La dipanata del tempo

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Non illuderti ragazzo…

se prima non ti fori l’esistenza

ti corrodi in acque putride

sbatacchi la vita sulla via molesta 

anche il tuo il gomitolo si dipana.

Può darsi sui carri del sociopotere

o in quelli miserrimi delle miniere

Può darsi nelle selve del dovere

o in quelle fumogene sfaccendiere

Può darsi nelle strade giustiziere

o in quelle funambole biscazziere

Puo darsi in corsie ospedaliere

o in quelle sprinter garreggiere

Puo darsi sui cieli dei piaceri

o nei deserti solitari lacrimieri

Non illuderti ragazzo…

Ovunque sgomitoli la vita

o trascini le stanche chiappe

alla lunga senza riguardi

la dipanata consuma e ruga.

Può darsi ti risparmi il corpo

e ti scalfisca a sangue l’anima

Può darsi ti reticola la pelle

e ti leviga lo spirito ribelle

Può darsi ti tratteggi a acquerello

o ti solchi a sgorbia e martello

Può darsi ti ritocchi e rimodelli

ti trucchi a spatola e pennello

Ma neanche se furi cuore e cervello

eviti o cancelli l’aratro del tempo

Non illuderti ragazzo

Oggi irridi scansi e vitipuri

domani al disprezzo indifferente

ti specchi ripensi e l’anima t’aggiuri.

bydif
dipanata

“Il tempo è sempre maestro”

benvenuta primavera!

20170307_120216 

La primavera è una stagione di risveglio e rinascita che di solito mi predispone a pensieri leggeri e gioiosi, eccita la mia volontà, stimola la mia voglia di fare, mi toglie la pesantezza e il grigiore dell’inverno, ridona a sguardo e sorriso un qualcosa di fanciullesco.

Quest’anno, non so perché ho l’impressione che il suo arrivo mi par diverso. Spalancando le finestre per far entrare luce e colore, guardare con su le goccioline della rugiada che brillano ai primi raggi del sole, la forsythia, l’albicocco in fiore, le primule, le violette, le bianche margheritine con l’animo di salutare il giorno e la stagione con un bel sorriso, non provo il solito entusiasmo, niente mi appare invitante. Fiori e cose mi sembrano sbiaditi, spenti, come se mancasse loro la consueta “anima”, quel frizzo dell’armonia del creato che risveglia i sensi e sprofonda il pensiero in amene visioni di gioiosa vitalità avventuriera da trasportarti oltre quel lembo di terra fiorita. Non so, se l’impressione d’una visione così scialba è per il silenzio che aleggia intorno o per non vedere il solito uccellino beccare nel prato e la farfalla azzurrina, che da qualche giorno si posa tra le violette appena mi affaccio, o sono impredisposta a vedere le cose con la consueta briosa meraviglia mattutina. Sta di fatto che invece d’una sensazione radiosa mi percorre un brivido, per un attimo mi par sentirmi così smarrita e incredula che un attacco di panico mi attraversa la mente creandomi un disagio fastidioso. Reagisco subito parlando dal balcone ai fiorellini. È un rituale che faccio sempre, in specie al primo giorno di primavera. Son certa che recepiscono pensieri e parole e poi crescono meglio se sentono l’umano che non li tratta con indifferenza, perché hanno in loro la ipersensibilità dei bambini, quella “innocenza” incontaminata dai travagli umanoidi. Ma, stamani, o son poco convinta di salutare il giorno, di dare il benvenuto alla Primavera, o non abbastanza coinvolgente verso la bellezza degli “esseri” della natura perché mi sembra che siano quasi infastiditi dal mio sguardo. Ho l’impressione strana che fiori e foglioline hanno un peso che impedisce loro di mostrarsi in tutta la loro fresca bellezza di una mattina tiepida e assolata di primavera. Un tantino perplessa penso che forse il mio umore è in ribasso e con l’occhio assonnato traviso la realtà. Scendo a farmi un caffè. Mentre lo preparo mi dico: forse una carica di caffeina energizza la positività e mi ridà un senso realistico a quello che guardo e sicuramente tutto mi riappare bello e vivo come al solito, anzi ancor più splendente. Così, per aumentare il buonumore metto nel caffè un po’ di cannella. Guardo lo sbuffo della moka con apprensione, come se da quel gurgito nero venisse su anche una risposta al disagio perplesso. Lo verso, lo sorseggio lentamente, mangio 5 cioccolatini, sfoglio i giornali, senza però leggere nulla che turbi, tolga la serenità e poi scendo in giardino straconvinta che mi basta accarezzare i fiori, camminare a piedi nudi nel prato, stare un po’ a contatto con il colore e la luce per far sparire le sensazioni incognite e riacquistare la solita vivacità. Invece…Invece stare a contatto con tutto quello splendore di rigoglio è come ricevere una zaffata di vapori velenosi che mi penetrano l’anima e annientano all’istante la volontà di combattere, di credere, di agire, di andare oltre, sempre e comunque. Involontariamente un pensiero mi si accavalla a un volto, a un affetto importante, mi estrapola una comparazione e rimango annichilita, direi ibernata considerato il tempo che passa. Ciò che mi circonda spietatamente mi mette sotto gli occhi quello che disperatamente nell’intimo cerco, voglio con tutte le mie forze, per meglio dire con tutto il mio cuore desidero e non è! Ora? Ora che faccio? Faticosamente tento di scrollarmi di dosso l’apatia che mi si appiccica e come una sanguisuga mi vampira la primavera e la mattina. La farfalla azzurrina mi ronza intorno poi si posa sulla margheritina ai miei piedi.  Ora so, mi è chiaro il perché questo primo giorno di primavera non ha il rituale benefico di aprirmi alla leggerezza di una stagione che prediligo. Così, mi scuoto con forza i capelli e le vesti e tento di uscire da una forzata visione scialba, condizionata da un dolore intenso e quanto mai macerante dovuto alle dure circostanze in cui tutto si può ottenere con la volontà, eccetto modificare uno stato di fatto. Cioè trasformare un grigio inverno in una primavera di luce feconda l’intorno, una società che apatisce, disinergizza e toglie letizia all’intelletto, sprofonda nel caos gli esseri umani, chi si ama e chi non si conosce ma con i quali si condivide lo stare al mondo. Mi è difficile in questo momento andare oltre con le parole. In cuore e nel pensiero ne ho molte. Però detesto affliggere gli altri, ho il terribile difetto di farmi portatrice di aura energica e positiva. Mi taccio. Passeggio in questo piccolo recinto “verde” strafiorito. Appoggio la mano sul tronco dell’albicocco. È bellissimo. Mi emoziona sempre a primavera. Probabilmente poiché l’ho piantato insieme ad Eugy e insieme son cresciuti belli e rigogliosi. Ringrazio la natura dal profondo del mio essere. Oh oh, un raggio di sole mi illumina, sorrido e.. e d’incanto tutto mi riappare fresco, delizioso, vitale. Mi rinfranco. Sorrido felice.

Eh si, la natura sa  percepire oltre le barriere riconosce la sincerità  di una parola, di uno sguardo, di un sentimento anche di chi è un pochetto squinternata. Benvenuta primavera, mi riprendo in mano la vita!

primaveraBuona giornata e felice primavera!

bydif

Nel silenzio papà

Al mio e a tutti i papà del mondo nel …silenzio…

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nel silenzio del giorno

percepisco

la tua voce

nel silenzio della notte

percepisco

 il tuo respiro

nel silenzio del pensiero

percepisco

il tuo amore

nel silenzio degli occhi

percepisco

l’imparzialita’

 nel silenzio delle labbra

percepisco

 il richiamo severo

nel silenzio del mondo

ti vedo

 a fianco papà

nel silenzio del sole

 percepisco

l’indissolubile

bellezza

d’un amore filiale

la gioia

di trovarsi

oltre il silenzio

in verità

chiusa nel  silenzio

dei passi

in luce d’ aurora

papà

  ti  ritrovo sempre

nel silenzio  

quieto d’un monte

di un fiore

 nel vento

che mi sfiora

ogni volta

che ho urgenza

di te

  ti  ritrovo nel silenzio  

del cuore

papà

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bydif

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fridays for future

green

Sciopero climatico globale di giovani green di 196 paesi. Un evento “verde” massifico di studenti che su iniziativa dell’ormai celeberrima ragazzina svedese Greta Thunberggrande, da 1693 piazze cercheranno di sensibilizzare, coinvolgere e richiamare pacificamente l’attenzione degli “adulti” a promuovere politiche in difesa del futuro ambientale della terra. Lodevole che i giovani si interessano della realtà e delle condizioni ambientali future del globo, vuol dire che sanno guardare al presente e vedere al futuro e hanno un enorme capacità critica nel valutare il mondo “adulto”, essere reattivi a non accettare tutto passivamente, saper reagire e lottare per un mondo più attento a difendere e meno a sfruttare sconsideratamente questo nostro pianeta. Fa sperare a chi giovane non è più che ci sono ragazzi in “cammino” attenti alla realtà, che pensano al futuro senza omologarsi all’andazzo godereccio di una società che previlegia l’illusione temporanea, il momento egoistico del vivere quotidiano. Che ancora ci sono giovani appassionati, ricchi di idee e progetti, consapevoli di se stessi non si adeguano passivamente a un sistema fittizio. Giovani con interessi, educati e rispettosi che credono di potersi realizzare in ciò che li circonda senza mettere a rischio le generazioni future. Soprattutto rincuora sapere che non tutti i giovani sono bulletti perdigiorno, maleducati, abulici menefreghisti disinteressati alla vita quotidiana, spesso disfattisti e violenti.

Certo, è  logica studentesca che non tutti i ragazzi del mondo aderenti  al  #climatestrike lo faranno animati dal pensiero di fare qualcosa di importante per il futuro  loro e di quanti  altri verranno al mondo, tuttavia partecipare talvolta fa riflettere e son sicura che in seguito ne trarranno un benefico ricordo da sfruttare a servizio di una cultura globale climatica o no, comunque migliore.

bydif

 

 

#Piday

pi greco - Copia

Il “Pi Day” è il giorno dedicato al simbolo della costante utilizzata in matematica e fisica, indicata con la lettera greca π e straconosciuta da studenti e studiosi di tutto il mondo. Ma come è nata questa festa celebrativa del simbolo π espressione di formula di infiniti decimali che affascina, ossessiona e che ha fatto, fa, e farà impazzire tanti studenti e altrettanti matematici ? Beh, da una pensata del fisico americano Larry Shaw, di festeggiare il 3,14, insieme ad amici, poi fregiato come “Principe del pi greco”. 

Oggi, nei dipartimenti di matematica, varie istituzioni scientifiche e culturali, si è colta l’occasione per organizzare delle feste e il “pyday” si è celebrato in ogni parte del mondo con svariate iniziative e manifestazioni indette da amanti e studiosi di matematica, geometria, fisica, scuole, studenti, dilettanti di calcoli, comunità virtuali… con sfide, quiz , giochi con problemi matematici e simili da risolvere, gare mnemoniche, di poesie e prose, incontri con esperti, persino corse, passeggiate, video clip, e quant’altro stimola a solennizzare, e offre una succulenta occasione per ricordare l’importanza del π. Ma la prima celebrazione del “pi greco” che risale al 14 marzo 1988, fu quasi una iniziativa da picnic, un simplistic day friends all’Exploratorium di San Francisco. Infatti consistè in un semplice corteo circolare di amici, appassionati di calcoli e decimali, attorno ad uno degli edifici del celebre museo di scienza di cui il fisico Larry era tecnico curatore, con tanto di finale degustativo di torte decorate. Ovviamente la data scelta dal fisico per lanciare il tributo festaiolo-osannatorio al 3,14 non poteva essere diversa dal 14 marzo in quanto, nei paesi anglofoni, rappresenta le prime tre cifre del π. (la cifra del mese, 3, si mette avanti a quella del giorno, 14). Però, molti studiosi, matematici, amanti di numeri, calcoli e infinite deduzioni a sfondo numerologico non si accontentano di festeggiare il pi greco solo il 14 marzo, e ritengono che altre date sono altrettanto simboliche del numeretto più famoso al mondo come il 5 aprile, 3 mesi e 14 g. d’inizio anno, o il 10 novembre, 314° g dell’anno.

Tanto ci sarebbe da raccontare e da dire di utile e anche di divertente sul “re” dei numeri, mi limiterò all’essenziale.

A calcolare per primo scientificamente il valore approssimativo del pi greco è stato quel genio di Siracusa di nome Archimede, tra il 287 e il 212 a. C. Invece l’ associare per primo il simbolo π al famoso rapporto tra circonferenza e diametro si deve al matematico inglese William Jones ai primi del 1700. Mentre a renderlo popolare nel 1737 ci pensò il matematico svizzero Leonhard Euler.

A tutt’oggi il pi greco è celeberrimo protagonista sia del rapporto tra la misura della lunghezza della circonferenza e la misura della lunghezza del diametro di un cerchio, sia, e per certi versi ancor più,  di insostituibile primo attore cruciale in innumerevoli attività, in specie se di ricerca che punta a missioni spaziali.

pi greco - Copia - Copia

bydif

 

 

Woman day

Woman day: Giorno internazionale della donna. Auguro a tutte le donne una giornata serena con una bellissima poesia di  ELIOMAR RIBEIRO DE SOUZA

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Donna

Nel tuo esserci l’incanto dell’essere,

La vita, tua storia,

segnata dal desiderio d’essere

semplicemente donna!

Nel tuo corpo ti porti,

come nessun altro,

il segreto della vita!

Nella tua storia

la macchia dell’indifferenza,

della discriminazione, dell’oppressione…

in te l’amore più bello,

la bellezza più trasparente,

l’affetto più puro

che mi fa uomo!

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Woman day. Un giorno di pausa celebrativa che purtroppo si sa già che non cambia la vita delle donne, non mette fine ai tanti massacri,  le ignominie che subisce sul lavoro e in casa e neppure alle tante iniquie condizioni imposte da culture e tradizioni, nonchè pregiudizi e leggi inique. Tuttavia, un giorno di riflessione che forse…a qualche donna concede una chance di vita.

by dif