Occhi senza tempo

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Di tutte le immagini diffuse sul terremoto di Haiti nessuna mi ha colpito violentemente come questa, nessuna nella sua spettacolare tragicità mi ha suscitato una commozione intensa, si è impressa nella mia mente come una lancia acuminata che al minimo movimento produce un dolore insostenibile Notte e giorno gli occhi e lo spirito vitale di questo bambino non mi abbandonano. Comunicano tutto l’incredulo stupore di attimi interminabili dell’imprevedibile,  lo strazio d’un fenomeno dirompente che lo ha scaraventato nudo sulla strada togliendole le quasi nulle certezze che possedeva. Ripetono l’incessante  travaglio di infiniti interrogativi ai quali non sa dare una risposta e cerca di leggerli in un punto imprecisato, in un volto sconosciuto o nel cielo impolverato dal crollo del suo piccolo universo. Niente rabbia, né vittimismo, né lacrime né parole attraversano la sua giovane anima. Domande, domande e solo domande roteano negli occhi limpidi, caos e tumulto vibra nel giovane spirito che aspetta dal nulla una risposta ai suoi inespressi perché. In quegli occhi che a notte fonda incrociano i miei, non vi è  paura e sofferenza per un dolore fisico, nel suo corpo non c’è alcun segno esteriore, mostra la sua pelle ambrata, lucida e compatta  per  ribadirlo, vi  è la sbigottita impotenza dell’umanità, la cruda consapevolezza della  fragilità dell’esistenza umana. Vi scorrono lentamente immagini di tempi e luoghi diversi, ammassi di occhi stupiti che come i suoi roteano smarriti cercando una risposta tra cumuli di macerie, acque impetuose, fuochi dirompenti, cataclismi della natura che all’improvviso hanno interrotto il tran tran, travolto beni, amici, cari privati dei punti di riferimento, lasciato nudi e spaventati. Vi è il mondo intero in quegli occhi ma non il tempo, come se passato presente e futuro si fossero incrociati e fusi per annullare il valore temporale dell’evento per mettere in risalto quanto l’uomo, piccolo o grande che sia, è più friabile di un granello di polvere, quanto poco valga il suo potere decisionale e quanto fittizia sia la sua tracotanza nel pensare di poter controllare, piegare e manipolare tutto a suo piacimento, mentre non gli è nemmeno possibile fermare un millesimo di secondo per sfuggire alla veemenza degli elementi della natura.  Vi è l’ammonimento a riflettere sul malessere secolare dell’accaparramento che affligge l’uomo, quanto poco gli valga depredare i suoi simili dei diritti per avidità quando basta un semplice sussulto delle viscere della terra a toglierli l’illusione, a renderlo, in un soffio, un corpo inerte da sgombrare con le ruspe.

 

Gli occhi di questo ragazzino mi trasmettono anche altro che turba e acuisce la mia sofferenza ancor più, l’implicito messaggio che quell’inferno che gli gira intorno non gli è nuovo, lo conosce e ci convive da quando è nato, di diverso c’è qualche casa sbriciolata che all’improvviso ha fatto sbucare gente da tutte le parti, per il resto miseria, disperazione, condizioni ai limiti della sopravvivenza, migliaia di bambini orfani e già senza nulla erano tutti lì a Port- au – Prince, macerie accumulate su altre macerie. Poche anime pietose soccorrevano, ogni giorno raccoglievano e seppellivano in bare di cartone bambini, vecchi e malati che morivano a centinaia sui marciapiedi, lasciati a imputridire al sole da una miseria indotta  da politiche sbagliate, egoismi inconcepibili. Sembrano dirmi: dove eri tu ieri, dove eravate tutti, nessuno oggi sarebbe qui se la terra non si fosse ribellata per noi attirando la vostra attenzione. Sembrano dirmi: domani ci sarai, ci sarete, o passati quattro giorni di spettacolo terrificante vi rintanate fino alla prossima tragedia, cadete in letargo o mettete la testa nella sabbia?

 

Non riuscirò a mettere da parte gli interrogativi dei suoi occhi, la sua immagine mi darà la forza di non spegnere i riflettori, di darmi da fare per adottare e far adottare a distanza almeno un bambino a quanti conosco.  Sarebbe bello se il popolo virtuale si mobilitasse, non tanto a raccogliere fondi che possono finire in pozzi senza fondi, quanto a raccogliere e trasmettere l’idea che con poco sacrificio annuale ognuno può garantire un futuro ad bambino senza strapparlo alle radici e alla sua terra,  ognuno può dare una risposta agli interrogativi scritti negli occhi senza tempo di questo nudo ragazzino.

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