Arte o blasfemia?

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Principalmente la definirei una grave carenza di fantasia, sensibilità, talento.

Anche il più ingenuo e sprovveduto in materia di comunicazione visiva avrebbe immediatamente compreso che divulgare l‘immagine di una donna in sovrappeso e nuda che calpesta immagini religioscon su la scritta S.A.L.I.G.I.A – iniziali dei sette vizi capitali – portava una scia di critiche e accese polemiche. Se a questo si aggiunge il momento storico persino il più scaltro e dissacrante esaminatore di un bozzetto di locandina avrebbe subito recepito che era una scelta da evitare. Siccome così non è andata, chi ha scelto l’immagine, per reclamizzare la mostra internazionale d’arte LGBTE, in programma dall’ 8 al 17 settembre a Torino negli spazi della ex manifattura tabacchi, o era cieco o era un furbacchione. Siccome mi appare fantomatico che era cieco, di sicuro era un furbacchione. Un furbacchione che applicando la logica del business, fregandosene dell’opportunità, del buon gusto, del rispetto sociale ha scelto una figurazione che suscitava scalpore per ottenere il massimo della visibilità. Quello che colpisce, in questa sballata locandina, è il messaggio simbolico al fruitore che non c’entra assolutamente nulla con la tematica della mostra. Viene spontaneo chiedersi: ma come ha fatto “l’artista fotografo” ad associare Gesù e la vergine Maria a questa mostra? Quali legami espressivi, creativi, comunicativi ha trovato tra due icone religiose e l’arte LGBTE ? Soprattutto dove sta l’efficacia visiva ai fini della causa che vuole pubblicizzare? Nel voler offendere un simbolo religioso, una fede, una cultura.  Nel voler distruggere una identità sacra per favorire la profana.  Nel voler affermare che solo schiacciando con i piedi Gesù e Maria il mondo gay si libera dai pregiudizi sociali.  Nel voler umiliare la cristianità per riscattare l’omosessualità?  O, piuttosto sta nella voglia di spacciare per arte una volgare trovata mediatica? Quale sia la risposta giusta, anche mettendo da parte il pur evidente oltraggio a forti simboli religiosie fatta salva la libertà di pensiero, il manifesto per la mostra è e resta solo sensazionalismo distruttivo. Nulla a che vedere con l’arte, l’originalità, l’innovazione. Ovviamente, l‘autore della foto locandina, il torinese Mauro Pinotti, visto le proteste, sostiene che non voleva offendere nessuno, e non voleva “denigrare la religione, ma solo esaltare la superiorità della donna rispetto l’uomo“. A me non pare. Sotto la scarpa non vedo un uomo qualsiasi, vedo il volto di Cristo e Maria. A parte il fatto che a nessuna donna farebbe piacere esaltare la sua superiorità sull’uomo in questo modo, ma si sa l’arte è bizzarra, se Gesù essendo spirito fatto uomo potrebbe forse passare come scusa, la vergine Maria no, a meno che non sia una mia allucinazione non è capitata per caso sotto il tacco della prosperosa donna. Comunque la rigira Pinotti o chicchessia balza all’occhio che è una balla per sedare le accuse di blasfemia. Chiaramente, lungi da me affermare che l’autore l’ha fatto con intenzioni cattive, probabilmente  voleva solo stupire, e tanto meno intendo muovere una critica che possa far snobbare e nuocere all’evento di LGBTE. Anche volendo non potrei farlo. Per formazione e professione, il mondo dell’arte è parte integrante del mio sentire e essere quindi nulla o quasi mi scandalizza, nulla o quasi mi appare visivamente stravolgente, nulla o quasi ritengo inaccettabile. Tuttavia, nel mondo dell’immaginario globalizzato il camuffo, il fine dello sbalordire mercifero che utilizza i simboli religiosi, qualunque essi siano, mi fa venire l’orticaria. Senza essere bacchettoni e oscurantisti bastava solo che chi di dovere si ricordasse che una immagine è un potente e immediato trasmettitore comunicativo e quando è trasgressiva, come questa, di sicuro urta le sensibilità e fa scattare delle rabbiose reazioni. Bene a fatto il comune di Torino a dissociarsi, tuttavia rimane la tristezza di constatare, specialmente se si pensa che sono giorni in cui migliaia di cristiani sono orribilmente perseguitati, che ha ritirato il suo patrocinio dopo le polemiche. 

Nel concludere mi resta la domanda: arte o blasfemia? L’arte per come la conosco io uhm…direi che anche volendo cogliere i significati senza fermarsi all’apparenza non c’è. La blasfemia uhm… ne vedo assai, assai nel modo scontato e profittatore di utilizzare due volti emblematici delle radici cristiane e non solo… mi dispiace, svilisce l’arte e offende l’umano intendere. E’ pur vero che ultimamente diversi ” artisti” in assenza di legislazione, che delimiti i confini tra arte e pura offesa, tendono a dissacrare, ironizzare, sbeffeggiare, abusare dell’ iconografia sacra, chissà perché poi sempre quella cristiana, forse perché da vigliacchi hanno paura di ritorsioni e persecuzioni di certi integralisti che se si offendono… A un artista può difettare l’etica, in nome di una libertà espressiva esasperata a suo uso e abuso, ma il buon gusto… quello no,  quello non dovrebbe mai mancargli.   

 Voi che ne pensate?

by dif

e felice   weekend a chi passa

LGBTE = La Grande Battaglia Trova Esito