Quanti morti ci vogliono

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Ci risiamo. Ma quanti morti ci vogliono per farli svegliare? Parole, supposizioni, analisi, proclami a bizzeffe. Fatti concreti? Zero assoluto! Questi vecchi ostinati individualisti, sterili di idee e di contenuti compartecipi, ripiegati come fogli scoloriti sul proprio tornaconto, imbottiti di centralismo finanziario e assurde attenzioni a dettagli furbeschi inutili alla società, se non si danno una svegliata tempestiva, sono un pericolo fatale al nostro futuro. Se continuano con la solita zolfa del dire tanto e concludere poco o niente, se rimangono chiusi ermeticamente nei propri armadi di convinzioni antiquate e anche molto, molto egemoniche, cattedratiche e escludenti non riusciranno a comprendere fino in fondo il perché i loro “ figli” ammazzino altri loro figli. Ne il perché si armano e si fanno esplodere con assoluta impassibilità rivelando una indifferenza allucinante del valore della vita propria e altrui. O il perché i “loro figli” finiscono nelle fauci di qualche imbonitore psicologico che da vicino o lontano li manipola al punto da farli diventare distruttori di nazioni, culture, valori liberali. Gli entra o no nella zucca che se non capiscono le cause scatenanti della insofferenza dei tanti “figli” aderenti a seminare panico e morte, a votarsi a morire e far morire, non sconfiggeranno neanche il moscerino che gli ballonzola sul naso. Che Terrore e terrorismo, islamista o pseudo tale prolificherà, e come gramigna ci ridurrà una globale erbacea poltiglia  se non scoprono chi e perché muove come burattini “alcuni figli”. L’hanno compreso gli stracotti burocrati dei maneggi-conteggi che se tutti insieme non si battono il petto con un mea culpa mea culpa per dare una virata di rotta, i mostriciattoli assassini che, ormai quasi a frequenza giornaliera escono dal ventre delle nostre deteriorate società, materializzeranno a tutti noi un lungo periodo di precariato quotidiano e, ben che vada sera e mattino ci comporteremo solo da fortunati sopravvissuti. L’hanno compreso che tutti gli stragisti violentatori della nostra libertà, delle nostre abitudini e delle nostre certezze democratiche pasciono beati nelle budella di una collettività monotona,ingrassano nella cretineria paladina del vuoto assoluto, sguazzano nel mare del disconoscimento di un modello di civiltà atrofizzato, espropriato di valori umani. L’hanno capito che questi figli detonanti su strade, piazze, aeroporti, stadi li hanno lasciati crogiolare nell’ozio della disoccupazione, li hanno massacrati con false speranze di annessione a una organizzazione sociale equa, li hanno parcheggiati in ghetti e quartieri privi di ogni diritto alla dignità, abbandonati a una sorte negletta, quanto mai nutrice di smarrimento e profondo allontanamento da valori etici comunitari. L’hanno compreso oppure, orrore dopo orrore, sangue dopo sangue, lacrime dopo lacrime, i capoccioni ottusati dal potere ci costringeranno ad assistere inerti allo sfacelo della sicurezza collettiva. Alla luce dei vecchi e nuovi accaduti terroristici e stando a quanto sparlottano,  razionalmente credo che ancora sono distanti. Quindi non mi accodo a sbracciare la mia impotente rabbia qui o là, preferisco pregare per le vittime e riflettere su un pensiero: “ la violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società”. Mi pare illuminante più dei loro ceri! Anzi, penso che tutti dovremmo rifletterci su. Non perché è pensiero di ideologia marxista  perché esprime in parole la realtà. Una inconfutabile tristissima realtà di violenza che sta terrorizzando il mondo. Quindi, stavolta non manifesto solidarietà con un addolorato Je suisse…A un sistema logoro e moribondo urge ben altro che un debole corale sdegno o quattro chiacchiere salottiere di conformista circostanza. Per arginare una deviazione di valori singoli e comunitari, smantellare occulti proselitismi, urge meditare sugli abbagli di salvaguardia del nulla. Urge scovare le falle e i difetti. Identificare modi e appeal con cui abusivi ideologi di futuro collettivo comprano nel presente teste e vite “di figli”, li eccitano alla follia devastante, istigano a immolare e immolarsi scioccando democrazie e inchiodando il quotidiano vivere globale. Insomma per tutelare la nostra sicurezza urge linfa nuova con idee e contenuti rivitalizzanti. Servono persone capaci di cogliere quei fermenti sotterranei di “figli” disgustati del se e degli altri, che non si perdono in ovvietà “partorendo” per abili malfattori del persuadere figli da reclutare per ribaltare libertà culturali, trasformare popoli  in un ammasso di sgomenti megalitici  becchini .

by dif

 megalitici

E dire che in un  post di febbraio 2011 scrissi  che dovevano svegliarsi.

Non lo fecero. Lo faranno?

Dovranno!!!

Marriage

 

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Dopo una sequela di mi mo ma, infinite cozzate di teste per opposte visioni su natura e contronatura; una marea di esegesi su bambini, uteri, affitti, diritti e rovesci adottivo-generativi, caterve linguistiche su connubi, coppie,equiparazioni,distinguo 1+1+1 o 2+1 o 2+0; creazione futuribili quadretti casalinghi mono-bi-policromi; stereofoniche disquisizioni di stroppiate e cangurate; finalmente il tanto atteso consentimento a nozze certe è arrivato. Al sospirato via del marriage day la madrina Cirinnà, cerimoniera dei pri pro quo sponsali, con un strabuzzo de sollievo, subito sul rosso scranno s’è sfriondata lasciando a trepidi damigelli l’onere de mette qualche fiore per profumà l’ambiente un po’ sudaticcio. Cosicchè, nell’imbrunire di un giovedì febbraiolo, con 173 conviviali fiduciari, 71 un tantino contrari, qualche sparuto ni, e un gruppetto chiusosi fuori, nell’aula formale, all’istante agghindata per l’autenticazione, l’attesa cerimonia unificante s’è consumata. Urrà, urrà, er paese intero ha cinguettato.! Se so di fatto sponsarizzati. Finalmente l’amore ha trionfato! Uh che baccano de gioia s’è scatenato. Tant’è che  di fronte a tanta amorevole attenzione, qualche lacrimuccia allo sposo novello è spuntata e sotto lo sguardo d’un non ben identificato se cooconsorte o coocompagnero il vestito della furbastra sposa s’è bagnato. Che emozione arcobalenata! Poco importa se nel contratto sponsorio ci manca qualche clausoletta alla reciproca fedeltà, e alla comproprietà di qualche children surrogato, tanto già di partenza il marriage era sbiecato e col tempo, si sa,  l’adottar troverà la via delle escamotage e tutti in coro vittoria, vittoria  canteranno.
In conclusione, nell’assistere al marriage day  m’è sembrato che agli occhi niente regge il paragone con l’amore. Chissà perché  il cuor infiammato sbaraglia la piazza sempre. Oh manco il diritto civile m’ha  insorto qualche ambigua visione del family amor.  Allo scoccar del pronunciatorio si m’è esultato invece il pensier che ognuno d’ora in poi  possa d’esso goder senza timor d’imboscate di pregiuincivilizzati.e solitari cuori spezzati. Non c’è che dir amici,  al fatto  strabiliante d’un patteggiato si,  una intensa eccitazione m’ha pervaso. Eppoi, non dico l’esultanza  al costatar che amalgamarsi sarà una formalità. Chi mai  più  inibirà chi se vorrà mercanteggiamente accoppiar e prolificar; scoppià e sfiglià? Rossi, verdi bianchi o blu  a tutti parrà una alleanza certificata..
Che giornata! Da scrivere a caratteri cubitali nel diario de la meglio cronistoria. Uhm, però, perorella  me rimane un lievissimo pungolino sulla penna: con il marriage day l’Italia è più forte e giusta o più marriagiamente polisinottica? Boooh!

cuo - Copia

 Week end coloratissimo a tutti

by dif

il je suis…? Non basta.

terrorismo

È comprensibile se il mondo è sotto choc, i leader mondiali sgomenti, i francesi sconvolti per il trucidamento a sangue freddo, di più di cento connazionali e ogni individuo normale porta in se quel minimo di inquietudine e turbamento orrido che per reazione tramuta in un: je suis Paris. Comprensibile si, bensì infruttuoso! Vi ricordate qualche mese fa? Vi sembra che il ” je suis Charlie Hebdo” evocato in ogni dove è servito? Se è risuccesso decuplicando i morti….!!! Evidentemente alla reazione emotiva serviva altro per trasformarsi in un efficace propellente demolitore di stragi selvagge. Serviva uscire subito dai propri recinti, unire le intellighenzie, i servizi segreti, i competenti di guerriglia e atti terroristici, i diplomatici, tutti gli uomini e le donne senza distinguo, senza i soliti paletti. Da venerdì 13 tutti i Charlie chiamano i leader, stazionati nei propri orticelli a studiare difese egoistiche, limitandosi a fare comunicati di condanna circostanziali, a uscire dalla propria ortaglia. Li chiamano uno a uno a radunarsi nel grande campo mondiale comunitario per sezionare le reazioni e le decisioni del passato onde evitare di ripetere i danni che han prodotto. Chiamano gli strateghi a autoanalizzare le risposte belligeranti precedenti per capire le voragini prodotte a medio e lungo termine e trovare alternative alla guerra armata. Chiamano al coordinamento politico-decisivo globale per correggere e schivare tutte le storture prodotte da conclusioni individualistiche soggettive. Li chiamano perché il terrore è l’arma letale del fanatismo ma la paura è la sua miccia. Quindi è necessario reagire, creare un fronte forte, una barricata mondiale di uomini e donne che non si lasciano paralizzare dal panico seminato dai terroristi. Quelli lo creano apposta. Ormai conoscono tutte le pecche, le contraddizioni, le divisioni ideologiche e territoriali. Quelli che manovrano le capocce indottrinate fanaticamente prima hanno studiato e hanno imparato, convivendoci per anni, come dividere, far discutere, scomporre, intimidire per far approdare a niente. Soprattutto hanno compreso la limitatezza deliberativa comune delle super potenze per quisquilie egocentriche e l’incapacità determinante di sottopotenze, la balbuzie politica di alcuni leader, la cecità di altri, l’ambiguità di altri ancora. I satanassi ideatori e seminatori di panico e terrore conoscono a fondo i vizi dei governi e dei governanti da poterli vendere a tutti quei cercatori di sangue, di eccitamento violento spietato e gelido. 132 morti e più di 300 feriti sono una bazzecola se non si fa qualcosa di diverso dalla rituale chiacchiera e non si smette di liquidarli con i soliti slogan di esseri infami, incivili, e..e..ecc! I divulgatori di morte hanno ormai campi vasti di erbe malefiche cresciute a dismisura per sottovalutazione, pigrizia di status quo e, purtroppo anche di doppiezza, per cui urge una vera emergenza autocritica senza se e senza ma, di tutti quelli che veramente vogliono evitare una catastrofe mondiale, per rasarle. Quanto accaduto venerdì costringe tutti a azzerare le dissertazioni del passato. Un fenomeno complicato e viscido obbliga a una consapevolezza: che il je suise…diventi proficuo. Se c’è coscienza collettiva a ogni livello che il credo pianificato e inculcato è colpire, colpire, non importa chi purché produca, paura, rabbia, risposte spicciolate, reazioni scomposte, ovvio che l’isteria collettiva che fa il giochino dei massacratori si evita e il je suise un… pinco pallino, potente o qualunque, muta. Nessuno arretra e si piega alla paura, resta acritico e isolato zappatore del proprio sicuro orticello. Ogni je suis esce dal suo egoistico recinto, si unisce, congiuntamente ragiona, vanga e spezza la catena subdola del proselitismo invasato, isola i massi organizzati della guerriglia sfiancante, fende il reclutamento e il manipolamento di teste attraverso i social, estirpa i modelli distorti del terrore fanatico, le mine vaganti, gratta scava e denuda l’inquietudine esplosiva, affossa manovre e manovratori di violenza indiscriminata d’origine jihadista. Soprattutto comprende, chi sottobanco procura denari, mezzi, armi, ai fomentatori di odio per mattanze di esseri umani inermi.

 by dif

valeri

 insieme a tanti altri a cui va il mio pensiero

Un po’ d’ironia

Qui, oggi è una magnifica giornata di sole. Per godermelo ho fatto una lunga passeggiata in campagna. Come farne a meno. Non capita spesso, in questa grigia pianura, avere in autunno giornate così invitanti, da andarsene a zonzo in maniche corte. Mentre girovagavo come una bimbetta sotto i raggi del sole ho potuto pure godermi l’arrivo di tante  specie  di uccelli. Esemplari rari che approdano in questa terra per  svernare  o nidificare nell’Oasi Celestina. Credetemi è stata una vera goduria camminare e poter respirare un’aria profumata di aratura. Era così deliziosa che mi sembrava  sentir quella di cioccolato!  Mi ha messo addosso tanta allegria che m’ha fatto voglia di un po’ d’ironia e…per  far sorridere un po’ chi passa nel blog ecco qua 4 vignette se non d’ironica attualità almeno di allegra opinione dovuta a un…colpo di sole…

papafrancesco modified

salvini-berlusconi

alfano meloni

RENZI- grillo

 

Un salutone e buon week hend

by dif

 

 

 

 

Tutti all’assalto!

 

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Viste dal di fuori, le vicende romane di bugie e scontrini sembrano un gigantesco gossip denigratorio montato ad arte dai buffoni cortigiani di un sistema politico accaparratorio spregiudicato e anche vile. Il corale vocalizzo di “vattene sindaco”, che dai media citrulla teste e orecchie, è quanto mai stonato tanto che echeggia più come un modo abbietto di tagliare una testa, forse un tantino ingenua ma di sicuro non allineata, a scopi partititici e vendicativi che quello di salvare una città da una massa di teste predatici. È palese alla logica che le dimissioni forzate di un sindaco, subito e mai accettato dai “ suoi” poteri, non sono e non saranno la panacea per guarire i mali romani. Per far sparire tutti quegli intrighi malversi che involgono Roma e che l’hanno ridotta la foresta malata zimbello dei media internazionali,ci vuole una medicina estirpatrice delle radici disoneste e ingannatrici che anno dopo anno sono cresciute e selvaggiamente ramificate negli strati “più bassi del suo ventre” a scopo ingrassatorio personale o lobbistico. Una amarissima efficace medicina che richiede prima coraggio per ingoiarla poi ferrea risolutezza a espellerla tutta traversando le “emorroidi” che l’assediano nei suoi orifizi più oscuri insieme a quei tenaci polipi occlusivi delle vie spurgative, stitici a qualunque scarica evacuatrice liberatoria di un sistema politico volutamente reso atrofico. Far “cadere “ la testa di Marino a tutti i costi per quisquilie, anche se eticamente deprecabili, per lasciare in piedi i veri sostanziali problemi della capitale, tipo quelli mafiosi, collusi o…o…o…, è ben più ignobile. Oltreché essere la maniera più comoda per gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica per accaparrarsela è il modo di andare all’assalto del Campidoglio senza dover modificare una virgola del sistema partitorio e spartitorio. Gli aspiranti conquistatori, a meno di un commissariamento che tolga il potere al popolo di eleggere chi gli pare come è già successo per altro palazzo con uno stai sereno che madama la marchesa non sposa le figlie senza avvertire i pretendenti, intoneranno tanti coretti in cui, come quelli nel passato più o meno recente, cinguetteranno di essere i veri ramazzatori del letame ostruttivo del ventre romano. Anzi già si sentono in giro,in cui con note acute stornellano di essere i veri o unici ripulitori morali e pure stoici operatori ecologici dell’immondezzaio che ha reso “la grande bellezza” una enorme schifezza. Tutti rassicurano di essere detentori di qualità dirigenziali irreprensibili e risolutive, di poter operare tagli chirurghi all’obeso sistema cittadino per liberarlo da malfatti e malfattori omettendo che un chirurgo c’era già.. Tutti affermano di essere gli unici conquistatori interessati solo al bene comune e non al proprio tornaconto. Tutti tacciono i veri motivi di questa enorme intrusiva truppa di assaltatori al Municipio di una città resa grande dalla storia piccola piccola da puffate! Marino non sarà un sindaco santo ma farlo passare per sindaco diavolo è veramente indegno. Credo che l’anno giubilare della misericordia non basterà a candeggiare le teste dei soliti diabolici manovratori politicanti. Il dopo Marino, se confermerà le dimissioni, al suo posto non lo farei, resterà con nome diverso come il prima.

                                                                           by dif

FLAVIA E ROBERTA

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” 2 RAGAZZE, 2 AMICHE, 2 PUGLIESI, 2 ITALIANE, UNA STORICA IMPRESA. Flavia e Roberta ci hanno fatto vivere un sogno, regalato una emozione agonistica unica e forse irripetibile. Chi mai avrebbe pensato che fossero le due amiche pugliesi a disputarsi il grande slam? Credo nessunissimo. Al massimo qualche tifoso dell’una o dell’altra ci sperava di veder la sua prediletta in finale! Invece A Flushing Medows, una di fronte all’altra, come un tempo lontanissimo c’erano loro, proprio loro, Flavia Pennetta e Roberta Vinci. Allora, a nove anni, si guardarono negli occhi con la determinazione dell’atleta agli esordi che non vuol perdere e la consapevolezza che vittoria e sconfitta erano le lunghe strade da percorrere. Oggi, trentenni, si guardavano negli occhi con la stessa se non ancor più determinazione dello sportivo che non ci sta a perdere e la consapevolezza che le lunghe vie percorse le aveva portate sul tetto del mondo, ma anche l’emozione delle amiche vere con la percezione che la vittoria coronava la propria carriera a danno dell’altra. Come nelle favole più belle, poco importa chi delle 2 nella finale degli US OPEN a New York si è presa la corona da regina e chi è rimasta principessa. ENTRAMBE NEL DIARIO DELLA VITA POSSONO SCRIVERE BRAVE, BRAVISSIME. Per arrivare lì hanno faticato, sudato, lottato all’incredibile per superare mostri sacri del tennis, come Serena Williams, la numero uno del mondo, battuta da Roberta.Grazie ragazze dell’assolato sud. Grazie infinite . Una volta tanto l’Italia è finita in prima pagina, su tutti i notiziari e i media del mondo, per un fatto bellissimo, e non di fattacci. Grazie ancora, il vostro macth, imprevedibile e indiagnosticabile dai bookmacher, ha regalato a noi e al mondo l’ immagine di un Italia che sa stupire, essere protagonista, battersi con dignità, coraggio e capacità. La vostra impresa come ha detto il Presidente del Coni,G. Malagò, È una di quelle cose che fino a quando non le tocchi con mano sono un sogno”. Siamo fieri e orgogliosi di voi ragazze, non solo per il sogno trasformato in realtà, perché sappiamo che di Roberta e Flavia l’Italia ne ha tante, anche se non fanno notizia. Il derby BrindisiTaranto o Flavia-Roberta, all’Arthur Ashe Stadium di Flashing Medows nel Queens, sabato 12 settembre rimarrà nellamemoria di tanti, non solo Italiani, perché BRAVE LO ERAVATE MA ORA SIETE MITICHE!

bydif

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Lettera di un soldato

 

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Oggi ricorre il centenario – 1915-2015 – dell’entrata in guerra dell’Italia. Per quante parole  potrei trovare, per descrivere gli orrori, il biasimo e le sofferenze umane che portò con se quella guerra, nessuna suonerebbe veritiera, tutte assomiglierebbero a un assemblaggio retorico, un po’ perché non l’ho vissuta sulla mia pelle, un po’ per il tempo che nel suo trascorrere inesorabile inghiotte anche i ricordi più scolpiti tramandati da chi c’era. Inoltre, mai potrei con le parole mie dare il senso giusto alle emozioni e ai travagli intimi di quei uomini -soldati di trincea, più o meno coraggiosi e più o meno arditi e consapevoli del perché erano lì ma comunque combattevano fino all’estremo limite. Credo, anzi sono certa che la sottostante lettera, allora censurata e riportata come fu vergata dallo sconosciuto soldato, non solo onorerà la memoria di chi mai rivide il sole nascere da quelle trincee della 1 guerra mondiale, ma illuminerà menti e cuori a vedere ognuno di quei ragazzi, uomini, alpini combattenti oltre ogni oratoria prolissa celebrativa.

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lettera di soldato dal cognome ignoto del 10 gennaio 1916 da Zona di Guerra a Sassuolo di Modena. Censurata.

Stimatissimo signore

Mi affretto a scriverci questa mia la quale gli darrò spiegazione della mia vita. Ora senta la civiltà della nostra bella Italia gli dirò che noi stiamo trattati come cani, ed in servizio siamo in tutte lore. Quando ripenzo mi si speza il quore, trovandomi nei pianti e nei dolori, gli dirò che fra gli morti, cioè i nostri frattelli, passeggiamo come passeggiare sopra gli sassi in un fiume, questa è la civiltà della nostra Italia. Gli dirò che qua siamo in mezzo nei disagi ed alle passioni ripensando alle famiglie nostre care. Qua riposiamo come le belve alla foresta e del mangiare sidanno poco e niente, qua si troviamo privi di ogni sorte e sofrire siamo noi già stanchi. Dunque mio buon signore, ora gli debbo tralaziare di farmi la mia pace desisederata perché mi chiamo e ecco in servizio bisogna ritornare. Qui ammalati non ne conoscono per niente, ammalati è come sani, sempre in servisio, siamo sensa mai avere una piccola oretta di libertà qua tutto e nero e sangue che se lui vedesse la nostra vita come e trattata, non la può giudicare altro chi non la provata. Dover pensare alle famiglie cari che si sta bene, bisogna piangere come i bambini alla sua madre, penzare che qua cia laziato la pelle tanti padri di famiglia lasiando le sue molie e figlie nel dolore, lasio giudire a lui che cosa daranno mancando chigli mantiene il pane. Ora gli dirò che io mi trovo al fronte di cordilana, dove a macello della carne Umana. Quante  famiglie fra i dolori e pianti, Morto che gli sarà il suo caro guerreggiante povere spose e figli tutti quanti. Noi stiamo giornalmente tribulanti, li chi perderà il marito e gli amanti, brutte giornate noi stiamo qui passando, Nel mezzo amaro pianto e le passioni con tanto furore e poi tribolazione. Solo di me spiegato una piccola passione che soltanto e simile di questa vita infame. Firmandomi rispettoso. Saluti ed addio perché di qui non si salva baciandomi tutti i miei cari.

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mai dimenticare che la strada della libertà va percorsa ogni giorno con gli occhi aperti  impedisce, forse, simili orrori

Bydif

 le foto le ho scaricate dal web

Di figuracce ne ho piene le tasche.

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Da qualche parte ho letto che il consiglio di sicurezza dell’ONU, riunitosi per discutere su come intervenire per impedire l’avanzata dell’ISIS in Libia, dopo aver deciso che al momento l’intervento politico è preferibile a quello militare, ha invitato il rappresentante italiano, l‘ambasciatore S. Cardi, a dire quale ruolo l’Italia avrebbe assunto nella delicata e intrigatissima trattativa. Non so se è vero. Ma se lo è, è una roba da non credere. Sapete cosa gli è saltato nel falloppio cervellotico di dire: “L’Italia è pronta ad un ruolo guida nella missione in Libia”. Se non fosse una roba serissima riderei a crepapelle. Siccome lo è, più di quanto vorrei, perché sento il busso alla porta dell’ISIS, mi son chiesta: ma dove credeva di stare l’ ambasciatore per proporre ‘na roba del genere, su scherzi a parte o su ‘na nuvoletta marziana? Non sa che l’Italia son tre anni che si fa prendere per i fondelli dall’India nella trattativa dei nostri marò. Che da 4 e oltre tratta e ritratta in EU non è arrivata a una conclusione equa ma è diventata ostaggio di velati diktat che ci hanno ridotto un mucchio di precari sbarca lunario sopravvissuti per un minimo di dignità personale. E se non è riuscita a cavare un ragno da un buco in queste, diciamo quisquilie, come può l’Italia essere pronta a guidare una diplomatic mission almost impossible per la miriade di attori che vi satellinano, i numerosi interessi che vi ruotano, le fasulle motivazioni ideologiche che l’animano? Dica come ambasciatore perché, se ancora non lo sa, l’Italia al momento non è pronta nemmeno a gestire decorosamente un gruppetto di imbecilli, maleducati ragazzotti d’oltre frontiera armati di bottiglie di birra, qualche eccitante pastiglietta, un po’ di palloncini e un sacchetto di fumogeni colorati. Figurarsi se è pronta per una masnada di feroci sanguinari tagliagole. Non è pessimismo, è la realtà dei fatti. Se ha saputo ho visto, è bastata una manciata di ragazzotti a mandare in tilt la gestione della sicurezza della capitale d’Italia. Vero ubriachi fraccichi ma pur sempre ragazzotti che solo pisciando, vomitando, lanciando insulti e bottiglie vuote, hanno devastato la piazza più bella e famosa al mondo, ci han fatto fare una mondiale figura di m…a, ops di pori tapini disorganizzati, e pure cretini, se qualcuno dei loro capoccia si è permesso di dire che le 48 ore di panico e casino erano colpa nostra. Lei non so, io, neppure oso formulare un pensiero di quel che sarebbe successo se a scorrazzare per Roma invece di 500 hooligans olandesi, farciti solo d’inciviltà, c’erano 500 musi incappucciati, con bandiere nere, farciti di coltelli, bombe e kalashnikov. Minimo, minimo una carneficina. Mi creda, meglio affidarla a qualcun altro se esiste! Il pericolo che si corre è orribile. Non si può rischiare. Mi rincresce dire ciò, perché l’Italia ha tanti uomini e donne di valore, dai cervelli sopraffini, in grado di comprendere, argomentare, unire, debellare un mostro di barbarie, se non al 100% pacificamente almeno all’80%. È anche probabile che abbia proposto l’Italia proprio contando sulla nomina di uno di loro. Il fatto è che di solito chi ha il merito e la capacità o non fa parte dei “circoli” giusti o per i vizietti clientelari all’italiana è declassato o per qualche malato di protagonismo viene escluso. Siccome la posta in gioco è altissima, a malincuore, ribadisco che stando ai fatti l’Italia non è pronta per un compito del genere. Anzi, l’Italia sarebbe prontissima se chi “pesca” nel mucchio pescasse….ma siccome……e di #figuracce ne ho piene le tasche# per me non lo è. Da gregaria? Forse.

Bydif

isis

 le foto le ho scaricate dal weeb

Non c’è tregua

-boia-

Se fai un giretto nelle cronache del mondo resti senza parole. Ovunque l’umanità è braccata da orchi, orchesse, diavoli e diavolerie. In varie forme e modi spuntano ovunque e ovunque agiscono senza freni. Ovunque la loro furia devastante imperversa e ovunque colpisce senza pietà. Questi immondi esseri, con la loro brama spudorata di efferatezza malvagia, impazzano e sfuggono a qualunque logica e criterio razionale. Ovunque domina un malessere occulto, sia un singolo o una collettività orchi, orchesse, diavoli e diavolerie sono li, pronti a insinuare, suggerire, ossessionare, appestare per far scattare reazioni comportamentali abnormi in cui non ci sono più confini all’agire iniquo, anzi lo trasformano in valide motivazioni, in opportunità liberatorie, in diritto prioritario dell’ego. Sono esseri, perversi e crudeli, dei gelidi furbi che per agire indisturbati sottilmente corrodono le resistenze, capovolgono la realtà, si camuffano in suadenti erogatori del giusto e intrappolano nella morsa psichica del crimine infernale. A tutti i costi vogliono abbattere i confini intrinseci fra bene e male per sovvertire le regole e impossessarsi del potere temporale di menti, cuori, azioni. Hanno raggiunto un grado di insopportabile spudoratezza che nessuno può sentirsi immuni dai loro spietati e subdoli modi. Sono talmente assetati di sangue, potere denaro che pur d’ ingozzarsi, senza un minimo tentennio, riescono a mutare chiunque in proprio simile: in un mostro repellente. In men che non si pensi si impossessano della mente e dell’anima, alterano emozioni e reazioni, trasformano un innocuo vecchietto in killer, madri e padri impeccabili in carnefici, giovani pacifisti in sicari, innocenti bambini in spietati vendicatori,, intere generazioni in boia. Ogni giorno con i loro misfatti conquistano le cronache e primeggiano indisturbati. In varie forme e modi, emergono dalle spelonche degli antri più bui dell’essenza umana, conquistano, inquinano sovvertono, generano caos, smantellano certezze, persuadono all’abominio. Tutta l’umanità è pressata dalle loro mostruosità e tutta l’umanità è diventata preda per i loro turpi scopi. Non c’è tregua per il bene. Perché? Perché il tempo stringe. Il conflitto tra energie agli antipodi è incessante, la lotta è senza sosta. Orchi, orchesse, diavoli e diavolerie incalzano. Vogliono scardinare definitivamente l’ordine, dominare l’umanità, piegarla al loro scellerato volere di atti spregevoli che neanche le civiltà più barbare e primitive osavano. E noi? Stupidamente ci illudiamo che orchi, orchesse, diavoli e diavolerie sono spauracchi dell’immaginario collettivo dell’irreale, roba per creduloni che non si materializzano, non agiscono nel concreto, quindi non sono un pericolo incombente da contrastare con tutte le forze. Noi indifferenti leggiamo, ascoltiamo, inorridiamo e ce ne freghiamo se leader dal carisma malefico affascinano e robotizzano esseri fragili per scannare, stuprare, rapinare, martirizzare, vendere, schiavizzare. Loro avanzano e noi continuiamo se non a ignorare a sottovalutare. L’ immobilismo di conservazione di certo non stana gli immondi ne li tramuta in virtuosi.

bydif

Giornata contro la violenza sulle donne

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Non mi piacciono le giornate a dedica. Non risolvono i problemi che stanno alla radice, scaricano solo la coscienza di quanti dovrebbero e potrebbero se non impedire almeno correggere scempi, discriminazioni, ingiustizie, aberrazioni sociali, economiche, culturali in più rimandano al mittente la grana, qualsiasi sia la questione che tratta.Sebbene i numeri di donne morte ammazzate siano impressionanti, da vera emergenza comportamentale deviata di partner, conviventi e apparentati, tutte le manifestazioni contro questi, quasi giornalieri, massacri mi suonano un po’ insulse, prive di genuinità verso i drammi delle vittime. In certi casi come veri e propri business, in altri da revival folcloristici di bandiera ideologica,in altre ancora ravviso un fondo di devastante ipocrisia della società in relazione ai rapporti che nell’ambito di essa stabilisce con la figura femminile tant’è che raramente le concede di competere liberamente in ruoli paritari, la relega in diritti di genere, tipo quote rosa … grrr….Ancor più assurda mi suona questa giornata di ribellione verso la violenza scaricata in maggioranza dall’uomo sulla donna se penso che è dovuta a una sommatoria dei suoi contorti malesseri, per lo più alimentati da una antiquata travisata potestà con diritto di vita e morte, come se la donna fosse un suo esclusivo oggetto di uso, consumo e abuso e non un essere umano di sua pari dignità. Non nego che il silenzio, l’indifferenza, l’assuefazione rassegnata di questi aberranti crimini sarebbero peggio, dico solo che un così complesso e grave trucidio non si evita e non si risolve con simboli, slogan, flash mob, seminari, concerti, libri, moltiplicando una ribalta di celebrazioni maggiormente coinvolgenti donne, quindi le probabili vittime, avrebbe bisogno di ben altro. Quindi…starò alla larga  e anche se adoro le scarpe rosse  oggi non l’indosserò, non mi va di confondere un mio sfizio di donna con un simbolo diventato il feticcio di una giornata inutile.  Se così non fosse, da anni gravi dilemmi come la fame, l’abuso e lo sfruttamento dei minori nel mondo, tra giornate, discussioni, forum, comitati, onlus, pubblicazioni, sensibilizzazioni, richieste di aiuti e chi ne ha più ne metta, invece che essere in crescita sarebbero scomparsi o quantomeno rappresenterebbero dati sporadici di mala governance territoriale. Di certo c’è che nessuna giornata celebrativa, per quanto concettualmente giusta nella sua istituzione, elimina sopraffazioni morali, psicologiche e fisiche, modifica atteggiamenti e pensieri malati, soprattutto educa al diritto umano all’incolumità, alla solidarietà, alla legalità, alla non violenza, sradica secolari diseguaglianze. O no?

 giornata proficua a tutti

bydif