IL “SAIO” DELL’ANTICASTA

 

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L’anticasta quando si mette il “saio” diventa  più casta della casta ed anche infida perchè quello che afferma vestita col ” saio” non corrisponde a quel che rimugina quando indossa il doppiopetto. Il divario si nota in certe affermazioni verso le persone semplici, le considera incapaci di elaborare un pensiero indipendente, obiettivo e articolato sui temi concreti, quindi di  votare a casaccio.  Ridicolo, mica ci vuole un diploma per distinguere un furfante da un probo!! Ritiene che senza una istruzione ogni tapino è manipolabile, indottrinabile attraverso spot pubblicitari, recepisce i discorsi ottusi, scarta quelli di merito, confonde  il contenuto di un messaggio politico, si aggrappa alle banalità di oratori furbi, imbroglioni e irresponsabili, che mirano al loro interesse, scarta quelli seri, coscienti e funzionali al progresso dello status comunitario. (!?) Insomma se non voti per loro sei stupido. Non gli  sfiora l’idea che scegli e voti  in base agli ideali e rifiuti l’omologazione di serie.  In questi giorni di campagna elettorale se ne sentono delle belle!! Dai vari pulpiti che vanno in onda notte e giorno, indossato l’umile saio dell’anticasta,  incartapecorito e in qualche caso mummificato da sepoltura politica, conferenzieri in cerca di consenso dai tapini che considerano una sottospecie dell’homo sapiens, si sgolano in rappresentazioni immaginifiche del loro europeismo, come se chi ascolta fosse un marziano appena atterrato e non sa che fino all’altro ieri era assenteismo, il mettersi in tasca un congruo approvvigionamento che garantiva qualche bel gessato, un gradevole relax in poltrona e qualche vaga capatina, tanto per gustarsi un cocktail in quel di Strasburgo o di Bruxelles, talmente evanescenti da sfuggire a Brunetta. Dai ragionamenti  della casta col saio  emerge che il comune mortale non è in grado di comprendere l’alto contenuto etico-filosofico del loro europeismo, recepisce solo il  piffero del fachiro incantatore, sceglie e vota sotto la suggestione dell’incantesimo comunicativo!! Una sfilza di corbellerie, una distanza abissale dalla verità.  Tirarsi dietro pochi esaltati è facile ma attirare  il consenso popolare è un altro paio di maniche, non basta la propaganda, il contorsionismo lessicale, la pochezza ideologica.  La gente accorda fiducia a chi è coerente, a chi si presenta col solito  doppiopetto, distingue chi lo mette in soffitta giusto il tempo per apparire, moralmente ineccepibile,  modesto, sincero e con tanta voglia di rendersi utile. Qualcuno sostiene che preferire il PDL è lasciarsi imbonire da Berlusconi, accecato dalla sua bravura di arringatore da mercante in fiera. Ci  vuole ben altro per convincere  chi combatte per la pagnotta, la cosiddetta gente “incolta” valuta con la “scienza”  appresa dalla strada. Son giudizi triti di vecchi schemi partitici abituati a promettere un sacco di patate o qualche pezzo di “grana” per far cadere i topi nella trappola e poi …C’è perfino chi afferma che è “immorale” distribuire tanti euro a un tapino che risponde ad una domanda, chiaramente alludendo al quiz il milionario in onda su canale 5.  Ebete tra gli ebeti non si rende conto che offende proprio coloro ai quali chiede il voto. Chi si “butta” in politica come prima regola dovrebbe rispettare ogni suo simile, poi impegnarsi  per abbattere  discriminazioni e diseguaglianze sociali, a livello locale e nell’europarlamento. Invece spesso si candida per stare dentro un sistema che gli garantisce un lauto banchettare, fra stipendi e ammennicoli vari  raggranella in un mese quello che un operaio o un ricercatore racimola in un anno. Gira la fola che non è vero, quasi quasi una volta eletti saranno sul lastrico, costretti a girar per la questua. Perchè si candidano?  Dimenticavo,  per  il  voto di povertà imposto dal saio…

 Qualcuno di questi “anticasta” parla bene ma razzola tanto male che senza avvedersene il saio lo perde nell’aia, diventa un gallinaccio spennacchiato che fa ridere galline, oche e asini che circolano nella masseria. La gente non è tanto imbecille, i falsi moralisti li fiuta da un miglio. Perfino il mio vicino, di vecchia fede comunista, si lamenta, dice che sono ” impagliati”, oltre ai simboli dovrebbero cambiare le ricettine anti “dittatura” Berlusconiana. E’ stufo della solita cantilena, così stufo che farà il contrario di quello che l’anticasta spiattella, è arrivato alla conclusione che quando uno è bersagliato, messo in cattiva luce con mezzi e mezzucci che vanno dal pettegolezzo evocativo all’ingiuria l’altro è invidioso, mira ad accaparrarsi  potere e successo, gli vuol fare le scarpe, il saio che indossa puzza di naftalina, quindi meglio girargli alla larga.