è sempre profondamente triste doversi separare da un volto, una voce, un essere umano a cui in un modo o un altro sei affettuosamente legato o apprezzi per le sue qualità. Ma, lo è ancor più quando una voce t’annuncia che è chi per lunghi anni, col suo modo di essere, di comunicare e interagire, intelligente e unico, ti ha empaticamente conquistato. Seppoi in serate di solitudine fatto compagnia, in momenti di estrema preoccupazione, privi di luce e fiducia, strappato un sorriso, con un oh di meraviglia, per qualcosa o qualcuno di strano, sollevato il morale, comanche molto spesso fatto riflettere o almeno porti qualche domanda in più su tematiche sociali, di costume, di circostanze temporali, giammai avresti voluto separarti.

L’andarsene di M. Costanzo per me, è veramente una strappo animistico, tristissimo da accettare senza un moto di irritazione verso un permanere terreno passeggero. Purtroppo è una realtà costrittiva dell’esistenza di tutti. Qualche volta nella sua amarezza del distaccarti da un essere che “ami” sarebbe opportuno soffermarsi un po sulla sua costante presenza. Sebbene neutrale nella sorte del genere umano, affianca nel cammino e senza preavviso lo interrompe a chiunque. Di regola non c’è ricchezza, talento, fama che può mutare la sua crudezza oggettiva di svoltarti l’angolo.

Chissà se dietro quell’angolo che in un modo o nell’altro lo incuriosiva e gli poneva un interrogativo Maurizio ha trovato la risposta che razionalmente si aspettava. O perlomeno, quella che gli ha soddisfatto quell’intimo desiderio di sapere con chiarezza cosa c’era dall’altra parte, gli ha finalmente aperto il sipario dell’enigmatico mistero che disgiunge la materia dallo spirito. Mi auguro di si. Quel che è certo adesso lo sa. Sfortunatamente è altrettanto certo che il suo finalmente sapere immalinconisce, crea una sensazione di distacco che mai avrei desiderato, tantomeno i suoi cari e nemmeno il suo smisurato pubblico. Per certi versi quel sipario che gli ha aperto la comprensione dell’ignoto, ha creato un vuoto incolmabile nell’affollatissimo scenario comunicativo. Seppur di contatto indiretto coinvolgeva quanto quello immediato con un amico. Talvolta anche assai di più perché spaziava in modo incredibile su una varietà umana senza deferenza alcuna al ceto, cultura, prestigio sociale, nemmeno di preclusione etica e etnica. Con grande maestria, arguzia, acuto senso del potenziale attrattivo per una platea virtuale eterogenea, sapeva collocare autorità, intellighenzie, star mondiali, sconosciuti tutti sullo stesso piano conviviale.  Al contempo, con una semplicità unica di interloquire con l’uno o l’altro, distinguere le differenze, dar risalto al talento, elevare le incisività private, mettere in luce doti. Insomma trasferire all’esterno di ogni partecipante seduto nelle poltroncine, da Lui allestite con un criterio all’apparenza casuale ma ben studiato in tempi di spettacolo interfacciato alle diversità di offerta di intrattenimento, un non so che di particolarità. Talvolta di singolarità ieratiche contrapposte alle mondane che affascinava e vivacizzava la platea presente e quella via cavo seduta sul divano. Credo che questo suo modo di essere rimanga ineguagliabile. Tanti han già provato a imitare nessuno fin ora ha saputo decifrare il quantum distintivo del suo servirsi di un mezzo comunicativo per informare, sensibilizzare su scomode realtà del nostro paese, focalizzare l’attenzione su tematiche impopolari, a volte convergere l’opinione pubblica su un talento da renderlo celebre, un personaggio ermetico o portatore di scienza e conoscenza concreta e immaginifica, mistica e anticonformista, generare ruoli innovativi, divertire senza mai stancare.

Non so come era Maurizio Costanzo nel suo insieme essenziale di uomo, padre, marito, e se il suo esternare nel privato, in chi gli stava accanto, condivideva pensieri e azioni nella vita di tutti i giorni si accordava a quella dell’immagine nel pubblico. Quel che so, analogo o del tutto differente, nel mio immaginario ciò non ha rilevanza, Maurizio Costanzo è stato , è, resterà un essere umano indiscutibilmente geniale, dotato di un appeal esplicativo sofisticato espresso con modi e maniere lineari e talmente genuine che arrivava a chiunque . Anche quando ispirava a discutere, in un senso o nell’altro, non era mai per qualcosa di oltrepassato, sempre per qualcosa che vincolava a proiettare le considerazioni in direzione evolutiva, sia sul piano socio-umano che su quello strettamente collegato al mondo tele -virtuale. So anche che molti gli debbono tantissimo, spero come esternano in questo momento, non lo dimentichino. Un pensiero di cordoglio e profonda vicinanza ai figli, a Maria, alle ex e a quanti collaboravano con Lui.  

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 Buon viaggio interstellare. Il tuo show, “bontà loro” senz’altro continua !

bydif

 

Più amico di così…

Il 13 agosto pony boys alias cavallino pazzo, alias musicaio, alias baffer, alias doctor helterskelter alias nano maefico alias………..blogger storico che tanto ha animato questa piattaforma virtuale è volato in cielo lasciando nel mio cuore un grande e triste vuoto.

E’ strano? No se il blogger è diventato un amico, ancor meno se all’amicizia si da un valore. che esula l’ordinario. Credo che ciò che ha scritto lui stesso sull’amicizia di meglio non ci sia che chiarisca quello che intendo : “se l’amicizia è vista come una relazione normale tra due persone, si perde di vista la sua essenza, ossia la sua eccezionalità. Nell’amicizia, vi è una dimensione di sacralità. E’ una relazione che scandisce un tempo sacro. Dire un segreto nell’orecchio di un amico significa deporlo in una custodia sacra, dalla quale sarebbe sacrilego l’atto di estrarlo e dirlo ad estranei. Gesù diceva «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici »Generoso e altruista come era penso che lui avrebbe dato la vita per un amico. Perciò se perdere un amico è sempre triste, perderne uno con tali sentimenti è tristissimo, se poi l’amico ti rallegrava le giornate con le sue trovate creative e ti pungolava con i suoi modi scatenati lo è ancor di più e seppoi sapeva cogliere l’attimo per donarti quella parola gentile o brusca che ti ci voleva per rimetterti in carreggiata la sua mancanza diventa un vuoto incolmabile. Si potrebbe pensare che esagero considerato che i blogger difficilmente hanno contatti reali, invece no, perchè si stabilisce un legame, come ha detto pony sacrale, ossia di pura energia che non ha bisogno di fisicità in quanto viaggia su una lunghezza d’onda inusuale tanto che posso affermare che ho percepito l’attimo in cui lasciava questo suolo per trasferirirsi in quello più vasto. Veramente quando ho avuto conferma che non era un ghiribizzo della mia mente o una strampalata sensazione dovuta all’afa che qui è sempre impietosa sono rimasta sconvolta, anche se non avrei dovuto. Certe “trasmissioni ultrasensoriali” potrei dire che sono il mio pane quotidiano. Razionalmente le rifiuto sempre questa però mi ha fatto riflettere assai, mi è parsa come un saluto spirituale dell’amico e al contempo un esplicito messaggio. Perchè? Perchè la nostra grande amicizia è iniziata proprio su una questione di tale tipo e in privato mi aveva suggerito di non scartare quello che a rigor di logica reputo impossibile o come direbbe uno scienziato incomprovabile poiché, nella vastità cosmica, esiste l’ inspiegabile all’umana conoscenza. In più perchè questo blog è nato sotto la spinta di trovare risposte e, come ho già detto un di, ancor prima trovare il coraggio di mettere nero su bianco per averle. Ancora non so quanto coraggio troverò e fin dove mi spingerò a raccontare. Di certo so che la comunicazione psicosinergica è stata un atto d’amore di un amico nell’attimo estremo per fornirmi almeno una risposta utile a farmi comprendere che devo accettare quella parte di me che per codardia o testardaggine evito o riduco a una mera bizzarria del mio cervello. Far finta di niente sarebbe un po’ come tradire la nostra amicizia. Come lui ha scritto: il tradimento dell’amicizia può prendere varie forme. La forma più grave e meschina è nuocere intenzionalmente e con premeditazione all’amico dopo che, tra i due amici, si è stabilito un grado di confidenza tale da instaurare una totale apertura e una completa fiducia. Poco meno grave è il caso dell’amicizia improvvisamente respinta per motivi più vari con l’amico che di noi si fida.”

Ti sei fidato a tal punto di me da trasmetterm iil tuo ultimo alito? Veeeeeeeeeeeeeee più amico di così non potevi essere pony boys, alias…alias…alias… per me musicaio magico!

Ciao

la tua amica

dif o sdiffies

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amicizia,perdita,medianità,contatti

Alcuni sanno il suo nome reale, per rispetto ho preferito mantenere  quelli usati da blogger però tanto per mantenermi in linea col suo  modo eccentrico di presentarsi e di interagire nel mondo virtuale vi lascio  un suo salutino…