Pietro e Paolo, distinti e identici.

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Pietro il pescatore e paolo l’illuminato. Due uomini differenti uniti da una convinzione. Due apostoli con missione terrena diversa eppur divina identica. Due pietre miliari del cristianesimo e della comunità cristiana. Due santi che tutto il mondo il 29 giugno celebra il trionfo trascendentale con uguale onore e venerazione. Pietro e paolo, due carismatici simbolo di percorsi di vita e fede diversi nondimeno equivalenti nell’essenza estrema.

Simone di Cafarnao, poi ribattezzato da Gesù Pietro, l’umile pescatore, rozzo, dal carattere impetuoso, verace, a volte fragile ma che ispirato dallo spirito santo per primo riconosce la natura soprannaturale di Gesù.“io credo signore che tu sei il cristo, il figlio del Dio vivente”. Pietro, scelto a farsi pescatore di anime, ad assumersi il ruolo difficile di rappresentare Dio in terra, a reggere il primato della universalità della chiesa ” E io ti dico che sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Ti darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto”.

Saulo di Tarso, poi Paolo, bello, raffinato, istruito, dal carattere determinato, inflessibile, ammirato e considerato oratore, feroce persecutore dei cristiani, “fulminato” sulla via di Damasco. Paolo, l’apostolo che da fanatico cacciatore soverchiatore di fede che cadendo da cavallo improvvisamente cambia completamente punto di vista e vita. Paolo, animato da una nuova certezza per me cristo è vivere” con la stessa determinazione, instancabilità del persecutore della fede in cristo, si fa apostolo evangelico universale di Cristo. Paolo, l’ apostolo delle genti.

Pietro e paolo, due uomini molto diversi con percorsi umani e spirituali altrettanto diversi ma al contempo convergenti in un unico punto, quello dell’amore certo e fedele a Cristo. Due uomini saldi e consapevoli di una via assegnata complessa e pur tuttavia ostinati a seguirne tutte le variabili per un fine: una chiesa plurale e unita.

La ricorrenza della solennità dei Santi Pietro e Paolo patroni di Roma nasce dalla tradizione che vuole i due giunti dalla Giudea a Roma nello stesso periodo e martirizzati lo stesso giorno, anche se in luoghi diversi.

Due santi distinti accomunati dal destino nel martirio, anche se alcuni storici ritengono che i due Santi non vennero martirizzati ne lo stesso giorno ne contemporaneamente e la scelta del 29 giugno si rifà all’antica festa divinatoria romana del Quirino celebrante i due gemelli Remo e Romolo.

Pietro arrestato, quale cristiano, portato sul colle vaticano condannato alla crocifissione, sentendosi indegno di morire come il suo amato Maestro chiese di essere crocifisso a testa in giù. Secondo una leggenda popolare il giorno del suo martirio i pescatori che escono in mare si imbattono nel diavolo che per rabbia scatena una tempesta terribile. Scaramanticamente il 29 giugno è difficile che un pescatore esca in mare. Tuttavia “ogni pescatore buono ha San Pietro per patrono”!

San Pietro è il santo patrono di muratori, ciabattini, orologiai, pescatori e per via delle chiavi dei portieri.

Paolo arrestato e condannato a morte, in quanto cittadino romano ebbe, si fa per dire, l’onore della spada, cioè essere decapitato nei pressi delle “acque salvie”. Si narra che la sua testa mozzata ruzzolando fece tre rimbalzi da cui scaturirono tre fontane.

San Paolo  è patrono dei cordai, teologi, panierai, cestai, di chi si occupa di stampa, viene invocato per allontanare le tempeste, a salvaguardia di pericoli dei morsi di animali velenosi. San Paolo ha anche fama di “esorcista” o guaritore dei tarantolati.

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Due santi da cui trarre una grande ispirazione di vita quotidiana, san Pietro per  tutte le sue fragilità che comunque non gli hanno impedito di riconoscere la debolezza e
“saper far marcia indietro. ” Quo vadis, Domine?” “Torno a Roma per essere crocifisso di nuovo! San Paolo perchè anche inciampando si può scoprire che nulla vieta aprire gli occhi e cambiare stile di vita.

Felice serata!

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Il “soffio” magico di San Pietro

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In questa notte che precede la solenne festa dei santissimi Pietro e Paolo in molti paesi, persiste l’antica tradizione credenza del ” soffio” magico di san Pietro.

Cos’è? Secondo una antica leggenda è un prodigio di San Pietro nel suo passaggio sulla terra da cui si trae una previsione annuale come dire un oracolo per intervento “magico”di San Pietro!

Come si realizza ? Con il soffio di san Pietro!

Quando? Durante la notte di vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo poichè come narra tradizione San Pietro accompagnato da San Paolo passa sulla terra e per esprimere vicinanza ai fedeli compie la magia.

Cioè? Cioè soffia e…e fa apparire la sua barca !

Ovvero è credenza radicata che con un soffio San Pietro trasforma una chiara d’uovo in barca o  veliero che a seconda di come al mattino apparirà all’occhio svelerà se in arrivo ci sono tempi buoni o meno!

La narrazione tradizionale spiega che se la vigilia della festa dei Santi Apostoli, Pietro e Paolo, in un contenitore di vetro, bottiglia, caraffa, vaso, si versa, fino a metà, dell’acqua, si fa scivolare dolcemente la chiara di un uovo, si mette il recipiente all’aperto, sotto una pianta, sul davanzale di una finestra o un balcone, si lascia ai raggi della luna e alla guazza, al mattino, secondo la descrizione popolare dentro il contenitore magicamente si vedrà la barca di San Pietro!

Chiaramente è credenza che in base di come il soffio dell’Apostolo Pescatore forma la barca e le vele si ha l’indicazione oracolare sul futuro anno degli affari di tutta la famiglia compreso salute, abbondanza, lavoro, amori, fortuna.

Ovviamente la barca o veliero di san Pietro va interpretata. E qui sta il difficile. In generale più il veliero sarà bello e ben riconoscibile, avrà tante vele aperte e più promette una situazione generale ottima, con giornate di sole e piene d’ottimismo, piogge scarse. Un tantino meno distinguibile, con meno vele aperte assicurerà un annata discreta, con qualche imprevisto risolvibile, meno sole e più pioggia. Se apparirà un po confuso e con vele strette l’annata sarà assai piovosa e la situazione generale rimarrà più o meno la stessa. Se non si noterà affatto una barca allora si faticherà molto e si raccoglierà poco. Attenzione però, Il veliero a mezzogiorno inizierà a scomparire per cui “la sua lettura rivelatrice ” dopo non sarà più possibile.

Realmente com’è che un albume forma la barca di san Pietro? Per un fenomeno di cambio di temperatura!

L’albume, che ha una densità maggiore dell’acqua prima tende ad affondare; durante la notte con l’aria più fresca, l’attrazione della luna e la rugiada la chiara crea tanti filamenti e allo spuntar del sole, a mano a mano che l’acqua si scalda il bianco d’uovo filamentoso sale verso l’alto e nel risalire si apre a mo di vele.

il “soffio” magico di San Pietro in alcuni luoghi è più conosciuto come la “barca” in altri come barchetta o  Il “ veliero” di San Pietro.

Certo con la scienza si spiega il fenomeno ma…ma vuoi mettere la differenza di fascino che c’è tra prosaico e magico? È abissale. Eppoi se da tanti secoli resiste “l’è vero, l’è vero l’è arivà San Piero. L’è vero, l’è vero l’è arivà la barca de’ san Piero” un fondo di verità c’è.

Intanto che la notte avanza, San Pietro e Paolo passano e Pietro “soffia” la magia si forma,  a tutti auguro una notte di sogni fatati!

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Pietro e Paolo. Un po’ di storia:

La ricorrenza della solennità dei Santi Pietro e Paolo patroni di Roma nasce dalla tradizione che vuole i due giunti dalla Giudea a Roma nello stesso periodo e martirizzati lo stesso giorno, anche se in luoghi diversi. Pietro, il cui nome deriva dall’aramaico “kephà”, tradotto in greco “pétros” e significa “saldo come una pietra, roccia”. Pescatore diventato Apostolo di Gesù fu scelto come “roccia”su cui gettare le fondamenta della chiesa, di cui fu il primo papa. E’ il santo patrono di muratori, ciabattini, orologiai, pescatori e per via delle chiavi dei portieri. Secondo la narrazione l ‘ venne crocefisso a testa in giù presso il circo di Caligola in Vaticano.

Secondo una antichissima leggenda popolare i pescatori che vanno in mare a pescare nel giorno della sua festa si imbattono nel diavolo che scatena una tempesta, per questo scaramanticamente molti pescatori il 29 giugno non escono in barca. Si dice anche che San Pé u ne veu un pe lê  – San pietro ne vuole uno per seo “ I temporali di San Pietro fanno tremare”. Tuttavia “ Ogni pescatore buono ha san Pietro per patrono” infatti lo invoca per “esorcizzare” trombe marine o battute di pesca tumultuose.

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San Paolo originario di Tarso , il cui nome Paolo invece deriva dal latino volgare paulus “piccolo” fu prima persecutore dei cristiani poi incontrò Gesù Risorto sulla via tra Gerusalemme e Damasco si convertì e predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. È da ciò che nasce il detto “fulminato” sulla via di Damasco. In base ai tramandi orali fu invece decapitato alle Acque Salvie all’Ostiense. Si racconta che il suo capo mozzato fece tre rimbalzi da cui sgorgarono tre fonti e successivamente vi vennero edificate tre chiese. Detto l’apostolo delle genti, è patrono dei cordai, teologi, panierai, cestai, di chi si occupa di stampa, viene invocato per allontanare le tempeste, a salvaguardia di pericoli dei morsi di animali velenosi. San Paolo ha anche fama di “esorcista” o guaritore dei tarantolati.

 Se il giorno di san Paolo è sereno godrem l’annata e l’abbondanza in seno. Ma se fa freddo guerra avremo ria e se nevica o piova carestia”

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Pietro il “pescatore” e Paolo l’illuminato. Due Santi, due pietre miliari del cristianesimo. Il 29 giugno con uguale onore e venerazione tutto il mondo celebra il loro trionfo trscendentle.

Alcuni storici però ritengono che i due Santi non furono ne martirizzati il 29 giugno ne contemporaneamente e che in realtà la scelta del 29 giugno è legata all’antica festa divinatoria romana del Quirino, celebrante i due gemelli Remo e Romolo.

Alcuni detti sui due Santi:

Chi loda San Pietro, non biasima San Paolo” tradotto “Chi ti loda in presenza, ti biasima in assenza”

Se piove a San Paolo e Piero piove par on ano intìero”

 

 

L’acqua odorosa di San Giovanni e…

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Ovunque la vita mi trasporta, la sera del 23 giugno, vigilia della festa di S. Giovanni Battista, notte magica per eccellenza dal tempo dei tempi in tante culture, non posso fare a meno di mantenere due usanze della mia terra d’origine, cioè in primis quella  dell’acqua odorosa  e quella  del falò. Per la seconda è facile, basta accartocciare qualche foglio di carta ai margini d’una strada, buttarci un cerino acceso e subito come recita la tradizione “ lingue di fuoco s’innalzano dal piccolo falò a rischiarar la notte fugando le ombre malefiche c’oscuran l’avanzar del  benigno dì ” Salto il falo’ tre volte per esprimere un desiderio o pensare ad un problema che mi assilla. Di solito si realizza entro il solstizio invernale, purché l’uno o l’altro non siano per scopi egoistici o vanitosi altrimenti accade esattamente il contrario. Come si dice “San Giovanni non vuole inganni”…

La prima usanza, quella dell’acqua odorosa non sempre è facile rispettarla, specie se sono in qualche località arida come il deserto. anche se  ho scoperto  che i Berberi celebrano questa notte. Perchè? Perchè occorre reperire petali di fiori e foglie d’erbe aromatiche fresche, sempre in numero dispari, depositarle in una caraffa con dell’acqua, esporle fino all’alba ai raggi lunari per far assorbire quelle energie positive del cosmo che solo al solstizio d’estate si propagano quando, il sole sposa la luna, il principio maschile feconda il femminile, l’elemento fuoco si allea all’elemento acqua, tutto il cosmo irradia energia annullando ogni maltempo”   e per raccogliere “le   lacrime di S. Giovanni ” chiamate guazza o anche perle. Ossia  la rugiada che si forma nella notte.

Al mattino, meglio se al momento dell’aurora, si immergono le mani nell’acqua profumata, si sfiora la pelle di tutto il corpo bagnandola partendo dalla fronte rivolta ad est in modo che i raggi solari la sfiorano, si ripete l’operazione per tre volte. Tale rituale, nell’immaginario popolare della mia terra, ha una grande importanza perché custodisce segreti effetti benefici:

Purifica liberando corpo e spirito da scorie negative accumulate nelle lunghe notti invernali – allegoricamente richiama il battesimo nell’acque del Giordano –

Ridona energia al fisico e alla mente, allontana pesantezza e affaticamento dovuti allo stress del quotidiano – esprime il vigore ardente della fede del Santo –

Elimina le impurità della pelle, rimuove i malesseri di testa e stomaco dovuti a cause nervose o imprecisate. – a S. Giovanni fu mozzata la testa-

Protegge da invidie e gelosie di avversari e concorrenti fino al prossimo solstizio. – riporta alla condanna del  Santo dovuta alla perfidia di Salomè

Nella tradizione più pagana, oltre a ciò, si coltiva la credenza che nell’acqua, scansando fiori e foglie prima di iniziare il rito del bagno, si vede il volto del futuro compagno di vita.

Esaurito il rito mattiniero, l’acqua profumata non va buttata ma filtrata e custodita in una bottiglia perché ha virtù lenitrici, eccezionali nei disturbi dovuti a infiammazioni e sfoghi cutanei come il fuoco di S. Antonio. Inoltre si conserva a scopo beneaugurante per la salute. – “ L’aqua de’ San Giuagne te proteije d’ognie malannje

Di solito l’acqua la conservo e l’uso una volta al mese per scaricare l’accumulo di energie sfibranti e per mantenere la pelle sana e levigata. Quasi tutte le mie amiche, anche le scettiche, fanno e usano l’acqua di San Giovanni.

A queste due usanze non ci rinuncio, forse per non perdere il legame atavico o forse… per quel” Sogno di una notte di mezza estate “ narrato da Shakespeare.

Comunque per onorare la terra che mi ha accolto con tanta generosità, e sentirmi vicina a un amico che oggi non c’è più, a queste due usanze umbre, ho aggiunto il rito indiano “Yakima” appreso in un corso di sopravvivenza in Pennsylvania, da indiani yankee, discendenti proprio della stirpe Yakima. Secondo il pensiero di questi nativi americani il piede esprime il legame con le cose e le situazioni quotidiane ed è la “centralina” del benessere psicofisico, per cui il rito si basa sul principio di scaricare l’elettricità negativa accumulatasi nella centralina energetica del sistema circolatorio che si trova nei piedi. In breve si tratta di far scorrere le cariche negative ammassate nel fisico da ansia, stress affaticamento ecc. in basso attraverso un atteggiamento posturale rilassato in modo da trasferirle nell’acqua o sul suolo, meglio se erboso. Ciò che rende più balsamico e vantaggioso il “ pediluvio” secondo la credenza è la sinergia > sole luna erbe acqua < combinata dalle onde planetarie che hanno depositato il carisma occulto nell’acqua o sul suolo erboso durante l’esposizione, notturna e diurna. Per inciso va detto che il piede al suo interno ha un groviglio di fili venosi e in oriente la “centralina” è chiamata secondo cuore o cuore perifericoin riflessologia plantare “spugna di Lejart ” mentre in psicosomatica rappresenta il nostro modo di reggersi nel mondo e di proiettarci nella realtà. Pertanto lo “Yakima” è più di un rito magico-esoterico, è una sapienza medica  riequilibrante  benefica all’essere. Certo vi sono tantissime altre usanze, tradizioni sacre e profane e superstizioni legate alla vigilia della festa di san Giovanni Battista, talune anche legate ai sabba e alla stregoneria, di cui si potrebbe dire molto anche se in gran parte le ho già postate.

Per concludere, in questa notte la magia di san Giovanni funziona come un capodanno, il cosmo si rinnova e ricrea dopo un capovolgimento caotico attraverso gli elementi primordiali GUAZZA – FALO’, acqua e fuoco,  simboli di purificazione e rigenerazione per eccellenza. Anche nel mio paese attuale giovani e meno si radunano all’oratorio e dopo mezzanotte vanno scalzi nei prati per sentire la guazza, accendono fuochi e festeggiano fino all’alba per non perdere il “ battesimo” del sole nascente. Mi associo.

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Buona “guazzata” magica e...e per assicurarsi da acqua e fuoco risultati positivi di luce irraggiante e beneficio ristrutturante basta crederci !

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Al sole

al sole

Al sole mattutino
il cuor dilata
alla sorpresa
gli occhi empi
di bellezza
sull’ali magnetiche
del sogno
splendono adamantini
gioia e emozione
coccolano fantasia
nel pensiero
reminiscenza vestale
guizza energia
lo sguardo amabile
carezza respira
al nostro appuntamento
agognato
violenta passione
sprofonda negli abissi
al sole mattutino
redento singhiozzo
oscura da distanza
la vista fino a sera
e.r.

Pentecoste: la discesa dello Spirito Santo

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“Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi“. Atti degli Apostoli, 2.

La Pentecoste è una festa solenne che nel 50° g. dopo Pasqua celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli riuniti insieme nel Cenacolo.

Ma cos’è lo Spirito Santo? E’ la luce di verità, la guida del cammino nell’amore in Cristo.

Come disse Gesù : “Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà” . Gv

E’ la Terza Persona della Santissima Trinità che procede dal Padre e dal Figlio, come  un solo principio reciproco di  Amore. E’ ill maestro inviato per via di missione nel mondo.

E’ ’Amore Divino, lo Spirito Santo che scaturisce dal Cuore di Cristo.

E’ la “roccia spirituale” che come nell’ Esodo accompagna il popolo di Dio nel deserto, perché attingendone l’acqua viva possa dissetarsi lungo il cammino.

E’ l’nesauribile elargitore di doni. Secondo il profeta Isaia i più preziosi sono sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Sono  i sette doni dati con la grazia del Battesimo e  riconfermati dal sacramento della Cresima o Confermazione.

E ‘ lo Spirito consolatore, il paraclito, ospite perfetto dell’anima, : “Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Paraclito, un altro Consolatore, che rimarrà eternamente con voi -Gv 14-
E’ il dolcissimo sollievo “Nella fatica, riposo, nella calura, riparo,nel pianto conforto. Lava ciò che è sordido,bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido,scalda ciò che è gelido”

E’ il Soffio, la forza incarnatrice di vita.

E’ la lingua di fuoco simbolo di forza e rigenerazione, Paradossalmente di morte.

E’ lo Spirito che nella creazione dell’uomo cooperò col Padre e il Figlio a infondere la vita, nella passione e morte del Figlio cooperò col Padre alla preparazione salvifica attraverso la santa Vergine Maria, e così pure nella redenzione cooperò a vivificare, sostenere e santificare le anime messianiche radunate nel Cenacolo con la madre di Cristo, Maria.

E’ lo Spirito Santo concesso a tutti i battezzati che fonda l’uguale dignità di tutti i credenti, nello stesso tempo, in quanto conferisce carismi e ministeri diversi: l’unico Spirito costruisce la Chiesa con l’apporto di una molteplicità di doni -1Corinzi, 12,13-

Duccio da boninsegnaLa Pentecoste non è un giorno di festa cristiana qualunque. E’ il giorno in cui lo Lo Spirito Santo con la sua discesa sugli Apostoli e Maria completa l’opera dell’Incarnazione di Dio. – Nella sua prima discesa, aveva compiuto nella santa Vergine l’Incarnazione del Verbo, così che il Verbo divenisse, nel suo corpo, il Dio-Uomo, per esserlo nell’eternità. A Pentecoste, seconda discesa, invece lo Spirito Santo discende per dimorare nel Suo corpo cioè la Chiesa. Chiesa, come universatilità del Risorto in cui gli Apostoli sono rivestiti di Spirito Santo e annunciano al mondo quel Verbo eterno, crocifisso e risorto che Maria ha generato nella carne. Essi proclamano, lei convalida. Loro annunciano, a lei è stato annunciato. Essi diffondono la Parola di Vita, lei ha dato vita alla Parola. lo Spirito Santo è infatti perennemente presente in essa, in quanto forza vivificante e immortale, che vive nell’uomo che lo accoglie, raduna tutti i popoli e ricompone nell’armonia la dispersione causata dal peccato e pone nella storia il segno della creazione nuova che riprende il suo dominio , in cui per puro dono divino, l’uomo ritrova l’unità in se stesso e con gli altri. –
E’ un giorno di luce divina che illumina i cuori donata a ogni uomo del mondo per renderlo migliore!

download (7)Buona festa in spirito di “fuoco” a tutti!

bydif

……

per la cronaca: Inizialmente lo scopo primitivo della festa di Pentecoste era agricolo. Una lieta festa chiamata “festa della mietitura”o “dei primi frutti”. Si celebrava il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua in ringraziamento a Dio per i frutti della terra.In altri passi era nota come “festa dello Shavuot, cioè delle Settimane poiché cadeva sette settimane dopo la Pasqua. Presso gli ebrei indicava anche l’inizio della mietitura del grano. Ma, a poco a poco , gli Ebrei le diedero un significato nuovo tant’è che la Pentecoste divenne “il giorno del dono della Legge” e alla vigilia della festa a ogni israelita era fatto obbligo di passarlo a leggere la Legge. tuttavia, la Pentecoste era una delle tre festività, dette Shalosh regalim, feste del pellegrinaggio. a Gerusalemme di tutti gli uomini. comportava l’astensione totale da qualsiasi lavoro,. un pellegrinaggio a Gerusalemme di tutti gli uomini, un’adunanza sacra ‘asereth o ‘asartha e particolari sacrifici.
La Pentecoste cristiana viene celebrata già nel periodo apostolico .Tertulliano è il primo a parlarne, come di una festa già ben definita, in onore dello Spirito Santo. Nell’iconografia descrittiva difficilmente Lo Spirito Santo è stato raffigurato sotto forma umana. Nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù è presente sotto forma di colomba e nella Trasfigurazione come nube luminosa. Sebbene più volte preannunciato nei Vangeli da Gesù, è nel Nuovo Testamento che viene rivelata la personalità della divinità dello Spirito Santo.
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Test della ciliegia: genio o minchione?

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Secondo alcuni ricercatori per scoprire chi è genio e chi minchione basta un semplice test.

Come? Semplicissimo!

Basta avere una ciliegia e una tazzina o altro purché non trasparente.

A due persone prese a caso e disponibili alla prova si fa vedere la ciliegia. In altra stanza si mette la ciliegia sotto la tazza. Si fanno entrare e sedere uno per volta davanti alla tazzina, gli si chiede di aspettare 60 secondi prima di alzarla per scoprire cosa nasconde, prenderla e tenersela. Si cronometra il tempo dell’uno e dell’altro. Si confrontano i tempi e…e si ha il risultato del test!

È minchione il primo che ha alzato la tazzina, è genio chi ha atteso i 60 secondi, se poi li ha superati è genio poliedrico. Si potrebbe dire un altro Leonardo da Vinci!

Dunque, secondo i ricercatori, è maggiormente dotato di intelletto chi sottoposto a uno stimolo sa autogestire la volontà, resiste agli impulsi interni ed esterni del richiamo, ha controllo di sé e non cede ad allettamenti.

In concreto il test si basa sul resistere alla tentazione. Cioè è una prova in cui si chiede a un essere libero di compiere un azione sottostando a un criterio di attesa preciso che reprime la sollecitazione del desiderio.

Ovviamente la tesi avanzata dagli studiosi è stata comprovata con anni di studi e verifiche del test, prima sottoponendo vari soggetti presi a caso al test in giovane età e successivamente seguendoli nel tempo per constatarne l’ esattezza in base alle loro personali performance nella vita pratica. Nell’iter di analisi sui soggetti sottoposti alla prova e poi tenuti sotto osservazione, l’esito, a sostegno o meno dei ricercatori, arguito è stato : sempre brillanti e sopra la media le prestazioni e i risultati ottenuti in ogni campo dai soggetti testati e identificati come “genio”; sempre frustranti, scarsi o appena passabili quelli certificati dal test come “minchioni”.

Ho provato il test con amici di cui conosco le personali doti o i successi e insuccessi nella vita. Con sorpresa ho constatato che è piuttosto affidabile.

Poi ho voluto sperimentarlo su certi politici. Ovviamente non con la ciliegia sotto la tazzina, ma attraverso la capacità di resistere 60 secondi a controbattere a un pungolo di un avversario o di un qualsiasi interpellante. Beh la quota di geni è risultata pressoché scarsa, quella dei minchioni altissima. Comunque per constatarlo basta seguire la velocità di reazione in una qualsiasi performance pubblica, sovrapporla l’un l’altra e…e rendersi conto che la velocità è talmente alta da non comprendere un tubo di quel che dicono e….e non aver dubbi!
test uvettaBuon weekhend!

bydif