Oggi è il 1 Maggio festa del lavoro e dei lavoratori. In tanti hanno scritto inni e poetato su questo giorno di festa e riposo meritato da passare in allegra compagnia perché come scrisse il grande cantautore G. Gaber il 1 maggio, non è un qualunque giorno, ma è :“il nostro giorno”
Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.
Un garofano è spuntato d’un sol colpo fra le dita
ma sicuro che sbadato oggi è maggio che ci invita
ad unirci fino a sera per la nostra primavera
forza amici in allegria questa nostra festa sia.
Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.
Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.
Via di corsa tutti in piazza tutti fuori ad applaudire
c’è persin la mia ragazza sotto il sol dell’avvenire
Le officine oggi son vuote dorme il tram nel capannone
rosso maggio le tue note della strada son padrone.
Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio
Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.
Questo giorno è tutti i giorni tutto l’anno vi è racchiuso
primo maggio tu ritorni a dar forza a chi è deluso.
Questa festa è una gran festa non ce l’hanno regalata
su leviamo alta la testa noi l’abbiamo conquistata.
Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio
Un giorno per chi lotta ……..
….è il nostro giorno è il primo maggio.
G. Gaber
Quando Gaber scrisse “il nostro giorno” era il 1965. Da allora molte cose son cambiate in tema di lavoro e lavoratori. Alcune in meglio certe altre in peggio. Quel che trovo stupefacente nel leggere i suoi versi è l’attualità. Vero che era un geniale poeta e come tutti i poeti elargitore di emozioni senza scadenza ma in questa composizione è un cantautore lungimirante!
In questi giorni ovunque locandine di invito a incontri, raduni, concertoni per festeggiare il 1 maggio come emblema di conquista, di stato sociale, diritti, lavoro e lavoratori ma…Ma da quando questa festa è stata istituita in Italia, 1891, è passato più di un secolo, purtroppo non sembra passato un giorno se quel che qualcuno poetava in “stornelli d’esilio”per tanti “giovani cervelli” o tante giovani braccia e gambe che non si rassegnano all’ozio vale ancor oggi:
O profughi d’Italia a la ventura
Si va senza rimpianti né paura
Nostra patria è il mondo intero
Nostra legge è la libertà
Ed un pensiero
Ribelle in cor ci sta
Dei miseri le turbe sollevando
Fummo d’ogni, nazione messi al bando,
Nostra patria è il mondo intero
Nostra legge è la libertà
Ed un pensiero
Ribelle in cor ci sta…
Dovunque uno sfruttato si ribelli
Noi troveremo schiere di fratelli.
Nostra patria è il mondo intero…
Nostra legge è la libertà
Ed un pensiero
Ribelle in cor ci sta
Raminghi per le terre e per i mari
Per un’idea lasciammo i nostri cari.
Nostra patria è il mondo intero…
Nostra legge è la libertà
Ed un pensiero
Ribelle in cor ci sta
Passiam di plebi varie fra i dolor
De la nazione umana precursori.
Nostra patria è il mondo intero…
Nostra legge è la libertà
Ed un pensiero
Ribelle in cor ci sta
Ma torneranno, o Italia, i tuoi proscritti
Ad agitar la face dei diritti,
Nostra patria è il mondo intero…
Nostra legge è la libertà
Ed un pensiero
Ribelle in cor ci sta.
Vale ancor perché… quei giovani di ieri “andati senza rimpianti ne paura” lontano, obbligati a lasciare casa, amici e cari per dignità. Dignità di un lavoro, dignità di guadagnarsi da vivere, avere un autonomia economica, avere la possibilità di sfruttare capacità, competenze professionali, estro, manualità. Sono come quelli di oggi che non si sono adattati a stare a “morire” di inedia nel recinto del paesanello. Giovani che han guardato più in la, e han visto nel globo opportunità se non un destino migliore almeno di poter lavorar. Oggi, se quei giovani nel festeggiar in altro suolo la lor fatica hanno in “cor un pensiero ribelle “ come quelli di ieri ci sta. Eccome se ci sta.
1 maggio, un giorno emblematico di festa e di riposo ma…Ma per come è nata la festa del lavoro e per come vanno le cose in tema di lavoro sul suolo nazionale, con tanti precari, sottopagati, costretti a inadeguati o umilianti lavori, o a “esiliare”, per avere una occupazione inerente la competenza, o permetta di essere economicamente autosufficienti, è lecito domandarsi : ha senso festeggiare ? Forse ha senso per non arrendersi, sperare che il lavoro a corrente alternata diventi a flusso continuo, l’ectoplasma si materializzi prima di morire da barbone sotto un ponte o tra le lamiere d’un capannone. Forse non ha senso se precipiti da un ponteggio abusivo, l’ autosufficienza è un sogno, la dignità un delirio, la libertà di costruire il futuro un opzione. Forse… festeggiare il diritto costituzionale al lavoro ha sempre senso però… se ogni giorno per mangiare il lavoro te lo devi inventare…forse il 1 maggio è fuori tempo! l
A parte le considerazioni auguro a tutti di festeggiare il 1 maggio in letizia. Soprattutto auguro di avere sempre un lavoro. Se poi è adeguato alle competenze, capacità, aspettative e idealità è ancor meglio ma più di tutto auguro un occupazione che permetta di vivere, soli o in compagnia, con dignità!
bydif
..