L’Ottavario e la “Divina misericordia”.

25 divina miseri

L’ “Ottavario”, un tempo, per la gente comune era la “ festa  dell’ottavo giorno dalla Resurrezione di Gesù,  per la liturgia, a rimembro dei battezzati che potevano togliersi la veste bianca indossata la domenica precedente, come uso allora giorno battesimale, era la “domenica in Albis”. Dal 30 aprile del 2000 l’Ottavario, legato indissolubilmente al carisma di Santa Faustina Kowalska e a papa San Giovanni Paolo II, è la domenica della “Divina Misericordia”. Come mai? Beh, la scelta di Giovanni Paolo II,  fatta nel giorno della canonizzazione di suor Faustina, di dedicare l’Ottavario alla Divina Misericordia non fu fatta a caso ma per ragion d’essere delegate da Gesù alla carismatica suora. Secondo i diari di Suor Faustina fu Gesù stesso a esprimere il desiderio di istituire questa festa in ragione del suo sacrificio di redenzione : “Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre”. Dagli stessi si sa che la suora fu anche la prima a celebrare la Divina Misericordia” nella prima domenica dopo Pasqua e nel santuario di Cracovia – Lagiewniki dal 1944 la partecipazione alle funzioni era tale che nel 1951 alla devozione fu accordata l’indulgenza plenaria. Per cui il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II disponendo che nel Messale Romano innanzi al titolo della II Domenica di Pasqua fosse aggiunta la dizione “o della Divina Misericordia” ha ratificato la volontà di Gesù espressa alla carismaticatuttavia prescrisse che nella liturgia Domenicale dell’ottavario si adoperassero sempre i testi che si trovano nel Messale o nel Cerimoniale delle Ore di Rito Romano. Come detto sopra, la festività della “Divina Misericordia” nasce da un desiderio di Cristo espresso per mezzo della Sua apostola: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia . Tale desiderio per la prima volta Gesù lo comunicò nel 1931, durante l’ apparizione. Successivamente, lo chiese ancora: “che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato; che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia”. Secondo i dati storici in ogni apparizione, ben 14, definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, “riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia ma anche benefici terreni, sia alle singole persone sia ad intere comunità”. Inoltre,  la venerazione della Divina Misericordia, come ha detto Gesù “in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto“, (scarlatto sunto nel raggio rosso del dipinto su apparizione a suor Faustina) rende accessibili a tutti grazie e benefici, ben inteso se chiesti con sentimento e grande affidamento al Suo generoso mistero di redenzione. Affidamento in quella Divina Misericordia ben manifesta nella rappresentazione iconograficaChi confida nella Mia Misericordia non perirà, poiché tutti i suoi problemi sono Miei ed i nemici s’infrangeranno ai piedi del Mio sgabello”. Iconografia, eseguita in fedeltà alle visioni di suor Faustina, dove Gesù, vestito con una tunica bianca contornata da luce, su sfondo blu, ha la mano destra alzata e due raggi, avvolgenti, che escono dal cuore, uno bianco e uno rosso, rappresentanti rispettivamente l’acqua ed il sangue e, in basso, la frase “Jezu, ufam tobie” ovvero “Gesù, confido in te”. A proposito dell’immagine “Per mezzo di questa immagine concederò molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della Mia Misericordia, poiché anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere” si racconta che all’artista lituano Eugenius Zkazimirowski richiese circa sei mesi di lavoro in quanto la mistica, sempre presente, era particolarmente esigente e continuamente si intrometteva con correzioni o aggiunte di dettagli, per ottenere un’immagine fedele alla visione. Dall’iconografia dell’immagine lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia è indubbio e già suor faustina lo recepì e scrisse “Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore” legame ulteriormente sottolineato dalla novena che Gesù chiese, nel 1935, alla santa polacca in preparazione alla celebrazione e che deve iniziare il Venerdì Santo. Come riportato nei diari, la novena consiste nella recita di una particolare forma di rosario-preghiera: la Coroncina della Divina Misericordia. Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della Mia Misericordia s’inteneriscono per coloro che recitano la coroncina”. In breve, la disposizione data da Gesù sulla recita della coroncina  : ” dopo il segno di croce,  recita un padre, un ave e il credo nella versione del simbolo degli apostoli,  sui cinque grani maggiori del rosario recita: “Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore Nostro, Gesù Cristo, in espiazione dei miei peccati e di quelli del mondo intero”. Sui cinquanta grani minori dì: “Per la Tua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”. Al termine  pronuncia per tre volte: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero”.  Termina la preghiera con la seguente invocazione: “O Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!”;  infine fai nuovamente il segno di croce”. Gesù nel chiedere e disporre  regole  e parole per la novena della coroncina però non ha limitato la sua generosità, specificò  avrebbe concesso particolari grazie Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno”. A chi l’avrebbe recitata davanti alla sua immagine “La mia misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell’ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina” 

Per concludere,  nell’ottavario o giorno della “divina misericordia” Gesù, a chi si affida ai raggi luminosi, ” bianco e rosso acqua e sangue” che fluiscono  dal  suo cuore, con convinzione,  riempie di amore : Desidero darMi alle anime e riempirle del Mio amore, ma sono poche le anime che vogliono accertare tutte le grazie che il Mio amore ha loro destinato. La Mia grazia non va perduta; se l’anima alla quale è destinata non l’accetta, la prende un’altra anima”. Sia alle singole persone sia ad intere comunità regala le grazie salvifiche, elargisce benefici terreni e protezione Divina: “ Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nell’ora della morte non sarò per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso”

25 suor faustina

Con un saluto speciale e come ricorda papa Francesco I:

Pietà e tenerezza è il Signore, il quale per il grande amore con il quale ci ha amati, ci ha donato con indicibile bontà il suo unico Figlio, nostro Redentore, affinché attraverso la sua morte e risurrezione aprisse al genere umano le porte della vita eterna, e affinché, accogliendo la sua misericordia dentro il suo tempio, i figli dell’adozione esaltassero la sua gloria fino ai confini della terra”

auguro buona serata a tutti!

bydif

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Giorno della Libertà

25 aprile

A rigor di logica il 25 Aprile, giorno commemorativo della Liberazione dal giogo di belligeranza cruenta, dolorosa dispotica, fagociatrice di anime e corpi inermi, sterminatrice di vite, portatrice di ingiustizie, persecuzioni di donne, uomini, bambini, lacrime di madri, obbrobri umanitari irripetibili, dovrebbe essere la festa Nazionale che unisce tutti gli italiani. Ma… ogni anno per memorie corte o troppo impegnate a lustrarsi gli scarpini con la vita altrui o imbottite di idiozie assume contorni strumentali indecorosi che screditano un giorno fondamentale della storia d’Italia, soprattutto disonorano proprio la Memoria di coloro che generosamente han dato la vita per la libertà. Una libertà che nessuno di loro nel combattere ha inteso conquistarla per una pezzo di paese o per una cerchia specifica di italiani, e neppure nel morire ha rivestito di colori faziosi, distinguo, esclusivismi. Ognuno di loro ha combattuto con l’animo, la mente, il cuore con un solo fine: sgombrare dal suolo italiano gli orrori di una guerra amara e brutale. Ognuno ha mirato, sparato, pianto, pregato per riprendersi l’ autonomia di pensiero e azione. Ognuno ha agito, offerto, vita, sacrificio, dolore con la speranza di costruire un futuro pluralista, per tutti libero da soverchiatori. Oggi, polemizzare è confondere gli intenti primari di tutti quei valorosi, frazionare le azioni della resistenza per convincimenti politici. Soprattutto è tradire lo spirito originario, quel sussulto spontaneo che ha unito donne e uomini di ogni età, cultura, credo, aggregato aldilà di criteri egoisti per liberarsi da gioghi dittatoriali e guadagnare l’indipendenza. I diritti sanciti dalla Costituzione che oggi godiamo e ci permettono di decidere, fare, scegliere non provengono dal nulla ma dal sangue, da una cultura di solidarietà, di entusiasmo comunitario, di costruzione al dialogo, di partecipazione stimolante, di difesa quotidiana delle proprie radici e della dignità nazionale. Nobili e civili criteri che a ben valutare nel groviglio di tante polemiche, a torto o a ragione, oggi sono difficili da reperire. Nel mentre, per come vanno le cose attualmente, il buon senso vorrebbe che fossero in prima linea. Oggi, tutti dovrebbero, dovremmo riflettere sul merito complessivo della resistenza e smetterla di disputare una ragione aprioristica che quando non fa danno lascia il tempo che trova. Riflettere che la Resistenza è un realizzato concreto di storia del nostro paese. E’ una forma di lotta civile di Liberazione da ogni tipo di oppressione, valida per ieri, l’oggi e il domani. Riflettere che i valori ispiratori della Resistenza sono l’essenza della libertà che oggi ognuno gode per cui è necessario averli in memoria e tramandare senza se e senza ma. Riflettere che “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare” per cui è bene…stare all’erta. Riflettere che in ogni tempo, per reagire a uno stato di fatto che giornata dopo giornata tiene prigionieri di paure, angosce terroristiche, rende apatici spettatori di manovre e contromanovre assurde , arroganti, indiscutibilmente allettate da un profit individuale, serve educazione alla autonomia mentale, alla dignità personale, all’aggregazione a un fine comunitario di indipendenza, al rifiuto all’abominio, alla ghettizzazione, all’ingiustizia. Son certa che a più riflettere e meno parlucchiare, magicamente il giorno della liberazione, prodotto altruistico, generoso della Resistenza di tanti donne e uomini coraggiosi oblativi, finirebbe di essere il memore da sciorinare a rintuzzo di polemiche rivendicative idiote. E, finalmente sarebbe un giorno di festa veritiero da restituire onore  a quei tantissimi donne e uomini, che ovunque c’era da opporsi e ricusare un sistema insopportabile miravano a resistere e resistere non per incensarsi in sfilate lottizzate ma per dar luce a una esistenza libera. 

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Buona serata
bydif

 

Lunedì dell’Angelo

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Il lunedì dell’Angelo, più noto come la pasquetta tradizionalmente ormai è il giorno della gita fuori porta, del relax all’aria aperta del divertimento condiviso con picnic, grigliate, mangerini fatti in casa da gustare fuori dalle oppressive 4 mura . Un giorno da vivere con spensierata informalità oltre il solito proprio recinto, in uno scenario naturale più ampio, meno costrittivo, rifocillante corpo e umore e dai colori freschi e vivaci che solo la primavera regala, il profumo intenso della terra, dei boschi, del mare, il chiacchiericcio allegro di amici e parenti, le corse, le capriole, i giochi e pure i bisticci e gli accaloramenti di grandi e piccoli per questioni futili. Certo, oggi , visto il tempo,  per alcuni  pasquettari è stata dura godersi una giornata senza imprevisti di fuggi fuggi per scampare un acquazzone con forzata conclusiva del beneamato relax all’aria aperta in un mesto rinfuso raccogliticcio di cose e anticipato ritorno con probabile slalom infernale sotto un tettuccio di un abitacolo di lamiere motorizzate!

Ma… fatta salva la popolar usanza, che invero un fondamento evangelico dell’andare fuori porta ce lo ha, il lunedì dell’angelo, ha un significato collegato al mistero pasquale della morte e resurrezione di Cristo. Come narra Marco:

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“Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.  Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.  Esse dicevano tra loro: Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?.  Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande.  Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura.  Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto.  Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto.  Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

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Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.  Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto.  Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.

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Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna.  Anch’essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.

Cena-in-Emmaus-Caravaggio-Londra-Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.

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Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.

AscensioneE questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano.” Marco 16,1-11

padova
In conclusione, il lunedì successivo alla S. Pasqua per quanto riguarda l’Angelo, messaggia lo stretto rapporto  che c’è tra gli angeli e Dio. Infatti, sono il tramite tra cielo e terra e a loro Dio affida il ruolo di intermediari della Sua volontà.  L’angelo del sepolcro che appare alle Pie donne come anche quello che appare alla Vergine Maria sono i messaggeri mandati  ad “annunziare agli uomini i voleri e le promesse di Dio, come anche per interpretare le sue visioni (Dan., VIII, 16; Zac., I-III); i suoi disegni nel governo del mondo; o a perlustrare la terra per informarsi della condotta, soprattutto morale e religiosa, degli uomini (Gen., XVIII, 20-22; Giobbe, I, 7 . Quindi le loro apparizioni in un luogo o a delle persone hanno in se un adempimento ben preciso che può essere di palesare,  spiegare, avvertire  il volere Divino.

passeggiata familiare

Nel mentre per quanto concerne la pasquetta, beh.. il nesso popolare di una passeggiata o una scampagnata “fuori le mura” o “fuori porta” probabilmente c’è nel ricordare Gesù che appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme. Certo, oggi , visto il tempo, il fuori porta non era ideale e per alcuni  pasquettari è stata dura godersi una giornata senza imprevisti di fuggi fuggi per scampare un acquazzone. Per i più, il beneamato relax all’aria aperta si è concluso  in un mesto rinfuso raccogliticcio di cose  con anticipato ritorno alle 4 mura con  slalom infernale sotto un tettuccio di un abitacolo di lamiere motorizzate!

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buona serata in spirito angelico di pace, amore fraterno e letizia umana!

Bydif

Domenica Santa:

Sui passi di Gesù dalle palme alla Resurrezione:

Domenica Santa: Giorno della vita, del riscatto, della gioia

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nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso,
mori e fu sepolto; discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra
di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

pasqua

Seguendo i passi di Gesù nel mistero pasquale…

con la  morte  libera dal peccato

con la  Risurrezione  dà accesso ad una nuova vita

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Gesù è risorto. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra

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FELICISSIMA SANTA PASQUA IN LUCE SPIRITO E GIOIA A TUTTI !

magritte

bydif

Sabato Santo

Sui passi di Gesù dalla palme alla Resurrezione

Sabato Santo:Giorno dell’assoluto,  del mistero, della riflessione.

mantegna cristo morto

” Oggi sulla terra c’è grande silenzio, gran silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace, perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo, egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuol scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della Croce” (da un antico breviario romano)

cristo velato

Tutto si è compiuto secondo la “parola”.

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Il silenzio è tombale  ma eca da monte a valle  così assordante che scuote le viscere. Non potrebbe essere altrimenti! Tacciono i potenti, tace giuda impiccatosi, tace la folla, tacciono gli apostoli,  ma un cuore di madre può mai tacere l’oltraggio vile a un figlio? Giammai! E il muto “PIANTO DI MARIA” è schiacciante:

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O figlio, figlio, figlio,
figlio, amoroso giglio,
o figlio, chi dà consiglio
al cor mio angustiato?
Figlio, occhi giocondi,
figlio, che non rispondi,
figlio, l’alma t’è uscita,
figlio della smarrita.
Figlio bianco e vermiglio,
figlio senza simiglio,
figlio bianco e biondo,

figlio, volto giocondo,
figlio, perchè t’ha il mondo,
figlio, così spezzato?
Figlio, dolce e piacente,
figlio della dolente,
figlio, che ti ha la gente
malamente trattato!

 Jacopone da Todi

Pietà - Michelangelo

Il Sabato Santo è il giorno  aliturgico della veglia silenziosa ma è anche il sabato di Maria, la madre divina addolorata, in lacrime che vive l’attesa con forza d’animo e sorregge la speranza dei “figli” disorientati della promessa  divina che riporta la vita.

magritte

bydif

Venerdì Santo

sui passi di Gesù dalle palme alla resurrezione nei 3 giorni Santi

:Venerdì Santo: Giorno del sacrificio, della misericordia, del perdono.

crocifissione

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: “Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto.

CaravaggioEcceHomoAppena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: “Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

38 duccio rinnegamento san pietro

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

duccio da boninsegna

Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: Che accusa portate contro quest’uomo?. Gli risposero: Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato. Allora Pilato disse loro: Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!. Gli risposero i Giudei: A noi non è consentito mettere a morte nessuno. Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

duccio

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: Sei tu il re dei Giudei?. Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. Pilato disse: Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?. Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù. Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei re?. Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. Gli dice Pilato: Che cos’è la verità?. E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: Non costui, ma Barabba!. Barabba era un brigante.

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Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora.

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Poi gli si avvicinavano e dicevano: Salve, re dei Giudei!. E gli davano schiaffi.

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Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: Ecco l’uomo! 

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Come lo videro, i capi dei sacerdotie le guardie gridarono: Crocifiggilo! Crocifiggilo!.

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Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa. Gli risposero i Giudei: Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio. All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: Di dove sei tu?. Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: “Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande”.

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Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare. Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: Ecco il vostro re!. Ma quelli gridarono: Via! Via! Crocifiggilo!. Disse loro Pilato: Metterò in croce il vostro re?. Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

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Essi presero Gesù ed egli, portando la croce,

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si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota

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dove lo crocifissero

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e con lui altri due,

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uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: Gesù il Nazareno, il re dei Giudei.

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Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: Quel che ho scritto, ho scritto.

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I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.

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Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio!. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: Ho sete. Vi era lì un vaso pieno diaceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

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Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

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Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe.

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Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.

Peterzano

Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto.

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Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. Vangelo Giovanni 18,1 – 19,42 . 

bellini giovanni pietà E’ in questo giorno che si rivela la Grandezza del Divino!

“Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).

Chi mai potrebbe essere così altruista verso chi lo umilia, accusa igiustamente, lo crocifigge? Solo chi ha un amore sconfinato verso l’altro! Come ha detto: se voi amate soltanto quelli che vi amano, che merito avete? Anche i malvagi si comportano così!” (Mt 5,46).

In  spirito di luce e sofferenza umana.

bydif

 

 

Giovedì Santo

Sui passi di Gesù dalle palme alla resurrezione. Peregrinazione nei 3 giorni Santi del mistero sostanziale della Sua passione.

Giovedì Santo: giorno del dono  dell’umiltà, della scelta.

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Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”.

veronese ultima cena preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”.Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:26 bis juan de jjuanes ultima cena

“Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.

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“Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo dal quale è tradito!”. Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.Lc 22,14-23

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“Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane,  e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me.  Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore”. Corinzi 11:23-29antonello-da-messina-salvator-mundi

Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue,non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e ilmio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» Gv 6,52-58).

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Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

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Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!».

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Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti»Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».Quando ebbe lavato loro ipiedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».  Gv 13, 1-15

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Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoidiscepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. “Anche i discepoli lo seguirono.
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Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. .Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” –GV 18, 1,2.Lc 22,39,40.

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 Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. 

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Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”.Lc 22,39-46)andrea-mantegna-orazione-nell-orto

E disse a Pietro: Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole.  E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».  E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti.  E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.  Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori.  Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina. Matteo 26:40-46

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Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: “Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?” Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: “Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni.  Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre”.

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Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: “Chi cercate?”. Gli risposero: “Gesù, il Nazareno”. Disse loro Gesù: “Sono io!”. Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: “Chi cercate?”. Risposero: “Gesù, il Nazareno”. Gesù replicò: “Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano”, 9perché si compisse la parola che egli aveva detto: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato”. Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?”

Cattura-di-Cristo-CaravaggioAllora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: “È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo”. (Gv 18, 3-14)

gerrit-van-honthorst-cristo-davanti-al-sommo-sacerdotein questo primo giorno del  triduo pasquale inizia il percorso doloroso di Gesù e come ci ricorda  papa Benedetto XVI: “GESÙ, SOLO E TRISTE, SOFFRE E GOCCE DEL SUO SANGUE BAGNANO LA TERRA. IN GINOCCHIO SUL DURO SUOLO, EGLI PERSEVERA IN PREGHIERA… PIANGE PER TE… E PER ME: IL PESO DEI PECCATI DEGLI UOMINI LO SCHIACCIA”

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In luce di amore cristiano

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Mercoledì Santo

Sui passi di Gesù dalle Palme alla Resurrezione:

Mercoledì Santo: giorno dell’ avidità, smarrimento, buio.

janos pentelei molnar i trenta pezzi d'argento

“In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento.

MERCOLEDI-SANTO

Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

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Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

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Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà. Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: Sono forse io, Signore?. Ed egli rispose: Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!

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Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: Tu l’hai detto.” Mt 26, 14-25

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Giuda, l’avido discepolo dalla doppia vita. Come ha ricordato papa Francesco è : “La pecora smarrita più perfetta nel Vangelo.  Un uomo che sempre, sempre aveva qualcosa di amarezza nel cuore, qualcosa da criticare degli altri, sempre in distacco: un uomo che non conosceva «la dolcezza della gratuità di vivere con tutti gli altri». E giacché questa “pecora” «non era soddisfatta», allora «scappava». Giuda, scappava perché era ladro», altri «sono lussuriosi» e ugualmente «scappano perché c’è quel buio nel cuore che li distacca dal gregge». Siamo di fronte a «quella doppia vita» che è «di tanti cristiani» e anche — ha aggiunto «con dolore» — di «preti» e «vescovi». Del resto, anche «Giuda era vescovo, era uno dei primi vescovi…».«Poveretto! Poveretto questo fratello Giuda come lo chiamava don Mazzolari, in quel sermone tanto bello: “Fratello Giuda, cosa succede nel tuo cuore?”». «quando è andato al tempio a fare la doppia vita», quando ha dato «il bacio al Signore all’orto», e poi «le monete che ha ricevuto dai sacerdoti…» ha commentato: «non è uno sbaglio. Lo ha fatto… Era nel buio! Aveva il cuore diviso, dissociato. “Giuda, Giuda…». Perciò si può dire che egli «è l’icona della pecora smarrita». Gesù, «il pastore, va a cercarlo: “Fa’ quello che devi fare, amico”, e lo bacia».  Giuda «non capisce».  Ma, quando si rende conto di «quello che la propria doppia vita ha fatto nella comunità, il male che ha seminato, col suo buio interiore, che lo portava a scappare sempre, cercando luci che non erano la luce del Signore» bensì «luci artificiali» si è impiccato, impiccato e “pentito”»  Tuttavia, sottolinea papa Francesco « fino alla fine l’amore di Dio lavorava in quell’anima, fino al momento della disperazione»  il buon pastore, mai abbandona . Ha poi affermato: « Chi non si lascia carezzare dal Signore è perduto».

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Con l’augurio di mai smarrir la strada luminosa auguro a tutti una lieta  giornata! 

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…le immagini sono opere di:J.P. Molnar, Duccio, El Greco

Martedì Santo

Sui passi di Gesù dalle Palme alla Resurrezione:

Martedì Santo : giorno  del rispetto,  verità, fragilità!

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“Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe  e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio.

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 Ed insegnava loro dicendo: Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!. L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento.”  Marco 11,15-19

23 el greco ultima cenaIn quel tempo, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Gv 13,21-33.36-38

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“Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire”Simon Pietro gli disse: Signore, dove vai? Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”” Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!

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Rispose Gesù: Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”. Gv 13,21-33.36-38

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Come ha detto papa Francesco: “Gesù è il nostro amico. E Giuda, come dice qui, è andato per la sua sorte nuova, per il suo destino che lui ha scelto liberamente, si è allontanato da Gesù. E l’apostasia è quello: allontanarsi da Gesù. Un amico che diventa nemico o un amico che diventa indifferente o un amico che diventa traditore. Pensiamo a questo, Lui non rinnega noi, ci aspetta fino alla fine. E quando noi per la nostra debolezza ci allontaniamo da Lui, Lui aspetta, Lui aspetta, Lui continua a dire: “Amico, ti aspetto. Amico cosa vuoi? Amico, perché con un bacio mi tradisci?”. Lui è il fedele nell’amicizia e noi dobbiamo chiedergli questa grazia di rimanere nel suo amore, rimanere nella sua amicizia, quella amicizia che noi abbiamo ricevuto come dono in sorte da Lui”

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Buonissima giornata in verità di spirito e luce di amicizia!

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…le immagini sono opere di:El Greco, Rembrandt, El greco, catacombe Camodilla,Caravaggio, catacombe camodilla

Lunedì Santo

Sui passi di Gesù,dalle Palme alla Resurrezione:

Lunedì Santo: giorno dell’amicizia, sincera fragranza di gioia e amore.

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Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Gv 12,1-11

Come disse Joseph Ratzinger poi Benedetto XVI, in questo passo evangelico c’è un gesto singolare di Maria che  “E’ uno di quei dettagli della vita di Gesù che san Giovanni ha raccolto nella memoria del suo cuore e che contengono una inesauribile carica espressiva. Esso parla dell’amore per Cristo, un amore sovrabbondante, prodigo, come quell’unguento “assai prezioso” versato sui suoi piedi. Un fatto che sintomaticamente scandalizzò Giuda Iscariota: la logica dell’amore si scontra con quella del tornaconto.”

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la Settimana santa, è la più ricca delle memorie dei misteri della redenzione: passione, morte, sepoltura e resurrezione di Cristo. Seguire gli episodi caratterizzanti l’ ultima settimana terrena di Gesù è un riscoprire opere d’arte di sommo valore artistico e un inoltrarsi figurativo per percepire pensieri, respiri, dubbi e certezze, comprendere meglio gli sviluppi, le situazioni, afferrare il significato messianico della vita e della morte, la sacralità di gesti e parole; e vista la crudezza di accadimenti accettati e vissuti per amore e verità meditarci e perché no interrogarmi. Soprattutto per domandarmi: da che parte sto io, sto con Cristo o contro? Che personaggio interpreto nelle scene e che parte mi sobbarco nella Passione di Cristo? Oggi,  nell’ episodio ben espresso figurativamente sia da Rubens, come si può ammirare sopra, che da J. A. Beshey in quella sotto, sono Maria dall’ incondizionato amore al Maestro o sono il meschino e avido  Giuda che pensa solo al vile materiale? … ???…

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…un po’ l’una e un po’ l’altro…???…comunque sia, auguro a tutti una

Felice giornata!

bydif