Tempo di noci e ciliege, tempo di…

noci e ciliege

 

Tempo di noci e ciliege, tempo di preparare Ciliegino e Nocino: due liquorini eccezionali!

Come promesso ecco le ricette tradizionali da tempo immemore della mia famiglia per prepararli con facilità e ottenere una qualità eccellente.

Ciliegino.

Il ciliegino è un eccezionale liquore “ricostituente” a base di ciliege. Un liquorino corroborante e energetico utile a grandi e piccini, che le nostre sagge ave preparavano in estate ma consumavano in inverno per alzare le difese immunitarie, ricaricare il fisico stanco, tirar su il morale spento e abbacchiato, calmare la tosse insistente. Ovviamente per ottenere le proprietà curative naturali, quasi magiche, il liquore ciliegino si preparava e va ancor preparato entro il 29 giugno festa di san Pietro e Paolo:

Ecco l‘antichissima ricetta in dosi minime. A piacere potrete raddoppiarle:

250 g di ciliege mature di Vignola o equivalenti

250 g di zucchero bianco

500 g di alcool a media gradazione – 60 gradi non di più

3 chiodi di garofano

1 foglia di alloro

1 pezzetto di buccia di limone

1 bicchiere di vino rosso secco, chianti o equivalente.

Un vaso di vetro con chiusura ermetica da un 1 L. meglio se da un 1 e mezzo

Lavare bene e asciugare le ciliege

Pestare le ciliege compreso il nocciolo in un mortaio, se non l’avete mettetele in un sacchetto di plastica e battete grossolanamente con un batticarne

Ponetele nel vaso di vetro – ben pulito e sterilizzato- magari passandoci un batuffolo di cotone imbevuto di alcool denaturato

Copritele con lo zucchero

Aggiungete i chiodi di garofano, la foglia di alloro, la buccia del limone privata della parte bianca

Versate l’alcool da liquore. Chiudete il vaso.

Ponetelo per 9 g sul davanzale di una finestra esposta al sole o in qualunque posto possa riceverlo il più possibile. Il sole è elemento chiave per la qualità e le proprietà benefiche.

Il 9 giorno aprite il vaso, mescolate bene con un mestolo di legno cercando di rimuovere lo zucchero che si è depositato sul fondo poi versate il bicchiere di vino rosso secco, chiudete il vaso, rimettete al sole per un altri 9 g.

Il 18 g aprite il vaso, rimescolate bene, chiudete il vaso e ponetelo in un posto buio e fresco. Lasciate macerare per 40 g.

Aprite il vaso, rimescolate per constatare se lo zucchero sia ben sciolto. Filtrate con un colino il liquido sciropposo.

Mettete il liquido liquoroso alla ciliegia in una bottiglia. Tappate bene. Conservate in dispensa o dove tenete gli altri liquori

Voilà ecco fatto, al 60 esimo g.lo sciroppo ciliegino naturale è pronto per essere gustato e darsi una bella carica. Provare per credere!

Un cucchiaio al mattino e uno alla sera aiuta a evitare gran parte dei malanni ai primi freddi. Poiché l’alcool è a bassa gradazione in cucchiaini si da anche anche ai ragazzi però ai più piccoli si diluisce leggermente con acqua.

Nocino.

Un altro liquore famoso da preparare entro il 29 giugno è il nocino,un liquore a base di noci corroborante e digestivo che si inaugura al solstizio d’inverno, perché la noce è un frutto augurale di fortuna, infatti viene anche chiamata “ ghianda di Giove e poi si gusta con gli amici nelle serate fredde. Anche per questo liquore se si vuole ottenere una qualità eccezionale c’è da rispettare una prassi.

Ecco la ricetta in 10 mosse che mi ha insegnato l’ecologista Domenico, un grande esperto e conoscitore di natura, piante, erbe e effetti curativi e balsamici :

1 – serve un vaso capiente in vetro a chiusura ermetica, ben pulito e sterilizzato- almeno da 2/2, 5 litri

2 –24/30 noci fresche,

3 – 600 g. zucchero raffinato,

4 – 1 L. di alcool da liquore 75/90 gradi,3 chiodi garofano, 3 bacche ginepro, 3 scorzette di limone,3 chicchi di caffè.

4 – lavare bene e spaccare a metà le noci, scartare quelle legnose

5 – metterle nel vaso con tutti gli ingredienti,

6 – tappare il vaso,

7 – collocarlo in un luogo dove di giorno riceva i raggi solari,

8 – lasciarlo al sole per 40 giorni, una volta a settimana con un mestolo di legno rimescolare gli ingredienti.

9 – al 40 g. aggiungere 1 L. di lambrusco bianco secco. Mettere il vaso al buio per altri 40 g.

10 – al 80esimo g. filtrare il liquido ormai maturo in bottiglie ben pulite e sterilizzate, meglio se di vetro scuro.

Due liquori dalle virtù magiche, ma la magia… la “ magia “ sta nell’incrociare le virtù benefiche di frutti, luce e calore!!! Crederci poi è un aiutino non indifferente.

By dif

ciliege noci

Ciliegie e noci sono due fenomenali doni della natura. Sono un vero serbatoio di proprietà indispensabili al benessere dell’ organismo. Entrambi i frutti sono ricchi di vitamine, minerali, omega 3 e 6ehanno qualità energetiche e antiossidanti che aiutano il nostro organismo a mantenersi in forma, e a contrastare l’invecchiamento provocato dai radicali liberi. Inoltre, aiutano a regolare il sonno, la pressione e il colesterolo.

 

Da sbullonarsi i denti!

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Mai come ai nostri tempi l’arte culinaria è stata dispensatrice di gusti, raffinatezze, segreti cucino-operativi tanto che non c’è un angolo libero, in cui spaziare con la fantasia gastronomica, senza subirne ossessive aggressioni. Ovunque lo sguardo posi, immagini appetitose ti circuiscono stomaco e cervello da farti venire la prudarella gustativa, così angustiosa da ridurti uno stufatino stracotto che ti spedisce digiuna a grattinare sul primo divano che incespichi. Se il baillamericettario, troneggiante su riviste, pagine web, canali tv, non basta a tener desto il tuo interesse masticatorio giornaliero, ci pensa una montagna di pubblicità cartacea. A tutte l’ore trasborda dalla cassetta postale che, quando la svuoti, ti manda di traverso la giuggiola creativa dei manicaretti, da servir, poi, ai tuoi cari, un anonimo pastone che quelli ti guardano come fossi una intrusa citrulla approdata da una inidentificabile cosmonave. Come dargli torto. Da ogni parte piovono aspiranti e ispiranti cucinieri, cuoche, chef stellati e improvvisati, di tutte le età e etnie che cibo-inculturiscono, imboniscono e riempono la pancia, con ingredienti leccorniosi e spezio-vivande ipo-iper-caloriche; gli occhi con impiattamenti artistico-visivi, da esposizione museale avanguardista, che al momento di cuocere qualcosa, da mettere sotto i denti, hai una sorta di ossequiente sacro fuoco imitatore di cotanta bravura culi-visivo-gastronomia che ti spedisce dritto, dritto nella balera rumbocibo dell’invidia, per cui aritmicamente metti assieme gli ingredienti proposti. Risultato? Servi piatti, di gusto indescrivibile e panoramica visiva antiappetito che tornano a palla sulla cucina-pista. E, dopo tanta fatica, alla fine sfami la truppa con miserrimi tramezzini.

Senza essere esagerata, l’onnipresenza di talk-accademie, talent concorsi, chef cucinieri, che spiattellano una sequela di architettoniche vivande, mi pare una armata Brancaleone che stordisce stomaco e palato! Se poi, alla miriade di cotti, stracotti e ribolliti di ogni specie vi aggiungo tutte quelle sigle food circolanti, slow, junk, good, top, finger, fast, soul, ecc. ecc. Mi par un assalto bellicista di un manipolo di armigeri, maniaci dell’ autonomia del: cucina come ti pare quel che ti va. Tanto più che spesso il bellissimo da vedere è orribile da inghiottire.

A chi piace cucinare, creare li per li ricette con sapori singolari, come a me, tutti ‘sti richiami mangerecci più che ispirazioni di variata sana alimentazione sembrano attrazioni porno-nutritive. Una sorta di seduttivi allettamenti boccacceschi, elargiti a casalinghe senza immaginazione, per approntare, in tempi rapidi, oscene abbuffate mangiatorie di cibi senza fascino e personalità. A tal punto insopportabili, da mutare lo stimolo della fame in nausea rigettatoria.

Sarà per questo che non ho mai copiato una ricetta e sto alla larga da visive immagini di pornografici impiattamenti? Un po’ si. Maggiormente perché trovo libidinoso stare davanti ai fornelli senza condizionamenti. Il fai questo, tritura l’altro, pesa quell’altro…uhhh…  come fare all’amore seguendo le istruzioni! Sai che piacere. Da sbullonarsi i denti. 

Oltre a ciò, l’enorme marea di messaggistica, da grottesco volantinaggio propagandistico, sul cibo, oltre che invasiva mi sembra controproducente. Crea, uno stato pressoché di sazietà visiva che, quando vai ai fornelli, il cucinare sembra superfluo, una fatica inutile che blocca cervello e perizia, anche perché, una sorta di vocina dice che mai si riesce a mettere in tavola affascinanti visioni di portate artistiche poiché artisti si nasce. Il Talento è talento. E’ personale e rimproponibile. In più mi situa due domande. La prima: affiancare, a sollecitazioni orgiastiche di cuoci-e-gustomangia-manicaretti, diete, consigli antingrassamento e obesità bulimica non è un controsenso? A me, appare come una mostruosa ipocrisia, anzi una umiliante presa per i fondelli a chi mangia e al cibo stesso.! La seconda: con cotanta abbondanza cibaria quotidiana morir di fame è sicuramente paradossale? No. Purtroppo c’è chi di fame muore, si legge e si constata tutti i giorni. E allora… 

Per deduzione tutta ‘sta mania ricettaria,  non ha lo scopo di acculturare e migliorare la sazietà globale ma quello di “sfamare” la fama di narcisi star!

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  Sono polemica? Forse. Comunque a tutti un buon appetito!

bydif

2010….QUASI CI SIAMO

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Una manciata di ore e… tra auguri, brindisi, baci, abbracci, festeggiamenti più o meno scoppiettanti, sfarzosi, folli, riti scaramantici e previsioni astro-divinatorie saluteremo l’arrivo del nuovo anno, il 2010. Chi ha passato questo che ci lascia un tantino pesante  non vede l’ora di buttarselo alle spalle, aspetta la sua fine  come  fosse la fine dei suoi problemi, una specie di magia liberatoria che si compie  ai rintocchi della mezzanotte: anno e guai scompariranno per sempre….Da noi si usa dire: anno va,  speranza viene, comunemente però si usa il detto:  anno nuovo, vita nuova. Simbolicamente ambedue auspicano una ventata di freschezza e di rinnovamento, quindi la scomparsa delle difficoltà e l’arrivo della buona sorte, di conseguenza prospettive di progresso, abbondanza e gratificazione.

 Ognuno, nel suo intimo, coltiva attese e progetti sull’anno che è alle porte per cui si appresta con ogni mezzo ad accoglierlo alla grande per ingraziarsi i favori ed esorcizzare il timore dell’incognito custodito dai suoi 365 giorni.

La celebrazione del nascente anno, vecchia di 4000 anni, risale ai babilonesi, solo dal 1582 è entrata ufficialmente nel calendario, in tutto il mondo prevede abitudini che assecondano spensieratezza, esuberanza e lusso eccessivo come rituale portafortuna per ottenere le tre cose che  ogni essere umano brama: ricchezza, amore e salute. In ogni cultura prima e dopo lo scoccare del nuovo giorno si fanno riti per sfrattare le negatività che ristagnano in se e nelle case, riti per fare entrare nelle abitazioni e nella vita energie luminose e positive, divinazioni oracolari per scoprire cosa riserva, scongiuri e allegorie fantasiose per scacciare gli spiriti avversi e dileguare gli ostacoli, evocazioni e simulazioni che attirano ogni sorta di benessere.

Alcune di queste usanze sono molto conosciute, altre un po’ meno perché  tipiche del luogo.

Per esempio, in questo periodo chi si trova nella città in cui sono nata, non potrà fare a meno di notare nelle vetrine delle pasticcerie dei curiosi serpentelli che spuntano provocatoriamente tra le varie leccornie. Questi serpentelli dagli occhietti neri e astuti, sono un dolce tipico a forma di serpente attorcigliato, difatti si chiama torciglione, che non può mancare sulla tavola di ogni famiglia tra Natale e Capodanno, in quanto contiene significati simbolici delle proprie radici e di quelle collettive che debbono essere preservati per difendere la continuità della stirpe e dei valori comuni. Nell’immaginario si narra che il serpente è lo spirito divino che presiede la materia, possiede la chiave delle nostre radici, del bene e del male, delle correnti vitali che scorrono nel corpo umano e delle risorse luminose e oscure ramificate nell’inconscio.

Mangiandolo, per traslazione, si elimina la paura implicita, si diventa padroni, si ha libero accesso ai segreti della conoscenza delle nostre origini, si acquisisce sagacia, ci si impossessa del controllo della libido e delle virtù della natura compresa la capacità di metamorfosi ciclica che permette di mutare. Come il serpente cambia pelle e svecchia, noi cambieremo l’essenza, butteremo il vecchio per accogliere il nuovo. Per similitudine l’uomo abbraccia la fede e apre un nuovo capitolo dell’esistenza solo se si spoglia!!!

Con la forma circolare avvolgente il serpentello esprime la valenza eterna della variazione temporale che si sta per compiere, il cerchio continuo si srotola e si riavvolge, comunica l’andare e il venire, l’alfa e l’omega, la fine e l’eterno ritorno al principio, in più la spirale ricorda di essere prudenti, di non perdere il contatto tra reale e fiabesco perchè il destino avverso è sempre in agguato e pronto a stritolarci.

Detto ciò avere quel serpentello sulla tavola e mangiarselo nei 7 giorni che precedono il Capodanno significa prepararsi ad accogliere l’anno nuovo in modo cosmologico impedendo il ritorno interiore al caos. – Di fatto la vibrazione del sette contiene le virtù indispensabili a mantenere integrità e ordine nel sistema universale. –

Certo, al mio raziocinio tale usanza appare sciocca e superstiziosa, quindi da sotterrare, al contrario, al mio subconscio ricca di significati che uniscono idealmente passato e futuro quindi da mantenere…infatti, lo preparo sempre e ce lo divoriamo con allegria…più sotto metterò la ricetta.

Oltre al torciglione ci sono molte consuetudini che persistono nel folklore, alcune invece che affievolirsi si sono enormemente rafforzate come quelle dei botti e dei fuochi d’artificio, tantè ogni anno provocano incidenti in tutto il mondo, o quelle di far saltare i tappi dei vini frizzanti, infatti, spumanti e champagne scorrono a fiumi in tutte le feste pubbliche e private.

Anticamente si credeva che il rumore scacciasse da se, dalle abitazioni e dalle stalle le forze negative che si erano introdotte furtivamente durante l’anno, pertanto tra Natale e Capodanno tutti cercavano di fare un gran baccano per spaventarli usando mezzi e modi di ogni tipo come martellare sulle pietre con un grosso bastone, battere le nocche sulle porte, i piedi sull’uscio, suonare tre volte al giorno i campanacci nei ricoveri degli animali e le campanelle in casa, addirittura c’era chi si legava le campanelle alle caviglie e ai polsi per disturbarli e indurli ad andarsene. Insomma l’inventiva del fracasso regnava sovrana pur di spaventare gli spiritelli malefici e farli uscire dal corpo e dalla casa! Come ultimo rimedio per sfrattarli il 31 si usava lasciare una finestra aperta in una stanza fino al primo rintocco della mezzanotte, poi si illuminava il più possibile l’ambiente principale dove la famiglia era riunita, si apriva la finestra in modo che gli spiritelli buoni e generosi, attratti dalla luce, potessero entrare a frotte assicurando un anno favoloso.

In base a un vecchio detto: ciò che avrai e farai il primo giorno dell’anno, lo avrai e farai tutto l’anno, le famiglie mantengono l’usanza di decorare la casa, vestirsi con abiti nuovi, le donne in modo vistoso e scintillante senza dimenticare di mettersi una giarrettiera rossa, evitano litigi e discussioni, allestiscono la tavola riccamente, con cibi che richiamano allegorie di denaro come le lenticchie e l’uva, di abbondanza come il cotechino ( anno grasso!) di fecondità come il melograno, di felicità come la frutta secca. Anzi per ottenere il massimo auspicio ne mettono in tavola 7 tipi diversi, in genere nocciole, arachidi, semi salati o mandorle, noci, pistacchi, datteri, fichi secchi, infine tutta la famiglia sbriga i lavoretti sospesi.

Gli innamorati, oltre che amarsi con maggiore calore e passione, per garantirsi fedeltà si baciano sotto il vischio e… come il vischio si nutriranno della stessa linfa…. brindano l’uno col bicchiere dell’altro e…si disseteranno alla stessa sorgente per vivere in eterno l’uno per l’altro…. Spesso per sapere se si sposeranno tirano a sorte chiudendo gli occhi  un filo di tre, uno bianco, uno nero, uno rosso. Se esce il bianco si sposeranno entro l’anno e saranno felici, se esce il nero il matrimonio sarà posticipato negli anni e saranno infelici, se esce il rosso si tradiranno e prenderanno strade diverse.

Oltre a quelle citate vi sono tante altre usanze, comunque tutte hanno significato di rituale propiziatorio e scaramantico, come evitare le donne e invitare gli uomini, uscire con le tasche piene di soldi, mettersi una banconota per scarpa ( con questo si sguazzerà nella ricchezza…) indossare qualcosa di rosso ecc, ecc. In molti posti, a mezzanotte,  nella piazza centrale del paese o della città come a  Bologna, si usa bruciare l’anno vecchio o la vecchia,  un fantoccio più o meno grande fatto di carta o di legno e paglia, al suo interno la gente  mette  dei biglietti con scritto quello che  vuole eliminare dalla propria vita o mentre brucia  grida: mori anno e chiudi inganno, mori anno e brucia guaio, mori anno insieme al danno! In famiglia, facciamo sempre un  vecchietto piccolino e lo bruciamo ovunque ci troviamo a festeggiare il Capodanno, se l’anno è stato buono prima di bruciarlo lo ringraziamo se un po’ meno gli infiliamo nella pancia un foglio con scritto quello che si deve portare via.  Il fuoco è un potente mezzo vivifico, di luce e salvezza in tutte le culture religiose e pagane, in tale occasione equivale alla rigenerazione umana scritta nell’orologio del tempo, dalle ceneri del vecchio anno spunterà il germoglio della rinascita, come nel mito dell’araba fenice la larva risorge  dalle proprie ceneri.

Poiché in quasi tutti c’è la  curiosità di sapere cosa ci riserverà di bello e buono l’anno in arrivo, vorrei terminare svelando sinteticamente  uno dei modi che uso  in famiglia e con gli amici per divertirsi e fare quattro risate profetando, cioè annunciando in quali settori della vita ruoteranno gli avvenimenti dominati  del nuovo anno. E’ un rito che va fatto solo il 1° Gennaio.  Si prendono due dadi,  si fanno tirare a turno, la loro somma, es. 4+5=9, determina l’ oracolo. Ecco di seguito i significati:

1 : anno di rinascita generale, evoluzione, libertà, obiettivi egocentrici; -con i dadi è impossibile ottenere 1, si usa nel cerchio numerato-

2 : anno impegnativo, in primo piano: denaro,  guadagni, rapporti di coppia;

3: la fortuna sorride e apporta successo negli spostamenti, relazioni sociali, comunicazione, creatività;

4: anno di lavoro sodo, di organizzazione, di realismo e  privacy;

5: anno strategico, amori, sorprese, cambiamenti, esagerazioni aggressive;

6: anno di obblighi, lavoro, cura personale, servizio al prossimo;

7: anno analitico, favorevole ai  contratti, giustizia, unioni, divorzi;

8: anno di abbondanza ma  delicato per partner, speculazioni, gioco d’azzardo;

9: anno filosofico da dedicare alla politica, viaggi,  ideali mistici, cultura, conoscenze extraterritoriali;

10: anno di avanzamento, iniziativa, prestigio, onori, carriera, professione;

11: anno dell’amicizia, solidarietà, protezioni, prestiti, progetti ambiziosi;

12; anno della fatalità, dei segreti, del ritiro, della ipersensibilità onirica.

Provate, oltre che divertirvi un sacco con gli amici, specie  arricchendo la traccia sintetica con un po’ di malizia divinatoria,  scoprirete in seguito che è un giochetto niente male, all’apparenza innocuo e suggestivo, nella sostanza futuribile più di quanto si pensa….Se non avete i dadi a portata di mano scrivete su un foglio in tondo i 12 numeri, procuratevi una bottiglietta o un cucchiaino e fatelo girare a turno, la punta dell’oggetto indicherà il numero e il responso da comunicare.

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Ecco la ricetta del serpentello o torciglione:

si triturano finemente 250 g di mandorle dolci e sbucciate meno una e si mettono in un recipiente aggiungendo 125 g. di zucchero, 50 g. di farina, due chiare d’uovo montate a neve,  6 cucchiai di olio extra vergine, due cucchiai di brandy, si impasta il tutto velocemente, si mette l’impasto sopra un foglio di carta da forno oleato e collocato su una terrina da forno, si da la forma di serpente a spirale, si pennella con il rosso dell’uovo separato dalle chiare,  si mette la mandorla come lingua, due bacche di ginepro o due chicchi di caffè per occhi, si decora il dorso con confettini o pinoli messi a lisca, si mette in forno a temperatura moderata per 35/40 m. e…. il serpentello di buon auspicio è pronto per essere divorato. Se lo fate, mangiatene almeno 7 pezzetti per appropriarvi delle qualità in precedenza descritte.

Buona fortuna a tutti, tantissimi auguri per un 2010 col botto….ricco di successi, abbondanza, amore, salute, serenità, amicizia  e felicità insieme a chi amate, portate nel cuore, desiderate. Ricordate di fare un  baccano infernale…per allontanare gli spiritelli cattivelli, tanta luce per richiamare gli spiritelli benefici e generosi….non dimenticate di: essere molto generosi con chi ha meno di voi, vi tornerà centuplicato ogni denaro regalato, pensare positivo per carpire l’energia sprigionata dal collettivo festoso, accogliere con animo aperto tutti per essere colmati dal nascituro 2010  di grazie e benedizioni divine !!!

 

 

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