L’infiorata

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L’ infiorata, è una visione magica di solarità, bellezza, estro e splendore di infinite sfumature policromiche che te la porti dentro tutta la vita. Te la porti dentro perché è la gioia creativa conviviale e multicolore che sparge, riempe e tappezza strade e piazze di petali di rose, giglio, lillà, papaveri, fiordalisi ginestra, sambuco, margherite, calendula, orchidea selvatica, e di qualsiasi elemento naturale reperibile nel circostante che ispira e stuzzica la fantasia decorativa di improvvisati artisti o serve a provetti maestri dell’arte infiorante a dare un tocco di raffinata originalità alle composizioni o a sottolineare la propria capacità immaginativa. Perché è un insieme stupefacente di sacrale glorificazione popolare, di rito animico collettivo che con fiori del territorio, foglie, cortecce, terre, semi aromatiche e quant’altro suggerisce l’ispirazione crea “quadri” compone storie, raffigura, esprime, narra, trasmette. Perché è condivisione di ideali, testimonianza di fede, partecipazione, convinzione dai gesti semplici, variopinti e dai profumi intensi che ti penetrano fin nell’animo e non ti lasciano più. E si, l’infiorata è una visione sorprendente di capolavori floreali che non ti lascia e non ti abbandona e ogni anno, in questo periodo, si rinnova con tutta la sua forza . Si rinnova e ritporta in mente ogni dettaglio, ogni emozione vissuta prima partecipando al tappezio infiorante di strade e vicoletti del tuo paese, poi girando per piazze, strade e stradine dei paesi infiorati per ammirare l’inventiva policroma, scoprire tradizioni, gustare la festosità, lasciarsi invadere dal fascino espressivo di una comunità.

Perché si rinnova? Perché di solito nella prima metà di giugno cade la celebrazione del Santissimo Sacramento, o festa del Corpus Domini.

Che centra? Centra perché l’infiorata è il suggestivo scenario realizzato per fede popolare laudativa al passaggio dell’Ostensorio, contenente il Corpo di Cristo, nelle strade del paese. Cioè è un tappeto floreale di accoglienza e popolare glorificazione di Cristo, lungo quanto il percorso della processione. Per meglio dire,  simbolicamente è  un atto di fede festosa in onore di Cristo,  a “quel Cristo “eroe” che da divino si è fatto uomo e ha sconfitto la morte e che  cammina” per le strade della vita degli uomini” e come un eroe vincitore tutto il paese  onora il passaggio con sventolio di drappi ricamati e infiorando strade, finestre balconi.

cuor gesù

Purtroppo, negli ultimi due anni non ho potuto godere dal vivo di questo meraviglioso evento, spero nell’anno prossimo…intanto lo rivivo con la forza impressa  in occhi e cuore  dal tempo.

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Per la cronaca:

L’usanza di creare quadri per mezzo di fiori si pensa risalgono al il 29 giugno 1625 allorquando il responsabile della Floreria vaticana Benedetto Drei e suo figlio Pietro pensarono di usare fiori frondati e minuzzati per creare un opera simile ai mosaici per la festa dei santi patroni di Roma. Ma alcuni raccontano che durante il trasporto delle reliquie di Pietro da Praga da Bolsena a Orvieto, gli abitanti dei paesi in cui passava la processione gettassero petali di fiori sulle strade in segno di omaggio e da li l’usanza di infiorare le vie del paese in cui passava la processione del Corpus Domini. Per altri invece la tradizione dell’infiorata sembra derivi dagli abitanti di Genzano allorchè nel 1782 coprirono, a mo di tappeto, la via in cui passava la processione dell’ostensorio con quadri floreali . Tuttavia l’ infiorata di Spello, uno dei tanti bellissimi borghi collinari dell’umbria , è testimoniata fin dal 1602. Detto ciò, un dato certo della tradizione dell’infiorata è che col passare dei secoli, la gente dei paesi, non si è limitata a cospargere il tragitto della processione di petali e corolle, l’ha trasformata in una carrellata tappezzante ogni angolo, via, piazza, borgo o paese di quadri colorati a tematica variegata, religiosa e non, sempre più artisticamente pregevoli, sempre più originali e raffinati nell’esecuzione ma imperiosamente utilizzando sostanze naturali da renderli un tripudio di luce, colori e calore attrattivo indimenticabile.

A conclusione, l’infiorata famosissima in tutto il mondo, non è altro che una forma di inclusiva devozione popolare, dai profumi inebrianti, i colori avvolgenti, fortemente  intrisa di folclore e infinite sfumature iconiche, organizzata da centinaia di anni soprattutto nelle regioni dell’italia centrale. 

…..sopra Particolare di una scena dell’infiorata di Spello

La stornella golosina golosella

golosini

Nel bosco qui vicino c’è un folletto piccolino

Golosello golosino

il naso rosso a palloncino gli occhietti a bottoncino

ti sorride accattivante per avere una mellina

golosetta golosina

da portare alla sposina paffutella e rosatina

con la bocca a pallina Golosella golosina

seduta al chiar di luna coa figlia Molestina

se intreccia un canestrino rotondetto e celestino

per metter le melline golosette golosine

racimolate dallo sposino golosello Golosino

nella zucca multitengo nel pometo de Rampino:

Golosella e Golosino

arriempito il canestrino e appienato il pancino de melline

 se poggian sotto il fico a cantà affeliciti la bella canzoncina

golosella golosina da addormì la figlia Molestina

folletta dispettosa e furbettina da impazzì da sera a mattina

le rape Abbroccolone che nell’ora ammortaccina

se appiattano la craponzola a ronfà na out solfa

da sopì Golosello e Golosina

e arrisveglià la figlia Molestina

a petulà a tamburello che arvuole andà a giocherello

col folletto Scioccarello de la selva Rosichina

che s’anfratta a ranocchià nello stagno de Leccornia

da sossoprà la crapa a gnomo Assaputello

da mandallo arrovistà nella fanghiglia per attrovasse uno sgrullo

che a su corte se lo appiglia e invoglià gli elfi Mucchiarelli

a uscì da lor tanella a sconquasse di sghignazzi

col ranocchio Brigarella che accomunella coll’elfo Minchianello

se bagatella a cambià colore a le raganelle del giardino

de mastro Accomodino super visore de tutta la selva qui vicino

da enfurià il folletto Annasparella a ideà de sbazzì dal contado

Golosello Golosina e la scassafiglia Molestina.

Ma il silfo Piantaggione che tutto fa meno che stassene a piantà

batacchia e sbavaccia col grullo della boscaglia

da spaventà la marmaglia annà a trillà a mago Borione de accorre

quello affurbettato da gnomo Rosicchione

pe’ apposteggià la questione squilibrina 

sveglia le fate de monte rampiglia a magicasse

e salvà dallo sbarazzo l’elfa famiglia

de Golosello Golosina e Molestina.

Quelle magica magica con le bacchette vanno oltre

e te combinano no spaparacchio magicoso

da saettà mastro Accomodino a marmorizzà Annasparella

accomparì lo spiritello dell’elfo dai poteri sovrumani che se asta 

abbeato a ammonticchià la granella ne la su terra

stregallo a contemplà de accaricasse a sbazzì la questione brigarella 

accussi ogni sera se po’ accontinuà la stornella

golosina golosella

de folletti del boschetto qui vicino

golosetti golosini.

golosello

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