CONTATTI

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Ieri, mentre sfrecciavo con la mia geppa sull’autostrada accaldata dalla tensione e dai primi raggi caldi di questa capricciosa primavera, mi è venuto spontaneo notare che a destra e sinistra, rombando come un fiume in piena, mi passavano accanto volti dei quali a malapena intravedevo la sagoma. Tornata a casa stanca, dopo una bella doccia, una passata di essenza di sandalo sulla pelle per inondarmi di fragranza rilassante,  indossata la  lunga veste di seta bluette, raccolti i capelli con un nastro color oro, a piedi nudi,  per agevolare l’apertura dei canalini di scarico,  sono scesa giù e mi sono acchiocciolata sul mio comodo divano per l’ora di meditazione quotidiana  ” sgombra negatività”. La faccio tutte le sere, mi serve a svuotare la mente dai pensieri inutili, l’aggressività  accumulata nei momenti topici della giornata, analizzare  razionalmente i risultati e soprattutto garantirmi una notte di beati sogni. Infatti, quando per qualche motivo estraneo al volere non riesco a farla, il sonno è tempestoso, ho degli incubi orrendi, le immagini della giornata mi diventano mostri che cercano di ingoiarmi o trasportarmi in antri bui, freddi, zeppi d’insetti che vengono a passeggiare sul mio corpo, una vera schifignezza, il solo pensarci …brrr….. Sulle prime tutto sembrava funzionare al solito, la fragranza del sandalo arrivava alle mie narici, piano, piano inspirandola allentava la tensione al plesso solare, punto cruciale per me, vi accumulo i malumori ansiogeni della giornata, i pensieri si scavallavano dalla mente, come nuvolette sfumavano svuotandola. Sentivo salire dai piedi una sensazione di benefica estensione muscolare che stirava le rughette del viso, ridava luce all’occhio affumicato dal nervosismo, apriva il sorriso e pompava il mio sangue con un ritmo sincronizzato sulla dolce melodia gradita al cuore. In sostanza mi sembrava che il solito irradiamento d’energia positiva invadeva il mio essere predisponendolo al ristoro essenziale ad affrontare la notte con tranquillità in modo che sonno e sogni abbracciati avrebbero corso nell’etere magico senza quegli intoppi, “attira” visioni mostruose.  Diversamente, dopo un po’ nella mia mente scorrevano sagome confuse, nelle orecchie rimbombavano i ronzii dei suoni caotici dei motori, il mio corpo sussultava e vibrava scomposto dalla pressione di avvallamenti e cunette, negli occhi appariva e scompariva la lunga striscia nera dell’asfalto.  Ho cercato di estraniarmi e di concentrarmi su un punto bianco della parete per eliminare il disordine che m’impediva di sgombrare la mente e rilassarmi. Niente da fare.  Nonostante i miei sforzi, anche ricorrendo alla saggezza popolare di “chiodo, scaccia chiodo” invece che affievolirsi l’insieme di suoni e immagini, accumulati nel percorso autostradale, continuava a saltellare e come spiritello importuno rimbalzava incessante dal pavimento alla parete e viceversa.

Afferrato che non sarei riuscita nel mio intento di rimuovere il contenuto snervante di una lunga e movimentata giornata, mi sono chiesta il perché ero subissata da queste immagini e una strana sensazione aleggiava nell’aria pilotando la mia attenzione da un raccoglimento interiore a una riflessione cosciente. Nessuna risposta mi è sovvenuta, così ho abbandonato la mia aspirazione meditativa pro sonno beato e mi sono predisposta, senza riserve, ad accogliere l’intrusione percettiva. A  occhi  chiusi, respirando con cadenze lente e regolari, immobile ho lasciato che il frullio contorto che aleggiava sgorgasse libero e diventasse un messaggio rischiaratore delle mie perplessità.

All’inizio avvertivo solo un fastidio, poi, aspettando, la risposta è stata lampante.

Tutto quello scorrere di sagome informi fra rombi e luccichii metallici, apparentemente senza nessuna incidenza in realtà si era impresso con forza nel mio occhio e trasferito con il suo bagaglio nella memoria intuitiva senza una precisa volontà.  Semplicemente mentre mi sfrecciavano a destra e sinistra, mi ero posta il problema chi fossero tutti quegli esseri umani che non riuscivo a vedere, perché si trovavano in quel preciso momento li, quali pensieri li agitavano, che progetti, speranze macinavano, erano felici, oppressi, innamorati, delusi, in cerca di lavoro, in gita, in fuga, giovani, onesti, ladri, spacciatori, filosofi, soli o accompagnati ecc. Ponendomi tante domande involontariamente li avevo risucchiati nel mio inconscio immaginario, resi tangibili per poterne decifrarne l’aspetto, carpire l’umore, sofferenze, delusioni, sospiri, brame, rimuginii elucubrativi, oserei dire cercato con ogni mezzo di stabilire un contatto telepatico per meglio individuare sentimenti e azioni che li accomunasse con il mio snocciolare frettoloso su quel grigio asfalto.

Mi succede spesso, anzi comunemente, di lasciarmi trasportare dalla mia voglia di contatto umano e convertire un informe andirivieni in volti espressivi, in storie, in persone che hanno sentimenti profondi, affinità e bisogno di analogia. L’idea di lasciarle semplici sagome sfumate dalla velocità è qualcosa che mi sconcerta e mi trasmette sensazioni di rifiuto del mio essere a rimanere indifferente, mi spinge a interagire con il circostante e il prossimo in modo attivo.  In genere aborrisco la fuggevolezza, mi appare uno sminuire il valore degli esseri umani ridurli zombi viaggianti, un modo sbrigativo per eliminare i richiami empatici di conoscenza reciproca che varcano le porte dell’ordinario per entrare in quegli spazi metafisici di globale comunanza. Mi è chiaro che posso sembrare assurda, assai bislacca e rasentare la follia allucinata, tuttavia è insito in me questo modo di compenetrare poiché fin da bambina mi piaceva stare in mezzo alla folla per scrutarla, cogliere le sfumature celate dietro l’apparenza ostentata in pubblico.

Per farla breve ho compreso che erano troppi i visi che avevo cercato di intercettare mnemonicamente e troppe le cose negative che avevo captato in quella fiumana sfrecciante sotto un caldo sole primaverile, non potevo smaltirli in un’oretta di meditazione, in più li avevo assimilati così profondamente da penetrate nei miei sensi più di quanto avessi potuto fare standoci in contatto diretto, scambiando con loro una frase di convenienza o un sorriso veloce. Alcuni visi pur essendo anonimi dal punto di vista di nome o residenza nella proiezione immaginifica mi erano apparsi familiari, certuni più di quelli di amici o parenti, quasi come se ci avessi vissuto condividendo esperienze, giorni belli e grigi, desideri sentimenti per cui non avevo incrociato sfumature viaggianti su un lucido nastro d’asfalto ma energie pure.  

 

La prossima volta che mi troverò sola sull’autostrada tuttavia eviterò di mettere in moto la mia fantasia, lascerò che quelle sagome scorrano informi senza pormi domande, tanto le risposte sono supposizioni e non certezze concrete, appagano l’innato bisogno di contatto spirituale con i miei simili qualunque sia la loro condizione ma disturbano l’oretta serale di meditazione “sgombra negatività” che mi permette sonni beati tra le braccia di morfeo.

 

Al momento ho esorcizzato il tutto con queste parole:

 

Scorre la vita

Sul  nero asfalto

Ammorbidito

Da incandescenti

Raggi  solari

Solchi profondi

Balenii gommosi

Chiazze  indefinite

Adombrano

Il lucido nastro

Spezzano il filo

Blocchi enormi

Rotolano grignando

Bolle  colorate

Sfrecciano lampando

Movimenti balzellano

Fiumi  scoppiettanti

Nebbie

 Piogge

 Arsure

Scandiscono tempi

Ribaltano visuali

Accorciano vite

Cartocciano figure

Funesti giostrai

Allentano

 Stringono

Lasciano

 Prendono

Anime sensibili

 Piccanti desideri

Cieli metafisici

Specchi aperti

Rullii

  Riflessi

Sarabande

Volti sfumati

Occhi assonnati

Gambe grevi

Mani nervose

Lembi di terra nera

Serpeggi coseni

Mete caduche

Note stridenti

Girandole  fallaci

Frenesie

 Ebbrezze

Marce massacranti

Contatti della vita

Fugaci

Rotti da bagliore

 Fragore

Lamiere  luccicanti

Incoscienze torte

 Ossessive carambole

Contatti

 Sfiorati

In velocità smodate 

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la foto in alto è del principe ge-gè
CONTATTIultima modifica: 2010-04-24T00:02:00+02:00da difda4
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66 pensieri su “CONTATTI

  1. Eh brava la nostra giardiniera..si si col bel tempo chissà perché viene voglia di trovarsi col giardino fiorito….anche il prato del cuore dobbiamo coltivare, però….difetta cara … un bacio grande grande

  2. Tutto corre e va… mentre la mente ogni tanto si ferma ed incomincia ad analizzare…ma noi non sempre riusciamo a seguirla…

    Un saluto e buon fine settimana!

  3. Carisssima Dif, grazie del commento, Sì, hai ragione, ho proprio lei nel cuore e nella mente.
    Non conoscevo ancora il tuo blog e ora che l’ho visitato ho avuto la piacevolissima sorpresa di incontrare una poetessa forte e appassionata.
    Ciao, buon PRIMO MAGGIO e buon fine settimana.

  4. ciao panterino….ieccome qua….ho avuto na’ iurnata de’ fatica……ho visto un post o sbaglio….è quello del ssuoletto?…..bacione

  5. Lylyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy
    oggi na giornataccia !!!!
    ti lascio un saluto e ti auguro buon primo maggio.

    bacione
    kicca

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