SANT’ANNA

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Oggi è S. Anna. Una santa che fin dall’infanzia mi è entrata nel cuore e ho considerato mia protettrice al punto che ho voluto coronare il mio sogno d’amore proprio il 26 luglio, giorno della sua festa.

A distanza di anni credo, anzi ne sono certa, che questo mio attaccamento alla Santa è stato ispirato da un sentore inconscio profetico. Senza il suo sostegno spirituale non avrei mai superato le difficoltà di ben 4 maternità con un lavoro da portare avanti senza perdere amore, pazienza, gioiosità. Poinon avrei saputo crescere e educare i miei “pargoletti” amati senza subire l’angoscia devastante di una situazione familiare complicata dalla fatalità. In ultimo, emotiva come sono non avrei trovato il coraggio, l’energia, l’entusiasmo necessari per reagire a ogni maroso che perigliava il mio pesante barcone matrimoniale e che tutt’ora col suo aiuto continuo a timonare. Non mi basterà la vita per ringraziarla! Può essere una stranezza credere che è stato un segno profetico affidare a sant’Anna il proprio excursus ma in me è certezza, senza la mano di sant’anna non avrei superato indenne ne i momenti gravosi dell’esistenza ne i pericoli psicologici derivanti da annessi e connessi.

Quando sento di mamme che cadono in depressione post partum, oggi accade spessissimo, o leggo notizie di gesti e fatti tragici estremi compiuti da madri, mi si stringe il cuore di tristezza e dolore e penso a quanto sono stata fortunata ad avere la protezione di questa “mamma”. Lei mi ha aiutato a mantenermi salda e a non perdere gioia e ragione. Non mi importa se qualcuno riderà di questa convinzione e oggi appare un utopia credere che basta rivolgersi a sant’Anna per non finire in cose simili e svolgere un ruolo di mamma senza patemi emotivi. Sono fermamente convinta che se queste mamme si fossero rivolte a sant’Anna non avrebbero perso la speranza da cadere in gorghi depressivi senza ritorno, nella migliore delle ipotesi lasciate andare trascurando se stesse e i propri figli, visto talmente nero da togliersi o togliere la vita alle creature che avevano partorito. Comprendo che chi non ha fede attribuisce le cause della prostrazione totale all’indifferenza o alla sottovalutazione familiare della condizione psicologica che vive la donnaalla nascita di un figlio, ai mali sociali che non supportano il ruolo della donna madre e spessissimo la costringono a mutare vita quotidiana, progetti professionali, di carriera e relazioni sociali facendole subire traumi psicologici profondi che poi come un tarlo minano l’autostima e conducono a gesti insani.A volte è vero ma non sempre e non in modo da giustificare i troppi casi che si sanno e i tanti che non vengono alla luce. Penso che le tragedie sono frutto di un decadimento dei valori della comunità che carica la donna di troppe responsabilità, trasmette modelli femminili di successo sfrenato, di forma fisica perfetta, di coppia senza problemi, di famiglie corrispondenti a prototipi inesistenti nella realtà che in momenti delicati si mescolano nella psiche e influiscono negativamente sul percorso del cambiamento che indubbiamente la nascita di un figlio provoca nella donna. Dico che a forza di scardinare i valori spirituali, privilegiando quelli materiali, senza fornire supporti giusti o valide alternative, in momenti difficili e delicati della vita, tutti perdono facilmente il controllo emotivo e di conseguenza la stima in se e negli altri che conduce poi a non credere di avere una possibilità, qualcuno che ti comprende e aiuta a tirarti fuori dalla situazione, distorce la volontà e la capacità di reagire positivamente a eventi traumatici.

Ho deviato un po’ il discorso da sant’ Anna, ma credo veramente che l’essermi affidata alla mamma di Maria, la Sacra Vergine delegata a essere intermediaria degli uomini tra i valori terreni e celesti e Mamma delle mamme per eccellenzaavendo portato in grembo il Cristo Salvatore, mi abbia aiutato. Probabilmente mi ha facilitato ad aggrapparmi all’impossibile per ottenere il possibile, a non mollare la presa, forse a non cedere alle tentazioni negative dello sconforto, o chissà ce l’avrei fatta ugualmente perché sono cocciuta, tuttavia la risposta non mi interessa, in me è certezza: Lei mi è stata accanto. Spero continuerà a concedermi questa sua “ grazia”. Non per niente il suo nome in ebraico Hannah significa “grazia”.Comunque sia, chi elegge un santo a protettore si affida a lui e coltiva in se la certezza di ricevere aiuto, però nel frattempo non si perde d’animo, continua a lottare, e adeguandosi ai cambiamenti supera le sue difficoltà.

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Buona giornata e che Sant’Anna protegga chi passa da qui e tutte le mamme .

by dif

La foto:  sant’Anna con la piccola  Maria è all’interno del santuario di sant’Anna a Gerusalemme dove sono stata a inizio Luglio.

 …per la cronaca: Santa veneratissima. Anche se il suo nome non è riportato nei testi biblici consueti ma appare insieme a quello del marito Gioacchino nei testi apocrifi, tantissimi ospedali, paesi, strade e chiese portano il suo nome. E’ patrona delle famiglie, delle partorienti, delle madri, per essere diventata madre in modo insolito specie delle donne madri; inoltre, per le sue qualità di pazienza, è patrona degli orefici, falegnami ebanisti e carpentieri.

In questa terra a frittata

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A volte ci son domande che non trovano mai risposte certe. Più te le fai e più la logica si intriga. Più insisti e meno arrivi al punto focale. Anzi ti tessi una ragnatela di risposte che intrappola la verità inequivocabile che mette in pace coi perché e coi percome. Così in tanti anni a domande e riflessioni risposte chiare non son venute. Non ho mai compreso come son finita in questa terra piatta, una terra a frittata. Operosa si, tanto, ma incolore all’apparire da fossarti il fiato e strapparti senza tanti complimenti la bellezza che da sempre hai stampata negli occhi e nel cuore. A condurmi in questa terra, in questi luoghi tanto diversi per aspetto, lingua, modi dai miei amati è stato: il tuo volere, il mio cocciuto seguire te e gli avvenimenti o un tiro mancino del destino? Vattelappesca più volte mi son detta. Smettila, da tanto fervore mentale la certezza non la ricavi. Ogni motivo aveva la sua ragione da ribaltare completamente vita e situazione! Spogliarmi dell’abito naturale per rivestirmi con un altro di tutt’altra foggia non è stato facile, era tanto incollato alla pelle che ho dovuto strapparla per indossare il nuovo. Mi sono adeguata al contesto? Macché il nuovo era così ruvido da farmi sanguinare. Non ho saputo accettarlo con il sentimento. Ho fatto funzionare la ragione. D’altronde cos’altro potevo fare. Gli avvenimenti si susseguivano a un ritmo infernale che più che domande urgevano risposte. Così, non so quando non so il perché, ho quasi smesso di domandare al mio alter ego mentale il fine concreto che m’aveva condotto in queste strade, con tanta brava gente si ma tutta a me ignota, nessun volto familiare, nessun legame e consonanza nell’agire e pensare. A poco a poco, quel ribaltone vitale che mi aveva tolto dalla bellezza, dai colori intensi, dai profumi di ginestre, dagli affetti d’un cresciuto naturale, inghiottite le domande è diventato tran tran. Non un tran tran fermo e piano come #questa terra a frittata, tanto accidentato e irto di saliscendi sassosi da somigliar assai alle piagge che schierano al sole gli olivi nella mia terra. Un tran tran costrittivo a vivere al contrario la visuale della terra amata.  Una beffa fatale. Per volere di chi. Tuo, mio. Di ambedue per valutazioni pratiche, opposte nel pensiero ma allineate come i pioppi fuori dalla finestra ai doveri di unità familiare. O… Del destino.  Domande inutili, laceranti, senza risposte. Credevo senza risposte. Le cercavo troppo e con eccessiva fretta per averne. Una risposta c’è sempre alle domande. La porta il tempo. È l’unico che quando meno l’aspetti te la mette sotto gli occhi. Anzi la scrive a caratteri cubitali. Come ha fatto con me. In un luglio, non ricordo se afoso, caldo si, con una infinità di domande mi fece ruzzolare in questa piatta terra a frittata incolore, in un luglio, questo luglio, ha risposto, tolto dubbi, dato certezze. Ora mi è tutto chiaro. In questa terra frittata che mai ho accettato con il cuore, quello è sempre rimasto attaccato all’altra dalle verdi colline, i prati rossi, i cieli turchini, in cui mentre ci camminavo, blateravo e scalpitavo come una cavalla selvaggia, senza comprenderlo, ero approdata spontaneamente. Avevo scelto consapevolmente di venirci. Ne tu, ne il destino mi aveva costretto. Quello che non sapevo e supposto che il venirci mutava la strada agli altri. Diventavo il perno per far curvare gli avvenimenti a chi mi stava intorno. Spostandomi da una terra all’altra inevitabilmente li trascinavo e cambiavo loro la vita. Così è stato. La mia è sempre rimasta la stessa. Li, o qua l’iter era fisso. Come ho fatto a non pensarci. La risposta era semplice quanto bere il caffè di primo mattino. Ci voleva il giudizio del tempo. Lo stesso però che ancora non è riuscito a farmi vedere questa terra a frittata incolore che affossa il respiro bella. Ci cammino ma non amo. I figli li amo. Allora…ohi ohi riattacchi con le domande…no. stavolta conosco la risposta. In questa  terra a frittata che  non amo c’è  il  fascino della vita, la bellezza  del respiro di chi amo. Per questo ancor ci cammino.

Felice settimana a chiunque passa da qui

by dif

Caro Paolo

borsellino

Caro Paolo

Dopo 24 anni nella nostra terra bellissima quasi o nulla è cambiato. Disgraziata era e disgraziata resta.  La mafia continua i suoi sporchi affari su tutto il territorio. Come si suol dire impera prospera dalle Alpi alle Piramidi. Ha cambiato faccia, abito e maniere ma non la sostanza. Ha camicie immacolate,  abiti firmati, scarpe su misura, modi raffinati. E’ acculturata, parla un corretto italiano  e un inglese anglosassone. Ha residenze in tutto il mondo arredate con lusso discreto, quello dell’alta borghesia non quello pacchiano dei rubinetti color oro.  Non gira con  la lupara e le pistole ma con autista in limosine, con manager valigette, pc  e smartphone di ultima generazione . Frequenta i migliori  salotti culturali, disquisisce su temi di filosofia, letteratura,  politica, teatro, musica. Gira il mondo in bisness class. Frequenta i ristoranti stellati e  brinda con vini e champagne pregiati. La mafia Paolo  per agire indisturbata in ogni dove e a tutti i livelli  si è fatta camaleontica, resa  più invisibile. Ha messo da parte la volgarità e si è circondata di eleganza, classe e distinzione, per essere più spietata ha frequentato corsi di alta finanza, stage economici e imprenditoriali, sottoposta a tirocini fulltime di lingue e comportamento.   Insomma Paolo per quanti sforzi han fatto i magistrati onesti come Te e le forze dell’ordine la mafia non è sparita anzi… Anzi si è estesa e rafforzata tanto che in un modo o nell’altro oggi comanda  in tutti i gagli  del potere finanziario, economico, commerciale e  imprenditoriale, direi che si è quotata in borsa e gioca coi destini del prossimo. Si è talmente arricchita da avere capitali solidi e liquidi da comprare chiunque ovunque. In questi 24 anni si è infiltrata e impossessata del potere che conta, quello che investe, manovra indisturbato,, guida a suo piacere  interessi pubblici e privati.  Mi rincresce dirtelo ma la strada distruggi mafia è ancora lunga, irta di trabocchetti.  Per eliminarla, come hai detto Tu: ” Nella lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. ” P. Borsellino.

Il profumo  di pulito Paolo ancor non si avverte, a prevalere è il puzzo. Un ammorbante puzzo che gira, gira  contamina e intossica. I bacilli mafiosi Paolo lo sai, sono  virulenti.

Per estirparli ci vorrebbe che tutti strappassero l’infestante  gramigna che li alimenta. Ci vorrebbe che tutti  si ribellassero alla sporcizia morale, all’omertà, all’indifferenza complice. Ci vorrebbe di scardinare i loro portoni, martellare ogni stanza con un no mafia di tutte  le giovani generazioni. Un no incessante,  determinato di cervello, cuore e azione. Purtroppo quei pochi giovani coraggiosi  che tentano sono risucchiati dal sistema infetto.  I più strangolati  dalla disoccupazione, da un futuro precario, dalla mancanza di ideali freschi e puliti, dall’assenza di speranza  sono assuefatti  all’inerzia omertosa: Altri strangolati dal ricatto della miseria  sono nelle loro maglie illusorie e da  manovali burattini.eseguono il lavoro sporco, quello plebeo dei pesci piccoli. Così mentre loro  finiscono come sardine, a volte in modo tragico  altre in scatolette di cemento,  gli squali veri, i pesci grossi  famelici e crudeli, camuffati in  eleganti abiti firmati  continuano a nuotare indisturbati  e ogni tanto vanno a spiaggiarsi al sole in splendide località riservatissime.

Ogni giorno con grandi sforzi vien fuori un aggancio mafioso ma il giorno dopo un altro aggancio  occultamente viene concluso. Sembra una girandola impazzita che nessuno sa fermare Paolo. Io non dispero, gli uomini  giusti pure  ma al momento… solo chi ha memoria e non dimentica…

Caro Paolo, Il tuo ricordo è vivo in me e in tanti. Beh, in altrettanti come da lassù saprai è fittizio e dura meno d’un cerino. Però, almeno io, lo sai  che non posso scordarmi quel lontano luglio del 1992. In un giorno caldo e assolato  si è portato via il mio papà, in un altro ancor più caldo, infocato, il  tritolo si è portato via Te. Due uomini, dallo sguardo profondo, sincero, tenaci nell’essere sempre se stessi e nel lottare per i propri ideali. Uomini d’onore nel dire e nel fare, giusti, onesti valorosi. Quel 1992 si è portato via il mio eroe e l’Eroe di Tutti.

Scusa se mi son permessa un tono tanto amichevole, ma per me sei un amico, un grandissimo amico che mi ha e continua a insegnarmi tanto.

Con rispetto e tanta gratitudine di aver dato la vita da indomito combattente della giustizia ti ringrazio Paolo.

Grazie da tutti quelli che non scordano

Dif

 

 

Lupi solitari? No. Sputi di carogne!

Non chiamateli lupi solitari ma sputi di carogne.

strage nizza

L’immagine è eloquente,questo un lupo non lo fa. Ha un comportamento più fiero.

Smettiamola di definirli  lupi solitari, chiamiamoli per quello che sono: sputi di carogne.

Si, chi massacra, stermina figli, padri, madri, sogni speranze, uccide con ferocia premeditata per astio incomprensibile, mette fine alla vita libera di chiunque per esaltazione di una dottrina o di un qualunque altro cavillo mentale partorito a tavolino, non può essere altro che sputo di carogna. Chiamarli lupi è un privilegio che non meritano. È fare un torto grave agli umani e agli animali. I lupi in branco o in gruppo sono tutt’altra cosa. Seppur selvatici hanno molto più rispetto dell’esistenza terrena. Primo non agiscono da marionette imbonite, secondo non attaccano indiscriminatamente per furia omicida ma solo per necessità legata alla sopravvivenza propria o del branco, terzo aggrediscono per difendersi e solo se provocati, rarissimamente sfiorano i bambini, comunque se accade sempre per circostanze accidentali. Solo gli sputi di carogne invece riescono a farlo con fredda intenzionalità. Perché? Perché gli sputi non hanno alcun criterio di discernimento e nessunissima umana qualità. Sono sputi. Sputi fetidi. Beoti rigetti di carogne imbonitrici. Carogne ipocrite che gozzovigliano e si ingozzano di pretesti, poi senza ritegno a destra e a manca scatarrano assurdità e fanno mucchi di sputi. Sputi inzuppati di idioti lordumi della loro vogliosa avidità che ammorbano, appestano, generano microbi killer. Invisibili malvagi bacilli killer liberi di circolare, liberi di infettare, liberi di sterminare. Gli sputi di carogne sono difficili da individuare. Organizzare un vaccino, un antibiotico, un qualsiasi rimedio che contrasti e neutralizzi le loro ignominiose azioni stragiste attualmente è molto complesso. Ogni terreno è fertile per incrementare i loro corrotti batteri. Sono germi sparpagliati che anche nelle fogne nere riescono a galleggiare e sviluppare quei microbi contagiosi che si compiacciono nello sguazzare nel sangue, di banchettare sulle vite altrui. Che trovano diletto nel seminare panico, scioccare, devastare, schiavizzare diritti e libertà individuali e collettive. Ormai le cantilene di inorridimento mondiale, gli autoappelli al coraggio, i “ non ci abbatteranno” “non ci ruberanno democrazia” “non impediranno la normalità” “ non ci rinchiuderemo nelle nostre case ma continueremo a uscire, ad affollare piazze, strade, bar, stadi, ristoranti “ sono inflessioni di rassicurazione che non rassicurano nemmeno le mosche. Inutile dirlo, questi sputi di carogne sadicamente stanno appestando l’aria in ogni dove. Forse più nell’occidente. D’altronde sono sputi killer di carogne ben bene infarciti di lerce logiche immolatrici, di valori eroici, di paradisi eterni, vergini a iosa e ogni sorta di delizie. Idiozie espettorate che incantano idioti, i loro idioti sputacchi killer assoggettati dove capita per uccidere, appropriarsi di vite altrui senza pietà. Purtroppo gli sputi non hanno un anima umana, sono muco salivoso espulso da bocche fetide. Se ti arriva in faccia fa orrore, ti procura una repulsa, se poi non te lo aspetti è uno sfregio umiliante che ti segna per sempre il modo di vivere la realtà comune. Le carogne li chiamano soldati. Pfff…i soldati affrontano il “nemico” e si battono con onore. Gli sputi di carogne come i vigliacchi infettano  nell’ombra e massacrano al buio.

Basta guardare anche queste foto per comprendere che sono sputi e non possiamo chiamarli lupi solitari ma sputi, sputi pestilenziali di carogne  miasmatiche.

nizza stragenice

Comunque non rassegnamioci. Continuamo la ricerca, tutti insieme, prima o poi un vaccino antisputo di carogna  lo troviamo.

By dif

 

le foto le ho prese dal web.

14 Luglio

fiona paesag

Che dire se non che sei un giorno speciale. Sei il giorno in cui ho visto la tua luce, il volto di mia madre, aspirato i profumi della vita, iniziato il cammino in questo pianeta, percepito i misteri dell’infinito. Il giorno in cui suoni e colori mi hanno delicatamente accolto nel giardino variegato dell’umano convivere.  Voci e mani mi hanno carezzato, avvolto con amore, inoculato calore, trasmesso energia, festeggiato l’ arrivo con allegria. Ho planato tra braccia solide, seno turgido, mani gentili, sguardi dolci in un giorno splendente di luce. Caldo, elettrizzante, vigoroso, irraggiante, un tantino pigrotto come il sole nel mese di luglio. Ma anche un po’ capriccioso e stravagante, carico di arcano, di imprevedibile immaginazione che trasporta oltre la materia, oltre i limiti, oltre i comuni sensi come lo è il chiaro di  luna in una notte luglina.
Giorni e giorni son passati e tanti segni sulla pelle han lasciato a ricordo di quel primo vagito in un mattino di un 14 luglio assolato, tuttavia nulla è cambiato. Giorno speciale era e speciale resta nel mio carnet. Da allora ho potuto gustare la vita con tutti i suoi pro e contrari. Certo luglio, sei stato birichino,  il 14 non è un numero ne comune ne facile da indossare!  Chiude in se
tante variabili. Avere la luce nel suo regno   è già un annunciato di enigmaticfatalità che rende l’esistere un avventura, a volte bella altre tragica, ma ogni colpo che ha assestato in fondo in fondo non m’ha annoiato, anzi ha reso il tragitto talmente multicolore da sembrare un bel giardino profumato di vicende inconsuete, fiorite e colte in tutte le stagioni, in tutte le giornate con quel vigore passionale che solo il sole di luglio mi ha  regalato. Perché? Perché  siamo esseri di luce e di luce ci nutriamo. Ergo, più luce c’è più potevo  immagazzinare cibo indispensabile ad alimentare corpo e mente, mantenermi in salute e in equilibrio e riescire a resistere ai contraccolpi. Quindi grazie luglio, il tuo sole mi ha e mi riempe di luce e fuoco,  alimenta gli istinti al camminare gioiosamente e a volte con tanto calore e passione da incenerirmi piedi e strada. E il 14? Ovvio, rinnovil mio approccio alla vita.
Avvolta da suoni, volti, calore, amore, a tutti auguro una giornata positiva, carica di quella poetica luminosità serrata nel 14 Luglio.
by dif