SANTA BARBARA

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Ieri era Santa Barbara, la protettrice dei vigili del fuoco, dei minatori, geologi, della  nostra Marina. Militare, dei campanari. Oggi rarissimi, il suono delle  campane che  alla domenica ci sveglia bruscamente è registrato,  difficilmente è un maestro campanaro a diffondere il suono.

 Mi piace ricordarla. Nel folklore del mio paese è ancora una ricorrenza sentita e rispettata nel valore simbolico della  Martire cristiana, ma anche nel valore di riconoscenza e gratitudine verso il lavoro di soccorso che svolgono i vigili del fuoco.

Troppo spesso si dimentica che rischiano e muoiono per salvare  dalla  furia devastante  del fuoco acceso da piromani  persone, bestiame, boschi, case.

Legate  alla Santa si tramandano da generazioni  due espressioni:

 “ Pe’ Santia Barbra sta lu fuco e jardala”

Un modo di dire che si aggancia al lavoro agreste,  sancisce che le  faccende nei campi son terminate, l’inverno avanza, da ora si riposa e si  attende  che torni il tempo bello.

 “ Si vu scampà da fulminie e sajetta nu scurdà Barbra benedietta”

Espressione  più legata a un insegnamento, un monito ad agire giustamente per evitare ciò che  successe all’aguzzino della Santa il 4 dicembre del 306, quando la decapitò  senza ragione e subito dopo  punito dalla giustizia Divina,  morì colpito da un fulmine.

 

 A dir la verità, questo secondo detto mi ha suscitato qualche riflessione amara agganciata a certi avvenimenti recenti che hanno incendiato  pulpiti e tribunette, surriscaldato gli animi arroventando l’aria che si respira, già di per se soffocante, aizzato cori e coretti a cantare buttando benzina sul fuoco invece che evitare di  steccare.Mi hanno quasi rotto i timpani con le loro voci tonanti su Berlusconi che è la causa d’ogni sventura italiana, che gli italiani rinsaviti vogliono che si dimetta, (quali?) esca dalla scena politica, così i bravi lavanderini  finalmente smacchieranno il paese  e tutti vivranno felici…. Una serie di baggianate per toglierlo di torno, sgombrarlo, come ho letto da qualche parte, quasi mi fa pensare che sotto sotto l’interesse è diverso. Oh! Anche quelli che campano sulle sue spalle pubblicando libri e libretti e  girando qua e là  a straparlare  hanno l’onestà di ammettere: senza di lui come avrei fatto? Chi mi avrebbe fornito tanto materiale? Garantito introiti cospicui, colletto immacolato, scarpe lucide, capelli laccati,  avrei dovuto sgobbare,  indossare una lercia tuta, un paio di scarponi, avere le mani callose!!!

 Mi hanno seccato i modi melliflui, dico  e non ammetto, sono garantista ma indirizzo il  dibattito col principio opposto… alcuni mi sembrano bambini convinti che gettando tanti sassi  nello stagno prima o poi con  uno di quei sassi   centreranno il bersaglio agognato.

Non riesco più a digerire quello che circola in tv, su fc, o in certa stampa, il troppo storpia sempre,   la critica da obiettiva è divenuta ossessiva. Ieri sera poi, guardando anno zero, ho toccato il fondo della mia sopportazione, pur da fedelissima telespettatrice di Santoro e non di Vespa assistere al solito assalto alla diligenza è stato un travaglio così spossante da togliermi il desiderio di  ripeterlo al prossimo giovedì.

E che dire poi di tutto l’ esplosivo trans- tante da un canale all’altro in orari pomeridiani? Fulmini e saette si abbatteranno sulla mia testa se trovo inopportuno che certi argomenti vengono trattati in orari pomeridiani, quando i bambini girano per casa, con modi e toni contro ogni buon senso di informazione sociale e di contenuto educativo!! Ognuno ha diritto di scegliere come vivere la sua vita, se da donna, da uomo o mezzo e mezzo, ma nessuno ha  diritto di far passare normale un comportamento sessuale o di stile di vita per comune quando non lo è.

Il modo di fare informazione oggi, mi ricorda i tempi nei quali la lavatrice era poco diffusa, quando le donne si recavano a lavare i panni alla fonte pubblica,  mentre lavavano sciorinavano fatti e fattacci, ognuna li riportava a modo suo e alla fine quello che circolava  era una Santa Barbara di chiacchiere, una polveriera che in certi casi  provocava gravissimi danni a persone o  famiglie prese di mira ma siccome nessuno poteva risalire alla fonte ognuno dormiva tranquillo finché non gli toccava la stessa sorte.

Spero che la Santa mi perdoni lo sfogo che mi è esploso spontaneo.

Per fortuna che  gli italiani son tutta altra cosa, rispetto a quelli dipinti o  fatti circolare nel mondo mediatico, come ha ricordato il nostro Capo dello Stato ci sono migliaia di italiani che  agiscono concretamente sul territorio e anche fuori senza prima suonare la trombetta, italiani che ogni giorno con il loro volontariato suppliscono a tanta indifferenza verso i deboli, gli emarginati.

 

IL PALLONE

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BERY- LEMA

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Herni Julien Fèlix Rosseau detto il Doganiere :  I GIOCATORI DI PALLONE (1908) ” una rappresentazione contemporanea   che sembra esaltare i valori di gratuità e di gioco impliciti nel destino dell’uomo”

AMICI DI MARIA

Ieri sera tra urla, schiamazzi d’una platea straripante di fan arrivati da tutta Italia a sostenere i loro beniamini, compresa una mia vicina che s’è presa tre giorni di ferie per andare a fare un tifo sfegatato per Luca, si è conclusa l’8 edizione del programma Amici della De Filippi. Personalmente non sono un’accanita ma  seguo il programma dai tempi di Ambeta, la ballerina che il televoto non premiò a causa di certi ” sapientoni” insipidi che confusero la danza per un calorifero. A dir il vero anche ieri sera ho sentito affermare delle cose idiote, con assoluta mancanza di sensibilità umana, oltreché di rispetto e decenza se si dice ad un concorrente, in un momento per lui delicato, precisamente a Valerio: Hai una faccia antipatica, canti solo l’amore, non sei radiofonico e così via. Vero che in democrazia ognuno può esprimere l’opinione che vuole ma il buon gusto pone dei limiti. Certe bocche al mattino dovrebbero specchiarsi ben bene, forse riuscirebbero a vedere la loro pochezza e, forse imparerebbero a sparare critiche intelligenti, meglio ancora a cucirsele. Non ho televotato, non avevo preferenze, ognuno dei quattro ragazzi era lì per concludere un sogno, portare avanti una speranza, oggi molto importante considerando quanto tutti i giorni si legge e si sente su altri giovani che bruciano le loro vite ingurgitando ogni sorta di porcheria, si imbottiscono di sballo perchè non hanno un ideale preciso, vivono consumando la vita sull’onda dell’effimero, sugli errori di una società che non sa offrire  alternative. Questo programma per certi versi discutibile e può darsi taroccato nel televoto di sicuro ha il pregio di dare a qualche giovane un’opportunità per farsi conoscere, forgiandolo almeno in parte per districarsi in una realtà difficile, spietata e cinica. Ha vinto l’edizione stravincendo Alessandra, una ragazza brava e gioiosa, alla quale auguro, come agli altri, di realizzare tutti i sogni. La sua vittoria era nell’aria, si recepiva dal suo modo di starsene seduta a gambe incrociate con quel viso pienotto e sorridente, come  un piccolo ” buddha” in attesa di consacrazione. Si, un piccolo buddha ottimista, distensivo, rassicurante che attirava voti e simpatie. Mi ha richiamato alla mente certe espressioni di Berlusconi, i suoi continui appelli ad essere ottimisti, a pensare in grande, a non gufare il futuro con facce meste, ad attirarsi la buona sorte spendendo e spandendo senza tante fisime di recessione. La vittoria di Alessandra mi ha messo un tarlo nel cervello: magari Berlusconi L’azzecca! Un bel viso gaio, paciocco, nutrito e sereno infonde buon umore, suscita pensieri frivoli allontana quelli cupi. Da oggi voglio attenermi a questa filosofia, ho appiccicato sul frigo una enorme faccia tonda e sorridente, sicuramente nell’aprirlo non mi verrà più l’ansia se il contenuto è scarso!

L’ORTICARIA DEL MIO VICINO

Stamani un bel sole mi ha messo la carica, così preso un buon caffè ho deciso di potare il mio albicocco, l’unica pianta del mio quadratino di terra spuntata qualche anno fa per caso, gettando un nocciolo, cresciuta da sola così bene che tutti gli anni mi regala saporiti frutti. Armata di scala e cesoie telescopiche inizio a guardare quali rami son da togliere e quali da accorciare, mi resta difficile districarmi, un po’ perchè non ci capisco nulla, un po’ perchè tagliare anche un piccolo rametto mi produce una sensazione fastidiosa, mi sembra di fare uno sgarbo alla natura. Però il mio vicino, un vecchio scorbutico  che sa tutto su coltivazioni e cose simili, mi ha sempre detto che la potatura è indispensabile se voglio che il mio albicocco rinvigorisca e produca frutti succosi, un atto d’amore verso la pianta, un rito, anzi più tolgo e più raccolgo! Faccio appello al mio coraggio, salgo sulla scala e inizio a sfrondare qualche ramo che mi sembra inutile, troppo ingombrante,  fastidioso alla struttura armonica della pianta. Mentre son lì in bilico e stento a raccapezzarmi cosa devo sfrondare sento i passi del mio vicino. Deve essersi accorto che sto potando, penso, e come al solito sarà sceso per prendermi in giro dandomi qualche dritta. La cosa non mi disturba, anzi son contenta, deve essere l’umore ottimo che mi ha messo il sole. Invece niente, si è seduto, si è acceso una sigaretta e non mi ha rivolto uno sguardo. Così cerco di attirare la sua attenzione con commenti a voce alta su quanto sto facendo. Dopo un po’ si alza, si avvicina alla siepetta che divide i nostri recinti e mi chiede: conosci una cura contro l’orticaria? Ho delle pustolette che non mi lasciano in pace. Hai l’orticaria? Quale orticaria non vedo bollicine, vuoi sfottermi o vendicarti? – quando avevo spalato la neve avevo fatto un mucchio troppo alto e troppo vicino al confine,la neve sciogliendosi gli aveva allagato il garage- Macchè, ho proprio una fastidiosa orticaria che mi è spuntata tempo fa e si è acuita con le dimissioni di Walterino e l’elezione del “nuovo”. Non capisco il nesso, cosa c’entra l’orticaria con loro. Ma come cosa c’entra, ti sei imbambita? Non hai sentito i tg e letto i giornali? Veramente ho ascoltato e letto ma non hanno detto che gira una epidemia d’orticaria. Stupidella l’orticaria mi è venuta quando Walterino ha detto delle cose e poi ne ha fatte altre, s’è infiammata  nel sentire il “nuovo” T’immagini un vecchio comunista come me che ha sempre seguito il partito sperando  prima o poi di avere un leader forte che delusione!  Prima sorbirmi di Pietro e adesso sentire che forse si va verso Casini? e..Il meno che mi capitava era l’orticaria! Questi son rimasti alla caduta del muro di Berlino! Son  personaggi in cerca d’autore! Altro che leader capaci di trascinare e rinvigorire il partito. Loro non potano nulla. Si sono imbottiti la testa col Berlusca, brancolano nel buio, non fanno altro che parlare di lui. A furia di sentire la solfa dell’organetto mi sta entrando nella testa, ci manca che l’accusano d’esser l’artefice del peccato originale e il gioco è fatto, mi butto nelle braccia del diavoletto! Come sei pessimista! Dagli tempo, vedrai che traghetterà il partito e per la festa dei morti tutto s’aggiusta. Per distrarlo e rincuorarlo svio il discorso, dai lascia stare l’orticaria, dimmi piuttosto quali rami devo potare e quali eliminare per non far danni all’albicocco. Da volpone ha capito l’antifona, si fa una bella risata e poi inizia a darmi le istruzioni pota lì, togli là, in quattro e quattrotto il mio albicocco prende una forma che lascia presagire un buon raccolto. Non mi resta che aspettare