QUATTRO FURBETTE DI PERIFERIA

Per un caso fortuito, evito di raccontarlo per non tediarvi, alcuni giorni fa mi son trovata a far parte di un gruppo completamente diverso dalla mia realtà. L’innato spirito anticonvenzionale, a dire il vero accentuato negli anni dalla professione svolta, mi ha permesso di relazionarmi senza pregiudizi, d’impostare un dialogo che andava ben aldilà del buongiorno con quattro ragazze piuttosto appariscenti, per intenderci ragazze che fino allora avevo visto dal parrucchiere sfogliando le pagine patinate di qualche rivista di gossip. Riconosco che dal punto di vista umano mi hanno sorpreso, mi ero fatta l’idea che ragazze simili erano forti, sicure di se, felici e fortunate, invece colloquiando in forma confidenziale con loro, ho riscontrato che hanno un sacco di fisime, vivono perennemente in ansia,  hanno la sindrome dell’oscuramento, vagano da un posto all’altro al solo fine di esserci, comunque ragazze determinatissime a sfruttare la loro proprietà privata. Di sicuro fanno una vita stressante, per niente libera, ossessiva e ossessionata da tutta una serie di considerazioni che riguardano lo stare in vetrina, come capi d’abbigliamento che passano di moda in fretta e finiscono in soffitta nel fondo di polverosi bauli. La cosa che mi ha impressionato è come parlano del loro corpo, sembra di ascoltare uno scaltro architetto mentre illustra come in un progetto volumi e masse diversamente distribuiti trasformano una insignificante casa in una splendida villa, come specchi e pareti mobili un monolocale in trilocale. Ecco queste ragazze mi sono apparse delle furbette che hanno trasformato il loro quartierino di periferia in attico del centro storico aumentando notevolmente il valore patrimoniale. Tutte avevano calcolato linee, masse e volumi, trasformando il misero terrazzino in ampio balcone, la parte retro in ampio giardino, ridisegnato l’ala est e ovest per aggiustare il profilo, chiuso finestre, verniciato, smerigliato, ingrossato, l’unico tabù rimasto alzare un piano per vedere gli altri dall’alto, per altro supplito da trampoli vertiginosi. A guardarle il risultato era eccellente, in più davano l’impressione che la loro impresa andava a gonfie vele, non risentiva della recessione. Allora ho associato il loro modo di gestirsi all’idea del piano casa, che da un po’ circola in quasi tutte le bocche, in un baleno ho compreso che ci vuole la stessa strategia per salvare capra e cavoli, portare vantaggi all’economia rilanciando il consumo senza deturpare e impegnare nuovi territori. Il risultato sarà pari a quello delle quattro ragazze se ognuno potrà sbizzarrirsi a migliorare aggiungendo qualche volume al bene posseduto, ingengnandosi a trovare soluzioni estetiche entro il suo recinto e se il tabù insuperabile delle quattro ragazze non sarà ovviato da quattro furbetti con trampoli da vertigini. Davvero interessanti le ragazze belloccie, adesso quando sfoglio una rivista, se vedo il loro volto penso a quanto poverine si stressano per mantenere la loro quotazione abitativa con la concorrenza che gira.  In fondo una casa per non perdere di valore ha bisogno di continua manutenzione e questo costa  sacrifici, o no !

QUATTRO FURBETTE DI PERIFERIAultima modifica: 2009-03-27T18:17:00+01:00da difda4
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