MADONNA FIDUCIA

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In questi tempi, resi difficili da una pregressa crisi economica  e intricati da una situazione politica personalistica  fatta di annuncioni e insignificanti cambiamenti utili alla collettività, è facile cadere nella trappola depressiva dello scoramento in cui il futuro esistenziale appare un enorme buco nerissimo che ti inghiotte senza pietà. Come altrettanto facile è finire in quel limbo allettante dell’attendismo fatale che prima o poi si può tradurre in gesti disperati o ben che vada ti fa scivolare in una ineluttabile rassegnazione comatosa. Certo seguire i suggerimenti  sensati che  arrivano al cervello dall’inconscio: reagire, combattere e non arrendersi neanche di fronte all’impossibile, sarebbe il modo per non finire nei trappoloni, però…Però  almeno una volta ci cadi e ne esci solo se sei lesto a trovare uno stimolo per scappare sennò ci resti. Ma con un clima di generale sfiducia che ti gira intorno come una piovra è più facile restarci che trovare un appiglio per uscirne e poi mantenersi equilibrati al timone della propria vita quindi è meglio prevenire. Come? Beh fidandosi della  ” Mater mea, Fiducia mea” ! Per me è l’unica che alimenta l’energia pulsante del coraggio per continuare a lottare con la certezza che questi tempi difficili sono superabili. L‘unica che nei momenti che par di esser perseguitati, oppressi e spiaccicati da una montagna di problemi in cui si rischia di smarrire ragione e forza rimette in carreggiata per andar spediti . L’unica che strica tutti i laccetti che politiconi ipocriti e inconcludenti ti hanno annodato al collo, non bistratta, non tradisce, non evita di darti rifugio, non ti liquida se protesti tacciandoti per populista. L‘unica che ti regala gli ingredienti indispensabili per sopravvivere dignitosamente in un contesto reso iniquo e assurdo da logiche di  profitto. Utopie? No. Basta provare per constatare. E poi..c’è a cui credere senza essere utopici? Uhm….forse… ?… 0 di zero.

un  roseo saluto

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per la cronaca:

II culto  dell’immagine, ” Mater mea, Fiducia mea” o Madonna della Fiducia, risale  alla venerabile Suor Chiara Isabella Fornari,  un’anima mistica che nutriva una devozione particolare per le immagini sacre tanto che per pregare innanzi ad esse a volte preferiva plasmarle a sua ispirazione. Alcune di queste immagini per mezzo dei confessori della Venerabile si sparsero qua e la e dettero vita a numerosissime copie, però  l’originale di questa Mater, è custodito gelosamente nel Monastero francescano delle clarisse di Todi dove proprio nel 1713 la venerabile si votò a Dio e in seguito vi ebbe numerosissime visioni e estasi, compresa la partecipazione alla passione del Signore con stimmate non visibili. Ma la diffusione e devozione della madonna della fiducia si deve al Padre Gesuita Giammaria Crivelli che portò con sé a Tivoli  una copia dell’immagine ricevuta dalla Fornari e nel 1743 con solenni celebrazioni  vi attraversò tutta la città e la collocò nella chiesa di S Sinforosa. Nel 1774, quando il Seminario Romano prese sede all’interno di quel collegio e trovò una delle tante copie di questa immagine che ha come caratteristica il gesto di Gesù bambino che indica alla madre come a voler dire a chi guarda: abbi fiducia in lei, tra il seminario e la Madonna si creò subito una forte  simbiosi che negli anni è divenuta sempre più intensa fino a essere stata eletta a patrona del Pontificio Seminario Romano Maggiore, nonché di tutte le “anime” in cerca di rifugio. Originariamente infatti, il titolo di questa Madonna col bambino, utilizzato da Suor Chiara, era proprio ” Refugium peccatorum” Fu mantenuto fino al 1916,

La Tu’ Bella Libertà

Passando in piazza mi ha colpito lo sventolio allegro delle bandiere Italiane  messe per le celebrazioni del 25 Aprile. Era uno spettacolo così bello e invitante che tornata a casa non ho potuto fare a meno di ” ricamarci ” qualche pensiero. Quel sventolio libero inevitabilmente mi  ha portato alla memoria quanto sia costato  e anche quanto ancora persistano stupide diatribe

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Sei Bella O Mia Bandiera

Quando All’alba T’alzi Fiera Per Salutà L’aurora

Sembri ‘Na Regale Matrona Pronta A Fasse Rimirà

Dal Fornaio All’angolo

Che In Fregola Sbircia Da Sotto Er Castagno

Se Te Po’ Vede’ Nu Poco De Grasso

Da Mettese Nel Panino Dabbasso

Imbellettata Come Un Boccio De Rosa

Te Sporgi Dal Balcone Con La Grazia D’una Sposa

Che Prima De Fasse Impalmà Saluta Tutta La Comunità

Sei Bella O Mia Bandiera

Con La Veste Fresca De Lavanda Me Fai Pensa A Mamma

Quando Me Teneva Sulle Zinne E Me Cantava ‘na Dolce Ninna Nanna

Mentre Aspettava De Fasse Sfrigolà Pe’ Damme Da Magnà

E Papà Pe’ Ridatte La Sovranità

Da Combattero Partigiano Su Le Alpi Se Faceva Ammazzà

Sei Bella O Mia Bandiera

Sull’altare Della Patria Te Muovi Con La Malizia

D’una Fanciulla Sincera Che Sta Pe Immortalà

All’amato Bene La Su’ Leale Verginità

E La Fierezza D’una Nobil Signora Che Se Ventola Briosa

Pe Acquattà A L’occhi De Giovin Gagliardi La Su’ Veneranda Età

Nun Te Fa Impressionà Se Oggi In Su Le Piazze Nun Senti Cantà

Na Romanza Univoca E Orà Lodi Pastorizzate

È Una Data Che Niuno Po’ Scordà

Garbata E Dignitosa Come Sei

Te Basta Un Dondolio Pe’ sgomitolà Na Nazione

Ammatassata In Diaspore Sparti Onore

E Rimette Ne Le Zucche Che La Tu’ Bella Libertà

Nun È ‘Na Questione Di Chi E Di Come Te Sbandiera

Di Chi E Di Come S’accaparra La Ragione De Cacciata D’invasore

Di Chi E Di Come Avoca Rispetto E Considerazione E T’inzossa Pe’ Fazione

È Na Questione De Fede E Determinazione De Donne E Omini Generosi

Che Su Colli Strade Campi E Città Pe’ Vedette Inschiavata Danzà

Furon Pronti A Fasse Trucidà Senza Stasse A Domandà

Chi Era De Qua E Chi De La

Im

lieta giornata a tutti

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