Non é solo una coincidenza!

nasa onde gravitazionali

È di pochi giorni fa la notizia incredibile che sembra fornire, almeno a livello sperimentale, la convalida scientifica di quanto Einstein aveva ipotizzato un secolo fa sulle onde gravitazionali, nella sua teoria della relatività. Proprio nel febbraio 1916, sunto in breve, aveva teorizzato: se lo spazio-tempo in presenza di una massa in movimento si curva; lo spazio-tempo ha delle increspature,e le increspature probabilmente si muovono. – Figurativamente un po’ quel che avviene in uno stagno quando si getta un sasso; la superficie, alterata dalla materia sasso, increspa e l’onda oscillando si dilata.- In fisica le increspature o perturbazioni oscillatorie sono definite onde gravitazionali. Viaggiano alla velocità della luce e interagiscono in modo impercettibile con la materia che incontrano. Chiaramente Einstein comprese subito che era difficile rilevare le onde gravitazionali. Era possibile solo con un evento di considerevole importanza come ad esempio la fusione di due buchi neri, quantunque sui buchi fosse un po’ scettico. Il che è proprio quanto il team dei ricercatori nucleari ha appurato con strumenti sofisticatissimi. Data l’importanza, la notizia ha fatto il giro del globo dimostrando prima, quanto la scienza abbia ancora da scoprire di questo complesso e misterioso universo, poi, che le teorie elaborate, intuitivamente, attraverso la matematica non solo hanno un fondamento ma sono verità documentabili anticipate. Specificatamente, la notizia palesa che con ipotesi teoriche, uno scienziato come Einstein, per mezzo delle equazioni riesce a enunciare leggi fisiche prima della scienza. Ciò è tanto vero che fenomeni di realtà da lui previsti con studi e teorie, successivamente hanno trovato effettiva conferma scientifica d’esistenza tangibile, peraltro rivoluzionando la fisica e assai anche la nostra consuetudine. A questo punto mi sorge una domanda: può la mente umana utilizzando la sola matematica arrivare a presupporre fenomeni fisici sconosciuti e giammai inconcepiti? Stando alla notizia assolutamente si! Anche se Einstein ne era già convintissimo prima che chiunque potesse dimostrarlo. Perché ? Perché riteneva che l’universo è incredibilmente “fabbricato” con perfetto ordine razionale matematico. Ciò significa che applicando la logica matematica,con enunciati, equazioni, formule ecc. si può scoprire con esatta precisione ogni mistero del cosmo? Si! Ma non solo. Anche dimostrare che l’universo non è andato via via formandosi elaborando un ammasso caotico per coincidenza, ma, come asseriva Einstein, è il prodotto di una “forza ragionante superiore”. Ossia,come dire che il tanto cercato momento del big bang non è causa di un esplosione, una accelerazione di una serie di convergenze occasionali o una coincidenza bensì è il costrutto matematico di uno “spirito superiore illimitabile”. Quindi, l’attimo del big bang è l’azionata equazione perfetta di un essere eccelso che muta il caos spaziale in assetto cosmologico? Più che plausibile sembra certo! Per estensione allora potrei evincere che l’ordine del creato è opera di un essere trascendente intelligentissimo, ovvero quello che si definisce Dio. Conseguentemente, l’eco gravitazionale del big bang da captare e che la scoperta fa sperare di intercettare non sarebbe altro che la propagazione delle onde del fiato del “matematico” creatore. L’idea mi affascina. Quella di un big bang verificatosi per sola coincidenza invece mi provoca un prurito fastidioso, la trovo uno stratagemma per dir di no a opinioni diverse. Tanto più se penso a come si sono espressi innumerevoli scienziati sulla sorprendente capacità della matematica di descrivere e spiegare il mondo, o a G. Galileo e al Nobel per la fisica P. M. Dirac che in modi diversi affermarono che “la natura è scritta in elegante lingua matematica”. Fatto sta che dal 11 febbraio 2016, giorno dell’uscita ufficiale della certificazione dell’ipotesi einsteiniana, nel mondo scientifico di spazio-tempo tutto cambierà. Anche perché la scoperta delle onde gravitazionali va ben oltre ciò che una marea di studiosi dopo cinquantanni hanno concretamente registrato. Apre scenari infinitamente vasti. Anzi, permette d’arrivare a rivoluzionare completamente il pensiero fin qui consolidato su tempi e modi di viaggiare nello spazio. Perché? Perché la finestra temporale in cui i due osservatori hanno registrato in dieci millisecondi la coincidenza dell’arrivo delle onde gravitazionali infatti muterà tutto. Quel cinguettio ottico appena appena percepibile risultante dalla variazione del cammino dei fasci laser lungo i tunnel è senza ombra di dubbio il trillo lievissimo che sveglierà i ricercatori sperimentali a intraprendere un cammino di studio della materia in movimento spazio-tempo in modo diverso dall’attuale. Arriveranno a scoprire che le distanze spaziali si possono fare in tempi più rapidi, anzi rapidissimi. Ovvero che si può viaggiare e comunicare nell’universo in modo oggi impensabile ma che tuttavia è da sempre il sogno dell’umano. Non ci vorranno cent’anni stavolta. Qualcuno variando i termini matematici di una equazione, senza li per li comprenderlo, elaborerà la formula per costruire un buco spazio-tempo, cioè un vuoto in cui un “ascensore” si muove e si sposta da un punto a un altro dell’universo. La scoperta non è solo una coincidenza. fortunata dovuta a lunghi studi di un team di ricercatori. Anche. È una certezza criptata nei numeri. Offerta per permettere di arrivare a “viaggiare le distanze ” in tempi adatti alla lunghezza di una vita umana.  Nulla capita per sola coincidenza. Ogni scoperta rivoluzionaria si ha quando i tempi sono maturi per fare progressi nella conoscenza del mistero che ci circonda. Un altro matematico teorico ha già  il compito di comporre la formula matematica. L’umano viaggierà bucando spazio-tempo Nella logica del perfetto basta pazientare e a tutto sarà data luce.

by dif

onde

……la foto in alto  della Nasa. visualizza le  increspature .

 

 

Lucy e il fascino del suo mistero

lucy

A quarantanni dalla sua scoperta, avvenuta il 24 novembre 1974 nei pressi del fiume Awash nella regione dell’Afar in Etiopia, Lucy mantiene tutto il fascino del suo mistero. Ma chi era lucy? Lucy era un ominide di sesso femminile del peso di 29 kg, alta poco più di un metro, scomparsa a 25 anni che visse in Africa tra i 3 e i 4 milioni di anni fa. A quanto appurato dai rilevamenti successivi sullo scheletro, Lucy aveva un cranio piccolo paragonabile a quello degli attuali scimpanzé, mentre il bacino e le gambe erano più sviluppate e già simili a quelle dell’uomo moderno. Fin dal suo ritrovamento questo piccolo essere dall’aspetto a metà strada tra uomo e scimmia ha diviso pareri di scienziati e evoluzionisti e alimentato nell’immaginario collettivo l’ enigma del nostro divenire su questa terra. Lucy, il cui nome deriva dall’ascolto incessante degli archeologi durante gli scavi della canzone dei Beatles ”Lucy in the Sky with Diamonds” è il più antico, completo e meglio conservato fossile di ominide fin qui rinvenuto e per certuni rappresenta una scoperta eccezionale che fa luce sull’evoluzione della specie umana. Ma Lucy, ovvero l’Australopithecus afarensis è non è l’antenato dell’homo sapiens? Secondo il paleoantropologo statunitense Donald Johanson, suo scopritore, Lucy è il nostro più lontano antenato, tesi avvalorata attraverso gli studi effettuati dopo il rinvenimento. Se per il suo scopritore Lucy è di sicuro un nostro remotissimo parente per altri, come gli anatomisti evoluzionisti di fama mondiale Lord Solly Zuckerman e Charles Oxnar, non lo è per niente. Entrambi affermano che non solo Lucy bensì tutta la specie Australopithecus è da escludere dal nostro albero genealogico. LordZuckerman, dopo 15 anni di studi su vari esemplari di Australopithecus con un team di 5 esperti peraltro sostenuti dal governo britannico, conclude che questa ominide in realtà è solo una specie di scimmia incapace di camminare in posizione eretta. Mentre Charles E.Oxnard invece paragona la struttura scheletrica di Lucy a quella degli oranghi moderni. Al contrario di loro, altri paleoantropologi invece reputano questo resto fossile un vero anello di congiunzione fra l’uomo e la scimmiaUn opinione, a quanto pare, supportata da studi e varie considerazioni rivela che lucy è l’antenata dell’homo sapien sapiens. Difatti, tra le più importanti scoperte dei paleoantropologi c’è quella del ginocchio sinistro valgo di Lucy, una circostanza che dimostra chiaramente che questo ominide camminasse mantenendo una posizione eretta. Inoltre anche il rapporto tra lunghezza delle braccia e delle gambe rafforza l’ipotesi del legame e altresì enuncia che all’epoca i nostri antenati erano in una fase non solo di piena evoluzione ma in progressiva differenziazione dalle caratteristiche fisiche dei primati. Infatti le gambe si accorciavano e le braccia si allungavanoDa ciò è opinione diffusa, che lucy è l’antenata dell’homo sapiens.

Qualunque sia il mistero che ci lega o non lega a questa piccola vegetariana ominide sarà il tempo e tutti gli studiosi in materia a farci luce.

Indubbiamente Lucy conserva un fascino inalterato e stuzzica la fantasia e la conoscenza di uomini di scienza, appassionati e curiosi della storia evolutiva della specie umana.

Personalmente il ritrovamento di questa minuscola ominide donna mi ispira una tenerezza che quasi quasi mi piace l’idea di essere una remotissima remotisima discendente!

 

bydif