L’ORTICARIA DEL MIO VICINO

Stamani un bel sole mi ha messo la carica, così preso un buon caffè ho deciso di potare il mio albicocco, l’unica pianta del mio quadratino di terra spuntata qualche anno fa per caso, gettando un nocciolo, cresciuta da sola così bene che tutti gli anni mi regala saporiti frutti. Armata di scala e cesoie telescopiche inizio a guardare quali rami son da togliere e quali da accorciare, mi resta difficile districarmi, un po’ perchè non ci capisco nulla, un po’ perchè tagliare anche un piccolo rametto mi produce una sensazione fastidiosa, mi sembra di fare uno sgarbo alla natura. Però il mio vicino, un vecchio scorbutico  che sa tutto su coltivazioni e cose simili, mi ha sempre detto che la potatura è indispensabile se voglio che il mio albicocco rinvigorisca e produca frutti succosi, un atto d’amore verso la pianta, un rito, anzi più tolgo e più raccolgo! Faccio appello al mio coraggio, salgo sulla scala e inizio a sfrondare qualche ramo che mi sembra inutile, troppo ingombrante,  fastidioso alla struttura armonica della pianta. Mentre son lì in bilico e stento a raccapezzarmi cosa devo sfrondare sento i passi del mio vicino. Deve essersi accorto che sto potando, penso, e come al solito sarà sceso per prendermi in giro dandomi qualche dritta. La cosa non mi disturba, anzi son contenta, deve essere l’umore ottimo che mi ha messo il sole. Invece niente, si è seduto, si è acceso una sigaretta e non mi ha rivolto uno sguardo. Così cerco di attirare la sua attenzione con commenti a voce alta su quanto sto facendo. Dopo un po’ si alza, si avvicina alla siepetta che divide i nostri recinti e mi chiede: conosci una cura contro l’orticaria? Ho delle pustolette che non mi lasciano in pace. Hai l’orticaria? Quale orticaria non vedo bollicine, vuoi sfottermi o vendicarti? – quando avevo spalato la neve avevo fatto un mucchio troppo alto e troppo vicino al confine,la neve sciogliendosi gli aveva allagato il garage- Macchè, ho proprio una fastidiosa orticaria che mi è spuntata tempo fa e si è acuita con le dimissioni di Walterino e l’elezione del “nuovo”. Non capisco il nesso, cosa c’entra l’orticaria con loro. Ma come cosa c’entra, ti sei imbambita? Non hai sentito i tg e letto i giornali? Veramente ho ascoltato e letto ma non hanno detto che gira una epidemia d’orticaria. Stupidella l’orticaria mi è venuta quando Walterino ha detto delle cose e poi ne ha fatte altre, s’è infiammata  nel sentire il “nuovo” T’immagini un vecchio comunista come me che ha sempre seguito il partito sperando  prima o poi di avere un leader forte che delusione!  Prima sorbirmi di Pietro e adesso sentire che forse si va verso Casini? e..Il meno che mi capitava era l’orticaria! Questi son rimasti alla caduta del muro di Berlino! Son  personaggi in cerca d’autore! Altro che leader capaci di trascinare e rinvigorire il partito. Loro non potano nulla. Si sono imbottiti la testa col Berlusca, brancolano nel buio, non fanno altro che parlare di lui. A furia di sentire la solfa dell’organetto mi sta entrando nella testa, ci manca che l’accusano d’esser l’artefice del peccato originale e il gioco è fatto, mi butto nelle braccia del diavoletto! Come sei pessimista! Dagli tempo, vedrai che traghetterà il partito e per la festa dei morti tutto s’aggiusta. Per distrarlo e rincuorarlo svio il discorso, dai lascia stare l’orticaria, dimmi piuttosto quali rami devo potare e quali eliminare per non far danni all’albicocco. Da volpone ha capito l’antifona, si fa una bella risata e poi inizia a darmi le istruzioni pota lì, togli là, in quattro e quattrotto il mio albicocco prende una forma che lascia presagire un buon raccolto. Non mi resta che aspettare

MADRI RIBELLATEVI

Le polemiche sorte intorno alla canzone di Povia “Luca era gay”  hanno spinto la mia curiosità e la naturale  disposizione a non soffermarmi al sentito dire a leggere attentamente  il testo della canzone. Dire che sono rimasta esterrefatta dal contenuto è dire  poco, non per i passaggi sulla transizione che porta ad amare  prima un uomo e poi una donna, o viceversa, succede a tanti, ma dalle accuse verso la figura materna. Il messaggio della canzone di fatto è  rivolto ad un comportamento scorretto e fagocitario di una madre verso il figlio. Una madre egoista e instabile riversa sul figlio le sue frustrazioni di coppia, confonde l’identità, impedisce la crescita equilibrata, condiziona le scelte delle amicizie specie al femminile, distorce gli istinti sessuali del figlio al punto da spingerlo a pensare che è naturale essere attratto  ad amare un uomo, piuttosto che una donna, vergognandosi di se stesso e pieno di paura che gli altri scoprano questa sua tendenza. Quindi una esplicita accusa alla madre di aver manipolato la crescita e la libera espressione, d’averlo reso succube al suo volere trasformandolo in gay. Poi, nel momento che una donna prende l’iniziativa comprende di non essere gay, ma lo era diventato per colpa della madre, del suo modo di sobillare  le scelte, quindi d’esser vittima dell’amore esagerato, possessivo e ossessivo d’una madre irrealizzata con matrimonio finito male.

Francamente da madre  mi sento profondamente offesa dal messaggio che  la canzone volontariamente o non trasmette, è un attacco frontale alla donna madre e per di più in difficoltà, la dipinge come un’incapace a crescere un figlio maschio, a dargli una solida identità di ruolo sociale, soprattutto a renderlo consapevole e libero nella scelta di amare chi vuole e come vuole, una madre che travia, manipola e influenza nel modo più abietto il figlio al punto da farlo sentire diverso. Mi meraviglio che si sia fatta tanta fiera per l’orgoglio gay e non si sia sollevata una mosca a difesa delle madri che di certo sono ben altra cosa rispetto ai concetti espressi da Povia. Non capisco lo scalpore per uno che ha cambiato indirizzo sessuale, sempre sia vero e non una fola mediatica,  neanche il minimo sdegno ad un attacco frontale e duro verso le  madri. Non sono gli omosessuali il bersaglio di Povia sono le madri e il loro modo sbagliato di amare e allevare i figli, sono le madri le uniche responsabili delle scelte sessuali dei figli, vale a dire che solo le  madri influiscono nella psiche del figlio alterandone l’attrazione che lo rende etero o omo. Una vera corbelleria e una faciloneria scriteriata scaricare sulle madri quello che si è o non si è come se le madri fossero onniscienti e non semplici esseri umani soggetti a sbagli, ma di certo lontane mille miglia da quelle di Povia. Ma sua madre cosa pensa, non si ribella? Ho allevato da sola due maschi e due femmine, ho superato un sacco di difficoltà ma niente mi ha ferito come le parole di Povia, certo non dimentico che è una canzonetta ma il putiferio che si è scatenato intorno se non è di origine polico-commerciale è ignobile, significa una voluta disattenzione verso le donne specie le madri che non hanno un appoggio, la solita distorsione a dare contenuti secondo un criterio di scalpore piuttosto che di verità. Non mi meraviglierei se domani qualcuno paventasse che le  scelte sessuali sono solo il risultato di una educazione materna invece che di una scelta personale. Madri ribellatevi al messaggio di Povia, una canzonetta può far male più d’uno schiaffo. Mi aspetto di sentire qualche voce, se così non sarà vorrà dire che  le  donne madri valgono meno d’un gay o non fanno notizia degna di nota. In fondo se Luca prima era gay e poi etero vuol dire che ha cambiato idea o ha trovato l’alchimia dell’amore in una donna, una madre resta una madre e segue sempre un figlio, non cambia idea o figlio lo ama per quello che è, etero o omo che  differenza fa per una vera madre, niente. Non so se la canzone avrà successo o meno so solo che il contenuto è altamente dispregiativo per le madri.

Santi e Martiri

Voi sapete chi sono i Martiri e i Santi di oggi?

Fino a ieri sera pensavo fossero quelli immolati per qualcosa di eccezionale, avessero fatto cose straordinarie senza saperlo e senza pensare: cosa ci ricavo? Agivano su spinte di ideali e convinzioni di fede, diritti umani, solidarietà. non si piegavano a soprusi, lottavano e combattevano con tutte le loro forze per gli altri. Insomma credevo che fossero persone da imitare, non banali, egoiste, egocentriche, in cerca di fama e gloria fine a se stessa. Ma il reality spione ha fatto vacillare le mie certezze. Ho sentito un autocelebrazione di martirio mediatico che mi ha spiazzato. Possibile che vivevo nel mondo incantato al punto da non saper distinguere la realtà? Che una rinuncia a stare dentro una ” casa” per farsi guardare volontariamente con miraggio di soldi, notorietà, future comparsate era diventato un diritto violato, un massacro della persona, un martirio da santificare? Possibile che una realtà farsesca venga scambiata per gesta eroiche? Mi son detta: se mi ritiro in una caverna a meditare sui fatti miei e poi l’abbandono perchè non ho valutato i rischi o li ho scartati per comodo, divento un anacoreta martire?  

Valutando razionalmente la cosa non ho trovato niente che somigliasse al martirio, o a qualcosa di valore etico da suscitare ammirazione, solo un libero arbitrio esercitato che poteva tradursi in smacco. Quindi piangere, sbraitare, scagliarsi verso gli altri adducendo d’esser vittima, martire di un sopruso mi è apparso illogico, e alquanto ipocrita. Forse un modo per rimanere sulla cresta di un cavallone di popolarità che mantiene l’attenzione, sfrutta la commiserazione per arrivare a effimere mete, a fini dall’odore di denaro e forse dello sterco del prossimo reality.

Di certo i cantastorie e i menestrelli di un tempo oggi  avrebbero molta difficoltà a raccontare storie di gesta piene di poesia, sacrificio estremo, umiltà, soprattutto valore disinteressato al tornaconto. In questa selva d’arrembaggio corsaro all’apparire come farebbero a districarsi?

Oggi non si capisce più da che parte alloggiano i Martiri e i Santi, con quello che si vede e si sente basta fare un cappio per diventarlo.

Messaggio di Eluana

L’ultimo pensiero di Eluana non è stato per se stessa ma per il padre. Si, proprio per il padre, per salvarlo. non so per quale motivo ieri verso le 11,35 mi ha fatto depositaria di questo messaggio.

“Sono Eluana, fai presto devi salvare mio padre. Gridava acqua, acqua, fate presto, presto   la fontana, la fontana, vita per il mio papà. La porta si chiude entro tre giorni poi c’è il buio. La fontana, vita per il mio papà. Salvalo dal misfatto ricordagli la fontana sulla strada. l’acqua sgorgava, fuorusciva, formava rivoli alla domanda dove va l’acqua papà ha risposto a dissetare la terra per far crescere la vita.  le cose non sono come lui pensa sono. E’ diventato cieco, dal dolore vede solo la materia di…non vede la vita. Si è fatto tante domande, bastava chiedesse perchè una parte di me era lì e non rispondeva come lui voleva. Fate presto, fate presto, sete, fontana lungo la strada. L’amore verso di me l’ha convinto a seguire una strada di… la fontana non riusciremo.. non potrà più entrare, perderà …non arriverà a Eluana. So il perchè ma non posso dirlo a te. Fai presto devo salvarlo, ci sarà il buio, non per me, non potrò riavere la materia, ma lui… Acqua che scorre papà falla arrivare a me. Potrei tornare, ricorda la fontana. Allora dicevo perchè non sapevo. Fai presto, non c’è tempo, sete, sete, fontana acqua che scorre dillo…a…. chiama…..ha solo tre giorni non so se quà e là siano uguali. Fai presto devo salvalro c’è suor Letizia che mi carezza, l’amica…Urbano Vescovo di Roma, anche padre Anselmo da Verona, Antonio venuto da Padova …Acqua, acqua che disseta porta la vita. Sete non c’è tempo. Fontana lungo la strada…vita per papà, è diventato sordo, ho tentato, non ha sentito. Fai presto, sete, sete, salvalo, salvalo dal…”

Ho cercato di trascrivere fedelmente quanto dettava omettendo solo alcuni particolari. Oggettivamente mi sfugge il senso del messaggio e di come potrei salvarlo. Forse lei lo sapeva. Non è la prima volta che Eluana si è messa in contatto con me, le altre volte le ho trascurate per mancanza di coraggio. Stavolta mi è sembrato doveroso. Aggiungo che ho inviato una email al nome che mi ha fatto, credo mi abbia preso per pazza.