QUANDO…

QUANDO 1

QUANDO …

LA VITA TI HA TRADITO.

L’UMANITÀ’ IGNORATO.

NON PENSARE

ALLA MORTE COME AMICA

NON VIENE LIMPIDA E COLORATA.

CO M’OMBRA ARTIGLIANTE

SENZA PIETÀ’

OLTREPASSA

LA SOGLIA DELL’ETERNO ANDARE

iNCURANTE

RASTRELLA E CATASTA

DA MARE A STELLE

SFIORA e DISSOLVE

NEL RULLIO ASCENSIONALE

FORMICAI D’ ANIME AMBULANTI

ANCORATE A SCALE DOLORANTI

C’ASPETTAN D’ESSER RISUCCHIATE

DAL GORGO IGNAVO.

QUANDO…

QUANDO LA VITA TI HA TRADITA,

NON PENSARE ALLA MORTE COME AMICA.

PENSA… PENSA…

CHE C’È UNA RAGIONE IN PIÙ

PER VIVERLA!

E.R

 w vita

Nei momenti bui della vita capita di voler farla finita, ma… non conviene. Perché  Beh, perché  a pensarci bene in questo  mondo c’è tanto di imperfetto umano che ti crocifigge, ma anche tantissimo altro che nel suo essere, se ci rifletti un attimo, per fortuna  t’offre un appiglio per continuare a camminarci su e, giorno dopo giorno, far sparire il buio e inondarti di luce.

bydif

San Valentino, il dì per…

amur

San Valentino, il dì per celebrar l’amore!

Eh, si, malgrado il business e le distorsioni sdolcinate e banali, per la vicenda significativa di come è nato e si è diffuso, è un giorno ambasciatore d’amore. Un giorno per far sapere a chi si ha nel cuore che la passione è profonda, la fiamma viva, i sentimenti intensi, il desiderio sincero. E si potrebbero usare tante altre espressioni per messaggiare il nostro sentimento a chi ci ha affascinato, vogliamo abbracciare, avere accanto a ogni risveglio. Tanti infatti sono i modi con cui si può manifestare l’amore a un altro essere, bensì uno solo arriva all’altro e lo conquista per sempre: quello che traspare negli occhi, perché no si può manipolare. D’altronde, chi può mistificare quello che è grafito nell’essenza incorporea? Nessuno! Ebbene si, l’amore scritto nell’anima, riflesso negli occhi, si può leggere, interpretare, presumere, ma falsificare proprio no. Perché? Perché l’amore, così tanto celebrato, a volte in modo assai sdolcinato nel linguaggio e alquanto rituale nei gesti da farle perdere identità e effettivo significato, prima di tutto è mistero inspiegabile. Perché? Beh, perché scaturisce da un count down cosmico che indipendentemente da pensiero, scenario, condizione collega due esseri, li fa intensamente vibrare  e li trasporta nei limbi paradisiaci. Per poco, per lungo tempo? Non si sa e poco importa. Quello che si sa che non è mai la volontà a far scattare all’unisono i battiti dei cuori, altrimenti come si spiegherebbero i sospiri dei tanti cuori solitari, le tante facce di innamorati rifiutati che circolano ? Naturalmente se parliamo dell’amore che combacia perfettamente due essenze. Se no è tutt’altro, come attrazione, ambizione, opportunismo, brama di possesso, paura della solitudine…Bensì l’amore non è solo quello che unisce due cuori, ha tante sfaccettature e tanti modi espressivi, talvolta anche più radiosi, gioiosi, sinceri, profondi, inscindibili, unici e di qualità superiore a quelli di pensiero prettamente collegato al legame di coppia o a manifestazioni affettive-passionali, se non puramente sensual- attrattive. Ad esempio l’amore di un genitore per un figlio è irraggiungibile, sommerge qualsiasi altro sentimento affettivo. L’amore per il prossimo, ha note tanto acute d’arrivare ai confini della terra. L’amore a Dio ha sfumature così sublimi da pigmentare una tela infinita. L’amore per un amico, ha così tante analogie con la parte più segreta di noi da diventare la nostra velina. E che dire dell’amore per il creato, la musica, l’arte o quello platonico? In qualunque modo l’amore arriva, si esprime, comunica e trasmette a un altro essere tenerezza, calore, emozione, vitalità, passione  è talmente elettrizzante, meraviglioso, esclusivo da godere in tutta la sua favolosa e calda magia. Foss’anche per un istante, sentire il cuore pulsare da togliere il respiro, innamorarsi, essere corrisposti e condividere il sentimento, è avvincente, indescrivibilmente energizzante corpo e spirito. Perché l’’amore è un volo dell’anima nelle galassie delle emozioni, a volte folli, a volte fantastiche, altre avventurose, complicate ma sempre irripetibili nel viverle. Buon day dell’amore! 

cuore Romantica serata a chi l’amore l’ha, a chi lo sogna , a chi lo canta, a chi lo sospira e anche a chi vi rinunzia! 

Bydif

cuore 1cuore rosso

Viva l’amore e abbasso l’odio!

I Santi

10

Il giorno di Ognissanti mi suscita sempre grandi emozioni, in quanto nel diario mnemonico si è cristallizzato in quello spirito di festa gioioso e al tempo stesso carico di significati mistici che né il tempo né le vicissitudini mondane scardinano. Quest’anno però l’impatto emotivo è molto, molto, molto intenso poiché, considerate le cronache horror, il mondo, sembra più stimare i “diavoli” che i Santi. Tuttavia e per fortuna mi basta richiamare il pensiero alla mia terra di origine, terra di grandi Santi, umili e carichi di fede che hanno lasciato segni tangibili della loro umana storia di uomini e donne, volta si al cielo ma soprattutto aperta all’amore, alla carità, alla pace, alla indulgenza, alla reciprocità nell’ascolto e al rispetto nella coesistenza civile. Particolarmente a quel santo poverello di Assisi, che mai perse la convinzione che fosse possibile mutare il sentimento di violenta intolleranza fra uomini di opposte fedi in pacifica convivenza. Infatti, basterebbe applicare un po’ del pensiero di san Francesco per annientare tanti satanassi scatenati in guerre e guerriglie e imbecilli contrapposizioni del nulla : “Dove è odio, fa’ che io porti l’amore. Dove è offesa, che io porti il perdono. Dove è discordia, che io porti l’unione. Dove è dubbio, che io porti la fede. Dove è errore, che io porti la verità. Dove è disperazione, che io porti la speranza. Dove è tristezza, che io porti la gioia. Dove sono le tenebre, che io porti la luce” . Comanche a san Benedetto da Norcia per ritrovare una speranza che viene dal grido silenzioso delle macerie prodotte da infernali aggressività inumane camuffate da difesa di diritti e altre discolpe. E si, perchè san Benedetto mi porta il pensiero a cosa sarebbe stato dell’Europa, dopo il crollo dell’impero romano d’occidente senza di Lui, se “armato” di croce, libro, aratro non fosse partito e  al motto di “ora et labora” insieme ai suoi confratelli dedicare la sua vita  a ricostruire il tessuto civile europeo da far rifiorire, fortificare e ampliare il suo ruolo valoriale nel mondo. Già, proprio  quell’Europa che lo ha eletto protettore che  smemorata nega le radici cristiane. A parte questi due santi che per ovvie ragioni di conterraneità, insieme a san Antonio da Padova per altre più intime, sono nel mio cuore, nel mondo celeste ci sono tanti altri Santi esempio di elevazione nel trascente, alcuni a noi sconosciuti però non a Dio. Persone semplici e virtuose o complesse e tormentose che non si sono comunque adagiate, arrese, assuefatte all’evidente del male terreno ma hanno cercato chi prima chi dopo di volgere lo sguardo in alto, all’altrove, meditare, ascoltare, sacrificarsi e mettere in pratica gli insegnamenti etici silenziosi del mondo trascente. Talvolta che hanno scelto il martirio piuttosto che l’adattarsi alla doppiezza, all’odio, al rinnegamento degli ideali; altra  cercato e trovato risposte a un esigenza di spirito ascetico, seminato integrità, giustizia, misericordia; altra ancora errato ma in silenzio trovato animo e forza e umilmente riscattarsi attraverso la dedizione al sollievo del prossimo. In ogni caso tutta quell’umanità che nella società del materiale egoismo temporale fittizio, ieri come oggi, appare una nullità perdente e invece nel trascendente è vincente. Per cui credo fermamente che onorare almeno col pensiero quella schiera di umani che o per elezione divina, per fede indomita nel cuore, equità di ispirazionesilenziosa dedizione altruisticasopportazione coraggiosa di oltraggi, volontà perfezionistica, coscienza di mettere al centro di tutto il celestiale, sia un mezzo efficace per ritrovare un tanto di mistico di quell’immensità eccezionale che ci sovrasta. Altresì intimamente  che la santità è frutto di lealtà a un ideale perfetto che fa operare senza tante chiacchiere per un fine comune e che tutti si può superare le debolezze e esser piccoli Santi. 

 Quello che oggi mi auguro che i Santi celebri e anonimi tutti che hanno e continuano a operare nell’umano ancor più contribuiscano. In particolare li scongiuro di aiutare la gente di questo mondo a trovare la strada della luce positiva che va oltre nel confrontarsi, dona saggezza per convivere pacificamente nelle diversitàscarta l’odio, esula la bassezza profittatrice degli egoismi nonchè le premesse dei funamboli guerrafondai, sfratta dagli animi l’indifferenza a procurare abomini ai propri simili. Soprattutto, pregandoli con fede, aiutino a risollevarsi dal dolore, la sofferenza alle tante tragedie con cause naturali e non che costellano il pianeta e ogni giorno fanno inorridire, impaurire, disorientare, da poi, consapevoli delle fragilità, camminare, nel giusto, rispettoso sempre e comunque della natura e dell’altro. Penso che dai cieli nessun santo mancherà di farlo. Anche che dovranno mettercela tutta per riallineare questo pianeta al senso del reciproco coesistere  perché in quei tanti volti sconvolti che oltrepassano schermi di tv , forano pagine di giornali e media da cui affiora un grido di pacificazione ma con un se di equivoco che pericola ogni futuro. Benché noto anche tanti “piccoli e grandi santi e sante” nel cui cuore intrepido alberga forza, coraggio, fede e attaccamento a quei valori umani radicati capaci di scavalcare qualunque marchingegno o qualsiasi rancore  impedisca di elevare mente e spirito al bene affratellante che un po mi rincuora.

Per Concludere, per me il giorno che glorifica la  Santità umana  è portatore di gioia, di fiducia, di auspicio, di insegnamento che non è mai troppo tardi e impossibile intraprendere un luminoso cammino verso l’oltre, che anche se non porta a essere Santificati di sicuro evita di precipitare negli abissi infernali. Dunque, un giorno rischiaratore, illuminante da vivere in sintonia animica con ciò che vibra nell’ultra. 

i santiCon la certezza che i già Santi e Beati  aiutino a mantenere un saggio equilibrio tra sacro e profano, tra bene e male,  auguro a tutti attraverso protezione e soccorso nelle necessità di godere dbenessere fisico e spirituale.

By dif

per la cronaca:

La festa di Ognissanti, ha origini molto antiche. Nata come festa pagana agricola, sembra celtica, per celebrare la separazione della natura dal periodo di crescita e rigoglio a quello di stallo e inerzia, nel tempo ha subito un processo storico-culturale- religioso passando nel 1475 in tutto l’occidente da ricorrenza profana a sacra. Tuttavia mai si sono spente le sue origini pagane. Negli ultimi anni in tanti paesi di cultura prevalente anglosassone da sotto le sue ceneri è scaturita l’usanza di halloween che con le sue “mostruosità” è tutt’altro che celebrativa di vite e testimoni santifichi. Purtroppo ha preso  piede anche nelle nostre tradizioni cancellando tanti valori legati non solo alla fede religiosa ma a quella etica e sociale. Capisco di arricchire le usanze originarie di Ognissanti con qualche tocco di “modernità” quello che non comprendo è sostituirle con zucche vuote, o cancellarle con vampiri, feticci e mascheramenti horror. Non sarà che con le zucche svuotate si cerca di svuotare pure la sapienza e con i mascheramenti orripilanti di creare un mondo di mostri.? Sarebbe uno scherzetto tutt’altro che dolcetto per la civiltà.

Vetrina

vetrina

Vita, vita, vita

dove m’hai sbalzata?

In vetrina

mi sento schiacciata

Apri

maledetta

la porta barrata

Fammi uscire

nel reame incantato

Dove

io possa giocare

beata

Abbandonarmi

all’abbraccio assolato

Altalenar

sulla falce lunata

Vagabondar

fra grattacieli e piedi

Dormire

vinghiata al marciapiede

Destarmi

ammaccata da pedata

Vita, vita, vita

sii generosa

Spalanca la porta

vetrosa

Lascia ch’io vada

leggera

Danzi e volteggi

rotoli sudata

tra i fili

ingarbugliati della strada

Vita, vita, vita

in vetrina mi sento fessa

Rompi i vetri

maledetta!

e.r.

vetrina

Forse per un bel sole che entrando dalla finestra spalancata stamattina mi è venuta una riflessione spontanea di un tipo di lavoro che obbliga alla visibilità esterna. Direi un parallelo costrittivo imposto dell’essere in vetrina che rende merce convincente per persuadere che il contenuto vale. Uno stereotipo trend efficiente privo di ariosa gaiezza e libertà al pari degli oggetti taroccati in mostra dietro dei lustri cristalli. È stancante e avvilente. Ogni tanto vien la voglia di battersela. Si resiste per necessità. Ma a un sole verace che ti entra dentro e mette in luce ciò che sei e non puoi essere, non si resiste. Senza tanti preamboli si frantuma il vetro e si corre a rotta di collo scapigliati, scalzi, struccati nel prato dietro casa ad assaporarsi la gioia di farsi apprezzare senza sovrastrutture che  regolate dal sistema dell’apparenza spiaccicano  l’anima.
... claretta 2

 Bydif

C’è amor e amor.

Immagine 1

Eh si, l’amore non ha una identità inconfondibile. Nemmeno ha un criterio unico, un grado di intensità livellato, un modus espansivo standard, una qualità uniforme o una modalità reattiva codificata. Neppure un tempo, una costante, una certezza ratificata, una attrattiva universalmente classificata, una esternazione prevedibile. Ha molteplici sembianze, si potrebbe dire quante sono le essenze umane a loro volta indescrivibili in modo inequivocabile. Quindi l’amore non è una corrispondenza univoca tra due insiemi ma una svariata estrinsecazione emozionale lusinghevole l’appagamento affettivo a volte di essenze complementari, talaltra opposte, altra di genere uguali, talvolta diverse, imprecisabili. Comunque sia essenze espressive di sensibilità sensoriali radicate nell’intimo, con più o meno armonia sincrona nel pensiero, passionalità, comunicativa, comportamento, genere. Il meglio che può capitare nella vita è quello indissolubile, leale, rispettoso, compartecipe,  solidale, gentile, comprensivo, sincero, disponibile, collaborativo, generoso, affettuoso, amichevole,  rasserenante, altruista, fraterno, consolante, onesto, paritario nelle idee e nel comportamento duale, gratificante il quotidiano, corroborante l’animo e il fisico. Il peggio  quello, infedele, lusingatore, scortese, aggressivo, egoista,  violento, ossessivo, animalesco, tirannico, vendicativo, avvilente, infernale nel comportamento, devastante la mente, usurpatore della vita stessa. A volte capita di incontrare quello che sta in mezzo, quell’amor che da e prende, ossia  che estriseca qualità un po dell’uno e dell’altro, se prevalgono le buone beh…è un altalena di sentimenti vivibile, se le cattive …abbè, ben che vada… amarezza  assicurata.

Ah l’amor l’amor se ti entra nel cuor son gioie e dolor!

bydif

 

 

La scala della speranza

la scal

Ogni giorno viene. Ti aggrappa. Tira. Tira forte. E,Tu… Tu Sali, Scendi Sali. A quale gradino Sei. Non sai. Ti affatichi. Ti affanni. Sempre in bilico Rimani. Di qua. Di la. Sembra facile Salire la scala Della speranza. Ma …Ma, Nell’orrida stanza Più la guardi Meno la vedi. Più la sali Meno arrivi. Più la cerchi Meno la trovi. Dicono : E’ luce. Non vedi? È Li! Non vedi? Accanto ai piedi! No, Vedo il muro, Il buio nero. Cerco, sbatto. Sanguino. Dicono, vai. Sanguino. Arranca, arranca, Dice la memoria stanca. Sanguino. Perché proseguo? Mi chiedo. Se mi fermo è fatta! Pronta la risposta. Vai, ce la farai! C ’è sangue. Tanto sangue. Arranca, arranca. Senza domanda. Sulla scala Della speranza Tanta gente È rimasta. Altra…Altra? È scivolata giù, Non si vede più. Poca in cima È approdata Superando l’orrore Gradino dopo gradino Del macigno oppressivo! Gradino dopo gradino, grido, balbetto, sanguino. Domando: Posso farcela? Prosegui. Suggerisce l’anima. Non lasciare la speranza Al deviato scalino. Nulla viene dal destino! Cammino, arranco, cammino. Arranco Non penso più. Guardo Chi è rimasto giù. Le sorrido dal blu. Dico : vieni su. Anche Tu Puoi farcela! e.r

scala

A volte la vita ti fa dei brutti scherzi e camminare diventa tanto faticoso. Specie se gli anni  non son più quelli dell’incoscienza ci si può smarrire e ritrovarsi nel buio pesto, soli, sconfitti e senza un barlume di speranza a cui appigliarsi di farcela a risalire da quel nero baratro. .Ma come dice Macchiavelli:   “non è mai alcuna cosa sì disperata che non vi sia qualche via da poter sperare” brancolando, brancolando,  si può trovare, iniziare a risalire, arrivare in cima al crostolo e rivedere un bel cielo blu, blu da lasciarti senza fiato.

bydif

Si riparte?

si riparte

Lo spirito c’è, la determinazione pure ma…Ma con il clima rovente che ti evapora l’energia uhm… Mi sa che sarà ‘na faticaccia! Indubbiamente pensare di ripartire non è facile. Tra la calura infernale che fa bollire senza tregua questa terra piatta, piatta e inaridisce ogni cosa d’attorno e già alle otto del mattino ti spiaccica di sudore e te allucina le forze che non incita all’azione, te ispira il desiderio di cincischià davanti al condizionatore. E menomale che me so decisa a vince la riottosità dei condizionamenti e fammeli istallà. I problemi che non mancano mai di piombare tra capo e collo da ridurti in marmellata. I giornalieri informativi de gradi, de bollini paonazzi, de estremi livelli che te zeppano de paura e te fanno impalà il minimo desiderio de movete dal fresco de casa. Tra tutto il resto che bolle e ribolle nel pentolone planetario e te subbissa de notizie de guerre, de persecuzioni, de stupri, che te capponano la pelle, de roghi, de ogni sorta de obbrobri e de indegnità umane che te flosciano l’anima e te fanno ammutinà l’encefalo. In conclusivo, la ripartenza se va? Se va… tra li bombardi continui de arroventi,  tutto un pot pourri de nefande che te tenaglia,  l’energia è bassa, le rotelle più che girare se intoppano, l’ispirazione s’ accartoccia sul palo secco,  la voglia del dire e fare se svapora in fretta… se va,  va lenta!

Eh si, non c’è agevolazione a ripartire, al contrario c’è tanto che stimola all’inerzia.

Bensì, abbisogna. La vita non è fatta de ferie e trastulli.

Beh, se abbisogna ripartì, sarà na faticaccia ma co sta capatosta se riparte. Anzi… Anzi l’è meglio che me la sgrullo dal panico e me sollevo da sto appiattimento senza nicchià. Tanto più che a medità de estate torride, de vicende intricate, de pressioni, de fatti orridi, de chiacchiere  esterne, ne ho passate assai. Dunque…sfiancarsi per rimettersi in moto non è una novità. Anzi, anzi l’è un consueto. Sennonché devo confessà na cosa. Stavolta a mandamme in tilt la centralina energetica che me fatica l’arripartì, non so’ stati i 40, 41 gradi. A tempi de solleone c’è da spettà. L’è stato lo schifio de notizie de cronaca. Però

Però sai che penso amico blog? Forse, condividere riflessioni, impressioni e qualche stravagante sfrizzettio fantasioso con te me aiuterà. Perlomeno a ritrovà un po de slancio comunicativo che me toglie de dosso l’uggia de stassene in ritirata per panico de abbrustolì al solleone, de esse rapinata, truffata, vituperata o presa a sassate durante una passeggiata.

Quindi? Quindi ci sarà da sudare sette camicie ma si riparte!

... dyf blog

By Dif

 

Un pensiero per te

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Un pensiero per te non manca mai e non può mancare. Anche se i giorni si succedono uno dopo l’altro, a volte a una velocità impressionante da frastornare, altri lenti da snervare, in tutti prima o poi il pensiero trova uno spiraglio per collegarsi a te. Lo trova perché non c’è nulla di questo mondo che lo può occupare al 100% . Né c’è dell’altro che può ammaliarlo, impadronirsi dell’anima, inaridire la sua sorgente vitale e scollegarsi da te. Il tempo passa, in bene e in male si accumula sul mio vissuto, segna il mio volto ma non esaurisce ciò che ho nel cuore. Sempre intenso e profondo il sentimento. Sempre viva è la tua presenza, mamma. Forse sei stupita di come il mio pensiero rimane abbarbicato a te. Lo sono anche io. Non più di tanto però. Sapevo che ciò che ci legava era molto più di quel che era manifesto, più di quel che comunicava nei gesti e nelle parole, quel che appariva l’una dall’altra all’esterno. Almeno da parte mia. Un tanto per carattere un po’ silenzioso, un tanto per inabilità a trasferire nel visibile ciò che realmente è il sentire interiore. Un po mi cruccia non aver corrisposto con la stessa esuberanza che emergeva da te. Quasi certamente ti avrei reso felice. Ma chi meglio di te poteva già sapere che quel che si agitava in me non era uguale a quel che affiorava in superficie.  Poteva intuire quanto ami illimitatamente. Che mai e poi mai per nessuna ragione mi distacco. Che l’affetto, l’attaccamento, ciò che ci univa era inscindibile al pensiero.

Oggi più che mai quel pensiero che in ventanni mai è mancato vola a te e ti abbraccia.Ti abbraccia come mai è riuscito a fare.  Con tutto il calore, la tenerezza, la gratitudine del dono della vita, la gioia del tuo sorriso che serba in cuore  e fa risplendere anche la giornata più grigia.

Bydif

w mam