C’è un italia vincente che …

...page gilli trini fantin morlacchi...xenia ghiretti bocciardo morelli

C’è un Italia bella, bellissima, entusiasmante. Un Italia che emoziona e commuove per come sa essere e non per come appare. Un Italia capace di andare oltre il fato, superare i propri e altrui recinti, sognare, eccellere. È quell’Italia che ogni giorno si misura con la dura legge esistenziale bensì non si ripiega su se stessa, non piagnucola o si nasconde dietro le “siepi” limitanti ma con forza di volontà le scavalca, va allo scoperto si “tuffa” nelle acque procellose dell’esistere pubblico. Un Italia di ragazze e ragazzi che sfonda le barriere del coraggio, si mette in gioco, fa sventolare il tricolore, infiammare i cuori a tutti e all’inno di Mameli battere le mani all’unisono. È quell’ Italia vincente che conquista medaglie, si ritaglia un posticino nella storia e ci onora nel mondo ma che quasi nessuno se la ga..ops considera.

Eh si, nessuno o quasi se li fila 28 ragazzi e ragazze italiani che travalicando ogni tipo di ostacolo a colpi di coraggio superano se stessi, si guadagnano 74 medaglie: 29 d’oro, 23 di argento, 22 di bronzo. Bisogna riconoscerlo. In pochi hanno udito o letto di questi meravigliosi ragazze e ragazzi che non si arrendono ai se e ai ma, che malgrado lo svantaggio, la mancanza di infrastutture, le palestre, gli spazi adeguati, la sottocultura sportiva con sacrificio proprio e dei familiari si allenano, conquistano record e portano gloria azzurra nel mondo. Chi sono? Sono l’Italia più forte, l’Italia più nobile,sono i volti plurimedagliati di: Carlotta Gigli, Federico Morlacchi, Antonio Fantin, Arjola Trimi, Simone Baarlam, Stefano Raimondi, Francesco Bocciardo, Vincenzo Boni, Efrem Morelli , Xenia Palazzo , Alessia Berra, Marco Dolfin , Giulia Ghiretti, Monica Boggioni, Federico Bicelli, Cecilia Camellini, Salvatore Urso , Riccardo Menciotti, Francesco Bettella, Gioele Ciampricotti, Martina Rabbolini, Alessia scortechini, Talamona Arianna, Cordini Chiara, Massussi Andrea, Palazzo Misha, Sottile Fabrizio, Bassani Federico. 24 su 28 a medaglia!

...page dolfin brenna boggioni boni..--cammellini raimondi menciotti bicelli

Sono le italiane e gli italiani che a Dublino, dal 13 al 19 agosto in Irlanda, hanno scritto una bellissima pagina di vita personale, di esempio ostinato a farcela, di storia sportiva. Come in Germania, dal 20 al 27 a Berlino, con 6 ori, 3 argento, 8 bronzo han scritto altrettanto Oney Tapia, Assunta Legnante, Martina Caironi, Giuseppe Campoccio, Monica Contraffatto, Riccardo Bagaini, Simone Manigrasso, Andrea Lanfri Adawe Hadafo Fahran, Raffaele di Maggio insieme agli altri compagni in lotta. Sono la nazionale paralimpica di nuoto e quella di atletica italiana.

italy

Sono sportivi a tutti gli effetti che non riempono le pagine dei giornali gossipari e raramente finiscono nel ribaltone del chiacchierio urlaticcio dei tolk o quant’altro fa share. È triste ammetterlo ma è realtà che semmai i loro volti e nomi compaiono è sui gazzettini locali. È una vergogna dei più ignorare questi coraggiosi italiani che a prezzo di loro fierezza e valore si fanno onore e ci onorano nel mondo! Lo è tanto più, nel constatare che in questa Italia, dove ogni giorno la parola vergogna rimbalza da mari e monti per qualsiasi bazzecola e a trombone e magliette rosse bomba considerazione per tutti comprese le zanzare infette, beh, per questa vergogna non c’è posto. Non c’è posto neanche per sussurrare vergogna di restare indifferenti o quasi a legittimare il loro successo come nazionale sportiva come invece avviene per altre. Tant’è che sui canali tv importanti eccetto qualche sporadico cenno nei trafiletti poco o nulla si è informato, meno sentito scandire i loro nomi e niente s’è visto in onda. Solo seguendo rai sport è stato sapere orari e dirette e seguire le gare, esultare per i loro successi, soffrire per le piccole delusioni, il che, senza nulla togliere alla nazionale e agli atleti che dal 3 al 12 agosto hanno disputato gli europei di nuoto a Glaskov con gran sbandieramento informativo, mi par significativo. O no? Sfido chiunque a dir sia accaduto il contrario. Nel mentre, in giustizia di significato agonistico almeno di espressione nazionale, nonchè di civile opportunità sportiva, gli uni e gli altri meritano stessa considerazione. Entrambi raggiungono i traguardi a duro prezzo di dedizione, rinunce, disciplina, orgoglio, determinazione, amore e passione per lo sport. E se mi permettete, gli atleti della nazionale paralimpica, ne meritano un pizzico un più in quanto le complessità da abbattere anche solo per arrivare a garreggiare sono tante, e quelle per emergere a livello internazionale direi iperboliche. Quasi, quasi mi vien da pensar male, come se la vergogna del disinteresse, del non dare informativa e risalto alle imprese sportive di questi atleti, sia un vergognarsi di loro, un volerli eclissare all’occhio della massa, a esser gentili per non imbarazzarla, a essere perfidi per non deconcentrarla dalla loro consolidata attitudine a bearsi di parole sperzonalizzanti, visioni fatue, cimenti irrealistici e quantomai privi di quel valore che fanno dell’essere umano un degno rappresentante del suo genere. D’altronde nel regno dell’appiattimento fanno share apparenza, intrighi, insinuazioni, storie macabre, corpi super tatuati, peripatetici personaggi e lacrimosi fancazzisti. Per ragazze e ragazzi che nonostante i limiti scelgono di sfidare destino e se stessi, non rinunciano ai sogni, alle aspirazioni a essere eccellenti studenti universitari, impiegati, medici, funzionari di banca e perfino fashion blogger in sedia a rotelle oltrechè valenti sportivi da distinguersi, salire sul gradino più alto e regalare lustro al loro paese, ovviamente non c’è spazio. Se fosse per me ribalterei un po’ i concetti socio-cultural-divulgativi di livellamento. Concetti oscurantisti di quella parte di Italia bella, bellissima, moralmente vincente, sensibile agli altri, all’appartenenza, tanto da condividere spontaneamente il lutto per Genova e le sue vittime senza indugio, laddove in altri ambiti neppure su stimolo..ma è consolidato, nel grande circo massmediatico il pallone conta più delle persone. Poiché anche se a Dublino, o in qualsiasi altra luogo garreggia, invece che 74 medaglie ne conquista zero, è quella parte di l’Italia, di ragazzi e ragazze italiani da podio, non fossaltro per la dignità che rispecchiano. Così tanta per quanto ne manca a certi social-autocelebrati. Come minimo tutti gli si deve rispetto e stima. E non per sensibilità al condizionamento, gli si deve per diritto acquisito in vasca, in pista, sul campo di competizione.

page 2

Grazie ,  è stato un onore seguirvi!
bydif

 

Allibita. Irritata e anche disgustata.

ponte-morandi-il-giorno-dopo-690447.610x431Allibita dquegli applausi davanti alle bare allineate che proprio non dovevano esserci e stonavano più di un raglio d’asino irrompente nel quieto silenzio della notte in una valle montana. Da come la superficialità confonde i valori umani e rende inconsapevoli trasmettitori di sconsiderati e fuori luogo atti di elogio. Perché gli unici applausi di lode, e dovevano essere lunghi quasi da spellarsi le mani, dovevano essere in onore e saluto alle vittime, ai feriti, ai miracolati, a tutti gli uomini e le donne in divisa e non che hanno e continuano a scavare in quell’orribile, inguardabile cumulo di macerie del cedimento di una parte del viadotto Morandi di Genova.

Irritata poiché ancora non riesco a cogliere il senso della claque massifica di certi miei connazionali tributata ai due ministri-vice premier del nuovo governo, Salvini e di Maio, intervenuti ai funerali di stato dei morti nel drammatico cedimento del ponte a Genova. Che ci azzeccava? Era una ovazione di riconoscimento al nuovo politicame che avanza o una imbecillità incontrollata di sfogo collettivo a una tragedia inimmaginabile ancor non elaborata e smaltita? Per i fischi e le frasi di insulto scagliate verso i “vecchi” politicami l’applauso sconsiderato mi è parso più attinente alla prima ipotesi che a una reazione emotiva del tragico accaduto! Perchè non riesco a togliermi dalle orecchie quel momento di rintrono di battimani inopportuno e parecchio disdicevole alla circostanza dolorosa. Nonché di umiliazione a parenti e amici in lacrime davanti alle bare dei loro  morti nel crollo e ancor annichiliti dalla tragica, improvvisa, perdita degli amati in un modo psicologicamente inaccettabile da chiunque abbia un minimo di razionalità di come dovrebbero andare le cose a chi percorre una autostrada per recarsi al lavoro, in vacanza o va a fare consegne e invece vanno al contrario. Eppoi  per come non riesco a liberarmi da fischi e  urla di disprezzo, verso persone che erano li per aderire a un cordoglio nazionale,  esprimere in veste di liberi cittadini la loro vicinanza a defunti e familiari, a motivo di essere ideologicamente legati al precedente governo.

Disgustata perché quell’applauso ai due ministri- vice premier innanzitutto è stato un segno balordo al contesto e alla ragione per cui si era e si doveva essere li. Una sberla a una città, a tutto un paese in lutto, sconvolto da un accaduto surreale, ai limiti credibili da un sano intelletto, che partecipava con animo di considerazione effettiva verso il valore umano di ogni essere, in  specie spento fra lamiere e polvere. Poi, ha defraudato a una città l’importanza primaria di una presenza reverente a una funzione di commiato a vite umane, sparite in un baleno per cause intollerabili. Ha inquinato uno spazio di partecipazione amara, commossa,  rendendolo un flautolento exploit di compiacimento a personaggi, difficile da recepire a livello razionale in quanto non era un arena a consacrazione o rigetto di idee e sistemi political-governativi. Era uno ambiente pubblico allestito per una cerimonia di onore e rispetto a esistenze inghiottite da una voragine; un luogo di dimostrazione di umano amore verso il prossimo orribilmente perito in un crollo autostradale che giammai doveva ferificarsi. Un incontro di civile pietà verso donne bambini uomini gretolati fra calcinazzi, distrutti al futuro, ai sogni, alle speranze alla vita a causa di chissà quale incuria, di chissà quale sottovalutazione, di chissà quale balorderia di pareri, intrecci e interessi conformi a garantire la sicurezza di transito in un viadotto. Era un voler dire a ognuno di quei corpi serrati nelle bare che aveva una grande importanza e la sua tragica fine sarebbe rimasta una presenza tangibile nella memoria di tutti. 

Soprattutto annichilita, irritata e disgustata perché non era un momento del governo per esaltare il nuovo e disprezzare il vecchio, come se il novellino abbia merito di esencolpe e il vissuto l’incarni tutte. Era un momento di contingenza triste, di unione di cuori e anime di tutto il paese per acclarare rispetto ai morti e semmai per urlare il diritto di garanzie in ogni ambito, di sicurezza alla vita, che se pur difficile e fragile non può essere rubata. E quando lo è, o quando finisce polverizzata, di certo non è esencolpe ne stato ne privato. Bene han fatto i parenti che si son sottratti a un commiato di stato, seppur nello strazio, almeno recepivano che gli applausi erano solo di ossequio alle vite distrutte, lacrime e urla di empatica condivisione del dolore alla perdita cara.

C‘è anche da dire che questo è uno strano paese in cui si proclama una giornata di lutto e poi per qualche interesse vabbè anche se non si rispetta. Quindi un battimano, per quanto irritante… lo potevo assorbire.

genova_funerali

Con un pensiero di vicinanza alle anime volate in cielo, di cordiale sentimento al dolore di parenti e amici, di affettuoso auspicio di presto ristabilimento ai feriti, confido in Dio che mai più simile tragedia debba piombare il respiro di nessuno.  

By dif

….Le immagini le ho scaricate dal Web

L’ASSUNTA

 

ASSUNZIONE

Oggi è in cielo è una gra festa. È il giorno in cui:
“lo Spirito Santo discese sopra gli apostoli in una nube, discese pure Cristo con una moltitudine di Angeli e accolse l’anima della sua diletta madre. E fu tanto lo splendore di luce e il soave profumo mentre gli angeli cantavano il cantico dei cantici al punto in cui il Signore dice: “come un giglio tra le spine, tale è la mia amata fra le fanciulle” – che tutti quelli che erano là presenti caddero sulle loro facce. Poi la luce si allontanò e insieme con essa fu Assunta in cielo l’anima della beata Vergine Maria in un coro di salmi, inni e cantici”
E in terra? Beh, anche in terra! Ma… è Ferragosto e per quel che circola è il giorno di “ferie” speciale da passare spaparanzati ovunque ci sia sole, distrazione, allegra brigata mangereccia o compagnia da sballo che tenga lontanissimo il pensiero da lavoro, stress e tran tran quotidiano. Dunque, un giorno di gran festa prosaica che rimembra i riti pagani delle feriae augusti ai tempi d’Ottaviano! Per cui, chi si rammenta che il 15 di agosto è il giorno dell’ Assunta? Ummm…! Eppure i cristiani dovrebbero…perché Maria l’Assunta è la porta del cielo. È Il capolavoro di Dio, l’icona dinamica mediatrice tra terra e cielo, tra fisico e metafisico. Difatto l’assunzione esprime si un privilegio, di anticipata glorificazione, in anima e corpo, concesso a Maria, ma anche il privilegio esteso da Dio al genere umano. Quindi festeggiare la Sua glorificazione, non è altro che un modo simbiotico per dire grazie.
Al dunque, passare il ferragosto in festa è ultra necessario per scrollar di dosso le angustie e ricaricar le batterie, ma anche, almeno per chi ha fede, fruttuoso immergersi nei festeggiamenti in armonia con se stessi e gli altri senza troppo scordarsi di Maria e che non siamo fatti solo di materia!

Comunque, a chi è in ferie, ovunque sia,  mare, monti, campagna, città auguro un giorno di sereno relax. A tutti quelli che non possono andare in ferie per garantire servizi ai cittadini auguro buon lavoro e un grazie di cuore. Mentre a chi .purtroppo  le ferie  le può solo sognare, allora auguro di volare, volare e magari chissà  il prossimo ferragosto ritrovarsi in terra a festeggiare un anno di lavoro ringraziando il “cielo” !

cuor

bydif