Madre,
non ti ricordo tanto bianca e silenziosa
eppur su quel letto d’ospedale, sparso tra monti
Il tuo volto incorniciato da ovatta spumeggiante
come raggi lunari che scivolan serpentini mi rifrange
sull’acque calme del nostro lago sciabordoso
ombreggiato da riflesse colline e argentei filari d’olivo.
Non ricordo madre di averti visto supina
stesa a riposare senza quel faccendio di mani,
quel riso cristallino e dirompente che m’invade
al risveglio, fugando nel chiarore del mattino
le ombre portate da deliri onirici molesti.
Madre,
non vedo lo sguardo malizioso migrar tra le pareti
cercare aloni di volti amati e passati dolorosi,
né il tuo petto ansima nella fretta
di districar gli affanni della vita,
non sento il ticchettio de’ passi andanti
di figlia in figlia per allievar crucci fumigosi
e il ritmo del tuo canto stornellato perdersi nella via.
Madre,
sento il battito dell’orologio
rintocca dal campanile della tua chiesa
mi sembra un canto accorato che svolazza
tra un olezzo di fiori sparsi e grani di litanie
recitate da un coro di voci frastornato
una brezza all’improvviso ti carezza
passa tra cuori affranti di stupore
sfiora ginocchia piegate e mani inquiete,
ti solleva, ti porta via come piuma leggera
si perde tra le nubi di occhi lacrimosi.
Madre,
così bianca e indifesa mi sembri
una bimba spersa tra braccia vigorose
con lento dondolio la cullan amorose
sul ritmo d’una nenia a batter d’ umido ciglio
chiude a finestre spalancate sul mondo
squarcia orizzonti discosti fra luci e stelle
e suoni misteriosi come ali di colombi
Madre,
non ti ricordo tanto bianca e silenziosa,
ti ricordo allegra e maliziosa, con l’occhio luminoso
spalancato sull’alito di brezza della vita
nel giorno che ci sei entrata.
la foto l’ho scattata sul monte crizna
Bellissima! Complimenti! 🙂
buona domenica