Di “vomitevole” e cinico c’è solo l’idiozia di tornaconto!

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In questi giorni, la presa di posizione del ministro dell’interno Salvini di chiudere i porti per inibire l’approdo a navi cariche di migranti con la conseguenza del blocco di Aquarius e del suo carico umano, 629 disperati, bambini, donne, uomini strappati al mare e alla morte, infuria in ogni dove e da ogni bocca fuoriesce ogni sorta di critica e di insulto contro di Lui e l’Italia. Chiaramente  la sua decisione, un po’ “muscolare” pare chiara a chi ha onestà intellettuale, vomitevole e cinica agli idioti di tornaconto.

Perché chiara a chi ha onestà intellettuale? 

Perchè apertamente è una decisione di provocazione volta a “smuovere le acque da quel Mediterraneo” in cui bambini, donne, uomini, dopo aver subito ogni sorta di nefandezza da soggetti criminosi, si avventurano in cerca di opportunità migliori da quelle dei propri contesti di origini e in cui, data la totale precarietà dei mezzi sui quali salgono carichi di speranza, da anni, senza il soccorso della marina, dei volontari, di uomini e donne italiani, sono destinati a sprofondare.

Perché “vomitevole e cinica agli idioti ?

Perché è storia inequivocabile. L’Italia all’emergenza umana risponde con generosità e senso altruistico sempre e gli altri paesi mai o quasi!

Perché di”vomitevole” e cinico c’è solo l’idiozia di tornaconto?

Perché basta dare uno sguardo ai comportamenti dell’Europa e dei vari leader della unione. Di vomitevole e cinico cè l’ipocrisia, la presunzione di superiorità etica, le risatine passate con l’affondo della Libia, il caos provocato, l’egoismo nazionalistico, l’impassibilità altruistica, i fili spinati, la chiusura dei porti, delle frontiere, i respingimenti forzosi, gli spari, le azioni di ricatto morale all’Italia, gli sberleffi a un popolo che mai ha girato l’occhio dall’altra parte e si è sottratto a porgere una mano, assistere, aiutare un essere in difficoltà! Di vomitevole e cinico cè il disconoscimento ipocrita dell’accoglienza migratoria sul suolo italiano. È narrazione innegabile che emerge dall’accoglienza di anni e anni nei tanti porti italiani, di anni e anni di carico morale e materiale di tanti disperati, di anni e anni di solitudine, assenza di solidarietà, rifiuto di ascolto, totale menefreghismo e indifferenza alle difficoltà, ai sacrifici dell’Italia e degli italiani da parte degli altri paesi comunitari. Di vomitevole e cinico cè l’assoluta mancanza di rispetto a un nazione, al suo popolo, soprattutto alla negazione del senso di responsabilità assunto a rischio e senza risparmio di energie, tempo, risorse per carpire alla furia del mare vite e vite di poveri esseri in cerca di alternative a guerre, fame, soprusi, di ore, giorni di angoscie e lacrime nell’allineare bare di quando purtroppo è stato impossibile.

Perché, l’Italia ha dimostrato coi fatti, in anni e anni, di non sottrarsi al disimpegno umanitario, di mettere al centro la persona e non il profitto economico o sciovinista, e nessuno ha il diritto di farle la morale o puntare il dito d’accusa di violazione a un qualche regolamento internazionale se per una volta simbolicamente attraverso un suo ministro richiama l’attenzione a un dramma umano epocale per altro se dagli stessi avocato in modo brutale e tenendo ben chiusi i loro porti!

Ovviamente va detto senza se e senza ma che nessuna politica, interna e esterna, senza umanità, attenzione ai deboli, ai bisognosi di aiuto, solidarietà nelle difficoltà a chiunque è una buona politica, e di sicuro non esiste ragione per cui va appoggiata o giustificata, tuttavia va anche detto che l’umanità non può avere il volto dell’opportunismo a tempo e tantomeno rivendicata come obbligo in “casa” d’altri e misconosciuta nella propria.

Eh si, di “vomitevole”, “irresponsabile”, nel blocco dell’Aquarius , o “cacciata “ come l’ha definita Macron, c’è che è troppo facile gridare: umanità, umanità e poi accollare agli altri l’obbligo di praticarla!

In questa storia, una volta tanto balzata alla ribalta per 629 esseri umani bloccati a bordo dell’Aquarius per un no all’approdo e non per scarico di bare di migranti però a rifletterci, mi vien naturale un pensiero di Sant’ Antonio :La natura ha posto davanti alla lingua come due porte, cioè i denti e le labbra, per indicare che la parola non deve uscire se non con grande cautela” .

bydif

Meglio il silenzio.

ayal

 Di fronte a simile immagine meglio il silenzio.

C’è così tanta dignità nel corpicino inerte, adagiato a riva da un onda pietosa, che qualunque parola, anche sussurrata per umana pietà, ancor più del mare, gli scipperebbe la vita. È un immagine in cui ogni parola perde il suo significato. Parla da sola, come solo sulla spiaggia, ne amica ne nemica, di Bodrum, è, senza respiro, il piccolo Aylan. Piccolo migrante siriano, in fuga dalla sua terra martoriata dalla guerra. Nella sua innocente bellezza strazia l’anima del cielo e nessuna parola in terra può rendergli giustizia. Di fronte a questa vita di bambino interrotta bruscamente nel suo cammino di speranza, inorridire, indignarsi, commuoversi, sa di troppo. D’inopportuno. Di ambiguo. Meglio il silenzio. Nella sua spietatezza sa di sincero e fa sperare che ci sia ancora nell’umano una volontà di riscatto, un raccogliere con dolcezza, prima che il mare, le bombe, la violenza, la fame, li strappi brutalmente al riso e al gioco, tanti piccoli corpi migranti vivi. Fa sperare che tanti Aylan Kurdi con la loro giacchetta rossa camminano e colorano il mondo liberi e senza paura. Forse, fa anche sperare, che la piccola Shems, nella sua madre lingua Speranza, nata in Ungheria nel casino di una mostruosità che offende e fa vergognare anche le fogne, proprio mentre le immagini del piccolo Aylan facevano il giro del mondo shoccando le coscienze e suscitando una marea di reazioni, sia quel filo di luce che illumina e rinsavisce la ragione umana in modo che un giorno possa liberamente traversare il mondo senza rischiare che l’imbecillità, l’egoismo, il profitto gli scippano la vita ancor prima di averla vissuta.

la piccola speranza

Ayal e Shems due bambini siriani. .Due vite sospese. tra cielo  e terra. due vite contese da luce e buio. Due immagini di bambini contrapposte : in una la vita, in una la morte. In una il futuro immateriale, in una il futuro reale. Due speranze umane in immagine. 

In entrambe un grande messaggio:

“Nella storia nulla è predeterminato; la storia è una traccia lasciata nel tempo da scelte umane molteplici e di diversa origine, quasi mai coordinate.”  Z. Bauman

bydif

L’aspra dignità

mani

Diamoci la mano compagni.

….

Avanzando nella notte velata

Da luma d’orror offuscata

arriviamo alla sagoma nera

Intravisa tra schiuma franta

aspetta a vista consunta

di stivar l’agognate libertà

Diamoci la mano compagni

Reticolando muti e felini

Stringendo i nostri fagotti

di vita radunata in fretta

zompiamo sulla carretta

straboccante di storia maledetta

Filieremo da realtà bislacca

Madri sventrate da guerriglia

Sudori martellati da ferraglia

Lamenti torcigliati d’una terra

Diamoci la mano compagni

uniti eviteremo di cadere

nella fossa nera nera

scavata dal business neguziero

Sparire in groppa al destriero

Che acquattato aspetta goloso

D’azzannar la nostra carcassa

Ingozzarsi di carne fresca

Diamoci la mano compagni

Formiamo una catena

Una catena c’arrivi alla cresta

D’un lembo di terra foresta

che aspetta e non rigetta

Vomitando nel regno di Nettuno

Uno spiedo di carne secca

Diamoci la mano compagni

Sfidando la furia della natura

Intrecciamo un nastro spinato

Lungo quanto il creato

Un nastro di gente avvezza

A ramazza e cavezza

Decisa a porre fine a tedio vessato

infraterno caduco radicato

Diamoci la mano compagni

Armati di coraggio e sudore

Con i nostri cartocci millenari

Urtichiamo la verità negletta

duellando con l’ira maledetta

che prima spella e poi rifocilla

in un lembo di terra foresta

Incasseremo l’aspra dignità

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 bydif