Nel mio carnet vitale Luglio è un mese particolare. Con giorni esclusivi come il 14 che ha dato inizio alla mia presenza mondana; il 26 che ha incamminato l’esistenza sulla via a due; altri giorni che hanno caratterizzato finali di tappe e svolte importanti o come l’8 che ha profondamente segnato l’anima. Quindi non sfila mai dal calendario in modo distaccato ma giorno dopo giorno scivola ravvivando sensibilità, coinvolgendo sentimenti, subbigliando la coscienza autobiografia. Cosicchè, ogni anno, in Luglio il mio pensiero corre lontano, e, in un giorno direi fatidico, tanto lontano da parermi una eternità. Forse lo è. Lo è per il tempo ritroso per ricollocarsi in un altro giorno di Luglio, lo è per il groviglio di strade e sentieri in cui deve districarsi per giungervi intatto. Già…intatto. Qui sta l’inghippo da parermi il correre e correre del pensiero all’indietro interminabile! Per gli anni temporali? Considerato il numero potrebbe… ma non lo è. Lo è per decontaminarlo dai tanti pasticci emotivi nonché accadimenti perigli confusi da impressioni controverse, a volte eque e motivate da veraci effetti, altre adultere da cagioni, deformate da esacerbazioni rabbiose di aneliti infranti o quantomeno impervi da tradurre in realtà. Perché decontaminarlo? Beh, senza questa “purificazione” non ritroverebbe il vero senso di quello che va a cercare. Sarebbe …nostalgia di riprovare stesse emozioni. Rivivere un momento magico. Ritrovare volti, luoghi, immagini? Si e no! Si per ritrovarsi fra volti cari, immagini festose, luoghi incantevoli, eccitazioni avvincenti e allettanti progetti di futuri. No per il punto di domanda introspettivo sospeso. Sarebbe… sarebbe il perché non sono scappata! Perché ero consapevole e ho scelto di fare l’eroina salvifica disubbidendo al sesto senso o era destino a cui non si sfugge ? Amletico dubbio che al sole di ogni Luglio implacabilmente erompe nel pensiero e mi trasforma in gambero.
Luglio sta per andarsene. Al solito mi son fatta gamberetta per tornare esattamente allo stesso posto e con lo stesso stato percettivo di un giorno per comprendere la radice che mi ha convinto a non darmela a gambe. L’andare ritroso ancor non ha sentenza. Se fossi Z. Bauman potrei metterla così, non mi è servito a scoprire se: “ …siamo noi a giocare o è con noi che si gioca? ”
Il sospeso intimo – libero arbitrio o fato – permane. Per fortuna coabita non in modo ossessivo, solo impercettibilmente e può darsi come dice la poetessa A. Merini perché “ogni alba ha i suoi dubbi” . Vero. Non può essere altrimenti. L’incognita di ciò che ci aspetta, di cui si confida l’esito o si caldeggia un mutamento non c’è sfera di cristallo che la mostra. In fondo è il lato scomodo bensì suggestivo della vita semprechè il dubbio mattiniero non paralizzi decisioni e azioni ma resti la molla giornaliera per captare altre verità, altre possibili sicurezze scardinando quelle di comodo, spesso più fantomatiche che reali.
In conclusione, al 31, Luglio passa la mano ad Agosto. Il mio mese da gambero finisce col solito epilogo introspettivo. D’altronde come potrebbe mutare se come dice Amleto: “Se non ricordi che Amore t’abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato. “ ? Già!
Ohi ohi..(???) Un mese da gambero mi basta e avanza.
Buona giornata e buon fine luglio
bydif