Lupi solitari? No. Sputi di carogne!

Non chiamateli lupi solitari ma sputi di carogne.

strage nizza

L’immagine è eloquente,questo un lupo non lo fa. Ha un comportamento più fiero.

Smettiamola di definirli  lupi solitari, chiamiamoli per quello che sono: sputi di carogne.

Si, chi massacra, stermina figli, padri, madri, sogni speranze, uccide con ferocia premeditata per astio incomprensibile, mette fine alla vita libera di chiunque per esaltazione di una dottrina o di un qualunque altro cavillo mentale partorito a tavolino, non può essere altro che sputo di carogna. Chiamarli lupi è un privilegio che non meritano. È fare un torto grave agli umani e agli animali. I lupi in branco o in gruppo sono tutt’altra cosa. Seppur selvatici hanno molto più rispetto dell’esistenza terrena. Primo non agiscono da marionette imbonite, secondo non attaccano indiscriminatamente per furia omicida ma solo per necessità legata alla sopravvivenza propria o del branco, terzo aggrediscono per difendersi e solo se provocati, rarissimamente sfiorano i bambini, comunque se accade sempre per circostanze accidentali. Solo gli sputi di carogne invece riescono a farlo con fredda intenzionalità. Perché? Perché gli sputi non hanno alcun criterio di discernimento e nessunissima umana qualità. Sono sputi. Sputi fetidi. Beoti rigetti di carogne imbonitrici. Carogne ipocrite che gozzovigliano e si ingozzano di pretesti, poi senza ritegno a destra e a manca scatarrano assurdità e fanno mucchi di sputi. Sputi inzuppati di idioti lordumi della loro vogliosa avidità che ammorbano, appestano, generano microbi killer. Invisibili malvagi bacilli killer liberi di circolare, liberi di infettare, liberi di sterminare. Gli sputi di carogne sono difficili da individuare. Organizzare un vaccino, un antibiotico, un qualsiasi rimedio che contrasti e neutralizzi le loro ignominiose azioni stragiste attualmente è molto complesso. Ogni terreno è fertile per incrementare i loro corrotti batteri. Sono germi sparpagliati che anche nelle fogne nere riescono a galleggiare e sviluppare quei microbi contagiosi che si compiacciono nello sguazzare nel sangue, di banchettare sulle vite altrui. Che trovano diletto nel seminare panico, scioccare, devastare, schiavizzare diritti e libertà individuali e collettive. Ormai le cantilene di inorridimento mondiale, gli autoappelli al coraggio, i “ non ci abbatteranno” “non ci ruberanno democrazia” “non impediranno la normalità” “ non ci rinchiuderemo nelle nostre case ma continueremo a uscire, ad affollare piazze, strade, bar, stadi, ristoranti “ sono inflessioni di rassicurazione che non rassicurano nemmeno le mosche. Inutile dirlo, questi sputi di carogne sadicamente stanno appestando l’aria in ogni dove. Forse più nell’occidente. D’altronde sono sputi killer di carogne ben bene infarciti di lerce logiche immolatrici, di valori eroici, di paradisi eterni, vergini a iosa e ogni sorta di delizie. Idiozie espettorate che incantano idioti, i loro idioti sputacchi killer assoggettati dove capita per uccidere, appropriarsi di vite altrui senza pietà. Purtroppo gli sputi non hanno un anima umana, sono muco salivoso espulso da bocche fetide. Se ti arriva in faccia fa orrore, ti procura una repulsa, se poi non te lo aspetti è uno sfregio umiliante che ti segna per sempre il modo di vivere la realtà comune. Le carogne li chiamano soldati. Pfff…i soldati affrontano il “nemico” e si battono con onore. Gli sputi di carogne come i vigliacchi infettano  nell’ombra e massacrano al buio.

Basta guardare anche queste foto per comprendere che sono sputi e non possiamo chiamarli lupi solitari ma sputi, sputi pestilenziali di carogne  miasmatiche.

nizza stragenice

Comunque non rassegnamioci. Continuamo la ricerca, tutti insieme, prima o poi un vaccino antisputo di carogna  lo troviamo.

By dif

 

le foto le ho prese dal web.

Quanti morti ci vogliono

80

Ci risiamo. Ma quanti morti ci vogliono per farli svegliare? Parole, supposizioni, analisi, proclami a bizzeffe. Fatti concreti? Zero assoluto! Questi vecchi ostinati individualisti, sterili di idee e di contenuti compartecipi, ripiegati come fogli scoloriti sul proprio tornaconto, imbottiti di centralismo finanziario e assurde attenzioni a dettagli furbeschi inutili alla società, se non si danno una svegliata tempestiva, sono un pericolo fatale al nostro futuro. Se continuano con la solita zolfa del dire tanto e concludere poco o niente, se rimangono chiusi ermeticamente nei propri armadi di convinzioni antiquate e anche molto, molto egemoniche, cattedratiche e escludenti non riusciranno a comprendere fino in fondo il perché i loro “ figli” ammazzino altri loro figli. Ne il perché si armano e si fanno esplodere con assoluta impassibilità rivelando una indifferenza allucinante del valore della vita propria e altrui. O il perché i “loro figli” finiscono nelle fauci di qualche imbonitore psicologico che da vicino o lontano li manipola al punto da farli diventare distruttori di nazioni, culture, valori liberali. Gli entra o no nella zucca che se non capiscono le cause scatenanti della insofferenza dei tanti “figli” aderenti a seminare panico e morte, a votarsi a morire e far morire, non sconfiggeranno neanche il moscerino che gli ballonzola sul naso. Che Terrore e terrorismo, islamista o pseudo tale prolificherà, e come gramigna ci ridurrà una globale erbacea poltiglia  se non scoprono chi e perché muove come burattini “alcuni figli”. L’hanno compreso gli stracotti burocrati dei maneggi-conteggi che se tutti insieme non si battono il petto con un mea culpa mea culpa per dare una virata di rotta, i mostriciattoli assassini che, ormai quasi a frequenza giornaliera escono dal ventre delle nostre deteriorate società, materializzeranno a tutti noi un lungo periodo di precariato quotidiano e, ben che vada sera e mattino ci comporteremo solo da fortunati sopravvissuti. L’hanno compreso che tutti gli stragisti violentatori della nostra libertà, delle nostre abitudini e delle nostre certezze democratiche pasciono beati nelle budella di una collettività monotona,ingrassano nella cretineria paladina del vuoto assoluto, sguazzano nel mare del disconoscimento di un modello di civiltà atrofizzato, espropriato di valori umani. L’hanno capito che questi figli detonanti su strade, piazze, aeroporti, stadi li hanno lasciati crogiolare nell’ozio della disoccupazione, li hanno massacrati con false speranze di annessione a una organizzazione sociale equa, li hanno parcheggiati in ghetti e quartieri privi di ogni diritto alla dignità, abbandonati a una sorte negletta, quanto mai nutrice di smarrimento e profondo allontanamento da valori etici comunitari. L’hanno compreso oppure, orrore dopo orrore, sangue dopo sangue, lacrime dopo lacrime, i capoccioni ottusati dal potere ci costringeranno ad assistere inerti allo sfacelo della sicurezza collettiva. Alla luce dei vecchi e nuovi accaduti terroristici e stando a quanto sparlottano,  razionalmente credo che ancora sono distanti. Quindi non mi accodo a sbracciare la mia impotente rabbia qui o là, preferisco pregare per le vittime e riflettere su un pensiero: “ la violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società”. Mi pare illuminante più dei loro ceri! Anzi, penso che tutti dovremmo rifletterci su. Non perché è pensiero di ideologia marxista  perché esprime in parole la realtà. Una inconfutabile tristissima realtà di violenza che sta terrorizzando il mondo. Quindi, stavolta non manifesto solidarietà con un addolorato Je suisse…A un sistema logoro e moribondo urge ben altro che un debole corale sdegno o quattro chiacchiere salottiere di conformista circostanza. Per arginare una deviazione di valori singoli e comunitari, smantellare occulti proselitismi, urge meditare sugli abbagli di salvaguardia del nulla. Urge scovare le falle e i difetti. Identificare modi e appeal con cui abusivi ideologi di futuro collettivo comprano nel presente teste e vite “di figli”, li eccitano alla follia devastante, istigano a immolare e immolarsi scioccando democrazie e inchiodando il quotidiano vivere globale. Insomma per tutelare la nostra sicurezza urge linfa nuova con idee e contenuti rivitalizzanti. Servono persone capaci di cogliere quei fermenti sotterranei di “figli” disgustati del se e degli altri, che non si perdono in ovvietà “partorendo” per abili malfattori del persuadere figli da reclutare per ribaltare libertà culturali, trasformare popoli  in un ammasso di sgomenti megalitici  becchini .

by dif

 megalitici

E dire che in un  post di febbraio 2011 scrissi  che dovevano svegliarsi.

Non lo fecero. Lo faranno?

Dovranno!!!

il je suis…? Non basta.

terrorismo

È comprensibile se il mondo è sotto choc, i leader mondiali sgomenti, i francesi sconvolti per il trucidamento a sangue freddo, di più di cento connazionali e ogni individuo normale porta in se quel minimo di inquietudine e turbamento orrido che per reazione tramuta in un: je suis Paris. Comprensibile si, bensì infruttuoso! Vi ricordate qualche mese fa? Vi sembra che il ” je suis Charlie Hebdo” evocato in ogni dove è servito? Se è risuccesso decuplicando i morti….!!! Evidentemente alla reazione emotiva serviva altro per trasformarsi in un efficace propellente demolitore di stragi selvagge. Serviva uscire subito dai propri recinti, unire le intellighenzie, i servizi segreti, i competenti di guerriglia e atti terroristici, i diplomatici, tutti gli uomini e le donne senza distinguo, senza i soliti paletti. Da venerdì 13 tutti i Charlie chiamano i leader, stazionati nei propri orticelli a studiare difese egoistiche, limitandosi a fare comunicati di condanna circostanziali, a uscire dalla propria ortaglia. Li chiamano uno a uno a radunarsi nel grande campo mondiale comunitario per sezionare le reazioni e le decisioni del passato onde evitare di ripetere i danni che han prodotto. Chiamano gli strateghi a autoanalizzare le risposte belligeranti precedenti per capire le voragini prodotte a medio e lungo termine e trovare alternative alla guerra armata. Chiamano al coordinamento politico-decisivo globale per correggere e schivare tutte le storture prodotte da conclusioni individualistiche soggettive. Li chiamano perché il terrore è l’arma letale del fanatismo ma la paura è la sua miccia. Quindi è necessario reagire, creare un fronte forte, una barricata mondiale di uomini e donne che non si lasciano paralizzare dal panico seminato dai terroristi. Quelli lo creano apposta. Ormai conoscono tutte le pecche, le contraddizioni, le divisioni ideologiche e territoriali. Quelli che manovrano le capocce indottrinate fanaticamente prima hanno studiato e hanno imparato, convivendoci per anni, come dividere, far discutere, scomporre, intimidire per far approdare a niente. Soprattutto hanno compreso la limitatezza deliberativa comune delle super potenze per quisquilie egocentriche e l’incapacità determinante di sottopotenze, la balbuzie politica di alcuni leader, la cecità di altri, l’ambiguità di altri ancora. I satanassi ideatori e seminatori di panico e terrore conoscono a fondo i vizi dei governi e dei governanti da poterli vendere a tutti quei cercatori di sangue, di eccitamento violento spietato e gelido. 132 morti e più di 300 feriti sono una bazzecola se non si fa qualcosa di diverso dalla rituale chiacchiera e non si smette di liquidarli con i soliti slogan di esseri infami, incivili, e..e..ecc! I divulgatori di morte hanno ormai campi vasti di erbe malefiche cresciute a dismisura per sottovalutazione, pigrizia di status quo e, purtroppo anche di doppiezza, per cui urge una vera emergenza autocritica senza se e senza ma, di tutti quelli che veramente vogliono evitare una catastrofe mondiale, per rasarle. Quanto accaduto venerdì costringe tutti a azzerare le dissertazioni del passato. Un fenomeno complicato e viscido obbliga a una consapevolezza: che il je suise…diventi proficuo. Se c’è coscienza collettiva a ogni livello che il credo pianificato e inculcato è colpire, colpire, non importa chi purché produca, paura, rabbia, risposte spicciolate, reazioni scomposte, ovvio che l’isteria collettiva che fa il giochino dei massacratori si evita e il je suise un… pinco pallino, potente o qualunque, muta. Nessuno arretra e si piega alla paura, resta acritico e isolato zappatore del proprio sicuro orticello. Ogni je suis esce dal suo egoistico recinto, si unisce, congiuntamente ragiona, vanga e spezza la catena subdola del proselitismo invasato, isola i massi organizzati della guerriglia sfiancante, fende il reclutamento e il manipolamento di teste attraverso i social, estirpa i modelli distorti del terrore fanatico, le mine vaganti, gratta scava e denuda l’inquietudine esplosiva, affossa manovre e manovratori di violenza indiscriminata d’origine jihadista. Soprattutto comprende, chi sottobanco procura denari, mezzi, armi, ai fomentatori di odio per mattanze di esseri umani inermi.

 by dif

valeri

 insieme a tanti altri a cui va il mio pensiero

Cooperanti di chi?

greta_ramelli_vanessa_marzullo

Quando una vita umana è in pericolo è doveroso fare il possibile estremo per salvarla anche se ciò dovesse costare. Quindi non mi stupisco se per “liberare” due ragazze in pericolo lo stato, come si vocifera qua e la, ha sborsato,un riscatto plurimiliardario. Mi stupisco che si neghi, si dica che non è vero per tacitare l’opinione pubblica o si ricorra a formulette ipocrite tipo “solo illazioni” per chiudere la bocca a chi è contrario al pagamento di riscatti che vanno a foraggiare gruppi o individui violenti e malavitosi. Non so se i milioni di euro sono 12 o meno o più. Di certo so che nessuno o quasi riesce a credere a quel “sul riscatto notizie infondate “ siano una verità anche se le parole sono uscite dalla bocca di un ministro nella sua informativa all’aula il 15 gennaio scorso. Mi sembrerebbe un controsenso paradossale il video diffuso il 31 dicembre. Ma se la manfrina del riscatto mi procura un prurito fastidioso al naso, che preferirei non avere in questi tempi difficili e faticosi, non è niente in paragone a quello che mi procura l’odore sgradevole che sprigiona questa storia a cominciare dal termine cooperanti. Cooperanti di chi? Se guardo la foto diffusa subito dopo la notizia del “sequestro” vedo due ragazze sorridenti avvolte in una bandiera, forse siriana, non certo italiana quindi mi è lecito pensare di un popolo. Cooperanti per chi? Per amor patriottico di una causa, di un gruppo, di un ideale, simpatia di una cultura, solidarietà umana generica? Mah! Personalmente non ho mai, dico mai visto volontari umanitari avvolgersi in una bandiera neanche con quella del proprio paese ne prima ne durante ne dopo la loro missione. Forse allora cooperanti del fai da te senza un preciso ma ipotetico perché? Considerata l’età probabile e considerando il modo ancor più probabile. Quindi solo una storia di due ragazze entusiaste e sprovvedute, autodefinitesi cooperanti, finite in una trappola che per loro fortuna ha un lieto fine e nostra scarogna un sacco di polemiche giustificate dal dubbio sul quanto è uscito dalle casse dell’erario? Vai a saperlo! Se riguardo le due ragazze di nero vestite nel video di trattativa per il loro rilascio, l’impressione che ricevo è anomala, non leggo nei loro occhi il terrore, la paura e neppure colgo i segni di una lunga forzata prigionia. In quel Supplichiamo il nostro governo di riportarci a casa” mi spiace ma non riesco a percepire una angoscia che mi impietosisce, ma una calma asettica che mi lascia indifferente come un bollettino meteorologico. Chissà perché mi sembrano due attori di circostanza, più personaggi estranei che protagonisti della vicenda che ha tenuto tanti in apprensione. Non voglio lasciarmi prendere dalla malizia ma c’è qualcosa che a differenza di altri video ultimatum non mi convince di un pericolo di vita reale. In ultimo c’è una specie di filo invisibile su cui scorre questa vicenda dal principio alla fine che non è teso e riconoscibile, s’involge e si garbuglia come un tentacolo veicolante di un condotto contorto. Può darsi che Greta e Vanessa sono due giovani ragazze cooperanti, tradite e mercanteggiate per denaro da gruppi non ben identificati, terroristi, delinquenti o chissà che, un tantino spericolate per eccesso di zelo altruista. Il più, almeno per me, è avere la certezza di chi, per chi, in che modo volevano cooperare. Al momento la certezza assoluta vacilla assai. Non è escluso che: ciò che è sarà ciò che non era.

In conclusione, ammesso e non concesso che i denari pubblici utilizzati per salvare una vita sono sempre ben spesi è lecito se un pensiero dubbioso fa inviperire molti. Ancor più lecito pensando che le vite di padre Paolo Dall’Oglio e Giovanni Lo Porto, sequestrati in Siria e in Pakistan il 29 luglio 2013 e il 19 gennaio 2012, sono nelle mani di clan non proprio disinteressati ai quattrini. Non vorrei un malaugurato giorno, a giustificazione di un esito al contrario, sentire un ministro affermare “Ho letto ricostruzioni, a proposito del riscatto, prive di reale fondamento e veicolate da gruppi terroristici. Siamo contrari a ogni tipo di riscatto”.Mi verrebbe spontaneo un forse contrari solo per i volontari umanitari che non si ammantano di bandiere partitiche ma di spirito fraterno neutrale. Da madre italiana sono comunque lieta della loro loro “liberazione”. Ma se Greta e Vanessa vogliono fare le volontarie suggerisco a entrambe di farlo con meno kit fai da te e maggiore prudenza.

Buona settimana a chi passa.

By Dif

..prossime le previsioni annuali sibilline segno per segno…