BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI

Quando ero bambina, la festa dell’1 maggio era veramente una festa di partecipazione e di allegria del popolo operaio o di quanti credevano nel valore fondato sull’equo diritto di avere un’occupazione che garantisse una vita dignitosa alla propria famiglia. Ho dei bei ricordi legati alla mia famiglia e all’atmosfera che si respirava durante la giornata.  La gente, col vestito della festa e un immancabile fazzoletto rosso legato al collo, si dava appuntamento in piazza verso le 10 del mattino dove sul palco allestito per l’occasione, si alternavano a parlare personalità legate al mondo sindacale e politico. Veramente questa parte mi piaceva poco perché mio padre voleva che si ascoltasse in religioso silenzio mentre io e mia sorella sbuffavamo e ci raccomandavamo al santo protettore dei bambini che i relatori la facessero corta. Anche mia madre sbuffava, vi partecipava per amore di mio padre, non le interessava per niente la politica e riteneva che nei discorsi venisse fuori, inoltre era timorata di Dio, le sembrava di fare un piccolo torto al suo parroco don Sestilio. C’è da tener presente che la festa allora era considerata un po’ come il simbolo di fomentazione delle sinistre per avversare chiesa e clero, tantè che in fondo alla navata principale della parrocchia  era facile vedere appesi  in bella mostra elenchi di scomunicati, cioè liste di  coloro che osteggiavano i sacramenti, e di preti e robe varie non volevano saperne nulla, in modo che tutti entrando potevano leggerli. Anzi mi torna alla memoria qualche mio compagno di scuola, si vergognava come un verme quando o padre o madre erano in quegli elenchi e devo dire che con la solita cattiveria dell’innocenza bambina venivano un po’ guardati come dei diversi, una specie di rinnegati, talvolta padri e madri di opposte fazioni non volevano che i propri figli si mescolassero nel gioco, gli uni e gli altri temevano “cattive influenze”. Per nostra fortuna noi abbiamo avuto due genitori aperti, per niente ancorati a meschinerie faziose, non ci hanno mai detto di non frequentare questo o quello e pur essendo fra loro politicamente di pareri discordanti l’uno ha sempre rispettato l’altro e trovato un punto d’incontro nell’educarci libere, senza imporci il loro credo o le loro opinioni. Certo allora noi bimbe avevamo un’età in cui era lecito non comprendere appieno certe cose, per noi la politica era una cosa da grandi, se c’erano attriti, ritenevamo se la dovessero sbrigare fra loro, alla festa essere disinteressate alla parte oratoria era normale, a noi interessava avere i dolcetti, i palloncini che erano in bella mostra, ridere e scherzare con gli altri bambini, partecipare ai cori festosi e alle danze che finivano la serata. A pensarci bene anche per mia madre era il momento più bello della giornata, le piaceva ballare ma essendo una donna avvenente mio  padre gelosissimo difficilmente ce la portava. Oggi la festa dell’1 maggio è tutta un’altra cosa, ha perso sicuramente quel fascino festaiolo di partecipazione familiare e di ritrovo comunitario per una causa o un’idea, nessuno va più in piazza col fazzoletto rosso legato al collo come se fosse un trofeo da mostrare con orgoglio o un simbolo d’identificazione del mondo operaio, si direbbe che per le famiglie è un’occasione per un week end da tintarella.  Infatti, son più quelli che la festeggiano  in luoghi di mare che in raduni in piazza. D’altra parte nelle piazze di paesi e città si respira un’atmosfera d’indifferenza verso il valore contenuto in questa celebrazione, probabilmente dovuta in parte al cambiamento di costume e in parte a un diverso modo di dialogare sui contenuti espressi dal lavoro come conquista di diritti, progresso ed evoluzione sociale. Oggi, infatti, tutti i giorni si è subissati da prediche e predicozzi sull’essere flessibili negli orari e disponibili a considerare l’occupazione, un transito mediato dalle esigenze tra offerta e domanda.  Il lavoro non è più un bene sacrosanto conquistato in conformità di abilità specifiche, acquisite attraverso studi, formazione professionale o semplicemente un progetto di vita futura da difendere e mantenere, sembra diventato una specie di contorno del vivere, se l’hai bene se non l’hai, ti arrangi, gli stessi sindacati non hanno più il potere delegante delle masse e la stessa incidenza nel difendere lavoro e lavoratori. Per me quella del primo maggio resta una festa importante da tramandare ai figli come monito da non dimenticare di lotte sostenute da tanti lavoratori del passato per vedersi riconosciuti benefici  minimi ma pur sempre migliorativi, oltre che un ricordo dì infanzia di buoni sapori e odori di gente con delle facce zigrinate, le mani rudi e callose, piena di vigore e ottimismo, orgogliosa di avere un’occupazione onesta  solennizzata   con tutto l’ardore dato dalla consapevolezza cosciente che il lavoro è il pilastro del progresso delle  famiglie e della società.

Mi piace ricordare questa giornata  con la gioia e l’allegria  di quando ero bambina attraverso l’evoluzione delle mitiche frecce tricolori

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Per la memoria:

La festa dell’1 maggio è celebrata in quasi tutto il mondo a ricordo di battaglie operaie sostenute per ottenere un minimo diritto legislativo che fissasse un orario  lavorativo giornaliero dignitoso quantificato in otto ore. Le sue origini risalgono a una manifestazione del 5 settembre 1882 a New York organizzata dai cavalieri del lavoro e ripetuta nel 1884 dove fu deciso che l’evento avesse una cadenza annuale, tuttavia a determinare la data rievocativa dell’1 maggio furono i gravi incidenti accaduti a Chicago e conosciuti come rivolta di Haymarket quando vi furono numerosi morti provocati dalla polizia che sparò sui dimostranti per disperderli. In Europa la festa fu formalizzata dai delegati socialisti a Parigi nel 1889 durante l’internazionale.  In Italia fu adottata nel 1991, sospesa durante il periodo fascista e ristabilita nel 1945 dopo i due conflitti mondiali.  Nel 1947 purtroppo la sua ricorrenza in Sicilia fu macchiata dal bandito Giuliano che non si sa ancora bene per quale motivo o per ordine di chi sparò su un corteo di lavoratori che sfilava in località Portella della Ginestra causando morti e feriti. Dal 1991 le confederazioni sindacali per celebrare la festività organizzano a Roma un concerto maratona cui partecipano artisti e gruppi famosi che richiamano una folla enorme

 Buon Primo Maggio a tutti

  Con l’augurio di una giornata favolosa e un week end ristoratore.

A chi è senza lavoro auguro con tutto il cuore di trovarlo al più presto.