Quei ragazzi d’oro che…

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Quei ragazzi d’oro che… è bello constatare che esistono. Non sono miraggi. Sono ragazze e ragazzi veri e straordinari. E, in un mondo dove spesso, troppo spesso, si vedono giovani che consumano le vite fra noia, droga, e movida o osannano i loro corpi su social o vengono esaltati per nullità o finiscono nelle cronache per scelleratezze, questi ragazzi e ragazze sono bagliori di una gioventù rassicurante che rincuora. Ma chi sono? Sono, citando gli ultimi, quei normalissimi ragazzi e ragazze che si chiamano Gregorio, Federica, Gabriele, Matteo, Arianna, Mario, Giovanni, Alessandro, Rachele, Simona, Giulia, Lena, Federico Mariangela, Giorgio, di cui si parla poco, a volte per nulla e tanto invece regalano. Sono quelli che rinunciano all’insignificante e abbracciano un idea, che si concentrano su un obiettivo e lo perseguono giorno dopo giorno, che sono disponibili a fare durissimi sacrifici per ricavati incerti, non si arrendono alle difficoltà, ridono e piangono ma non si piegano alle loro fragilità, lottano e superano le sfighe, e intascano pochissimo. Sono quei ragazzi e ragazze che scommettono su stessi, talvolta riescono a centrare il successo talaltra si devono rimettere a incresciosi verdetti. Sono quelle e quegli, tranne rare eccezioni, ignorati e i cui visi e storie rimbalzano in prima pagina e sui titoli dei TG solo quando hanno al collo una medaglia che porta lustro all’Italia. Per dirla chiaramente, sono quei ragazzi e ragazze italiani di cui ci si ricorda e si narra solo quando s’alza la bandiera e risuona l’inno di Mameli per spartir e quasi usurpar onore, merito e vittoria per poi farli tornar negletti, relegarli nel dimenticatoio e rispolverarli in caso d’altra loro nazional vittoria. È amaro ammetterlo ma funziona così. Perché? Perché nell’Italia del pallone solo i calcio-pallonari fanno notizia e hanno il posto d’onore sui media tutto l’anno! I ragazzi e le ragazze che si fanno onore in giro per il mondo senza rincorrere un pallone, non sono appetibili ne alla grande massa dei gossippari, ne ai fan cazzettosi ne alla miriade di siren-fantoccine, quindi perché spenderci tempo e parole. Solo quando si conquistano un alloro meritano attenzione pubblica, ma che sia d’oro, altrimenti…altrimenti se è d’argento o di bronzo già l’interesse cala e a meno che non ci sia un primato italico da smerciare a malapena si citano nei media. È aspro constatare quanto poco spazio ci sia per le ragazze e i ragazze italiani che praticano sport a livelli competitivi internazionali, oggi altissimi che richiedono veramente tempi di impegno continui per non dire stoici, oltreché intelligenza, coraggio e rinunce. Pochissimi di loro raggiungono l’olimpo notiziaiolo mediatico nazionale e quando avviene per lo più è legato a tutt’altro che al valore agonistico. Purtroppo per cambiare il sistema ci vorrebbe un cambio di passo culturale, temo che per trend e tanti intrecci di interessi il cambio passo non sia alle porte. Riconosco che in forma sporadica qualcosa si è mosso, ma è troppo poco in confronto ai sacrifici che questi ragazzi e ragazze affrontano per regalarci emozioni indimenticabili e dar lustro al paese. Talvolta non hanno neppure in loco le strutture per allenarsi e devono spostarsi con gravi disagi per se e le famiglie. Anzi, va detto che proprio per questo quasi tutti gli atleti d’eccellenza extra pallone, basket e tennis trovano un ancora di salvezza nei corpi speciali tipo: carabinieri, fiamme gialle, esercito, marina, ecc.. raramente in qualche club d’élite. Per concludere, sono ragazzi e ragazzi d’oro anche quando quell’oro agognato non arriva mai, anche quando il metallo è meno pregiato o rimane un sogno.

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Grazie ragazzi!

Un applauso a voi, tutti i vostri compagni d’avventura e anche a tutti gli altri.

bydif