Transumanza: la notte senza confini e del tutto possibile!

9 salmelber

è una notte di “transumanza” di essenze. È La notte dell’anno in cui per antichissima convinzione popolare nell’universo non esiste barriera e tutte le entità di nature variegate che risiedono in regni separati possono spostarsi da una dimensione a un’altra, senza contravvenire alle norme che regolano l’equilibrio cosmico. Una magica notte in cui non esiste frontiera, in quanto tutti gli ostacoli che separano, i vari mondi, vengono temporaneamente revocati e le essenze, corporee e incorporee, hanno libera facoltà di “transumare” dagli uni agli altri. Come dire che una volta all’anno nell’universo il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti viene sospeso, e all’un e all’altro è reso fattibile anche mescolarsi, incontrarsi, comunicare. Quindi secondo leggenda una notte di libero accesso nel reame del mistero universale che rende a tutti tutto possibile, in particolare anche rincontrare i propri avi, in specie quelli ancora in purificazione dimodochè si possa cogliere ed esaudire le loro necessità per finalmente uscire dalle tenebre e inoltrarsi nella luce. Nell’immaginario tribale è anche la notte degli elfi bianchi e neri che riassumono il bene e il male, quindi degli esseri di luce, positivi e benefici, e degli esseri tenebrosi, malvagi e legati ai sabba, raduni sacrificali, incantesimi e scherzi di cattivo gusto. Chiaramente tali convinzioni nel corso del tempo hanno determinato il nascer di molteplici narrazioni con sfondi più o meno accentuati di fantasmi, scheletri, simboli diabolici, creature orripilanti e maligne ecc. fino ad arrivare a generare paure terrificanti come l’essere posseduti da spiriti e demoni, o rimanere vittime di nefandi sortilegi.

9 er vampirello

Ovviamente per scongiurare paure e pericoli la fantasia popolare in tutti i tempi, si è scatenata a trovare trucchi per ingannare e sfuggire alle grinfie delle “creature malvage”  come mascheramenti, suoni, fuochi, oggetti, riti strani, oggi come oggi così tanto  da raggiungere proporzioni squilibrate, parossistiche e in certi casi violente e  macabre.

Simbolicamente la vigilia di Ognissanti è carica di positività per entrare in contatto profondo con il se; adatta a estirpare le distorsioni psicologiche provenienti da paure infondate e, attraverso letture di testi, preghiera e riti di purificazione aiuta a perfezionare l’evoluzione animica per riiniziare un nuovo cammino esistenziale sia di fede che profano, per cui è meglio circondarsi di colori che rischiarano e non alimentano idee lugubri

9 modified

Comunque per me è e resta la notte di tutti i Santi e non ho voglia di vedere facce spettrali e burlonesche, vampiri e streghe, tanto più che li vedo e li sento tutti i giorni. Ho voglia di riempirmi di luce come facevano in tempi antichi, quando il rapporto dell’uomo con la natura e le sue forze interstellari era leale. Quando bastava accendere un bel fuoco per allontanare nella notte del tempo senza tempo, in quanto non appartiene a nessuno, zombie, vampiri, folletti, streghe e spettri. Ho voglia di atmosfera cosmica carica di energia propositiva, di colore che rincuora e illumina il sorriso. In casa ho eliminato aspetti lugubri e torvi, l’ho abbellita con dei fantastici nastri arancio, fiori e farfalle, frutta come melograni e aranci, lumini e candele oro e arancio. Certo la casa sembra un sole smargiasso che ti guarda e sorride sotto i baffi ma c’è un chiarore che mette allegria e fa scappare pure i diavoli incalliti. Infatti l’arancio è un colore che migliora l’umore e stimola l’ottimismo. Ecco è proprio di ottimismo che ho voglia di essere circondata, di facce smorte, torve, con l’occhio finto ingiallito dall’ipocrisia, di sangue e truculenze ne ho piene le scatolette e poi luce e  arancio son meglio dell’aglio, cipolla e altre diavolerie del genere per scacciare vampireschi mostri, folletti molesti, energie negative, malumori e paure ataviche. 

Per rispettare le tradizioni di rischiarare il cammino alle “anime erranti” ho messo un sacco di zucche. Una faticaccia a svuotarle e prepararle ma l’effetto scenografico è grandioso!! Di sicuro, illuminate renderanno l’atmosfera della notte di Ognissanti o come ormai nel profano è costume la notte di halloween magica, in più daranno un tocco di particolare positività al menù della cenetta che ho in mente e nello stesso tempo la loro vivida luce terrà lontane dalla casa e dalla mia famiglia ogni sorta di mostriciattoli e stregonerie. Garantito, nemmeno una pagliuzza spettrale riuscirà a infilarsi dalle fessurine di porte e finestre!!!!

Naturalmente non rinuncio al “ trick or treat”, dei  bambini, gli farei uno “scherzetto” cattivo. Difatti ho preparato una serie di sacchettini di un bel colore arancio stracolmi di dolciumi, anzi ho pensato che era meglio abbondare e essere generosi, con tante “sfrizionature aggressive” di fantasmi profittatori, non vorrei che insieme ai bimbi, spunti fuori un mostriciattolo burlone e dispettoso che per vendicarsi dell’avarizia mi combina un casotto.

9 streghette

Come usanza natia invece lascerò il tavolo apparecchiato con un ricco buffet di assaggini e una bottiglia di buon vino rosso per tutti gli avi che in questa notte vorranno onorarmi della loro visita e per chi a mezzanotte “transumerà” così lascerà una scia di polvere di stelle profumata di incenso.

PB010961

Auguro a tutti di passare una notte di “transumanza” esaltante nella dimensione della luce radiosa e positiva. A tutti che fate e spiritelli diano il dolcetto e tengano lontano lo scherzetto. Soprattutto che il proprio santo protettore nel suo passaggio angelico  lasci quel tocco magico che riempe il cuore di ogni benignità e la mente di ogni genialità per “transumare” nella fatica quotidiana  con spirito lucente.

10a9bdf6bf8e128f93235224c9703ab0

Buon fine settimana ALL HALLOWS’ EVEN

bydif

Today, Umbria!

terra umbra

Today Umbria “cuore” verde dell’italico stivale che come scrisse il sommo D. Alighieri“Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d’alto monte pende, onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo. Di questa costa, là dov’ella frangepiù sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo talvolta di Gange. Però chi d’esso loco fa parole, non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Orïente, se proprio dir vuole. Paradiso: Canto XI

Today Umbria terra d’incanti genuini e soavità amene, d’antica storia risalente al paleolitico, carica di sinfonica armonia paciosa, ritmi indolenti, toni miti, profumi intensi. Terra dai mille colori, ricca di spiritualità, sapori succulenti, policromie cangianti, dolci pendii, colli pinzuti, sinuose montagne, flessuose valli. Terra di orgoglio discreto, ristoro silente, contemplazione mutante, passeggiate rilente. Terra invitante, ispiratrice d’ingegni e d’anime, stradine tortuose, alberi quietanti, borghi alteri, verdi abbondanti, sfumature gaudenti, acque sparte. Tu Umbria, primigenia nella storia di popoli italici, così meravigliosa e copiosa di esperienza di contese, per anni e anni negletta alle cronache e di scarsa considerazione a mass media e politiconi, fa male al cuore constatare che ti han ridotta a test elettorale.

Today Umbria gittata alla ribalta dal pre zibaldone cortigiano e circuita per settimane da fervori accaparratori  sei ben altro che una terra di disputa di “trionfi d’opportunismo e di falso blaterare. Tu sei terra di memoria pluriennale, l’unica di questo paese a stivale che  possiedi le sette tavole bronzee che come ha scritto Devoto ” …sono il più importante testo rituale di tutta l’antichità classica. Non possediamo nulla di simile nè in lingua latina nè greca: per trovare paralleli, bisogna ricorrere a letterature del vicino o lontano oriente”. Oggi, dopo lunghi oblii,  non scordare che sei terra testimone di ben tre “imperi”, testimone di cambiamento, di coraggio, di fede, di cultura di nobili  intenti.

Today Umbria, terra dei miei avi!

18-umbria-mappa-regione

Stasera saprò di che color ti tingerai…rosso, giallo verde turchino a me non importa, mi basta che Tu rimanga la terra di incanto dei miei pensieri.

Ottobre pitturaio

ottobre

Ottobre pitturaio ha un se di magico, di mistero catartico trainante che convoca i sensi al fruire uno spettacolo trascendente. Con la sua tavolozza intensa e vibrante di rossi, gialli, aranci, elabora infinite sfaccettature cromatiche che cambiano completamente l’impressione visiva al solito scenario. Mediante le sue pennellate campisce, borda, macchia, punteggia, delinea, accentua, sfuma. Apporta un tocco d’irresistibile attrazione ottica che pressa ad ammirare, a soffermarsi , a scoprire, forme, particolari, biodiversità, gradazioni, atmosfere, angolature di bagliori e penombre insolite. Trasporta occhio e animo in atmosfere affascinanti, dai respiri sinuosi, eccitanti e fantasmagorici, crea armonie concertistiche di toni e semitoni illimitati con brandelli concettuali imperiosi; focalizza immagini spaziali piane e poliedriche esaltanti; pigmenta intrecci di luce briosi e al contempo evanescenti nella dialettica interlocutoria della realtà contestuale. E’ il mese che costringe a incontrare a 360° la natura, a riflettere sullo specifico del suo insieme, a distinguere le sue meraviglie, a percepire le innumerevoli molteplicità, a relazionare con ogni singolarità e con l’oltre osservabile, soprattutto induce a riscontrare la potenza sopraffina del creato.

Non v’è che dire, Ottobre  è l’artista pitturaio che accende di bellezza ogni angolo. Con i rosa tinge le albe , con l’arancio fantastica il giorno, coi rossi e gialli riempe boschi e valli, con l’ocra e il porpora spennella i rami dei maestosi alberi. Di verdi intensi lacca le siepi ginepraie, coi violacei contorna il groviglio dell’ esule fogliame. Coi bruni acciglia le campagne, con l’azzurro profila gli orizzonti sinuosi, coi lapislazzuli ombreggia le chiome dei faggi. Con il porpora macchia l’oscura selva, con l’amaranto ghirigora i crepuscoli. Infaticabile decoratore con ariosi toni compone celestiali melodie visive, con sinfonie cromatiche espande l’humus nelle fantasie e accorpa i neri nelle solitarie vie. Ovunque pennella lascia l’impronta del suo estro comunicativo bizzarro e a volte anche un tantino ambiguo.

Se marzo è il leggiadro messaggero della rifioritura che frizza e risveglia la vitalità con policromie dai toni freschi e morbidi e al contempo carichi di premesse prepotenti. Ottobre il cui nome deriva dal latino October, -ottavo mese del calendario romano che iniziava con Marzo, decimo in quello attuale gregoriano, – è un mese che ha una radiazione di luce positiva che non passa inosservato. E’ l’inequivocabile mese ambasciatore della cognizione consapevole della dinamicità transitoria che declina la ricchezza nell’animo mite e al contempo eleva l’ardore intuitivo ad aprirsi al variegar degli elementi profani. Nel suo finir poi, concentra la sua policromia sui blu, violetti e indaco da emanar un effluvio di radiazioni da congiungere spirito e materia a una stagione di taciturna meditazione.

In conclusione, non so il perché ma da sempre in Ottobre pitturaio trovo quel qualcosa di profondo e stimolante per sensi e pensiero che mi energizza più della sfavillante estate. Le immagini istintive che immagazzino, guardando l’orizzonte in cui vivo, son di esuberante linguaggio espressivo che fuga la tristezza. Non so se il recepire è per affinità interiore, perché nella gamma di colori che girandola mi par di capir che anche una rugginosa foglia cadendo a terra sa che la sua storia non finisce lì.

Comunque sia ciò che mi trasmette questo mese è una magia sofisticata di sensazioni che conciliano le giornate e emotivamente trasportano il sentire riflessivo oltre l’ordinario.

 

policromie ottobrine

Certo, quel che sopra intendo dir , meglio di me lo sa significar Ada Negri:

Trasparente luce

d’ottobre, al cui tepor nulla matura

perché già tutto maturò: chiarezza

che della terra fa cosa di cielo.”

foglie g. con piuma

E guardando la luce dorata del mattino che inonda il mio giardino, auguro a tutti colorate giornate di questo finir ottobrino.

By dif

La storia non finiva lì …

…la storia non finiva lì perché come se addice “uno sposo morto se soppianta con altro vivo”!

...

Ininfatti, il secondo amor iniziò così:

Squagliatosi al solleone il connubio de sposetti, capetti de contradaioli de gialli e deverdicchi, per partenza precipitosa de consorte, addivenuto assai conosciuto per su modi poco raffinati ma assai efficaci per attirar fanselfie, stufo de troppi ni de altro sposo, suggestionati da propri cortigiani bastian contrari al coadi§ de menage passionale, eppoi, nel gaudio de annemici de connubio e de astiosi de accolorazione der palazzo apparlamentato, brutalmente inabissato dal gran maggiorduomo decasa addivenuto da fideiussore super partes a killer insolente partigiano de consorte ammollato…

1

l’ammollato nun se piagnucolò all’inabissamento der partner, prima se stette imbalsamato a sentì er linguacciamento divorzista de maggiorduomo ormai ex garante de unione e assai anelante de addivenì er boss de combriccola de su contradaioli…

2

poi, co’ occhietti anneri de tristizia se agguardò intorno pe’ avvedé chi appoteva allettà a rimpiazzallo nell’alcova e fa ammorì d’invidia il fedifrago, nun fece manco a tempo a scrutà che se avvide spuntà uno “bravo ragazzo” a falle da “ruffiano” per rimpiazzo …

3I contradaioli assaputo che lu “bravo ragazzo” je affaceva da ruffiano pe altro connubio, da nun fallo arrestà solo soletto e addovesse lascià casetta acconiugale e arriandà a chiudese ne su salottino a piagnese l’inaspettato distacco dallo suo amato accontrattato, ie scoppiarono de strabiliamento e addicerie da fa impallidì er bel paese e tutti i contradaioli asseduti ne poltroncine der palazzo apparlamentizio, solo i contradaioli rossi che s’oddiavan tanto il fan-successo de sposo dismesso da avvegliene scaglià tante ma tante de malignità, se misero con puoca decenza onorevolizia a esultà …

4

apperò, pe accasallo de nuovo e potè ripitturà er gran palazzo parlamentizio e accede alla dimora agguvernizia, scuvato lo sposo ce avvoleva lu consenso der Supremo, accussì se riannò ar Su gran palazzo abbandierato addiglielo alchè…alchè se riattrovò a addovè risuolve er dilemma cromatizio…

5

er Supremo prestò orecchio alla aspirazione de connubio ma da assennato, prima de addì de si a un altro accoppiamento strano, e accollasse l’ire deje volghi de mutamento tinteggio e stravolge l’ aspetto ambientale urbano, pe’ apprudenza acconvocò tutti li vari apparientati da cumprende se er desiderio jera una ammira vendicativa per smogliato traditore o no annelito accuppiamento pe appassione aggenuina…

...rebus cromatico

Ascoltolli nun capì manco se i due s’eran scoppiati e quali altri due volessero coppiarsi… abbensì accapì bene bene che nissuno se avvoleva smollà da poltrona elettizia e annà a poltrì sul divanetto de casa e accussì apperentò a capetti de contrade  de tornasse tutti a chiarisse….

6queie se parlottarono, se dissero e se appregarono tutti li santi protettori de sfamamento de poltronisti e…e con grandulo assollevamento de ex maggiuordomo de estinto sposalizio che pe affasse ariannonimà de notte supplicava li santi e de giuorno se affaceva vedè estrangero addovesse riassedè na pultrona …

7

e muanco a dillo te je se ammisero d’accordo de riputturà er palazzo de giallo arrossicino da faje ribrezzo pure al minchio che ne avea accossì tanto de lor rimpalliasse ingiurie che avuto lo reddito se addorme sotto er pino e…e fa schizzà alle galassie quegli che chiedevan de obbligo riconsultà il populino e se addovevano soddisfà de stasse a presenzià al misfiatto…

8

 Lo supremo che già aveva accapì che aspiranti sposi, cortigiani e servitori de er palazzo che tanto se jeran derisi e avvituperati pur de restasse comodi a poltrì ieran pronti a vendese l’anima al diavolo, figurasse se nun se accordavan de addì de amasse tanto da volesse a tutti i costi accasà, riconsultolli altro nun ebbe da appotè addi che: “ vabbò..se ve avvolete marità e vostri parentadi ve aiutan attrovà la chincaglia che ve serve pe acchittarvi e iavete già lo “ gran maestro de servi de er palazzo de menage…nun posso addi de no …

9 1

cussì,  lo infatuato, pe’ arruffianeria de bravo ragazzo, se accomunicò a tutti li suje sponsor e a tutti quegli altri, che lo stevono assentì, co tutti gli arnesi pe appotè addivulga quelche jeva da dì, che seja innamurato e se ammaritava co l’ammollato…

9 -2

acciò, er palazzo parlamentizio se riaputturava, e…e anche se a qualcchedunno nun je stava aggigia o no’ se appotea pacificà de tanto oltraggio a lor sientimento e vista, de assalvà la poltroncina che jassicurava aje du’ invaghiti e a na masnada bighellona e bugiardina de fa ancor la bella vita, iera meglio che se accontinuassero a sgobbà e tirasse la cinghia e zittarelli,  se addovèan surbì er connubbio artificioso pe avvolesse mantenesse in vita…

10

jappoi dietto, cu tromboni, fanfare, ultrasuoni creditizi extraurbani de accompiacenti a ritinteggio pe mantenè trippa a sorci de cantine e arrifornì de salvagente i croceristi de galà, scampanielli de contrari a infamia de accoppiatizia fasulla, con gran sfoggio de gallicismi de gran chef del riuso, estasi de maneggi de rimpiazzo, lacrimotti de languidi de apprimo innamuoramento, se accelebrò l’inconsulto connubio…

11

acchè, lu giovinotto appromotore de idea de rottura ammourosa, adije sue, appiù addovuta a screditizia ripicca de fidejussore stizzato pe avvedesse traballà le su essibizioni da assuper professuore de menage der palazzo, che da avviero addesiderio de core de accoppiato, nu partecipò ar galà, dejo ammor spuntato pe’ ammore assuo ito, se annò a studià…

12

accelebrata l’unione de rappezzo a ammore affulminato da saetta de tempesta canicolare, i nuovi ridipintori e er massaio, de comando de tutta asservitù, de galoppo se acconciarono ner palazzo strombazzando a li contradaioli estrangeri aio accomodo de pecunia de esse i migliori capiscioni de truogoli nunziali, accusì bravi da appotè far strabilie daffà esultà le panse de du accasati, der prode giovanotto de ruffianeria e deje ippocriti magna ufo che daje poltruoncine jie strizzavan gli occhietti de sollievo…

13

assoprattutto co a loro super laccatura farlocchia der palazzo sponsale te affacean ammorì de tormento li grulli contradaioli apprimi pitturandi de nozze squagliate dar solleone per avvernice difettuosa e dajo assurriscaldiamento de aggiovine capoccia

14

mianco a dillo, er primario felicetto de unione strampalata, pe’ no addì reietta a sani intelletti, iera er massaio manutengolo der maneggio de asserviti ar palazzo de new cromatizio acconiugamento, ex borghesuccio perbenino, ex fideiussore de nozze e appituramento der palazzo acconiugale, ex maggiuordomo de menage sposetti e alloro cortigiani, ex super parties de contradaioli giuallisverdi, ex avvucato de tutto er populo estrangero a andazzo der palazzo, che appalestrato de muscuoli parlantizii se assentiva er sommo pio doctor de new story…

15

ma l’appiù aggiulivo de matrimonio jera lo giovine de ruffianeira, che affà accoppià l’ammollato, co no contradaiolo uno pochetto restio ma accovvinto da artri de su apparentado rifornimento rossicino, javeva realizzato il su sogno acrobatico de capetto de no manipolo de accoliti…

16

ininvece ar beffato da ammor arruffianato, pe ammantenè affarucci, apprivilegi e avvestisse da arristocrattici ummanitari addifensori de trippe puopolari, no’ altro je restò che sloggià dar palazzo e assedesse co’ su contradaioli suje strapuntini de piccionaia agguardà amorasse li du acconiugati e aggongolà de boria er bismaggiorduomo pe avello gabbato…

17

ma…ma accome se addice…nu’je tutt’oro quelche ar sol arluce…

18

ininfatti…nu passiò mianco na mesata da mariage arruffiano pe accompassione de animella spaessata che se avvede la star de arruffianamento accambià avvestimento miesso pe alloccà i contradaioli e affasse li fattacci sue, rimiettese li su veri panni…

19

apperò arripaludato co su pannetti je se cade la maschera de filantropo de riapitturamento der palazzo sponsale e attutti je se fa chiaro lu ambiguo suo, de no esse no nobil altruista. de cori attraditi…

20

tantoleje che pe fa accapì acchì ancor acchi nu avesse accapì la su strategì, assubito te accomincia addì cosette da aggità le acque de sposetti e lu capo massaio der palazzo da sembraje che avvolesse assubito falli annegà…

21

eppoje pe ancoppiù stralunaie e accoronà la su voja sproppuositata de star de magic successo e aggiocasse le su carte se arriaccambia avveste…

22

riappaludato daje maghetto illussionista de appolitica cheje te se affantasma su le piazzette de a ttivì te addì de avvolesse scongregà da li contradaioli rossicini truoppo mortaccini peje li su gusti e fundà na congrega de evvivi senza apperò addì de mirà a depredà le arriserve de’ altri …

23

e acchì…acchì accomincia na storia de smaneggi e de smanovre  e affà addì che te  cumpromette lu menage elli acconiugati de new ammor appoco se appotràn aggoder de astarà addormì ne accomoda alcova…

24

lu capo massaro der palazzo, sibbiene “elevato” a illuminato de cieli stellati e  deje arristoccrazie mantelluate de continiente estrangere a lu su poppolo, pe arrestà accapo der palazzo de menage se addeve assaje zampettà…

25

lu sloggiato da alcova, ininvece co tutto lo gazzabuglio se appò arricomincià a dasse daffà a ammoreggià pe arricconniugasse…

26

apperchè, come addice lu savio  “nea pollitica quillo che je se vede nun è ammai quillo che se frescura, je quillo che se arrivede e se attorna a ventura…

27

er populo? Er populo saaggià che l’ammur ven e sva  accussì la storia se accontinua ”

bivi

si tratterà di aspettare…poco…

bydif

Ridere fa bene alla salute!

Amor che va…amor che viene…

Il primo iniziò così:

Al bel paesello ci fu un adunata per stabilì di qual colore si dovesse rivestì er palazzo de combriccola parlamentizia sennonché, alla conta votaiola, venne fori un dilemma cromatizio…

1

Il Sapiente capo del paese per scioglie il dilemma de come potè accolorà  er palazzo senza addovè scontentà assentì i capetti de vari contradaioli…niuno se voleva rinuncià al su tinteggio e ci fu un gran pour parler a vuoto finché, finchè in un giorno di tarda primavera, a 2 scaltri giovinotti, caporioni contradaioli dei giallini e verdini, venne un ideuzza audace …

2

Confidarono l’ideuzza al “Supremo”  sapiente capo de’ tutto il bel paese acche Glie apparve una ideuzza ardita ardita ma nun mostrò de scandalizzà se i due, tanto diversi pe’ stile e opinione, se volevan accasà e se addoeva appitturà er palazzo co’ lor colori bensì …3

…bensì pe’ sta convinto de affidaGlie la “casetta” apparlamentata de matrimonio co’ dispensa e tutti i “servitori”e fa tinteggià er palazzo bicolore se addovevano attrovà uno ” fideiussore” de connubio ..accussì i due “infatuati” pensa pensa scovarono un pallido perbenino…

4

lo presentollo al “Supremo” che  interrogatolo, pe’ accapì se era convinto e adattino a gestì a “casetta” e mantenè armonia tra i due innamoratini, er pallido, con timido garbo, glie se qualificò “avvocato de popolo” utilizzabile a fa’ avallante de “sposalizio” da risultaLLe conforme…

5

Dopoaddicchè, nell’ incredulità de’ propri contradaioli e de quelli annemici s’annunciò ar popolaio, in attesa de sapè de qual color se appitturava er palazzo, il matrimonio dei due “spavaldi” giovani tanto infervorati l’un dell’altro da fregassene de’ vespaio che suollazzavano…

6

Partiron gli inviti agli amici cari, quelli nun se fecero pregà a far brigata e partecipà con fanfara a le “nozze” officiate dal Supremo e “canonizzate” da perbenino “fideiussore” accreditatosi avvocatuccio de tutto er populino…

7

Convolati, i due sposetti asseguitati da parenti stretti e da pallido perbenino garante de lor “matrimonio” felici se istallarono nella “casetta apparlamentata ”de fresco riappiturata de giallo e de verde da fa sbatte le orbite tanto nun se appotea avvedè e pe’ togliese ie assilli e cincischie se affidarono le “chiavi” de dispensa de menage al perbenino.
f

e pe’ fa rosicà certuni invidiosi i due attalamati se facean avvedè che s’amavan e s’amavan e eterno connubio se giuravan.. .
11

e..E per non annoiasse ogni tanto se sfidavano da addivenì assai popolari e coinvolge sempre più fan a partecipà con euforia a loro schermaglie acconiugali che apperò se concludevano sempre a pareggio in modo che niuno de’ du’ potesse addì d’esse er vincitore da sfrigellà la sensibilità dell’altro a portà rancore…

9

Intanto che i due se giocavano a rimpallasse de sfide e de amor il “ fideiussore acconventicola “ elevato a “maggiordomo capo super partes ” de nido passionale ne le or de riposo  se svagava  a palestrà  er fisichello e allenasse a mutà a bisogna de menage  er cereo faccino… 

10 fisicato

I delusi del connubio, mentre i due se facevano sempre più avvedé de esse tanto tanto in sintonia de contegno e de ragionamento accoppiatizio, senza alcun ritegno insultavano e schernivano, e pe fa’ allitigà la “coppietta” se presero de mira uno de due da accanisse addiie de tutto e pure a insinuà de viaggià de straforo su…

11

Ignari i due sposetti sempre più sommersi da fan de lor giochetti concorrenziali continuavano ad amasse e pe’ animà le tifoserie ogni tanto se rimbeccavano  ..

13

Nel rimbecca rimbecca un acconiugato dava l’impressione de esse piuttosto abile da attirasse più ammiratori e suscità in alcuni fan dell’altro qualche malumore ma l’amor era florido e in alcun modo il popolar divario turbava la relazione….

di m sal

Poi..poi un giorno chissà come chissà perché a uno dei due sposetti accontrattati con garante super gli venne un…

13

L’altro lo guardò stralunato come se avesse masticato na foglia de cannabis e lo rassicurò che il su sospetto era insussistente nondimeno il dubbio rosicò rosicò e se trsformò in …
14

Attuttavia il menage continuò e s’arrivò a un giorno in cui i vincolati se trovarono a biforcà..
17

però senza assapè che il fideiussore elevato a Maggiordomo de menage sponsale se stava a meditasse in omertà …

18 frodè

Appresso al biforcamento lo sposetto sospettoso s’ agitò, in solitudine se questionò e se determinò de ammollà l’altro e attornà single…

16

 Il su concludere trapelò nel parentado e emerse su social parlottai… scompigliò l’ agorà e costrinse il “monarca” a parlà con gran felicità de un bullo che abiurato da contradaioli e notabili de piazze aspirava tanto tanto a tornà in auge…

17

Il capo maggiordomo super partes e i parenti allividiti da su decisione de smaritasse se cospirarono de fa na mossa pe’ affossallo all’opinione convittrice e rivoltà i fan sostenitori a giralle l’esaltazione in derisione…

18 (2)

Poi il pigionale super partes auto-attolettato da gran “maestro de palazzo” se andò a specificà a tutto il parentado che i due accasati se stavan a tornà single…

22

.da uomo intemerato de alto profilo fideiussorio nun stava a rimorchio de amore esaurito …

23

e pe avvalorà su tesi de esse ormai blasonato pedagogo de manovre de corte appaltatrice de cori… imputò tutto il “peccato” a un solo ammogliato e con poco onore de rango nobile scaricò una botte de contumelie sull’esplicito aspirante single…

24

Realizzato il su approgettato, de “ammazzà” aspirante scapolo co’ na gragnola de offese attirà simpatie de contradaioli nostrani che nun avevan mai smaltito la frustrazione del connubio e de astuzia quelle extra-bandiera, il fideiussore col petto in fuori, fiero de avé screditato il ”nefando” snamorato e avé attirato i pronti a usurpallo e quelli risoluti a segregarlo con ignominia, annò dal supremo a riconsegnà le chiavi de ormai cassato nido idillico…

25

così… siccome spesso l’apparenza abbindola e la realtà nun è ugual al sogno…

images (6)

l’unione dei due accontrattati con tanto entusiasmo accasati nello stupore canicolare l’ira de quegli che avvedevan vacillà la confortevole sediarina, il panico de quelli che con il “divorzio” glie chiudeva la bottega de approvvigionamenti e anche il gran fremito de gioia de quegli altri che invece se adocchiavan de riaprì la disputa de tinteggio de gran palazzo parlamentizio e de appotè cambià appituramento più de loro gradimento, l’unione s’ammorì…

fine amor

…ma la storia non finisce qui …

bydif

.