Di fronte a simile immagine meglio il silenzio.
C’è così tanta dignità nel corpicino inerte, adagiato a riva da un onda pietosa, che qualunque parola, anche sussurrata per umana pietà, ancor più del mare, gli scipperebbe la vita. È un immagine in cui ogni parola perde il suo significato. Parla da sola, come solo sulla spiaggia, ne amica ne nemica, di Bodrum, è, senza respiro, il piccolo Aylan. Piccolo migrante siriano, in fuga dalla sua terra martoriata dalla guerra. Nella sua innocente bellezza strazia l’anima del cielo e nessuna parola in terra può rendergli giustizia. Di fronte a questa vita di bambino interrotta bruscamente nel suo cammino di speranza, inorridire, indignarsi, commuoversi, sa di troppo. D’inopportuno. Di ambiguo. Meglio il silenzio. Nella sua spietatezza sa di sincero e fa sperare che ci sia ancora nell’umano una volontà di riscatto, un raccogliere con dolcezza, prima che il mare, le bombe, la violenza, la fame, li strappi brutalmente al riso e al gioco, tanti piccoli corpi migranti vivi. Fa sperare che tanti Aylan Kurdi con la loro giacchetta rossa camminano e colorano il mondo liberi e senza paura. Forse, fa anche sperare, che la piccola Shems, nella sua madre lingua Speranza, nata in Ungheria nel casino di una mostruosità che offende e fa vergognare anche le fogne, proprio mentre le immagini del piccolo Aylan facevano il giro del mondo shoccando le coscienze e suscitando una marea di reazioni, sia quel filo di luce che illumina e rinsavisce la ragione umana in modo che un giorno possa liberamente traversare il mondo senza rischiare che l’imbecillità, l’egoismo, il profitto gli scippano la vita ancor prima di averla vissuta.
Ayal e Shems due bambini siriani. .Due vite sospese. tra cielo e terra. due vite contese da luce e buio. Due immagini di bambini contrapposte : in una la vita, in una la morte. In una il futuro immateriale, in una il futuro reale. Due speranze umane in immagine.
In entrambe un grande messaggio:
“Nella storia nulla è predeterminato; la storia è una traccia lasciata nel tempo da scelte umane molteplici e di diversa origine, quasi mai coordinate.” Z. Bauman
bydif