Orazione contadina a santa Lucia

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O luce dell’eterna bellezza del creato, splendente martire di fede, dono incondizionato d’amore a Cristo, aiuta questa umanità smarrita, brancolante nel buio spiralidoso della violenza, dell’odio, della vendetta, disorientata dai richiami della fugacità del se annaspa nei meandri dell’illusione temporale.
O beatissima luce virtuosa dello sconfinato, illumina il cammino di ogni esssere umano confuso, debole, incerto, vagante nei mille e mille rivoli oscuri, solleticanti la vanità, l’egoismo, l’inganno, la sopraffazione, la voluttà dei beni transitori da vedere la strada chiara del bene supremo.
O iridescente fiore del giardino celeste, fulgido esempio di volontà , supporta questa umanità a trovare la via della nobiltà del cuore che allontana la mente dalle debolezze nefande e inonda lo spirito di lodevoli positive qualità.
O glorificata fanciulla luce viva del cielo che non conosce calar del sole volgi i tuoi occhi fulgidi e belli sul mondo e guida ognuno che vi coesiste a vedere il sentiero della verità, dell’equa comunanza, del reciproco rispetto, del pacifico dialogo.
O amatissima Santa lucia innocente vergine di altruismo, i cui occhi oltrepassano l’usura del tempo, dona all’umano la saggezza di saper guardare oltre il proprio naso da scorgere gli spiragli per abbattere i muri, i fili spinati, le intolleranze, gli estremismi, i malversi ispiratori di stoltezze antiumane, soprattutto a riconoscere i negatori dei valori del Cristo a cui Tu donasti la vita.

O Santissima lampada universale del Cristo Salvatore,  con cuore de fiamma e  spirito de fede  alla Tua divina luce el popolo de campi, de semina e de fatica ora, ringrazia e se raccomanda ”  Santa Lucia mia apre la porta de casa mia faie entrà luce pane e cortesia ma siccome el fredo strussia, la neve è pla via, prima di chioviri sui campi e la capa mia lampìa” empiù cunserva la vista, chè a smia  l’aptit no  manca mia”

santalucia

per la cronaca:Si narra che a Siracusa viveva con la madre una nobile fanciulla di nome Lucia, cristiana di fede profonda, già da piccola, in segreto, in cuor suo votò la  vita a seguire e amare Gesù. Bellissima e amorevole verso tutti e caritatevole con i meno fortunati attrasse un giovane pagano al quale fu promessa . Però, Lucia, essendosi consacrata totalmente al Signore, prima rinuncia al patrimonio donandolo tutto ai poveri poi nell’anno 304 al matrimonio. Al che il promesso sposo irato e furente per il rifiuto la denuncia. Cosicchè per le leggi imposte da Diocleziano il governatore Pascasio la fa arrestare proponendole in cambio della libertà di rinnegare il suo credo e omaggiare gli dei pagani. Bensì Lucia forte di fede, volontà e coraggio senza esitazioni gli rispose:” Sono la serva del Dio eterno, il quale ha detto: quando sarete trascinati dai giudici, non preoccupatevi di cosa dire, perché non sarete voi a parlare, ma parlerà in voi lo Spirito Santo”. Acciò di tanta temerareità Pascasio la condanna ad essere esposta nel lupanare, cioè essere rinchiusa nel bordello. Un oltraggio gravissimo per una vergine. Ma si racconta che quando i soldati arrivano alla sua casa e provano a portarla in quel luogo della vergogna, l’esile e delicata fanciulla sprigiona una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riescono a smuoverla. Così Lucia condannata a morte dai soldati viene brutalmente sfregiata e oltraggiata nel corpo e nello spirito, sgozzata e cavati i bellissimi occhi al che si dice che il Signore subito glielì rimise a posto. é da questo atto barbaro che nelle tante iconografie scaturisce l’immagine della santa con in mano un piattino su cui mostra gli occhi. Ciò detto si memora che durante il martirio predisse la fine di Diocleziano. Nella tradizione popolare è leggendaria una frase da lei pronunciata durante le torture: “Farò vedere ai credenti in Cristo la virtù del martirio e ai non credenti toglierò l’accecamento della loro superbia”.

Il nome Lucia  deriva dal greco lyke e dal latino lux, lucis, che significano entrambi luce.Simbolicamente luce estesa anche al valore di via Lucis, cioè cammino di luce.

Santa Lucia morì martire perchè cristiana sotto la persecuzione di Diocleziano il 13 dicembre del 304 a Siracusa per ordine del console Pascasio.

Le fonti più antiche e attendibili su Santa Lucia sono gli atti greci e latini degli inizi del V secolo.
Le sue spoglie riposano nella chiesa dei SS. Geremia a Venezia.
Il culto a Santa Lucia si diffuse quasi subito in tutta la Sicilia, poi nel Nord Italia in particolar modo Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, e paesi nordici.
In Svezia, la festa di Santa Lucia è tra le più attese del periodo natalizio. Le ragazze si vestono di bianco e si adornano il capo con una corona di sette candele.
Da generazioni i bambini le scrivono una letterina poichè è tradizione che ogni 13 dicembre la lucente e dolce fanciulla, coperta da un candido velo, accompagnata da un asinello e dal suono di una campanella viaggi in terra e lasci loro caramelle, dolci e giocattoli.

La santa é molto venerata anche nell’Oriente ortodosso

Santa Lucia è patrona di Siracusa e di Venezia insieme a San Marco; dei fidanzati, dell’Amore Vero, quello che resiste e supera le prove della convivenza esistenziale, degli oculisti, ciechi, elettricisti e tutte le malattie degli occhi.
Per tradizione nella mia terra chi cerca qualcosa e non la vede, pur avendola davanti, esclama: “Santa Lucia mia dammi li occhi pe vedè chaccè in su la via!”

II 13 dicembre molti fedeli si recano nelle chiese dedicate a santa Lucia per chiederle di vegliare sulla loro vista.

In Sicilia la si invoca in diverse pratiche magiche, accompagnate dalla recita di particolari scongiuri.

Secondo la sapienza popolare il 13 dicembre festa celebrativa della sua morte è “lo giorno più curto che ce sia”. La scienza lo smentisce ma il detto resiste.

Tanti i proverbi dedicati a Santa Lucia: “Santa Lucia, sàlveme j’occhi!”;“Da Santa Lucia il freddo si mette in via”; “Per Santa Lucia il giorno corre via”; “Santa Lucia con il fango, Natale all’asciutto”; “Per Santa Lucia e per Natale, il contadino ammazza il maiale”; “Santa Lucia vorrei del pane ma pane non ho, digiuno mi sto”;Santa Lucia, cu l’ucchji pizzuti fami truvà ‘na cosa pirduta””Pe’ Santa Luzì la fira i fa, e al ragàzi ai raghéz la piè a gli dà; “santa Lucia fami artruvà ‘na cosa mia”; “Pe santa lux cui ti accarezza cchiù di quantu soli o t’ha ‘ngannatu o ngannari ti voli.”

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ps:l‘orazione non l’ho scritta in gerco antico delle campagne umbro per facilitare la lettura a chi passa.