Maria fulcro della Pentecoste

consolatore

Cinquanta giorni dopo la Pasqua si celebra il mistero della Pentecoste che rammenta la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine e gli apostoli: “Venne all`improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3 Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; “
Secondo un’antica tradizione la scena della Pentecoste viene rappresentata con lo Spirito Santo che scende, prima di tutti, su Maria in forma di fiamma che poi si suddivide in altre dodici fiammelle andandosi a posare sul capo degli Apostoli, presentando così Maria come la dispensatrice di tutte le grazie e di tutti i doni dello Spirito. .
Dunque, Non c’è Pentecoste senza la Vergine Maria…

Come mai?
1: da secoli è consolidata teologia porre la Vergine in strettissima relazione con la terza persona della Trinità, lo Spirito Santo. Una relazione talmente stretta che per primo San Francesco d’Assisi ha definito Maria “Sposa dello Spirito Santo”. Mentre San Massimiliano Kolbe è ancor più esplicito: “L’unione tra lo Spirito Santo e la Vergine Immacolata è così stretta che lo Spirito Santo non esercita alcun influsso nelle anime se non per mezzo di Lei”
2: Maria investita di una nuova maternità, quella nei confronti dei discepoli del figlio presiede la preghiera e invoca l’intervento del suo Sposo
3: la presenza nel cenacolo non è per niente casuale in quanto lo Spirito Santo in Maria ha la caratteristica di essere Cristocentrica, cosiccè come nell’Annunciazione, Maria per opera dello Spirito Santo concepìsce Gesù , alla Pentecoste, Maria per opera dello Spirito da alla luce la Comunità di Cristo.
Dunque .. la Vergine Maria come personificata Chiesa ? Si può dire di si
Come mai ? beh..
1: come frutto dell’incessante preghiera della Vergine, allo spirito santo, il Paraclito, cioè lo spirito nuovo Consolatore da Lui accolta e esaudita in quanto espressione del materno amore di lei verso i discepoli del Signore.
2:per analogia tra la discesa dello Spirito Santo su Maria all’Annunciazione e la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste; nell’Incarnazione lo Spirito Santo era sceso su di lei, come persona chiamata al grande mistero della redenzione; nella pentecoste si riversa in funzione della Chiesa, della quale Maria è chiamata ad essere modello e madre. Come dire…”la forma la vita interiore della Madre Chiesa è costituita a immagine della Madre di Cristo ” – “ad vicem Matris Christi, Matris nostrae Ecclesiae forma constituitur”
3: Maria, come spirito missionario, inebriata dallo Spirito , va da Elisabetta e annuncia grandi opere dell’Onnipotente .
4:Maria , apostola di fede come colma di spirito del Padre col suo magnificat parla, anche gli apostoli  del Figlio col dono dello spirito parlano  “ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d`esprimersi.” atti,2,4
5: Maria madre spirituale, come nell’Incarnazione lo Spirito aveva formato nel grembo verginale di Maria il corpo fisico di Cristo, nel Cenacolo lo stesso Spirito anima il Corpo Mistico,  feconda la maternità spirituale di Maria.
Dunque....Maria fulcro della Pentecoste …beh, lo ha ben detto Benedetto XVI” :
Non c’è dunque Chiesa senza Pentecoste. E… non c’è Pentecoste senza la Vergine Maria.”
Perchè? Perchè Maria, “sposa del padre”,  da madre del Cristo Salvatore rappresenta la spiritualità interiore della Chiesa, il luogo in cui si realizzano la fede della Chiesa, la carità della Chiesa, l’obbedienza, il tenere gli occhi fissi sul Signore,  Gesù,  per aderire a Lui, accoglierne il dono dello Spirito, lasciarsi trasformare da esso, divenendo feconda della sua misteriosa potenza.

Quindi la solennità della Pentecoste, detta anche festa dello Spirito Santo memora     Maria, madre spirituale delle genti e Maria madre della chiesa . Di fatto, la “nascita” della chiesa cristiana. Per questo il 3 marzo 2018 papa Francesco ha istituito la memoria obbligatoria di Maria Madre della Chiesa, da celebrarsi il lunedì dopo Pentecoste

In conclussione, attraverso Maria, lo Spirito Santo, come vento impetuoso che spazza via inerzia e paura e come fuoco ardente che infiamma i cuori – nel giorno di Pentecoste scese su Maria e gli Apostoli radunati nel Cenacolo in preghiera, colmandoli della pienezza dei suoi doni e operò in loro una profonda trasformazione.

maria fulcro

Uh, di Maria, di quel vento e quella fiamma che trasforma come ne avremmo oggi bisogno tutti noi !
Ne avremmo un estremo bisogno, oh, almeno io ne ho… come gli apostoli, prima che il Paraclito, il nuovo spirito consolatore promesso da Gesù, li inondasse e li infiammasse con il suo ardore sono confusa, mezzo paralizzata dalla paura, bisognosa di conforto, di vivificare la fiducia, ripescare il coraggio, soprattutto togliermi l’angustia dell’incertezza. Incertezza non tanto dovuta al momento attuale di scombussolamento generale per la pandemia, quanto per il caotico comunicativo, la girandola delle informazioni,  le contraddizioni, la mancanza di spirito impregnato di fiamma realistica, colmo di qualunque parola meno di quella di verità.  Se…Se un  po’ di Spirito Santo, di quelle fiammelle che donarono  agli apostoli la chiarezza di parola per farsi capire da tutti scendesse su qualche testa…e mettesse su qualche lingua parole comprensibili e di verità….e Maria vi aggiungesse un tantino di sapiente concretezza…beh l’incertezza manco saprei cos’è.. Comunque… #pregonondispero…
pentecoste

In luce di fiamma spirituale, buona serata a tutti!

bydif

L’ascesa al cielo di Gesù

asc - Copia

Con la solennità del’ascesa al cielo di Gesù, o Ascensione che insieme a quella di Pasqua e Pentecoste è una delle feste più importanti della cristianità, si conclude la vita terrena di Gesù: ” Bisogna che me ne vada, disse, perchè se io non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore “.

Quando avvenne?
Secondo gli scritti evangelici l’evento, della salita al cielo di Gesù per riunirsi al Padre dopo aver completato l’opera del mistero della redenzione, avvenne alla presenza degli apostoli quaranta giorni dopo la sua risurrezione : Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio […] Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”. Atti 1,3-11

Quali testimonianze si hanno dell’Ascensione?

Si hanno dagli apostoli evangelisti seppur in modo differente. Luca in 24,50-53 parla esplicitamente dell’ascesa di Cristo : ” Egli, -Gesù- li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. “
Giovanni in 20,17 ne parla in maniera indiretta, riportando una testimonianza di Maria Maddalena :” Gesù le disse: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”.
Matteo invece non parla esplicitamente di ascensione al cielo. In 28,16-20 riporta che Gesù appare ai discepoli su un monte della Galilea dove li aveva convocati e li invia in missione nel mondo, congedandosi da loro con le parole: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.”
Marco più complesso afferma in 16,19 :” Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. “
Nel Credo degli Apostoli  l’ascensione viene accennata con queste parole: “Gesù è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine”
Nel mentre s. Paolo nelle varie lettere non da risalto al passaggio di Gesù, da terra a cielo, piuttosto all’intronizzazione di Cristo alla destra del Padre: “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo sta assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra; siete morti infatti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” – Colossesi, 3, 1-3-
Dove avvenne la salita al cielo di Gesù ?
Il luogo dell’ascesa di Cristo al cielo, in Atti 1:12 viene collocato nei pressi di Gerusalemme : ” ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.” Poi la tradizione ha consacrato il monte degli ulivi come il Monte dell’Ascensione e sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino vi fece costruire una bella basilica; distrutta , verso la fine del secolo IV, la ricca Poemenia edificò un’altra basilica sul monte Oliveto ispirata al Pantheon di Roma, con al centro una piccola rotonda del luogo preciso dell’elevazione di Gesù al cielo. distrutta e ricostruita dai crociati , anche questa distrutta dai musulmani che però lasciarono in piedi l’edicola ottagonale in cui vi è la roccia venerata dai cristiani in quanto tradizione vuole vi sia impressa l’orma del piede destro di Gesù, lasciata nel momento in cui ascendeva al cielo.
Qual’ è il sgnificato  dell’Ascensione?
Il ritorno del figlio salvatore al Padre.! Come dire un manifesto congedo di Gesù che per completare tutta la Redenzione deve necessariamente ritornare al Padre : “Se non vado non verrà a voi il Consolatore, se invece vado ve lo manderò” (Giov. 16, 5-7). Emblematicamente esprime l’esaltazione di Gesù Cristo risorto

Perchè Gesù sali al cielo dopo 40 giorni dalla resurrezione ?
Quaranta giorni’ sono un tempo molto simbolico negli avvenimenti biblici. Gesù, digiunò nel deserto per 40 giorni ”
San Paolo negli stessi ‘Atti’ -13, 31- dice che il Signore si fece vedere dai suoi per “molti giorni”, senza specificarne il numero, quindi è attendibile, che si tratti di un numero allusivo.

Gesù, nei 40 giorni che rimase ancora in terra, cosa fece?
Confortò gli Apostoli e li convinse di essere veramente risuscitato. Li istruì intorno al regno di Dio, poi seguito dagli Apostoli e Discepoli, andò al monte dell’ascensione, alzando il braccio li benedisse diede l’addio alla Madre e a tutti i presenti , in una nube si alzò verso la maestà dei cieli. fu allora che nel tornare a Gerusalemme gli apostoli compresero le parole che Gesù aveva detto: ” Vado a preparare un luogo per voi. Vi manderò il Consolatore “.

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Dunque Gesù sale al cielo per prepararci un posto. Quindi Lui ci attende lassù. Non dimentichiamolo. Nei momenti in cui sembra di esser sopraffatti dal male, intorno c’è buio e angoscia come ora,  guardare in alto con fiducia , a Lui che è luce e salvezza è come aver la certezza che Egli trova sempre il modo di confortarci e donarci energia e speranza per superare le difficoltà presenti.

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l’ascensione che in greco Analepsis significa salire su e Episozomene  -salvezza- celebra l’ultima manifestazione visiva in terra del figlio di dio, gesù , il salvatore. tale ricorrenza si celebra nella Chiesa cattolica, nell’Oriente cristiano e in diverse confessioni protestanti.

 

Rita da Cascia: santa dell’impossibile

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Se Maggio è il mese di Maria è anche il mese di Rita da Cascia. La Santa dell’amore e del perdono, invocata e venerata in moltissime parti del mondo per le sue qualità taumaturgiche, le indiscutibili doti di avvocata paciera delle cause ultradifficili dell’uman andare. Tant’è che è detta la “santa degli impossibili” e popolarmente è diffusa opinione che fin dal giorno della sua salita al cielo Rita si è schierata dalla parte dei più bisognosi, per soccorrerli e realizzare per loro quei miracoli prodigiosi considerati dalla logica comune irrealizzabili.

Nel firmamento dei santi e delle sante della Chiesa, Rita è certamente una stella di prima grandezza. Ma quale è il messaggio che questa santa ci ha lasciato? Beh, come disse durante il Giubileo del 2000, davanti ad una grande folla di devoti della santa in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II “È un messaggio che emerge dalla sua vita: umiltà e obbedienza sono state la via sulla quale Rita ha camminato verso un’assimilazione sempre più perfetta al Crocefisso. La stigmate che brilla sulla sua fronte è l’autenticazione della sua maturità cristiana. Sulla Croce con Gesù, ella si è in un certo senso laureata in quell’amore, che aveva già conosciuto ed espresso in modo eroico tra le mura di casa e nella partecipazione alle vicende della sua città”cioè cercando di portare pace fra le varie fazioni contrapposte e in lotta fra loro”

Sebbene il tempo logora tutto come mai non ha logorato il ricordo di questa santa italiana, vissuta ben sei secoli fa e ancora oggi è ricordata, invocata, pregata nei casi più disperati da migliaia di devoti in tutto il mondo? Per Giovanni Paolo II poichè: “La santa di Cascia appartiene alla grande schiera delle donne cristiane che “hanno avuto significativa incidenza sulla vita della Chiesa, come anche su quella della società”. Rita ha bene interpretato il “genio femminile”: l’ha vissuto intensamente sia nella maternità fisica che in quella spirituale”. Per la gente comune invece perchè Rita è la santa capace di capire e interpretare le necessità e l’ ama invoca perchè la sente simile, viva e vicina in ogni difficoltà della vita. Come dire che per ciascuno Rita è soprattutto il segno d’amore vivifico che nelle crisi della vita può dare coraggio e forza per ricominciare, ed oggi come ieri è l’esempio per ciascuno della sollecitudine al perdono pacificante e al rigetto incondizionato della violenza sanguinaria che non porta mai a nessuno nulla di proficuo.

Tante le leggende, i racconti, le meraviglie prodigiose fiorite intorno alla Santa come il diffondersi di un profumo intenso di rose nelle vie del paese e in quelli confinanti e lo scampanio improvviso e spontaneo di tutte le campane del circondario nella notte del 22 Maggio al momento della sua salita al cielo, o della vite morta che fruttificò e ancora oggi è presente all’interno del monastero, della rosa fiorita in pieno inverno sotto la neve e due fichi maturi chiesti e trovati dalla cugina nell’orto della casa paterna e interpretati come la salvezza ed il candore dell’anima di suo marito e dei suoi figli.

Come mai Rita, santa, più amata, dopo san Francesco e sant’Antonio, sia per la quantità di miracoli attribuitole, sia per la sua storia umana è conosciuta anche come: Santa delle Api”;Santa della Rosa” ; “Santa della Spina”.?

Come:

Santa della RosaTradizionalmente la rosa piccola e rossa è simbolo per eccellenza, di questa esile ed umile donna diventata santa super venerata. Ancora oggi si dice che ogni qualvolta Rita interceda per un miracolo il suo corpo, conservato all’interno della basilica emana un intenso profumo di rose e le rose benedette ogni 22 maggio, per la sua festa, oltre che essere fonte di protezione per la famiglia per mali e pericoli conservano tutta la fragranza di una rosa fresca.

Santa della Spina” – Unica santa nella storia cristiana a ricevere in fronte la stigma spina che le produsse una profonda piaga purulenta e fetida che la costrinse alla segregazione. Si narra che durante la vita clustrale, Rita alternava ore di preghiera, contemplazione, dedizione totale a Gesù con ore di visite a malati, lebbrosi e spesso per pacificare le fazioni che si combattevano nella cittadina umbra. Sempre umile e obbediente alle regole mai scansò fatiche o prove vessatorie, tuttavia nel suo cuore la giornata era un intensa meditazione della Passione di Cristo tanto che un giorno del 1432, mentre era in estasi davanti al Crocefisso, una spina si staccò dalla corona del Cristo e si conficcò nella sua fronte. La stimmata accentuò ancor più l’adesione animica di Rita alla croce di cristo e l’amore per gesù e fatta eccezione per trasferimento a Roma per la canonizzazione di san Nicola da Tolentino in cui la ferita si rimarginò per riapparire al suo ritorno a cascia, visse gli ultimi 15 anni di vita in una totale immedesimazione della passione di Cristo. Per questo, forse la migliore definizione della santità di Rita da Cascia la troviamo nella iscrizione che è stata posta sull’urna contenente i suoi resti mortali: “Tucta allui se diete”. “Si diede tutta a Lui” cioè a Cristo, anche nel momento della crocifissione, che è la cosa umana più difficile.

Santa delle Api”- Si racconta che già a 5 giorni operò il suo primo miracolo, conosciuto come delle Api Bianche guarendo un contadino, feritosi gravemente con la falce a una mano. Questi, passandole vicino, per andare a medicarsi, nel vedere delle api che ronzavano sul suo volto cercò di scacciarle proprio con la mano ferita che guarì immediatamente. Mentre il giorno della morte venne avvistato uno sciame di api nere, dette murarie, che ancora oggi hanno dei nidi nel convento.

Inoltre “santa della misericordia e del soccorso” in molti paesi è venerata anche come santa della misericordia e del soccorso per il racconto della donna di Spoleto che fuggita per maltrattamenti dal marito, derubata e aggredita curò, rivestì, e tranquillizzò assicurandole che tornata dal marito questi convertito non avrebbe più abusato di lei con violenze e ingiustizie, inoltre per essere stimata come migliore avvocata e confidente delle donne in difficoltà.

Tante le leggende, i racconti, le meraviglie prodigiose fiorite intorno alla Santa come il diffondersi di un profumo intenso di rose nelle vie del paese e in quelli confinanti e lo scampanio improvviso e spontaneo di tutte le campane del circondario nella notte del 22 Maggio al momento della sua salita al cielo, o della vite morta che fruttificò e ancora oggi è presente all’interno del monastero; della rosa fiorita in pieno inverno sotto la neve e due fichi maturi chiesti e trovati dalla cugina nell’orto della casa paterna e interpretati come la salvezza ed il candore dell’anima di suo marito e dei suoi figli. O come il primo miracolo della santa, quello al falegname Cicco Barbari. Da poco diventato invalido alle mani e non potendo più lavorare vedendo la salma di Rita, esclamò:“Oh, se non fossi ‘struppiato’, la farei io questa cassa!” inspiegabilmente guarì immediatamente, e le suore lo incaricarono della costruzione dell’umile cassa.

La venerazione di Rita iniziò subito dopo la morte, e fu caratterizzata dall’alto numero e qualità degli eventi prodigiosi, dovuti alla sua intercessione. Tuttavia fu proclamata beata 180 anni dopo la sua morte, nel 1627 sotto il pontificato di Urbano VII, e venne canonizzata da Leone XIII durante il Giubileo del 1900.

Rita da Cascia, santa “dell’impossibile”della terra umbra, a me cara , alla quale mi sono rivolta in ogni momento difficilissimo. Oggi con tutto il cuore prego di aiutare tutti a venir fuori da questa situazione pandemica tragica.

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per la cronaca:

Non è facile tracciare un profilo storico di santa Rita. Ci sono molti punti oscuri, e spesso le notizie di una certa attendibilità si mescolano alle leggende, che si formarono durante i secoli in diverse stratificazioni. Detto ciò, Rita, ovvero Margherita Lotti, nacque  a Roccaporena, una frazione dell’umbro comune di Cascia, in provincia di Perugia, presumibilmente nel 1381 da Antonio Lotti ed Amata Ferri, due anziani benestanti “pacieri di Cristo”, per meglio dire conciliatori nelle lotte tra guelfi e ghibellini, oggi si direbbe che svolgevano il ruolo di “mediatori civili”. Margherita, chiamata da tutti Rita, amatissima dai genitori crebbe nella campagna umbra in serenità e bellezza. Da ragazza mite, umile, ubbidiente e ben educata anche nel leggere e scrivere, fin da giovanissima assai credente e devota di San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino, si appassionò alla famiglia Agostiniana, da frequentare assiduamente il monastero Santa Maria Maddalena di Cascia tanto da manifestare il desiderio di voler prendere i voti. Ma come usanza dell’epoca, i genitori, a 13 anni la promisero sposa a Paolo di Ferdinando, della potente famiglia Mancini, uomo piuttosto irruente, dal carattere violento che sposò 3 anni dopo. Dal matrimonio nacquero Giangiacomo Antonio e Paolo Maria. L’unione, piuttosto burrascosa per le differenze caratteriali e spirituali, dopo 18 anni e proprio nel momento, che dopo tante sofferenze, preghiere e sopportazioni di Rita, con la conversione di Paolo a una vita di pace e fede, sembrava aver trovato una serenità di convivenza venne brutalmente interrotta dall’assassinio di Paolo da parte di ex compagni di odi, vendette, scontri e violenze partitiche. Come ovvio la famiglia Mancini voleva vendetta. Rita donna per eccellenza votata al perdono si rifiutò di rivelare i nomi degli assassini di Paolo alla sua famiglia. Supplicò anche i figli di non aderire al sentimento di odio e onorare la memoria del padre con il perdono e l’onestà e non con la spirale del sangue. Ma, Rita comprese che invano era il suo supplicare, i suoi 2 figli seguivano le orme dell’odio vendicativo. disperata e sofferente pregò e chiese a Dio di interrompere i loro scopi sanguinari. Come voce popolare riporta da lì a poco i due fratelli si ammalarono e morirono. Rita distrutta dal dolore come moglie e madre, rimasta sola, risentì forte il desiderio che giovanissima agognava di votarsi alla vita claustrale e chiese di entrare nel Monastero Agostiniano Santa Maria Maddalena di Cascia. Ma, per la sua condizione civile e poichè nel monastero c’era una suora parente della famiglia Mancini, offesa per la reticenza di Rita di non rivelare i colpevoli, per ben 3 volte venne rifiutata. Al che, secondo la leggenda, i suoi 3 santi protettori Sant’Agostino, San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino la portarono, dallo scoglio di Roccaporena dove Rita si recava per pregare, direttamente dentro al Coro del monastero imponendo alle suore incredule la sua accoglienza. In realtà sembra che dopo aver pacificato le due famiglie duellanti Rita nel 1407 ottiene di entrare nel Monastero in cui vi rimarrà per ben 40 anni, fino al 22 maggio del 1457, giorno del suo ritorno al padre.

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PREGHIERA di MAGGIO 2020 A MARIA di PAPA FRANCESCO

Maggio è il mese di Maria, del rosario e della devozione al cuore SS della Vergine e in quest’anno tanto difficile e drammatico per tutti noi, Papa Francesco non poteva mancare di ricorrere alla Madre del figlio Salvifico Gesù  per chiedere rifugio e protezione :

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O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro.

Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia.

Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute.

Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti.

Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus.

Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà.

Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro.

Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare.

O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale.

Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

Amen.

Madonnatenerezza PITTORE CRETESE

Confido nel cuore dolce e tenero di Maria che recitando questa bellissima preghiera ascolterà,  ci soccorrerà e aiuterà a superare questo terribile momento carico di paura, sconcerto, stravolgimento di vita. Soprattutto spero che da Mamma celeste aiuterà tutti a trovare conforto ai drammi personali e alle famiglie  sostegno e forza  per non crollare sotto il peso delle difficoltà materiali.

bydif

Day mamme

cuore

Day mamme! Un giorno in cui il pensiero di solito avvolto dal calore di due braccia solide fugge lontano. Fino alle stelle dove il cuore inizia a battere all’unisono con un altro e gli occhi si riempono di quella lucente tenerezza che solo l’amore senza riserve fa rifulgere in un volto. Volto di una madre. Volto di una mamma. La tua. Ma anche quello di milioni di altre madri. Madri che ancor ci sono e a cui ogni figlio può manifestare gioia e affetto e madri che materialmente non ci sono ma ogni figlio sa che c’è. C’è perché l’amore mai stacca l’uno dall’altro. Cambia solo apparenza,giammai la sostanza. Quest’anno, ancor più il pensiero vola oltre, vola fino alle stelle, in quelle stelle lucenti che alzando lo sguardo ti riempono gli occhi di energia illimitata, l’anima di chiarore vitale che sorregge il coraggio e ristora ogni umana sofferenza. Quest’anno sono tante, tantissime le stelle che dall’infinito brillano sui volti di figli e figlie. Troppe le stelle che dal cielo scintillano per asciugare lacrime, sollevare dal dolore immenso che squarcia i petti di tanti cuori. Cuori di figli a cui quelle stelle specchiano volti di madri. Mamme strappate al loro affetto violentemente,crudelmente, inaspettatamente da un invisibile “mostro”. Un infinitesimo “mostro” di nome covid-19 venuto chissà da dove chissà per quale motivo a rapire con virulenza inaudita tante mamme ai loro partoriti. Figli che nemmeno hanno potuto difenderle, fargli un gesto , una carezza,fissare il pensiero grato con lo sguardo, oggi possono solo guardare in alto, laddove son quelle stelle-mamme, per collegarsi almeno per un attimo e dire sommessamente ad ognuna:mamma t’amo tanto, sei la mia luminosa stella che mai nessuno rapirà dal cuore.

Nulla può consolare un così grande e sconvolgente dolore mai. Seppoi consumato nella brutale impassibilità delle istituzioni che quel “microbo mostro” agiva all’improvviso si ma rapiva, quasi esclusivamente, anime vecchie, madri out, cenci col piede nella fossa, con sfilata inesorabile di camion con su ammassate bare come fossero vuote, prive d’ogni riferimento individuale, di vite vissute, lotte, forza morale, affetti dedizione sociale,storie belle e meno, beh …giammai nessuna lacrima potrà lavare lo struggimento di un cuore filiale. Ma neppure potrà farle scomparire da mente e cuore di quella parte di collettività che sa andare oltre un imbalsamato conteggio, oltre un dato anagrafico, sa vedere oltre l’età un essere umano. In specie un essere che proprio per gli anni accumulati su questa terra ha dato tanto in braccia e cuore per ricostruire una nazione disorientata dalla guerra,creare un futuro libero e migliore per se, la famiglia la comunità, lasciare un esempio costruttivo a tutte le generazioni. Malgrado ciò, laddove brillano le stelle-mamme, per mediazione dell”inaccessibile mistero Divino brilla anche una enorme stella-mamma piena di sfolgorante Grazia consolatrice. Una Mamma senza tempo che son sicura che almeno Lei,eletta Madre Celeste, priva di cinismo selvaggio, diatribe quanto mai zoticone che deprivano di valore un essere in base agli anni terrestri, ha accolto con tutti gli onori le mamme vittime del “mostro”, e ha accarezzato con illimitata dolce tenerezza ogni ruga, ogni cuore arrivato su, su su fra le stelle in grandissimo abbandono affettivo da farlo risplendere intensamente da poter continuare a far luce al cammino di ogni amato, da così pian piano lenire lo sconforto e togliere da mente e vista il crudele drammatico distacco, dovuto al “mostro”covid-19” e in parte anche delle miserrime stime dei bollettini, nonché cretinismo di una logica ripetitiva rassicurante l’opinione comune instillando l’idea che solo avere tanti anni è sinonimo di aggressione fatale dell’invisibile mostriciattolo covid, per il resto della popolazione basta star in casa a ballare, cantare, fare un po’ di ginnastica e tutto procede al solito. Gente che come Maria, la Madre celeste che ama ed ha considerazione e rispetto di ogni essere che popola questo pianeta. Grazie MADRE divina di aver ridato dignità alle tantissime mamme arrivate su, in luoghi di bellezza amena e armonia di spirito. Grazie mamma per avermi insegnato ad andare oltre il supporre che se il fato si porta via una mamma anziana, il dramma è quasi inesistente o vale meno di un altro.

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Un saluto a tutte le mamme del mondo e un abbraccio a tutti i figli che hanno una mamma-stella!

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