” Grazia, Amore, Pace, e Pietà”

Grazia, Amore, Pace, e Pietà? Per il poeta  William Blake sono la:

pace e

La Divina Immagine 

Grazia, Amore, Pace, e Pietà

È Iddio, Padre caro,

Grazia, Amore, Pace, e Pietà

È l’uomo, Suo figliuolo e Suo pensiero.

La Grazia ha cuore umano;

Volto umano, Pietà;

Umana forma divina, l’Amore,

E veste umana, Pace.

Ogni uomo, d’ogni clima,

Se prega negli affanni,

L’umana supplica forma divina,

Amore e Grazia e la Pietà e la Pace.

Da tutti amata sia l’umana forma,

In Turchi si mostri o in Ebrei;

Dove trovi Pietà, l’Amore e Grazia,

Iddio sta di casa.

16- 4

 

Già. ” Grazia, Amore, Pace, e Pietà” . Parole troppo usate e poco praticate!

….per la cronaca:

William Blake poeta, pittore e incisore nato a Londra nel 1757, credeva nell’uguaglianza tra le razze e tra i sessi. Odiava ogni forma di oppressione, sostenne sempre l’idea di arte come totalità, pura attività spirituale soprattutto lontana dalla materialità.

Poesia amica dal mondo

Ernesto che Guevara: Cammino senza meta

12 silenzio

Cammino senza meta
nemmeno questo sole caldo
così bello,
penetra,
non riesce a spalancare
le finestre socchiuse .
Forse sei tu che chiudi,
che mi manchi, tu
con quel tuo tanto da fare
così simile
al mio impigrirmi,
malessere di una comune fratellanza,
figli di anime in disordine.
Non mi risolleva
l’amore donatomi da altri
e il tiepido ricambio,
perché mi manca ancora
quel sogno interrotto,
quelle rughe
dove inserire ultime note.
Ansioso in similsguardi scruto
in altrui occhi ricerco
quella luce soffocata,
quel dolore gemello.
Nostalgico è il ricordo
del tuo “riempirti di me”
della mia essenza,
di quel desiderio così strano
di tenerti per mano
e nella stretta,
trovare il coraggio
nell’atto finale.

 screenshot va

Una bellissima poesia che mi sovviene a memoria ogni volta che nella vita mi trovo in circostanze in cui non so bene in che direzione andare, soprattutto non trovo in ciò e in chi mi circonda quel calore essenziale  che risolleva  l’animo e infonde ad andare avanti soli.

By dif

Veder cadere le foglie

vialetto

Veder cadere le foglie mi lacera dentro

soprattutto le foglie dei viali

Soprattutto se sono ippocastani

soprattutto se passano dei bimbi

soprattutto se il cielo è sereno

soprattutto se ho avuto, quel giorno,

una buona notizia

soprattutto se il cuore, quel giorno,

non mi fa male

soprattutto se credo, quel giorno,

che quella che amo mi ami

soprattutto se quel giorno

mi sento d’accordo

con gli uomini e con me stesso.

Veder cadere le foglie mi lacera dentro

soprattutto le foglie dei viali

dei viali d’ippocastani.

foglie

Questa  poesia di Nazim Hikmet  rispecchia assai i miei sentimenti,ogni volta, che in questo periodo, percorro il bel viale d’ippocastani che abbellisce la via circondaria del paese.   A volte, nel calpestar le foglie, mi sembra di avvertire la stessa sensazione di lacerazione interiore  perchè, a me, messaggia  quanto sia caduca e  fragile la vita umana e quante  son le ” foglie” amate che purtroppo cadono o si disperdono  nel corso del tempo che si vive.

Bydif

Per la cronaca:

Nâzım Hikmet Ran, nato a Salonicco il 15 gennaio 1902 e passato all’altra vita il il 3 giugno del 1963 a Mosca, dal temperamento un po’ romantico e un po’ rivoluzionario, è stato uno dei più interessanti  poeti, drammaturghi e scrittore dei  tempi moderni.

Vola via, vola via…

vola via

“vola via, vola via, dalla testa mia” è il ritornello che da qualche tempo ogni giorno mi fa compagnia !  Eh si, in questi tempi così scombussolati dal covid e da tutto un dire e contraddire, ammettere e smentire, dicere e rimbeccare, sminuire e impaurire , rintuzzare e stordire, senza volere ma probabilmente in associazione interpretativa non so se difensiva, auspicante o sbolognativa del bailamme, la memoria l’ha ripescato dai cassettini per utilizzaro a mo di scaccia incubo. Incubo. da che? Beh dalla fissa della pandemia e da tutto il contorno spettrale depressivo con notizie e contronotizie, indicazioni e controindicazioni! Non è poi così strano se la memoria ha ripescato questo ritornello che a rigor del vero fa parte di un bellissimo canto, scritto da Italo Calvino intorno agli anni sessanta, e ogni giorno se lo ripeteva come un mantra. Basta leggerlo per cogliere le molte simiglianze simboliche come la paura, i problemi legati alla realtà, al clima generale dall’erta pesante e confusionario. Unica differenza è il tipo di paura che il ritornello cerca di far “volare” lontano dal cervello per non rimanerne succube inerte. Ma … ma poco cambia la causa della paura che alimenta la “guerra” emotiva da affrontare ogni mattina. In entrambi i casi il martellamento sul cervello è aspro e il combattimento “ difensivo”, per non lasciarsi risucchiare dal vortice della paura, veramente duro in specie se subissato da una serie infinita di dicere contradditorio e spesso talmente utopico nel modo di informare, intervenire e rassicurare, da amplificare la percezione di insicurezza e sconforto da trasformare la paura in un incombente corvo affamato. Un corvaccio che svolacchia e svolacchia e il cui presagio divoratore espone a una guerra di nervi giornaliera assai stressante. Per non cedere al panico del corvo-paura incosciamente la mente s è trovata un rimedio esorcizzante, quello di ripetersi vola via, vola via …soprattutto vola via dalla testa mia. In fondo per crearsi il diversivo è bastato poco, sostituire una paroletta nella domanda, cioè invece di dire : “dove vola l’avvoltoio? “ Dove vola il covid? E poi …“vola via, vola via dalla terra mia, dalla testa mia! Non me ne voglia Calvino se mi son presa questa libertà, non è stato per stravolgere, per necessità adattativa al momento, in quanto ho considerato il suo canto un vero amico giornaliero che mi aiutava e ancora mi aiuta tantissimo a scacciare dall’orizzonte “l’avvoltoio” predatore di anima e corpo. D’altronde la similitudine delle cause dello svolacchiare nefasto dell’avvoltoio di ieri, e lo svolacchiare del corvo di oggi è consistente. Non è forse vero che la “bomba” covid è scoppiata con virulenza, scatenato in terra un deserto di tristezza e terrore oltre una lunga scia di anime morte chi in corpo e chi in spirito e levato in volo una infinità di avvoltoi ? Quindi…se c’è il nesso…ci sta pure il ripeter “vola via, vola via dalla testa mia” per combattere paura e incubo dell’invisibile mostriciattolo! Eppoi guerra fredda e guerra di nervi…sempre guerra è. Comunque sia, il ritornello del grande Calvino è stato e ancora è un modo efficace, almeno per me, sia per  scacciare con tutte le forze il “corvo” pandemico dalle mie giornate da viverle con meno ansia e maggiore serenità di testa e spirito, sia per allontanare gli “avvoltoi” che al solito si son messi subito in volo per profittare delle “carcasse” di paure e sconquasso.

avvoltoio

A questo punto mi par logico e doveroso postare di seguito il canto scritto da Italo Calvino a cui ho attinto il mio scacciapaure “Dove vola l’avvoltoio “ :

Un giorno nel mondo

finita fu l’ultima guerra,

il cupo cannone si tacque

e più non sparò,

e privo del t

Un giorno nel mondo

finita fu l’ultima guerra,

il cupo cannone si tacque

e più non sparò,

e privo del tristo suo cibo

dall’arida terra,

un branco di neri avvoltoi

si levò.

Dove vola l’avvoltoio?

avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia,

che è la terra dell’amor.

L’avvoltoio andò dal fiume

ed il fiume disse: “No,

avvoltoio vola via,

avvoltoio vola via.

Nella limpida corrente

ora scendon carpe e trote

non più i corpi dei soldati

che la fanno insanguinar”.

Dove vola l’avvoltoio?

avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia,

che è la terra dell’amor.

L’avvoltoio andò dal bosco

ed il bosco disse: No

avvoltoio vola via,

avvoltoio vola via.

Tra le foglie in mezzo ai rami

passan sol raggi di sole

gli scoiattoli e le rane

non più i colpi del fucil.

Dove vola l’avvoltoio?

l’avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia,

che è la terra dell’amor.

L’avvoltoio andò dall’eco

e anche l’eco disse No

avvoltoio vola via,

avvoltoio vola via.

Sono canti che io porto

sono i tonfi delle zappe,

girotondi e ninnenanne,

non più il rombo del cannon.

Dove vola l’avvoltoio?

avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia,

che è la terra dell’amor.

L’avvoltoio andò ai tedeschi

e i tedeschi disse: No

avvoltoio vola via,

avvoltoio vola via.

Non vogliam mangiar più fango,

odio e piombo nelle guerre,

pane e case in terra altrui

non vogliamo più rubar.

Dove vola l’avvoltoio?

avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia,

che è la terra dell’amor.

L’avvoltoio andò alla madre

e la madre disse: No

avvoltoio vola via,

avvoltoio vola via.

I miei figli li dò solo

a una bella fidanzata

che li porti nel suo letto

non li mando più a ammazzar.

Dove vola l’avvoltoio

avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia,

che è la terra dell’amor.

L’avvoltoio andò all’uranio

e l’uranio disse: No,

avvoltoio vola via,

avvoltoio vola via.

La mia forza nucleare

farà andare sulla luna,

non deflagrerà infuocata

distruggendo le città.

Dove vola l’avvoltoio?

avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia,

che è la terra dell’amor.

Ma chi delle guerre quel giorno

aveva il rimpianto

in un luogo deserto a complotto

si radunò

e vide nel cielo arrivare

girando quel branco

e scendere scendere finché

qualcuno gridò:

Dove vola l’avvoltoio

avvoltoio vola via,

vola via dalla testa mia…

ma il rapace li sbranò.

avvol

Oh, se poi il corvaccio volesse papparsi tutti gli avvoltoi diceri… sarebbe un

sullecchero, nonchè un grandissimo beneficio per l’eco-sistema dell’udito! 

bydif

Poesia amica dal mondo

Tony Kospan: APPUNTAMENTO TRA LE STELLE

stella

Sì…

l’appuntamento voglio darti…

non per domani

ma per un domani senza tempo…

or che persi siamo

nei meandri dei quotidiani affanni…

Segnati l’indirizzo

terza stella a destra…

della galassia dell’Amore…

prosegui poi

verso il pianetino del Sogno…

e lì entra nella calda nuvola Rosa…

dove quali segnali troverai

musiche amate ed artistiche forme…Ti prego… non perderlo…

con lettere incidilo d’eterno fuoco…

nel punto più nascosto del tuo cuore…

Lì sarò presente

immagine senza immagine…

corpo senza corpo

ma qual luce d’amore…

fioca e quasi spenta…

che al tuo arrivo brillerà…

Dal nostro incontro…

dal nostro abbraccio

ed infin dal nostro bacio

una scintilla scoccherà…

ed una nuova stella nascerà…

Non mancare…

he

cuore

“se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore. “

***

Bydif

l’amore di chi in questi tempi tristi ci ha lasciati e…in cielo rinascerà

.la frase è del poeta K. Gibran

poesia amica dal mondo

poesia

dal Cile:Vicente Huidobro “ eravamo gli eletti del sole”  

Eravamo gli eletti del sole

E non ci siamo resi conto

Siamo stati gli eletti della più alta stella

E non abbiamo saputo rispondere al suo regalo

Angoscia d’impotenza

L’acqua si amava

La terra ci amava

Le selve erano nostre

L’estasi era il nostro stesso spazio

Il tuo sguardo era l’universo faccia a faccia

La tua bellezza era il suono dell’aurora

La primavera amata dagli alberi

Adesso siamo una tristezza contagiosa

Una morte prima del tempo

L’anima che non sa in che posto si trova

L’inverno nelle ossa senza un lampo

E tutto questo perché non hai saputo che cos’è l’eternità

E non hai compreso l’anima della mia anima nella sua nave di tenebre

Nel suo trono di aquila ferita d’infinito

alba

Un emozione splendida!

bydif

Nel giorno dei “morti” mi…

…mi piace pensare alla vita perchè come rima Nazim Hikmet ne “Alla vita”…

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La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

come fa lo scoiattolo, ad esempio,

senza aspettarti nulla

dal di fuori o nell’aldilà.

Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

ma sul serio a tal punto

che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate

o dentro un laboratorio

col camice bianco e grandi occhiali,

tu muoia affinché vivano gli altri uomini

gli uomini di cui non conoscerai la faccia,

e morrai sapendo

che nulla è più bello, più povero della vita.

Prendila sul serio

ma sul serio a tal punto

che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi

non perché restino ai tuoi figli

ma perché non crederai alla morte,

pur temendola,

e la vita peserà di più sulla bilancia.

11-el-juego-lugubre-1929

mi piace pensare alla vita perchè,  come scrive Cesare Pavese. tanto …

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Così li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.

graig cow

mi piace pensare alla vita perchè come poeta Alda Merini nello

elogio alla morte ” se…

Se la morte fosse un vivere quieto,

un bel lasciarsi andare,

un’acqua purissima e delicata

o deliberazione di un ventre,

io mi sarei già uccisa.

Ma poiché la morte è muraglia,

dolore, ostinazione violenta,

io magicamente resisto.

Che tu mi copra di insulti,

di pedate, di baci, di abbandoni,

che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché

o senza variare di senso

nel largo delle mie ginocchia,

a me non importa perché tu mi fai vivere,

perché mi ripari da quel gorgo

di inaudita dolcezza,

da quel miele tumefatto e impreciso

che è la morte di ogni poeta.

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eppoi mi piace pensare alla vita perchè come dice Fernando Pessoa

” La morte è la curva della strada”

La morte è la curva della strada,

morire è solo non essere visto.

Se ascolto, sento i tuoi passi

esistere come io esisto.

La terra è fatta di cielo.

Non ha nido la menzogna.

Mai nessuno s’è smarrito.

Tutto è verità e passaggio.

Nel giorno dei “morti” mi piace pensare alla vita perchè

credo che non finirà ma.. muterà aspetto

Buona vita a tutti!

bay dif

……..

….le immagini le ho scaricate dal web

..

Il giorno del silenzio in arte poetica

Il Sabato Santo, incastonato tra dolore gioia, è il giorno segnato da un profondo silenzio; silenzio di Dio denso di sofferenza e di pesantezza della sua apparente sconfitta, ma anche di attesa di quella speranza centro di meditazione e fede che in ognuno suscita sensazioni e trova espressione diversa, talvolta solo di pensiero, talaltra di immagini, talora di parole in versi che distinguono varie sensibilità artistiche nonchè di ispirazione dei sentimenti del messaggio :

-Giovanni_Battista_Tiepolo_074

L’ORA SESTA

Il sangue scorre da la bionda testa
coronata di spine, lungo il viso,
e asconde ai fili l’ultimo sorriso.
Urla la folla e ondeggia. È l’ora sesta.

Guardate intorno, voi che fate festa

e schiamazzate per averlo ucciso!
Il velo del gran tempio s’è diviso:
s’apre la terra e mugge la tempesta.

Mirate! Il ciel si schianta, il sol s’oscura,
sfolgora il lampo, rumoreggia il tuono;
grida al delitto e freme ogni creatura.

È l’ora nona. Dal divino trono

il Padre placa, a un cenno, la natura,
e pace ai peccatori offre e perdono.

Franco Berardelli

masaccio

Pianto della Madonna

O figlio, figlio, figlio,
figlio, amoroso giglio,
o figlio, chi dà consiglio
al cor mio angustiato?
Figlio, occhi giocondi,
figlio, che non rispondi,
figlio, l’alma t’è uscita,
figlio della smarrita.
Figlio bianco e vermiglio,
figlio senza simiglio,
figlio bianco e biondo,

figlio, volto giocondo,

figlio, perchè t’ha il mondo,
figlio, così spezzato?
Figlio, dolce e piacente,
figlio della dolente,
figlio, che ti ha la gente
malamente trattato!

Jacopone da Todi

56 giotto

Calvario

Al Martire Divino hanno le braccia
robuste dei carnefici innalzato
sul patibolo infame, e nella faccia
insanguinata e smorta,
fissa lo sguardo ognun, tetro e feroce

Non una sola voce
di pietà, di rimorso o di rimpianto;
non un sospiro, un pianto,
tra quella turba sul Calvario accolta!

Sol la natura ascolta,
sol la natura freme,
e spezza pietre, e fa brillar nel cielo
rapidi i lampi, mentre il vento geme.

Fugge trepida allor quasi smarrita
nella nebbia incombente
la spaurita gente;
e tra il rumor del tuono
s’ode un bimbo che chiede: Perché o mamma,
l’han crocifisso s’era tanto buono?

Giovanni Ricci

Crocifissione_di_Botero

SABATO SANTO

Ritornavo: morìa sabato santo.
M’ero stancato i suoi piedi a baciare;
su quei piccoli piedi avevo pianto
le insensate mie lacrime più rare.

Movevan negri nuvoli lor manto

lacero su ‘l baglior crepuscolare
di primavera; l’aer tutto quanto
echeggiava di reduci fanfare.

E il brulicar pasquale, e un repentino

odor di terra smossa con la brezza,
tra case alte accigliate, da un giardino,

pareanmi, tra il bruciar de le mie cave

mani, una mia seconda fanciullezza
accompagnare d’un sorriso grave.

Francesco Gaeta

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PER IL SABATO SANTO 1953 

A Nando Fabro

Il gallo s’è sgolato per millenni.
E Cefa ha pianto. E dondolò dall’albero
lo scheletro dei Giuda. Balza fuori,
rovescia sopra il tetro nostro suolo,
o Signore, la pietra che Ti chiude.
Te Risorto presentono nei solchi
turgide gemme e pallidi frumenti.
Ripercorrono ansiosi i Due di Emmaus
l’antica strada. E là Maria di Magdala
nell’orto attende che Tu la sorprenda.
Hora est jam: il tedio e il lamento
vano, che noi tardi di cuore a credere
a guardia riponemmo del Sepolcro,
un Tuo urlo disperda, o Tu più forte
d’ogni morte, Gesu: de somno surge.
E gli Angioli, alleluja, e le campane
Annuncino alleluia, che Tu ritorni.

Per domani, Signore? Oh, da domani
s’inizino, coll’alba, i giorni nuovi,
alleluia, viso Domino. Alleluia!

Gherardo del Colle

crocifissionemedina

Il giorno del silenzio è il giorno della vergogna dei discepoli per essere fuggiti e d’aver rinnegato il Signore. Traditori, incapaci di far fronte al presente e al futuro di quei segni che inizieranno a scuoterli a partire dalla Domenica con il racconto del sepolcro vuoto e le apparizioni del Risorto.

Ma il giorno del silenzio è anche il Sabato di Maria, che con la sua forza d’animo di madre vive nelle lacrime l’attesa della Potenza Divina che risuscita e sorregge ogni  speranza umana di riscatto, di risalita nelle difficoltà dal buio “inferino” alla luce del trionfo trascente.

Nella luce del cielo turchino Buon sabato Santo !

bydif

…..

le immagini, a partire dall’alto, sono opere degli artisti::

-Giovanni Battista Tiepolo; Masaccio;Giotto di Bondone;Botero;Cimabue;Medina-

 

Immacolato passaggio

m

Evanescenti immagini

mi riporta il pensiero

d’occhi da bambina rivolti al cielo

per veder

tra le stelle lattee

il TUO miracoloso passaggio

In quella via aperta al cuore

dal candore fanciullesco

anche nella notte più offusca

trovavo

il TUO manto sospeso

pieno di tenerezza l’angelico sorriso

Nello sfiorar del vento

 l’immacolato alito intenso

Allora

mi sembrava un canto immenso

a balsamo d’animo pulito d’ogni scontento

e

fioriti cieli sereni germogliavano futuri

Nell’occhio trepido la tua venuta correva

alberi carichi d’amore di luce inondava

nell’incanto immaginario ogni dubbio si perdeva

….A quella ammasso di stelle

mi riporta il pensiero stasera….

Libera da fanciullo inganno fra le stelle guardo

incredula

 ancor vedo il TUO immacolato passaggio!

Quel biancor dolcissimo

rassicura il mio animo stanco

e.r.

….0ggi è l’Immacolata concezione. L’unica donna nata senza la macchia del peccato originale. Un dogma cristiano del 1854, proclamato dopo le apparizioni a Bernadette da Soubirous, da papa Pio IX, e  dopo plurisecolari diatribe e storia di fede.

Perchè Immacolata? Perchè prescelta a esser madre del Dio salvifico e madre di tutti i popoli. Destinata a rimaner pura. L’ Incontaminata Vergine, in spirito e corpo,  Madre del Figlio che  si metterà sotto i piedi la serpe malefica che nuoce all’umanità intera.

Un tempo, tutti si aspettava con ansia di festeggiare L’immacolata e, dall’8 al 10 dicembre grandi e piccoli alla sera eravamo con il naso all’insù per vedere il passaggio della Madonna con gli angeli. Oggi non ricordo ciò che vedevamo ma non ha importanta dentro mi è rimasto il ricordo di una sacralità intensa, colorita da voci e volti di devozione della comunità in cui vivevo e della famiglia

L’immacolata  si festeggia ancora  ma non più come allora. Oggi è sbandierata assai ma….ma  come “ponte per vacanze e shopping” Si è quasi dimenticato che l’Immacolata è Ponte,  ma   Ponte universale  di  amore. Come ha detto Papa francesco:

“Il mistero di questa ragazza di Nazareth, che è nel cuore di Dio, non ci è estraneo. Non è lei là e noi qui. No, siamo collegati. Infatti Dio posa il suo sguardo d’amore su ogni uomo e ogni donna! Con nome e cognome. Il suo sguardo di amore è su ognuno di noi.”

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Lieta giornata a tutti

by dif

l’immagine della Vergine in basso l’ho scattata a Nazareth,, nel piazzale della Basilica dell’Annunciazione.

Voglio dire grazie a …

“giornata della donna”.

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“giornata internazionale  della donna”.

Non starò a dissertare con mie opinioni su questa “giornata” dedicata alla donna. Tanto, nella realtà, all’indomani della giornata-festa, alla donna, purtroppo resterà solo il profumo delle mimose e qualche stucchevole “chiacchiera” celebrativa. Infatti, in più di un secolo, poco ha fruttato alla donna in termini di riconoscimenti, dignità umana e pari condizioni di diritti, in nessuna società. Nemmeno in quella che si definisce, evoluta, democratica e civile. Anzi, in certi casi, le ha pure peggiorate. Piuttosto voglio dire grazie tutte quei milioni di donne senza rinomanza che in silenzio, senza chiedere nulla in cambio, in ogni angolo, anche il più sperduto e sconosciuto  si prodigano, si sacrificano e donano indiscriminatamente intelligenza, braccia e cuore per rendere migliore la permanenza agli esseri  di questo variegato pianeta umano. Voglio dire grazie a tutte quei milioni di donne che non mollano mai la speranza, il sorriso, la gentilezza, l’entusiasmo. Voglio dire grazie a tutte quei milioni di donne che sanno ascoltare con tolleranza, dialogare con giustizia, donare tempo e esperienza con gioia, battersi contro ricatti, ipocrisie e soprusi con estrema coscienza, essere stoiche nel pericolo, perdonare senza condannare, essere libere senza perdere rispettabilità, obiettività, essenza femminile. Grazie, milioni di donne amiche, colleghe, sorelle in sangue e spirito del vostro invisibile sostegno morale. È attraverso il vostro altruismo, ingegno e coraggioso impegno quotidiano che il vivere, su questo pianeta da donna, mi appare un miracolo. A tutte voi  dedico questo sonetto di W. Shakespeare:

Dovrò paragonarti ad una giornata estiva?

Tu sei incantevole e mite:

cari bocci scossi da vento eversivo

e il nolo estivo presto è consumato.

L’occhio del cielo è spesso troppo caldo

e la sua faccia sovente s’oscura,

e il Bello al Bello non è sempre saldo,

per caso o per corso della natura.

Ma la tua eterna Estate mai svanirà,

nè perderai la bellezza ch’ora hai,

né la Morte di averti si vanterà

quando in questi versi eterni crescerai.

Finché uomo respira o occhio vedrà,

fin lì vive Poesia che vita a te dà.

.

Credo che in questi versi di Shakespeare c’è quel qualcosa di singolarità che va oltre le solite melense ossequiose da riservare alle donne!

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Felicissimo 8 marzo a tutte le mie simili e pure ai miei contrari perchè  spero sappiamo cogliere quello che noi donne ci aspettiamo , cioè egualitari diritti senza favoritismi.

Bydif

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..Per la cronaca: i sonetti furono pubblicati nel 1609, in tutto sono 154. è un enigma a chi furono dedicati. In molti dicono che 116 a un amico i restanti all’amata. Io ho scelto il 18 simo, perché credo che la poetica di Shakespeare esprime ben aldilà di quanto uno vi ravvisa. Poichè la traduzione potrebbe discostarsi un tantino metto anche il testo del sonetto in inglese:

Shall I compare thee to a summer’s day? Thou art more lovely and more temperate: Rough winds do shake the darling buds of May, And summer’s lease hath all too short a date:Sometime too hot the eye of heaven shines,And often is his gold complexion dimm’d; And every fair from fair sometime declines, By chance or nature’s changing course untrimm’d; But thy eternal summer shall not fade Nor lose possession of that fair thou owest; Nor shall Death brag thou wander’st in his shade,When in eternal lines to time thou growest: So long as men can breathe or eyes can see,So long lives this and this gives life to thee. W. S.