Simbiosi

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I legami d’amore e d’amicizia profondi  sono una perfetta simbiosi come  l’incontro fra quest’ape e la margherita. Rimangono  indistruttibili quando si alimentano vicendevolmente, non prevale, in uno dei due, egoismo e possessività  e per dirla con Karhil Gibran:
“nel piacere si distingue ciò che è bene da ciò che non è bene “
 “Basta girovagare  fra i campi e i giardini e si impara che è piacere dell’ape raccogliere miele dai fiori, ma è anche piacere del fiore cedere miele all’ape. Per l’ape infatti il fiore è fontana di vita, e per il fiore l’ape è messaggero d’amore, e per entrambi, ape e fiore, dare e ricevere è piacere e necessità ed estasi. Siate nei vostri piaceri come i fiori e le api. “
 
La bellissima foto è un connubio delicato e al tempo stesso appassionato tra due nature diverse, una vegetale e una animale.  Osservandola mi emoziona per la  complicità che trasmette.   Mi  fa riflettere  quanto sia  semplice per questi due “esseri” intendersi e   scambiarsi un reciproco favore, senza perdere leggerezza e armonia; quanto invece fra esseri umani è complicato, pesante  ed a volte impossibile intendersi, collaborare  e scambiarsi un minimo di favore!
E’stata scattata ed appartiene a Gegè

LE INVISIBILI VISIBILI

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Martedì, la mia amica Lu con tono perentorio mi ha detto: “muovi le chiappe e vieni tre giorni  a rinfrescarti al mare”  Stanca del caldo e dell’afa ho accettato l’invito e l’ho raggiunta. Siamo amiche bensì abbiamo idee e gusti diversi perciò sapevo che sicuramente  mi sarei  ritrovata fra gente che ama esserci e non passa  inosservata. Infatti, quando siamo scese al mare nel vedere una sfilza di costolette dorate, con  accanto salsicciotti lustri d’olio,  sdraiati in morbidi letti per abbrustolirsi, sotto gazebo con drappeggi, tavolini con su enormi piatti di frutta,  beveraggi colorati e quant’altro servisse a migliorare le ore di parcheggio balneare,  ho avuto una sensazione di disagio, mi sembrava d’esser fra alcove di convegni amorosi invece  che sul  litorale per prendere il sole tra una sguazzata e l’altra.  Naturalmente Lu mi ha presentato a un sacco di persone ma ero così frastornata che ho stretto tante mani e afferrato pochi nomi, tuttavia fra sorrisi e occhialoni non ho potuto fare a meno di avvertire  un serpeggio di noia spossante   A fine  vacanza , scorrendo fatti e persone mi è parso d’aver passato tre giorni al museo delle cere. Quei corpi belli e sodi, schierati in prima fila e sventolati a richiamo  di subappalti  per mastri ceraioli non diffondevano calore umano e vitalità espressiva, e, le conversazioni  sembravano manoscritti di cronistorie a soggetto unico. Quelle pupattole, oltre ad avere interessi limitati a migliorare i loro lati  B, A e G con botulino, acido ialuronico creme e cremette, ingrandire il loro conto in banca , rifornire il guardaroba e  l’agenda degli incontri, intrecci e viaggi, per farla breve risultavano   impalcature parlanti che se facevi tanto di smuovere un’assicella gli crollava tutto l’ambradan socio- economico che gli garantiva visibilità egocentrica,  schiere di amici.. e un modo di vivere  in prima fila, cioè da VIP

Così,  quando a casa mi è capitata fra le mani l’immagine di Madre Teresa,   mi è venuto spontaneo il confronto tra donne che senza il potere, gli amici, le feste, i drink, le barche, i club esclusivi e  l’ appartenenza ad un ceto  sociale elevato si sentono svotate, smarrite, perdono colore e grinta e donne ” invisibili” coraggiose e altruiste  che si prodigano, combattono e sacrificano la loro esistenza per alleviare le sofferenze dei dimenticati  dal cosiddetto: “ uomo civilizzato, evoluto, acculturato, democratico ” (??? -pensa un po’ se era cavernicolo…) Donne generose che prima pensano ai propri simili  costretti da sopraffazioni egoistiche  a vivere in condizioni umilianti e poi a loro,  vive e palpitanti,  animate da ideale di giustizia socio-politica  che non tollera lo strapotere e il profitto  che affama, spoglia,  deruba  e schiavizza.  Colme di amore e sensibilità solidale verso  poveri, deboli, malati, drogati, alcolizzati abbandonati al loro triste destino dall’ indifferenza di governi, collettività e peggio familiari con  spirito vocazionale teso a lottare ogni forma di  abuso, specie quello esercitato su bambini  da gente  viziosa, senza scrupoli, spesso dedita a  traffici che a definire illeciti  è  una bazzecola. Armate  di  impegno etico  per restituire agli emarginati  dignità  e diritti  sottratti loro da un sistema iniquo e antidemocratico,  hanno scelto deliberatamente  un sistema di  vita disagiato, spesso maturato da convinta fede a perseguire un modello di universalità fraterna che esclude qualsiasi forma di vessazione. Donne dagli obiettivi chiari e concreti che sfruttano le loro risorse intellettuali e fisiche per soccorrere chi è in difficoltà senza contropartita. Donne consapevoli, capaci di andare controcorrente, dimenticare se stesse per beneficio di altri,  sostenere battaglie umanitarie fra ostilità e persecuzioni d’ogni genere  con autentica passione. Disponibili  a morire col sorriso piuttosto che piegarsi alle leggi assurde dell’uomo,  abbandonare o rinnegare gli ideali  d’un servizio assoluto  al prossimo per salvare la pelle. Donne libere da pregiudizi, indomite e competenti, quasi sempre dai volti sereni e con gli occhi scintillanti, prive di subbugli interiori  di ambizioni mancate, invidie, angosce   e maschere d’ipocrisia che invece assillano e schiavizzano le altre. Se hai la fortuna di avvicinare una di queste donne, come mi  è capitato  tempo fa nel visitare l’orfanatrofio “ FAMIGLIA FERITA” in Bosnia Erzegovina, percepisci qualcosa d’insolito e indefinibile,  una sensazione di fierezza e soddisfazione profonda.  Se l’analizzi attraverso le condizioni in cui vivono e operano ti  sembra impossibile. Emanano un profumo di forza naturale ma non di trascendenza, piuttosto di smaliziata e concreta visione della realtà che stupisce. Avverti che agiscono con determinazione entusiasta, parlano della vita, della debolezza umana, degli obbrobri che seminano guerre ed individualismo  senza verdetti di condanna irreversibili, espongono con crudezza sintetica  fatti, conseguenze infami di sofferenza senza sdegni  o filosofie pitocche. Comprendi che sono tante gocce preziose,  anonime nel grande mare per l’occhio sbadato ma ben visibili  alla   fauna  che s’agita nell’acque profonde perché  ognuna di quelle gocce coopera alla sua sopravvivenza, è fonte indispensabile   per non rendere il mare   una pozzanghera fangosa. Donne che si caricano di pesi impropri  senza fronzoli e giri di parole, all’apparenza delicate e fragili ma nella sostanza rocce salde che non hanno bisogno di  ammennicoli costosi e schiere di amici sottraendo congrue fette dei  donativi per sentirsi realizzate,  gli basta  dignità, coraggio,  fede, ambizione a confortare, curare, istruire sfamare,  impedire degrado, prostituzione, illegalità. Talvolta si sente affermare che donne simili privilegiano valori astratti a scapito di quelli terreni, sono più interessate a convertire e far pregare il Dio in cui credono che  orientare al  progresso, niente  di più falso se si ode dire “ Nessuno viene messo alla porta o perde il diritto di restare in questa comunità  perché è maggiorenne se non ha almeno un diploma d’istruzione superiore, un lavoro  che gli garantisce una casa, l’indipendenza economica e morale, altrimenti sarebbe come buttarlo in pasto ai falemici del mondo. “ – Magari si sentisse da certe bocche !!!  

Basta  un mese di condivisione della loro realtà per capire che la fede è il loro motore ma il rispetto della volontà altrui, il bramare che  tutti gli esseri vivano in pari dignità è il punto di arrivo. Donne speciali,  competenti e  per niente sempliciotte, più visibili delle visibili perchè dal loro comportamento la società può estrarre riflessioni utili e certi social politicanti che  il loro chiacchiericcio è vergognoso e inconcludente. Donne invisibili che purtroppo conquistano un trafiletto Ansa e  qualche ora di attenzione  sulle prime pagine solo quando finiscono massacrate e rapite, mentre le visibili ci son sempre per amorazzi,  spiaggiamenti con questo o quello purché influente, partecipazioni in  reclusori con  scimmiottamenti  della realtà e un sacco di robe vane,  una tantum per altruismo  sbandierata per settimane.  Però la vicinanza con donne visibili, se non fai parte del sistema  e della mentalità  che circola, dopo un po’  diventa una noia mortale, mentre lo stare accanto alle  invisibili  è stuzzicante perché ti arma  di coraggio  per sopportare le incongruenze   e  ti rifocilla  lo spirito spappolato dalla cruda realtà.

Qua e la

Galleria

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volta… L’innocenza pedalava lesta Improvvisa scorse la malizia La guardò soggiogata Sotto la volta sbiancata la bicicletta attese muta   Solare trai girasoli mi tuffa aspirai la solare energia l’humus della terra mia Mugghiarono i sentimenti infilando le verdi colline allacciarono il biondo fiume raccolti dal vento giocarono col pino del vigneto  a sera ubriachi di colore zufolarono la solata turbando … Continua a leggere

OMBRA

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Nel bagliore d’un sole

Un incontro casuale

Accende la fantasia

L’anima vibra

S’infiamma…  protende

Mistero e sogno

Frangon la via

Sapori e fulgori

Intreccian  sussurri

Chi sei tu?

Una scia

Chi son io?

Un ombra

 

 

FELICE FERRAGOSTO

Auguro a tutti buone feriae Augusti
 ristoro sacrosanto  dopo un anno di  fatica!!!
Se avete scelto di passarle al mare fatevi un bel tuffo in queste acque cristalline ma…
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…se avete deciso di andare in campagna  passeggiate assaporando il profumo della lavanda

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se avete preferito la sagra dell’Assunta del vostro  paesello, brindate per aver scampato  l’ inferno …delle strade
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se …purtroppo siete al lavoro e le ferie le potete solo sognare, allora …agguantate  la fantasia e …volate, volate  più lontano che potete
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e… per finire in allegria un buon ferragosto a tutta la ” compagnia ” ovunque essa sia!

Agosto

                    

 

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 MESSI PROFUMATE                                           

 RIPOSTE E STIPATE                                            

 SUSSURRANO

DELICATE FRAGRANZE

ODOROSI SUDORI                                

OPEROSI VIGORI                                             

PROMESSE MANTENUTE                                   

TENERI ARDORI

INEBRIATI E VIBRANTI

SOTTO CIELI STELLATI.

SILENZI INTERROTTI

D’ACQUE SCOSCESE

NASTRI SERPINI

FRA BOSCHI E PENDII

LATORI GIULIVI

D’INNEVATE CIME

ASSOLATE E SASSOSE

BRUGHIERE INCASTRATE

GERMINATRICI D’ANELITI 

SPETTATRICI DI SEGRETI

GORGOGLIATI  D’ANIME  

INNAMORATE E INTRICATE

SOLITARIE E ABBANDONATE

DA PROMESSE   ARRUFFATE

CON MESSI PROFUMATE

STIPATE E RIPOSTE

NEI MEANDRI DEL CUORE

FRAGRANTE E ODOROSO

LONTANO E PENSIEROSO

SOTTO UN CIELO STELLATO

SCALDATO DA UN AGOSTO

D’UNA ROVENTE ESTATE

LA MAGIA DELLE STELLE DI SAN LORENZO

 

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Dipinto del martirio di SAN LORENZO del BEATO ANGELICO

 

Ogni anno, il  X agosto, per la  mia città di origine è  un giorno importante e particolare: si  ricorda con tante manifestazioni religiose e culturali la barbara morte  dell’innocente SAN LORENZO e al contempo si rinnovano le leggende delle scintille di fuoco,  fiorite e radicate nell’immaginario collettivo intorno al  Suo  supplizio. Per me quest’ultime sono importanti  e sacrali quanto le prime, mi riportano alla mente un festoso mondo di bambina vissuto con gioia e spensieratezza tra sacro e profano insieme alle persone che in quel momento rappresentavano certezze, speranze, affetti, futuro e che oggi sono introvabili, disperse dagli eventi della vita o salite in vette  inviolabili.

La mia  memoria  cerca di coltivare e tramandare le tradizioni folcloristiche che allora accesero l’entusiasmo e  la  fantasia di fanciulla,  sia per non disperdere un patrimonio popolare sia per ritrovare  volti, odori e  sapori  che altrimenti il tempo cancellerebbe.

Come ho accennato varie sono le leggende  più o meno misteriose che si riferiscono al supplizio del Santo.  Quella che mi affascina rievoca le anime senza sonno che  vagano nella volta sconfinata del cielo  e ogni 10 agosto fra le dieci e la  mezzanotte  tornano in terra sotto forma di meteore ed a chi riesce con lo sguardo a intercettarle ed a seguire il loro percorso concedono l’avverarsi d’un desiderio. Quella che però  sento profondamente è  la leggenda legata al martirio del Santo. Secondo i racconti tramandati,  il giorno della sua morte il  cielo  apre le sue porte segrete e per tre giorni rovescia sulla terra tutte le lacrime di dolore versate da una stella  mentre guardava S. LORENZO,  posto su una graticola, ardere tra le fiamme e invece di gemere diceva sorridendo ai suoi aguzzini : “SONO COTTO DA QUESTA PARTE, GIRATEMI DALL’ALTRA  E POI MANGIATEMI “ Quelli furibondi lo fecero a pezzi e gettarono i suoi resti alla plebe affamata. Da allora ogni anno il giorno della sua morte  chi si sdraierà sotto la volta celeste sopra a un lenzuolo bianco dopo essersi purificato, bagnandosi sette volte la fronte con acqua cristallina o immergendosi in mare o in una fontana, se avrà l’animo sincero e addolorato come la stella  non solo  potrà vedere le sue lacrime ma potrà raccoglierle sotto forma di minuscoli granellini. I granellini conservati in un sacchetto diventeranno una protezione che li salvaguarderà dal fuoco, dalla ferocia e dall’ingiustizia. Si racconta anche che un soldato romano che assisteva alle torture, tramite una  graticola posta su carboni ardenti, raccolse con uno straccio le  gocce di sangue e grasso che colavano dal corpo del  Santo mentre spirava. Le portò al paese di Amaseno  dove  tuttora è  custodito e ogni 10 di agosto dallo straccio  cola  il Sangue di S. Lorenzo, a  chi si reca a vederle con nel cuore  dolore e rigetto per ogni forma di tortura e male il Santo concede un Miracolo spirituale.

 Un’altra tradizione  racconta che il cielo ad  ogni anniversario della morte di SAN LORENZO piange copiosamente  per tre giorni. Le lacrime sono  i lucciconi del fuoco arrivati fino in cielo. Vuole  ricordare all’umanità  che malvagità e crudeltà continuano a martirizzare gli innocenti. I lucciconi mentre scendono si tramutano in stelle filanti o in minuscole fiammelle come quelle che si staccavano dalla graticola  e cadevano qua e là per significare che esiste la speranza, un giorno verranno sconfitte e il bene trionferà sul male. Per questo a  chiunque si associa al dolore del cielo versando lacrime con animo sincero senza abbandonare la speranza mentre guarda lo sciame stellare che cade  gli viene  concesso in premio l’avverarsi d’un desiderio, sia se lo esprime apertamente sia se per virtù non osa.

Quand’ero bambina e ancora  l’aria era tersa e limpida ed era facile  vedere i lucciconi del cielo,  la sera di S, Lorenzo, verso le dieci con il beneplacito dei genitori, insieme alle amiche più care, animata dalla fantasia e dalla voglia di stare fuori casa fino a tardi,  andavo a sdraiarmi su una collinetta vicina a casa, oggi ricoperta da un nugolo di palazzoni non si vede neanche più. Di solito vestite di bianco o d’un colore  chiaro, convinte che renderci il più possibile visibili ci attirava il favore del cielo, riuscivamo a vedere un mucchio di stelle filanti e potevamo esprimere tanti desideri. E’ un ricordo  bellissimo che tuttora  mi accompagna. Rimanevamo li in silenzio, come tante mummie  con il naso all’aria mentre intorno il buio, il caldo, i rumori della natura ci avvolgevano e creavano una atmosfera magica e surreale finché una di noi non urlava di gioia per aver adocchiato una scia luminosa ed espresso il desiderio.  A volte le stelle filanti, che noi chiamavamo capelli d’angelo tanto erano belle, brillanti e inverosimili, scendevano così in fretta che era difficile contarle e allo stesso tempo formulare un desiderio. Infatti mentre tornavamo a casa felici e soddisfatte ridevamo prendendoci in giro, nessuna di noi si ricordava quante stelle  aveva visto e quanti desideri aveva espresso, così diventava tutto una specie di misteriosa favola e un insieme di vivaci congetture da scoprire  che ci accompagnavano fino all’anno successivo.

La sera di San Lorenzo vado ancora a sdraiarmi in qualche luogo dove possibilmente non arriva il frastuono ma regna solo il rumore della natura con la speranza di vedere una lacrima del cielo che si tramuta in stella filante in modo da  esprimere un desiderio e mantenere le mie radici.  Ma sarà per l’inquinamento che rende difficoltoso vedere il cielo limpido, perchè non ho più la spensieratezza di allora, non mi vesto di bianco, o perché so che il fenomeno delle stelle cadenti in realtà è dovuto ai detriti d’una vecchia cometa che gira intorno al sole, una volta all’anno la terra ne incrocia l’orbita,  le particelle entrano nell’atmosfera terrestre e mentre cadono s’incendiano, l’atmosfera non l’avverto  magica, la fantasia non vola e non cerca di esplorare con occhi sognanti lo sconfinato brillio. Così raramente riesco a vedere i lucciconi del  pianto celeste e  solo eccezionalmente ho la possibilità di  esprimere un desiderio, però dal mio cuore non sparisce la devozione al Santo.  Anche stasera andrò in un oasi e , come tanti altri mi apposterò  con il naso all’aria in attesa che la magia delle stelle si ripeta per sognare l’avverarsi d’una aspirazione. Mi auguro che la luna sia benigna, non mi offuschi la vista d’una lacrima dei desideri, per evitarlo ripeterò la breve filastrocca insegnatami da mia madre: ” Stella stellina fammi vedere la tua luccicante  codina, e tu luna non essere avara e birichina. ” Un tempo funzionava, almeno una stella cadente riuscivo a vederla per affidargli il mio desiderio!!!

 

San Lorenzo era originario di un paesetto d’ Aragona, Osca,  morì martirizzato e decapitato a Roma  il x agosto del 258, 4 giorni dopo la morte di Sisto II suo grande amico, per l’editto promulgato dall’imperatore  Valeriano: « Episcopi et presbyteri et diacones incontinenti animadvertantur » (Tascio Cecilio Cipriano, Epistola lxxx, 1)

 E’ molto venerato ed è il protettore dei pompieri, fochisti, rosticcieri e di tutti coloro che per lavoro o necessità hanno bisogno del fuoco.

 

 

UNA POESIA PER AMICA

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Per quanto sta in te

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.

Costantinos Kavafis

Ogni volta che nella vita mi sento smarrita, i problemi si fanno pressanti fin quasi a risucchiarmi, perdo  il senso della misura lasciandomi trasportare dagli eventi,  corro come una pazza per fronteggiare ogni imprevisto finché non crollo di stanchezza, oppure  gli altri mi zavorrano con i loro intrighi, cercano di coinvolgermi nel loro informe  marasma,  insomma c’è qualcosa che non va come vorrei,  mi siedo sul divano, chiudo gli occhi, col  pensiero scorro lentamente   le parole di questa   poesia e  subito  ritrovo l’ equilibrio  necessario per impedire  ai valori fasulli e alle  persone  di ingoiarsi   la mia vita obbligandomi a mettermi una maschera  per sopportarla. Attraverso le parole di Kavafis comprendo che sta in me correggere le distorsioni del quotidiano e se non posso vivere come vorrei di sicuro posso evitare di vivere secondo i capricci altrui lasciando agli altri di viverla al mio posto. Considero questa poesia un’amica cara che mi soccorre nei momenti che traballo o arranco con fatica nel percorso temporale.