benvenuta primavera!

20170307_120216 

La primavera è una stagione di risveglio e rinascita che di solito mi predispone a pensieri leggeri e gioiosi, eccita la mia volontà, stimola la mia voglia di fare, mi toglie la pesantezza e il grigiore dell’inverno, ridona a sguardo e sorriso un qualcosa di fanciullesco.

Quest’anno, non so perché ho l’impressione che il suo arrivo mi par diverso. Spalancando le finestre per far entrare luce e colore, guardare con su le goccioline della rugiada che brillano ai primi raggi del sole, la forsythia, l’albicocco in fiore, le primule, le violette, le bianche margheritine con l’animo di salutare il giorno e la stagione con un bel sorriso, non provo il solito entusiasmo, niente mi appare invitante. Fiori e cose mi sembrano sbiaditi, spenti, come se mancasse loro la consueta “anima”, quel frizzo dell’armonia del creato che risveglia i sensi e sprofonda il pensiero in amene visioni di gioiosa vitalità avventuriera da trasportarti oltre quel lembo di terra fiorita. Non so, se l’impressione d’una visione così scialba è per il silenzio che aleggia intorno o per non vedere il solito uccellino beccare nel prato e la farfalla azzurrina, che da qualche giorno si posa tra le violette appena mi affaccio, o sono impredisposta a vedere le cose con la consueta briosa meraviglia mattutina. Sta di fatto che invece d’una sensazione radiosa mi percorre un brivido, per un attimo mi par sentirmi così smarrita e incredula che un attacco di panico mi attraversa la mente creandomi un disagio fastidioso. Reagisco subito parlando dal balcone ai fiorellini. È un rituale che faccio sempre, in specie al primo giorno di primavera. Son certa che recepiscono pensieri e parole e poi crescono meglio se sentono l’umano che non li tratta con indifferenza, perché hanno in loro la ipersensibilità dei bambini, quella “innocenza” incontaminata dai travagli umanoidi. Ma, stamani, o son poco convinta di salutare il giorno, di dare il benvenuto alla Primavera, o non abbastanza coinvolgente verso la bellezza degli “esseri” della natura perché mi sembra che siano quasi infastiditi dal mio sguardo. Ho l’impressione strana che fiori e foglioline hanno un peso che impedisce loro di mostrarsi in tutta la loro fresca bellezza di una mattina tiepida e assolata di primavera. Un tantino perplessa penso che forse il mio umore è in ribasso e con l’occhio assonnato traviso la realtà. Scendo a farmi un caffè. Mentre lo preparo mi dico: forse una carica di caffeina energizza la positività e mi ridà un senso realistico a quello che guardo e sicuramente tutto mi riappare bello e vivo come al solito, anzi ancor più splendente. Così, per aumentare il buonumore metto nel caffè un po’ di cannella. Guardo lo sbuffo della moka con apprensione, come se da quel gurgito nero venisse su anche una risposta al disagio perplesso. Lo verso, lo sorseggio lentamente, mangio 5 cioccolatini, sfoglio i giornali, senza però leggere nulla che turbi, tolga la serenità e poi scendo in giardino straconvinta che mi basta accarezzare i fiori, camminare a piedi nudi nel prato, stare un po’ a contatto con il colore e la luce per far sparire le sensazioni incognite e riacquistare la solita vivacità. Invece…Invece stare a contatto con tutto quello splendore di rigoglio è come ricevere una zaffata di vapori velenosi che mi penetrano l’anima e annientano all’istante la volontà di combattere, di credere, di agire, di andare oltre, sempre e comunque. Involontariamente un pensiero mi si accavalla a un volto, a un affetto importante, mi estrapola una comparazione e rimango annichilita, direi ibernata considerato il tempo che passa. Ciò che mi circonda spietatamente mi mette sotto gli occhi quello che disperatamente nell’intimo cerco, voglio con tutte le mie forze, per meglio dire con tutto il mio cuore desidero e non è! Ora? Ora che faccio? Faticosamente tento di scrollarmi di dosso l’apatia che mi si appiccica e come una sanguisuga mi vampira la primavera e la mattina. La farfalla azzurrina mi ronza intorno poi si posa sulla margheritina ai miei piedi.  Ora so, mi è chiaro il perché questo primo giorno di primavera non ha il rituale benefico di aprirmi alla leggerezza di una stagione che prediligo. Così, mi scuoto con forza i capelli e le vesti e tento di uscire da una forzata visione scialba, condizionata da un dolore intenso e quanto mai macerante dovuto alle dure circostanze in cui tutto si può ottenere con la volontà, eccetto modificare uno stato di fatto. Cioè trasformare un grigio inverno in una primavera di luce feconda l’intorno, una società che apatisce, disinergizza e toglie letizia all’intelletto, sprofonda nel caos gli esseri umani, chi si ama e chi non si conosce ma con i quali si condivide lo stare al mondo. Mi è difficile in questo momento andare oltre con le parole. In cuore e nel pensiero ne ho molte. Però detesto affliggere gli altri, ho il terribile difetto di farmi portatrice di aura energica e positiva. Mi taccio. Passeggio in questo piccolo recinto “verde” strafiorito. Appoggio la mano sul tronco dell’albicocco. È bellissimo. Mi emoziona sempre a primavera. Probabilmente poiché l’ho piantato insieme ad Eugy e insieme son cresciuti belli e rigogliosi. Ringrazio la natura dal profondo del mio essere. Oh oh, un raggio di sole mi illumina, sorrido e.. e d’incanto tutto mi riappare fresco, delizioso, vitale. Mi rinfranco. Sorrido felice.

Eh si, la natura sa  percepire oltre le barriere riconosce la sincerità  di una parola, di uno sguardo, di un sentimento anche di chi è un pochetto squinternata. Benvenuta primavera, mi riprendo in mano la vita!

primaveraBuona giornata e felice primavera!

bydif

benvenuta primavera!ultima modifica: 2019-03-20T08:07:22+01:00da difda4
Reposta per primo quest’articolo