A quarantanni dalla sua scoperta, avvenuta il 24 novembre 1974 nei pressi del fiume Awash nella regione dell’Afar in Etiopia, Lucy mantiene tutto il fascino del suo mistero. Ma chi era lucy? Lucy era un ominide di sesso femminile del peso di 29 kg, alta poco più di un metro, scomparsa a 25 anni che visse in Africa tra i 3 e i 4 milioni di anni fa. A quanto appurato dai rilevamenti successivi sullo scheletro, Lucy aveva un cranio piccolo paragonabile a quello degli attuali scimpanzé, mentre il bacino e le gambe erano più sviluppate e già simili a quelle dell’uomo moderno. Fin dal suo ritrovamento questo piccolo essere dall’aspetto a metà strada tra uomo e scimmia ha diviso pareri di scienziati e evoluzionisti e alimentato nell’immaginario collettivo l’ enigma del nostro divenire su questa terra. Lucy, il cui nome deriva dall’ascolto incessante degli archeologi durante gli scavi della canzone dei Beatles ”Lucy in the Sky with Diamonds” è il più antico, completo e meglio conservato fossile di ominide fin qui rinvenuto e per certuni rappresenta una scoperta eccezionale che fa luce sull’evoluzione della specie umana. Ma Lucy, ovvero l’Australopithecus afarensis è non è l’antenato dell’homo sapiens? Secondo il paleoantropologo statunitense Donald Johanson, suo scopritore, Lucy è il nostro più lontano antenato, tesi avvalorata attraverso gli studi effettuati dopo il rinvenimento. Se per il suo scopritore Lucy è di sicuro un nostro remotissimo parente per altri, come gli anatomisti evoluzionisti di fama mondiale Lord Solly Zuckerman e Charles Oxnar, non lo è per niente. Entrambi affermano che non solo Lucy bensì tutta la specie Australopithecus è da escludere dal nostro albero genealogico. LordZuckerman, dopo 15 anni di studi su vari esemplari di Australopithecus con un team di 5 esperti peraltro sostenuti dal governo britannico, conclude che questa ominide in realtà è solo una specie di scimmia incapace di camminare in posizione eretta. Mentre Charles E.Oxnard invece paragona la struttura scheletrica di Lucy a quella degli oranghi moderni. Al contrario di loro, altri paleoantropologi invece reputano questo resto fossile un vero anello di congiunzione fra l’uomo e la scimmia. Un opinione, a quanto pare, supportata da studi e varie considerazioni rivela che lucy è l’antenata dell’homo sapien sapiens. Difatti, tra le più importanti scoperte dei paleoantropologi c’è quella del ginocchio sinistro valgo di Lucy, una circostanza che dimostra chiaramente che questo ominide camminasse mantenendo una posizione eretta. Inoltre anche il rapporto tra lunghezza delle braccia e delle gambe rafforza l’ipotesi del legame e altresì enuncia che all’epoca i nostri antenati erano in una fase non solo di piena evoluzione ma in progressiva differenziazione dalle caratteristiche fisiche dei primati. Infatti le gambe si accorciavano e le braccia si allungavano. Da ciò è opinione diffusa, che lucy è l’antenata dell’homo sapiens.
Qualunque sia il mistero che ci lega o non lega a questa piccola vegetariana ominide sarà il tempo e tutti gli studiosi in materia a farci luce.
Indubbiamente Lucy conserva un fascino inalterato e stuzzica la fantasia e la conoscenza di uomini di scienza, appassionati e curiosi della storia evolutiva della specie umana.
Personalmente il ritrovamento di questa minuscola ominide donna mi ispira una tenerezza che quasi quasi mi piace l’idea di essere una remotissima remotisima discendente!
bydif