Talvolta succede

giardini

Succede di passare una magnifica giornata di pasquetta a passeggiare sulla riva del lago, crogiolarsi al sole come una lucertola, bighellonare nei negozietti senza comprare niente perché niente di preciso ti attrae e ti interessa, sedersi in un giardinetto di gelateria solo perché è stracolmo di bambini vivaci, colorati e sorridenti, ridere per il gusto di ridere alle battute scipute di un amico, aspirare a più non posso odori e profumi che arrivano a folate, senza afferrare da dove provengono e poi risalire nell’auto parcheggiata, in un angolino trovato a culottero, per tornare a casa ad un ora decente per ritrovarsi imbottigliata in un caos dove una lumaca ti oltrepassa e ti costringe a evocare il perché ci sei finita.

Succede che t’è chiaro, come tutti quelli che compongono il caos perché a pasquetta, nell’immaginario collettivo, il giorno successivo alla Resurrezione di Cristo, ormai è il giorno del “ fuori porta”. Dell’andare, non importa dove, purché, soli o in compagnia, sia un lunedì di svago fuori dalle quattro mura di casa. Da un lato tale tradizione “d’evasione” non è da biasimare in quanto, l’andare a “pasquetta” fuori della porta di casa, trae fondamento d’essere dal vangelo, dall’apparizione di Gesù, fuori le porte delle mura di Gerusalemme, a due discepoli in cammino verso Emmaus. Dall’altro l’impronta spensierata e godereccia del lunedì post pasquale lo è alquanto poiché, come si evince dai racconti degli evangelisti, e dalla mia “vissuta” giornata, se non esclude di sicuro onublia i profondi messaggi messianici di tale giorno. oibò!

Così succede che mentre vai a passo di lumaca ti balza in testa che il lunedì dell’angelo, o come si dice di pasquetta, è un giorno indicativo basilare di testimonianza e non di gitarella godereccia. In primis, di costatazione della Resurrezione di Cristo racchiuso in quel sepolcro vuoto che sgomenta le Tre Marie, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome, andate di buon mattino con oli profumati alla tomba a omaggiare il “maestro”, dacchè, attraverso l’apparizione dell’Angelo a rassicurazione e chiarimento del perché al posto del corpo di Cristo da profumare, come uso, ci fosse un lenzuolo vuoto, è il primo passo verso la legittimazione dell’evento della Risurrezione. Come riporta Marco 16,1-7 :“Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto; ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”. Un implicito necessario alla certezza che l’assenza del corpo di Cristo non era opera umana ma segno tangibile dell’azione del Signore stesso. Il che è molto importante. Fortifica l’evento pasquale che la natura di Gesù è divina, va oltre, e la morte terrena è solo segno provvisorio della sua missione salvifica. In secondo luogo, come espone Giovanni in 20,2 “Il discepolo che Gesù amava entrando nella tomba vuota e scorgendo le bende per terra vide e credette” stabilisce un principio essenziale alla fede, credere nella Parola. Ossia alla verità rivelata anche quando è impraticabile riscontrarla in un sepolcro vuoto. In terza istanza, Gesù capovolge l’andazzo della società del tempo e affida alle donne il ruolo importantissimo di conferire veridicità al racconto stesso del Vangelo. Considerato che allora, la donna, era emarginata, esclusa dall’istruzione, la sua testimonianza non valeva una cicca e era  proprietà degli uomini al pari degli armenti e.. e magari per le donne a duemila anni di distanza fosse un problemino superato! Beh è cosa assai eccezionale. Però. Varrebbe assai rifletterci sulla scelta delle donne come prime testimoni della Risurrezione, prime chiamate ad annunciare la salvezza, rese protagoniste privilegiate della Pasqua! Ma in tale caos… Comunque, nel racconto evangelico è un dato di fatto. Senza i gesti, le voci, l’amore di quelle donne per il “maestro” che per prime lo seguirono sul Golgota, si allarmarono Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura” ma ne scoprirono le tracce divine, e come dice ancora Marco per prime inviate in missione “Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”, e, pure come afferma qualche accreditato biblista, senza quelle tre Marie, la comunicazione della Redenzione di Cristo quasi certamente si sarebbe persa nel nulla epicureo. Eppoi, c’è Maria Maddalena, prima testimone della resurrezione e prima a ricevere l’incarico di annunciare il vangelo. Maria, infatti andò subito ad annunciare ai discepoli: Ho visto il Signore! Ma te guarda, ci voleva il caos stradale a famme ricordà che il messaggio della resurrezione non è la rianimazione di un cadavere come nel caso di Lazzaro ma è un atto di passaggio direzionale, da uno stato retrivo a uno attuale, indispensabile per l’incontro con il Risorto! “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Luca 24,5. Il Vivente, come per maria Maddalena, non lo si trova nel luogo di morte. Bisogna oltrepassare il precedente. Donna perché piangi? Chi cerchi? Gesù chiama la discepola per nome, perché il pastore chiama le sue percore per nome“ Essa voltatasi verso di lui, finalmente lo riconosce e gli dice: Rabbunì, che significa Maestro” Giovanni 20,15,16.

E mentre procedo in coda succede che l’azione di Maria di voltarsi, sottolineata dall’evangelista per ben due volte, comprendo che è il segno della conversione, l’afferrare la realtà del presente e del futuro: Gesù è risuscitato. Comprendo pure che nel mentre replica a Maria Non trattenermi” invita a guardare avanti, specifica che la Resurrezione è un andare oltre la morte, mirare a una qualità di vita diversa. Al dunque, anche se la Resurrezione resta un enigma, non può essere dimostrata, ma testimoniata e solo chi ha fede nella parola incontra il Risorto, a Pasquetta anche io son davanti al sepolcro e son chiamata a dare le spalle al passato e a guardare alla possibilità del futuro nella Resurrezione di Gesù? Embè! Se non son di coccio… è chiaro.

Talvolta succede che il tempo in coda in autostrada non è perso, anzi diventa un prezioso collaboratore allusivo di quel che l’ intento per comodo esilia. 

Succede che, giunta a casa,  farsi una domanda: come mai nessuno ha raccolto il messaggio di Gesù,  ha capovolto l’andazzo discrime della donna. Perchè Lui era un uomo divino rivoluzionario o perchè gli altri sono ominidi terricoli oscurantisti  maschilisti?  

Notte! 

bydif