Earth day, il giorno della terra .

terra

Earth day, il giorno della nostra straordinaria casa. Una casa stracolma di doni e meraviglie, ricca di tanti e tali bellezze, colori e profumi da incantare, farci girare con entusiasmo per scoprirla lavorare gioiosi, gustare sapori, camminare felici in parchi, giardini, montagne rocciose, colline verdi, sponde di laghi azzurri, fiumi quieti, rive di oceani impetuosi, poggi fioriti, floridi boschi , sconfinate praterie e assolati e aridi deserti. una casa stracolma di variegate creature, di suoni, echi, volti, di infiniti spazi in cui ognuno può trovare la sua dimensione, progredire, contemplare il cielo, le stelle, isolarsi o socializzare. una casa condivisa da difendere, curare, rispettare e affinchè continui a donarci prelibatezze, bellezza e benessere da mantenere nel suo equilibrio naturale. purtroppo questa terra, la nostra straordinaria casa, oggi come oggi, a causa dell’uso irresponsabile, dell’abuso,, l’egoismo, l’avidità, i saccheggi, la frenesia di dominio, l’incuria e i maltrattamenti sta soffrendo tantissimo e cambiando da mettere in pericolo la sussistenza di tutte le creature che la popolano. questa sua sofferenza la manifesta da tanto cambiamento, oggi è diventata pressante e nessuno può esimersi dall’ignorarla perchè la sua sofferenza come ha detto papa Francesco “i sintomi li avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi.
e se ci manca l’aria sana e l’acqua pulita…beh.. noi? Noi, se amiamo questa terra che ci ospita con generosità, ci riempe la vita di doni e magia e vogliamo continuare a camminarci, gioire e sognare, è ora che iniziamo a smetterla di violentarla, riempirla di lordume e veleni, facciamo in modo che la sua cura divenga per tutti, giovani e meno, esperti e non, uno stile di vita irrinunciabile. In fondo anche noi siamo terra !
Un saluto di buona serata a tutti.

bydif

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per la cronaca:

Earth day nacque ufficialmente il 22 aprile 1970 da una mobilitazione di studenti di duemila università e circa diecimila scuole primarie e secondarie degli Stati Uniti. Su input dell’attivista John McConnell, il senatore del Wisconsin Gaylord Nelson e lo studente universitario Denis Hayes, i giovani americani scesero in piazza per manifestare il loro dissenso contro i disastri ambientali provocati dall’uomo e chiedere una riforma delle norme ambientali.

In questa terra a frittata

terra piatta

A volte ci son domande che non trovano mai risposte certe. Più te le fai e più la logica si intriga. Più insisti e meno arrivi al punto focale. Anzi ti tessi una ragnatela di risposte che intrappola la verità inequivocabile che mette in pace coi perché e coi percome. Così in tanti anni a domande e riflessioni risposte chiare non son venute. Non ho mai compreso come son finita in questa terra piatta, una terra a frittata. Operosa si, tanto, ma incolore all’apparire da fossarti il fiato e strapparti senza tanti complimenti la bellezza che da sempre hai stampata negli occhi e nel cuore. A condurmi in questa terra, in questi luoghi tanto diversi per aspetto, lingua, modi dai miei amati è stato: il tuo volere, il mio cocciuto seguire te e gli avvenimenti o un tiro mancino del destino? Vattelappesca più volte mi son detta. Smettila, da tanto fervore mentale la certezza non la ricavi. Ogni motivo aveva la sua ragione da ribaltare completamente vita e situazione! Spogliarmi dell’abito naturale per rivestirmi con un altro di tutt’altra foggia non è stato facile, era tanto incollato alla pelle che ho dovuto strapparla per indossare il nuovo. Mi sono adeguata al contesto? Macché il nuovo era così ruvido da farmi sanguinare. Non ho saputo accettarlo con il sentimento. Ho fatto funzionare la ragione. D’altronde cos’altro potevo fare. Gli avvenimenti si susseguivano a un ritmo infernale che più che domande urgevano risposte. Così, non so quando non so il perché, ho quasi smesso di domandare al mio alter ego mentale il fine concreto che m’aveva condotto in queste strade, con tanta brava gente si ma tutta a me ignota, nessun volto familiare, nessun legame e consonanza nell’agire e pensare. A poco a poco, quel ribaltone vitale che mi aveva tolto dalla bellezza, dai colori intensi, dai profumi di ginestre, dagli affetti d’un cresciuto naturale, inghiottite le domande è diventato tran tran. Non un tran tran fermo e piano come #questa terra a frittata, tanto accidentato e irto di saliscendi sassosi da somigliar assai alle piagge che schierano al sole gli olivi nella mia terra. Un tran tran costrittivo a vivere al contrario la visuale della terra amata.  Una beffa fatale. Per volere di chi. Tuo, mio. Di ambedue per valutazioni pratiche, opposte nel pensiero ma allineate come i pioppi fuori dalla finestra ai doveri di unità familiare. O… Del destino.  Domande inutili, laceranti, senza risposte. Credevo senza risposte. Le cercavo troppo e con eccessiva fretta per averne. Una risposta c’è sempre alle domande. La porta il tempo. È l’unico che quando meno l’aspetti te la mette sotto gli occhi. Anzi la scrive a caratteri cubitali. Come ha fatto con me. In un luglio, non ricordo se afoso, caldo si, con una infinità di domande mi fece ruzzolare in questa piatta terra a frittata incolore, in un luglio, questo luglio, ha risposto, tolto dubbi, dato certezze. Ora mi è tutto chiaro. In questa terra frittata che mai ho accettato con il cuore, quello è sempre rimasto attaccato all’altra dalle verdi colline, i prati rossi, i cieli turchini, in cui mentre ci camminavo, blateravo e scalpitavo come una cavalla selvaggia, senza comprenderlo, ero approdata spontaneamente. Avevo scelto consapevolmente di venirci. Ne tu, ne il destino mi aveva costretto. Quello che non sapevo e supposto che il venirci mutava la strada agli altri. Diventavo il perno per far curvare gli avvenimenti a chi mi stava intorno. Spostandomi da una terra all’altra inevitabilmente li trascinavo e cambiavo loro la vita. Così è stato. La mia è sempre rimasta la stessa. Li, o qua l’iter era fisso. Come ho fatto a non pensarci. La risposta era semplice quanto bere il caffè di primo mattino. Ci voleva il giudizio del tempo. Lo stesso però che ancora non è riuscito a farmi vedere questa terra a frittata incolore che affossa il respiro bella. Ci cammino ma non amo. I figli li amo. Allora…ohi ohi riattacchi con le domande…no. stavolta conosco la risposta. In questa  terra a frittata che  non amo c’è  il  fascino della vita, la bellezza  del respiro di chi amo. Per questo ancor ci cammino.

Felice settimana a chiunque passa da qui

by dif