L’ “Ottavario”, un tempo, per la gente comune era la “ festa dell’ottavo giorno dalla Resurrezione di Gesù, per la liturgia, a rimembro dei battezzati che potevano togliersi la veste bianca indossata la domenica precedente, come uso allora giorno battesimale, era la “domenica in Albis”. Dal 30 aprile del 2000 l’Ottavario, legato indissolubilmente al carisma di Santa Faustina Kowalska e a papa San Giovanni Paolo II, è la domenica della “Divina Misericordia”. Come mai? Beh, la scelta di Giovanni Paolo II, fatta nel giorno della canonizzazione di suor Faustina, di dedicare l’Ottavario alla Divina Misericordia non fu fatta a caso ma per ragion d’essere delegate da Gesù alla carismatica suora. Secondo i diari di Suor Faustina fu Gesù stesso a esprimere il desiderio di istituire questa festa in ragione del suo sacrificio di redenzione : “Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre”. Dagli stessi si sa che la suora fu anche la prima a celebrare “la Divina Misericordia” nella prima domenica dopo Pasqua e nel santuario di Cracovia – Lagiewniki dal 1944 la partecipazione alle funzioni era tale che nel 1951 alla devozione fu accordata l’indulgenza plenaria. Per cui il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II disponendo che nel Messale Romano innanzi al titolo della II Domenica di Pasqua fosse aggiunta la dizione “o della Divina Misericordia” ha ratificato la volontà di Gesù espressa alla carismatica, tuttavia prescrisse che nella liturgia Domenicale dell’ottavario si adoperassero sempre i testi che si trovano nel Messale o nel Cerimoniale delle Ore di Rito Romano. Come detto sopra, la festività della “Divina Misericordia” nasce da un desiderio di Cristo espresso per mezzo della Sua apostola: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia . Tale desiderio per la prima volta Gesù lo comunicò nel 1931, durante l’ apparizione. Successivamente, lo chiese ancora: “che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato; che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia”. Secondo i dati storici in ogni apparizione, ben 14, definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, “riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia ma anche benefici terreni, sia alle singole persone sia ad intere comunità”. Inoltre, la venerazione della Divina Misericordia, come ha detto Gesù “in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto“, (scarlatto sunto nel raggio rosso del dipinto su apparizione a suor Faustina) rende accessibili a tutti grazie e benefici, ben inteso se chiesti con sentimento e grande affidamento al Suo generoso mistero di redenzione. Affidamento in quella Divina Misericordia ben manifesta nella rappresentazione iconografica “Chi confida nella Mia Misericordia non perirà, poiché tutti i suoi problemi sono Miei ed i nemici s’infrangeranno ai piedi del Mio sgabello”. Iconografia, eseguita in fedeltà alle visioni di suor Faustina, dove Gesù, vestito con una tunica bianca contornata da luce, su sfondo blu, ha la mano destra alzata e due raggi, avvolgenti, che escono dal cuore, uno bianco e uno rosso, rappresentanti rispettivamente l’acqua ed il sangue e, in basso, la frase “Jezu, ufam tobie” ovvero “Gesù, confido in te”. A proposito dell’immagine “Per mezzo di questa immagine concederò molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della Mia Misericordia, poiché anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere” si racconta che all’artista lituano Eugenius Zkazimirowski richiese circa sei mesi di lavoro in quanto la mistica, sempre presente, era particolarmente esigente e continuamente si intrometteva con correzioni o aggiunte di dettagli, per ottenere un’immagine fedele alla visione. Dall’iconografia dell’immagine lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia è indubbio e già suor faustina lo recepì e scrisse “Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore” legame ulteriormente sottolineato dalla novena che Gesù chiese, nel 1935, alla santa polacca in preparazione alla celebrazione e che deve iniziare il Venerdì Santo. Come riportato nei diari, la novena consiste nella recita di una particolare forma di rosario-preghiera: la Coroncina della Divina Misericordia. “Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della Mia Misericordia s’inteneriscono per coloro che recitano la coroncina”. In breve, la disposizione data da Gesù sulla recita della coroncina : ” dopo il segno di croce, recita un padre, un ave e il credo nella versione del simbolo degli apostoli, sui cinque grani maggiori del rosario recita: “Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore Nostro, Gesù Cristo, in espiazione dei miei peccati e di quelli del mondo intero”. Sui cinquanta grani minori dì: “Per la Tua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”. Al termine pronuncia per tre volte: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero”. Termina la preghiera con la seguente invocazione: “O Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!”; infine fai nuovamente il segno di croce”. Gesù nel chiedere e disporre regole e parole per la novena della coroncina però non ha limitato la sua generosità, specificò avrebbe concesso particolari grazie “Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno”. A chi l’avrebbe recitata davanti alla sua immagine “La mia misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell’ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina”
Per concludere, nell’ottavario o giorno della “divina misericordia” Gesù, a chi si affida ai raggi luminosi, ” bianco e rosso acqua e sangue” che fluiscono dal suo cuore, con convinzione, riempie di amore : “Desidero darMi alle anime e riempirle del Mio amore, ma sono poche le anime che vogliono accertare tutte le grazie che il Mio amore ha loro destinato. La Mia grazia non va perduta; se l’anima alla quale è destinata non l’accetta, la prende un’altra anima”. Sia alle singole persone sia ad intere comunità regala le grazie salvifiche, elargisce benefici terreni e protezione Divina: “ Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nell’ora della morte non sarò per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso”
Con un saluto speciale e come ricorda papa Francesco I:
“Pietà e tenerezza è il Signore, il quale per il grande amore con il quale ci ha amati, ci ha donato con indicibile bontà il suo unico Figlio, nostro Redentore, affinché attraverso la sua morte e risurrezione aprisse al genere umano le porte della vita eterna, e affinché, accogliendo la sua misericordia dentro il suo tempio, i figli dell’adozione esaltassero la sua gloria fino ai confini della terra”
auguro buona serata a tutti!
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