Urrà, George si è sposato!

george c.

Urrà, urrà. Si è sposato George! Era ora! In 10 minuti, contro mesi e mesi di estenuante gossip, nella splendida Venezia, testimone W. Veltroni,  la coppia George Clooney – Amal Alamuddin, ieri ha pronunciato quel si che eternizza, spero, il loro amore e mette fine, arispero, a una spy story che sfracassava le mammuccine . Le sue fan saranno andate in solluchero mentre le  aspiranti cloonettine, sfumate le speranze, avranno versato fiumi di lacrime. Ma, per me… Che liberazione! Non ne potevo più della bombarda mediatica di anni di pettegolezzi: si sposa, non si sposa, con chi si sposa, perché non si sposa, con…forse perché… e..giù una sequela di congetture come se dal suo sposarsi o meno dipendesse la sorte del pianeta. –Altro, che circola, e non è ancora chiaro ai più lo è, purtroppo. – Comprendo che data la sua fama di scapolo d’oro le sue vicende sentimentali attizzavano la curiosità e fornivano, con somma gioia di riviste e talk gossippari, materiale per strabilianti  chiacchiericci, ma non al punto da far sopportare a tutti una gragnola giornaliera di dire e stradire. Vero che è bello, vero che è bravo, vero che è ricco e famoso ma sapere quel che faceva e non faceva, nei minimi dettagli, non cambiava la vita a nessuno, erano cavolacci suoi e di chi gli stava intorno. Mi auguro che il salasso mediatico George – Amal sia finito. Anche se temo che il si non sia l’epilogo del gossip..il bel George non si è sposato a caso… per un colpo fulminante di eros, ma per….mire precise…che…chi vivrà saprà…e…ancora chiacchiere sorbirà…Anche nelle favole più romantiche e allettanti l’amor travolgente  di re e principesse il lieto fine  ha un suo perché!

Comunque vada, auguro ai super mediatici sposini,  che il profumo d’arancio non svanisca mai.

dif

 la foto l’ho presa dal web

Spray paint in a can

bombolspray

Scusate se non ci riesco. Non ho filing. Più ci provo e meno lo trovo. E da come vanno le cose è più forte di me star lontana dal renzismo. Non mi convince. Riconosco che ha doti eccezionali da banditore piazzista di idee, con una capacità innata di venditore leader di prodotti tuttofare che sa farsi largo tra la folla, per rifilarli senza tanti complimenti. Ma la sua bravura da super propagandista non basta, a far si che i prodotti che promuove ai mercatini giornalieri, con tanta aggressiva roboanza, impallinano il mio cervello al punto da spingere le mani  ad agguantare le sue spray paint in a can estasiata e gridareccia: a me, a me! Sarà perché difficilmente cedo al fascino di racconti fiabeschi, men che meno mi squacchero per un guru salva anime e pance se non riesco ad accodarmi al codazzo del prestigiatore pirinampolloso. Forse no. Più probabile perché le sue bombolette spray mi suonano tarocche. Come se il propano che deve far uscire il prodotto che toglie dal groppone la fatica di dar di gomito, se vuoi campare e non morire di illusioni o peggio di bozze di riforme e linee guida che ben che vada conducono al punto di partenza, è esagerato. Per cui, al posto del prodotto miracoloso, salva paese e gente, esce solo aria compressa e il prodotto resta nel fondo. E poi, ha uno stile esibizionistico talmente presuntuoso che rasenta i limiti del diktatur autocratico che mal si accorda col mio senso attrattivo. Ha un sex appeal catarifrangente! Infatti, chiunque nutre un piccolissimo dubbio, sulla merce che a raffica sforna e si azzarda a fare una domanda chiarificatrice sul come e sul perché le sue bombol spray sono le uniche potenti a garantire risultati strabilianti di perfetto pulito, a un paese tanto imbrattato da egoismi, lobby, corruzione e mala politica, già sbattuto dall’ue, dagli investitori, dalle tre sorelle rating nel cassonetto, con stizza lo regredisce allo stato animaloide gufastro. Un gufo menagramo e bastian contrario che difende solo il suo status quo, o, peggio le social diseguaglianze per precipui fini lucro speculativi pro my casta. Forse non sa, l’imberbe pioniere ” spazza via tutti gli ieri compresi i diritti” che di solito in democrazia ci si confronta e non si acquista a scatola chiusa. Anche qualora i prodotti- proposta fossero il top per risolvere i guai sarebbe legittimo domandare e approfondire per eliminare equivoci fallaci. Sarà banale e antiquato ma il flusso continuo di probabili risultati miracolistici di prodotti griffati IO-SOLO-IO che sgola, twitta, slaida, sfecebucca mi paiono un evidente intento cerca like di consenso, qualunquistico. Per  intenderci quello che alza il livello di popolarità, soddisfa le smisurate ambizioni egocentriche e non porta nulla di nulla a chi clicca. Per quello che constato, gli incontenibili social-web quasi sempre cadono nella fossa dei senza traccia, la loro nave porta link attira consenso popolar-distratto si perde nella corrente infinita e, semmai l’abbia a rimorchio, trascina a fondo quella porta fatti concreti. Di sicuro, i mi piace frettolosi alle sue spray bombol non fanno e non faranno mai risplendere i volti spenti e disperati ne rilustreranno le casse vuote, troppo irrealistici e acritici. Ancor meno i link spray antimuffatarli sono e saranno utili per far schizzare in testa al gradimento european il colossal relitto littleitalian. Rassettare tutto e tutti per riportare in auge il caracollante rudere, a mio sentire non è un metodo proficuo e veloce per far crescere i posti di lavoro, l’economia, i consumi, l’export…sconfiggere la miseria, la diseguaglianza i poteri dominanti europei e extra.. semmai un metodo infallibile per imploderlo.Capisco che il suo rapporto tempo-proposta marcia a velocità supersonica e fa girare la ruota del suo ambizio-esibiziomulino a sballo convinto che quella, girando, girando,  regge, persuade, salva l‘italica baracca e si intasca un guadagno extra di fam-farina. Ciò non mi basta. Non mi induce a diventare una consumatrice di spray paint in a can. Concludendo, sarà per l’innata avversione al pensiero unico, per la cautela a credere alle favole che per incanto ti rendono da pezzente a regina che non riesco a essere renziana? O perché so una gufa che non si lascia trasportare dalla voglia di avere un pulito a prova di batteri politico-virali, non compra bombolette effimere e non clicca subotton likeMah … Essere un bel gufo iellino..mi alletta.. più che… un individuo sparainfrettaaria. E poi..tanto per dire i gufi non sono di cattivo augurio, anzi...secondo sta strofetta …”Gufo, gufo della notte scura, che porti via fame e paura.. veglia su tutte le nostre genti, vecchi, bimbi e sugli armenti. Col tuo canto, che può far paura, proteggi gli amici con madre natura…Fate, gnomi fastidiosi folletti, non potranno più farci dispetti…” è il contrario. Il fatto è che i gufi sono pignoli e hanno doti di preveggenza! L‘udito finissimo e la capacità di girare la testa, quasi a tuttotondo poi gli permette di captare i rumorini e adocchiare su ogni fronte chi e che cosa c’è da sbaragliare. QuindiNon c’è da aver paura solo di stare all’erta, tanto nel predare che nel lasciare.dunque la gufite acuta è ingiustificata a meno che…a meno che non si  voglia ignorare i saggi preveggenti per osannare i…perself-proclaimed peacock….!!!

un salutissimo di felicissimo week end a chi passa

dif

Arte o blasfemia?

manifesto-lgbt-torino-pacchiona

 

Principalmente la definirei una grave carenza di fantasia, sensibilità, talento.

Anche il più ingenuo e sprovveduto in materia di comunicazione visiva avrebbe immediatamente compreso che divulgare l‘immagine di una donna in sovrappeso e nuda che calpesta immagini religioscon su la scritta S.A.L.I.G.I.A – iniziali dei sette vizi capitali – portava una scia di critiche e accese polemiche. Se a questo si aggiunge il momento storico persino il più scaltro e dissacrante esaminatore di un bozzetto di locandina avrebbe subito recepito che era una scelta da evitare. Siccome così non è andata, chi ha scelto l’immagine, per reclamizzare la mostra internazionale d’arte LGBTE, in programma dall’ 8 al 17 settembre a Torino negli spazi della ex manifattura tabacchi, o era cieco o era un furbacchione. Siccome mi appare fantomatico che era cieco, di sicuro era un furbacchione. Un furbacchione che applicando la logica del business, fregandosene dell’opportunità, del buon gusto, del rispetto sociale ha scelto una figurazione che suscitava scalpore per ottenere il massimo della visibilità. Quello che colpisce, in questa sballata locandina, è il messaggio simbolico al fruitore che non c’entra assolutamente nulla con la tematica della mostra. Viene spontaneo chiedersi: ma come ha fatto “l’artista fotografo” ad associare Gesù e la vergine Maria a questa mostra? Quali legami espressivi, creativi, comunicativi ha trovato tra due icone religiose e l’arte LGBTE ? Soprattutto dove sta l’efficacia visiva ai fini della causa che vuole pubblicizzare? Nel voler offendere un simbolo religioso, una fede, una cultura.  Nel voler distruggere una identità sacra per favorire la profana.  Nel voler affermare che solo schiacciando con i piedi Gesù e Maria il mondo gay si libera dai pregiudizi sociali.  Nel voler umiliare la cristianità per riscattare l’omosessualità?  O, piuttosto sta nella voglia di spacciare per arte una volgare trovata mediatica? Quale sia la risposta giusta, anche mettendo da parte il pur evidente oltraggio a forti simboli religiosie fatta salva la libertà di pensiero, il manifesto per la mostra è e resta solo sensazionalismo distruttivo. Nulla a che vedere con l’arte, l’originalità, l’innovazione. Ovviamente, l‘autore della foto locandina, il torinese Mauro Pinotti, visto le proteste, sostiene che non voleva offendere nessuno, e non voleva “denigrare la religione, ma solo esaltare la superiorità della donna rispetto l’uomo“. A me non pare. Sotto la scarpa non vedo un uomo qualsiasi, vedo il volto di Cristo e Maria. A parte il fatto che a nessuna donna farebbe piacere esaltare la sua superiorità sull’uomo in questo modo, ma si sa l’arte è bizzarra, se Gesù essendo spirito fatto uomo potrebbe forse passare come scusa, la vergine Maria no, a meno che non sia una mia allucinazione non è capitata per caso sotto il tacco della prosperosa donna. Comunque la rigira Pinotti o chicchessia balza all’occhio che è una balla per sedare le accuse di blasfemia. Chiaramente, lungi da me affermare che l’autore l’ha fatto con intenzioni cattive, probabilmente  voleva solo stupire, e tanto meno intendo muovere una critica che possa far snobbare e nuocere all’evento di LGBTE. Anche volendo non potrei farlo. Per formazione e professione, il mondo dell’arte è parte integrante del mio sentire e essere quindi nulla o quasi mi scandalizza, nulla o quasi mi appare visivamente stravolgente, nulla o quasi ritengo inaccettabile. Tuttavia, nel mondo dell’immaginario globalizzato il camuffo, il fine dello sbalordire mercifero che utilizza i simboli religiosi, qualunque essi siano, mi fa venire l’orticaria. Senza essere bacchettoni e oscurantisti bastava solo che chi di dovere si ricordasse che una immagine è un potente e immediato trasmettitore comunicativo e quando è trasgressiva, come questa, di sicuro urta le sensibilità e fa scattare delle rabbiose reazioni. Bene a fatto il comune di Torino a dissociarsi, tuttavia rimane la tristezza di constatare, specialmente se si pensa che sono giorni in cui migliaia di cristiani sono orribilmente perseguitati, che ha ritirato il suo patrocinio dopo le polemiche. 

Nel concludere mi resta la domanda: arte o blasfemia? L’arte per come la conosco io uhm…direi che anche volendo cogliere i significati senza fermarsi all’apparenza non c’è. La blasfemia uhm… ne vedo assai, assai nel modo scontato e profittatore di utilizzare due volti emblematici delle radici cristiane e non solo… mi dispiace, svilisce l’arte e offende l’umano intendere. E’ pur vero che ultimamente diversi ” artisti” in assenza di legislazione, che delimiti i confini tra arte e pura offesa, tendono a dissacrare, ironizzare, sbeffeggiare, abusare dell’ iconografia sacra, chissà perché poi sempre quella cristiana, forse perché da vigliacchi hanno paura di ritorsioni e persecuzioni di certi integralisti che se si offendono… A un artista può difettare l’etica, in nome di una libertà espressiva esasperata a suo uso e abuso, ma il buon gusto… quello no,  quello non dovrebbe mai mancargli.   

 Voi che ne pensate?

by dif

e felice   weekend a chi passa

LGBTE = La Grande Battaglia Trova Esito

Il calcio con la C maiuscola!

BAGGIO

La partita interreligiosa per la pace e la solidarietà, tanto voluta da papa Francesco e appena conclusasi all’olimpico di Roma, è stata una vera goduria per gli occhi e un toccasana per il cuore. In mezzo a tanti spauracchi che ogni giorno inorridiscono e tolgono il fiato è stata una iniezione di speranza che ci voleva proprio. Vedere tutti quei grandi campioni, più di 50, gareggiare sul campo con serietà agonistica ma col volto sorridente, ha spazzato dal pensiero tutti gli incubi di immagini atroci che stanno sconvolgendo e minacciando il mondo. Almeno per un momento ha fatto sognare che la cattiveria umana non esiste. Che fra gli uomini non esiste differenza d’intenti, non esistono divisioni, rivalità, motivi ideologici, religiosi territoriali tali da scatenare violenze aberranti. Che quando l’uomo vuole sa agire e interagire in armonia con se stesso e con gli altri. Che sa distinguere che la pace è un bene universale e la solidarietà un atto nobile. Che la sua natura non è bestiale e che tutto può fare e ottenere senza sopruso e abuso. È stato bello rivedere facce amate come quelle di Baggio, il mio idolo,  ammirare la bravura di campioni indimenticati,  commuoversi nel vedere le magie di Maradona o gli abbracci di avversari per scusarsi di avere messo a segno un goal. Questa partita, aldilà del suo messaggio di conciliazione, in campo, in curva o in tribuna ha mostrato come dovrebbe essere il clima in uno stadio. Come il calcio può unire e divertire. Soprattutto ricordare che ha una funzione sociale per cui mai dovrebbe dimenticare che influenza in bene e in male. Se tutte le partite di calcio fossero un momento di relax festoso come quella di stasera andrei sempre allo stadio. Perché stasera il calcio, quello con la C maiuscola ha vinto e poco importa se a aggiudicarsi la vittoria per 6 a 3 sono stati i pupi di capitan Zanetti, ciò che importa è stato vedere papà felici con i propri bambini, giovani e meno giovani tifare ridendo, bandiere di Italia, Vaticano, Palestina, Iran, Argentina sventolare una accanto all’altro, le mani intrecciate una sull’altra di rappresentanti di credo e fede diverse. Ci voleva proprio un esempio per riflettere di come è bello convivere con le proprie  differenze e di come è piacevole vedere uno sport tanto seguito e amato quando fa spettacolo per divertirsi e divertire ! 

pace

                                                 Felice risveglio a tutti  bydif